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Piemonte, dichiarato lo stato di emergenza per l’alluvione: arrivano i primi 18 milioni. Ma non bastano (ovviamente)


«Non si fa in tempo a uscire da uno stato di calamità, che se ne deve chiedere un altro». La frase è dell’onorevole Augusta Montaruli, riportata oggi dal quotidiano La Stampa. Il riferimento è al disastro di Bardonecchia di ieri e all’alluvione dello scorso aprile.

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Ma a pensarla così sono in tanti, anche tra chi – in silenzio – nei mesi passati ha messo stivali, pala e ruspa per restituire un minimo di normalità al proprio paese.

Il 30 giugno, a oltre due mesi e mezzo dalla bomba d’acqua che ha investito il Piemonte tra il 15 e il 17 aprile, il Consiglio dei Ministri ha finalmente dichiarato lo stato di emergenza.

La notizia è arrivata quasi in contemporanea con un nuovo disastro naturale, l’ennesimo, che ha travolto la regione, nello specifico Bardonecchia, con una vittima. Una vittima come a Monteu da Po, quando a morire fu un falegname in pensione, Giuseppe Bracco, travolto in casa dalla piena del rio.

Ieri, lunedì 30 giugno, il Governo ha stanziato 17,7 milioni di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. La cifra, già deliberata, servirà a coprire i primi interventi urgenti nei territori colpiti: la città metropolitana di Torino e le province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola.

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Saldo e stralcio

 

Un primo passo importante, che però dovrà essere seguito da nuovi fondi: i soli lavori di somma urgenza ammontano a circa 65 milioni di euro. E la conta complessiva dei danni supera i 100 milioni. Lo dicono le istituzioni, nero su bianco, a partire dalla Regione Piemonte.

Non solo strade, campi, ponti. A finire sott’acqua in aprile sono state anche attività produttive, case, cantine.

A Cavagnolo, ad esempio, le palazzine dell’ATC Piemonte Centrale in via Martiri della Libertà hanno subito danni per oltre 200.000 euro, in carico per la parte più consistente all’Agenzia Territoriale per la Casa, ma anche ai privati.

E’ evidente che i fondi nazionali non bastano. Molti Comuni, come Brusasco, Monteu da Po, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po si sono mossi con bandi locali, anticipando di tasca propria quello che lo Stato ancora non aveva deciso di fare.

Un video dell’alluvione a Lauriano

IL RAFFRONTO CON L’EMILIA-ROMAGNA: L’ATTESA INFINITA

Chi ha vissuto da vicino l’alluvione del maggio 2023 in Emilia-Romagna sa bene cosa voglia dire la parola “emergenza”. Anche allora lo stato di calamità fu proclamato dal Governo, e anche allora i fondi vennero stanziati in due tranche. Ma per i cittadini, in particolare per i privati, i tempi si sono rivelati drammaticamente lunghi. I contributi a fondo perduto sono stati resi accessibili solo nella primavera del 2024, a distanza di quasi un anno dall’evento.

Nel caso dell’Emilia-Romagna, lo Stato aveva riconosciuto oltre 4,5 miliardi di euro tra fondi diretti e investimenti strutturali, ma la procedura per accedervi è stata talmente complessa che molte famiglie e piccole imprese si sono arrese prima ancora di iniziare la compilazione. La piattaforma Sfinge Alluvione 2023 ha generato più dubbi che certezze, e solo chi ha potuto permettersi assistenza tecnica ha visto qualcosa. In Piemonte il rischio è lo stesso.

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«Servono procedure snelle, contributi veloci, ristori veri. Non moduli e click day», avvertono da più Comuni della cintura torinese. Il parallelo con l’Emilia-Romagna è un monito, ma anche una speranza: «Se le regioni del Nord uniscono la voce, forse questa volta saremo ascoltati».

Nel concreto, in Emilia, i contributi previsti per i privati includevano un primo acconto di 3.000 euro, seguito da un saldo fino a 5.000 euro, destinato ai nuclei familiari colpiti e rimborsi per la sostituzione o riparazione di veicolifino a 5.000 euro per le auto, 700 euro per ciclomotori e motocicli, e fino a 2.000 euro per chi ha riparato il veicolo danneggiato.

DOVE LA SOLIDARIETÀ È DIVENTATA AZIONE

Intanto, mentre Roma discuteva nelle ultime settimane, i paesi si sono mossi.

A Cavagnolo il Comune ha raccolto oltre 34.000 euro grazie alle donazioni di realtà come Fondazione Specchio dei Tempi, Borello Srl, SPI CGIL, SOCON Trade Srl, Polisportiva Cavagnolese, Pro Loco Mangialonga e tanti cittadini. È stato attivato un bando dal titolo “Cavagnolo Primi Ristori”, rivolto a privati, inquilini, amministratori di condominio, commercianti e associazioni, con scadenza il 15 settembre 2025.

I contributi coprono spurgo, smaltimento rifiuti, riparazioni, impianti elettrici, e altri danni documentabili. Entro fine giugno è previsto anche un bando per la riduzione della TARI fino al 70%, in base all’ISEE familiare. Il sindaco Andrea Gavazza è stato tra i primi ad alzare la voce: «Abbiamo bisogno di risposte, ma nel frattempo non possiamo lasciare soli i cittadini».

A Monteu da Po, dove si è verificato il tragico decesso, l’amministrazione ha raccolto oltre 31.000 euro, lanciando il fondo “Emergenza Alluvione 2025”. Donatori principali: Specchio dei Tempi (20.000 €), L’Officina Culturale APS Chivasso, SPI CGIL, C.A.M. Crea-Attiva/Mente, Pro Loco Mangialonga, Gruppo Alpini Monteu-Lauriano e Casale Monferrato. Anche qui è stato aperto un bando per famiglie, amministratori e imprese, con contributi non cumulabili con assicurazioni ma compatibili con eventuali altri ristori pubblici.

«Solidarietà che diventa azione», ha detto la sindaca Elisa Ghion, mentre il vicesindaco Graziella Giacomini ha sottolineato come il Comune «sia rimasto operativo fin dal primo giorno dell’emergenza».

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Anche a Brusasco ci si è subito attivati. E il sindaco Giulio Bosso, oggi, con un post chiaro, ha spiegato che quanto stanziato dal Governo in questa fase è appena appena sufficiente: «È un primo passo importante, che darà il via ai rimborsi agli enti locali e ai privati. Ma lo stanziamento messo a disposizione, circa 18 milioni di euro, dovrà essere implementato, come auspicato anche dal Presidente della Regione Piemonte, perché i soli lavori di somma urgenza ammontano a circa 65 milioni di euro».

E aggiunge: «Il Comune di Brusasco prosegue intanto, utilizzando risorse proprie, con l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza dei ponti e con il miglioramento della sezione di deflusso in prossimità degli stessi».

E’ evidente che per quanto possano fare i singoli comuni, sono gocce nel mare di ciò che realmente servirebbe non solo per la ricostruzione, ma anche e soprattutto per i privati che hanno perso casa, automobile, attrezzi da lavoro, effetti.

E la politica? Da una parte c’è la soddisfazione per una risposta, seppur tardiva, arrivata da Roma. Dall’altra, la consapevolezza che non si può più continuare a rincorrere l’emergenza.

La deputata Chiara Gribaudo sul quotidiano La Stampa attacca: «Mi aspetto un’azione concreta. Il cordoglio è solo propaganda se non è accompagnato da interventi rapidi. Il ministro Musumeci era atteso a Chivasso per parlare di transizione climatica, ma ha saltato l’appuntamento per “impegni istituzionali”…».

 

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il post di Claudio Castello, sindaco di Chivasso, sull’incontro di ieri al teatrino civico

Sul territorio resta la paura, ma anche l’orgoglio di chi non ha aspettato. Il Piemonte, ancora una volta, si è rimboccato le maniche. Adesso tocca allo Stato non lasciare indietro nessuno.

Nel mentre i cittadini fanno la loro parte. Domenica sera a Brusasco, con una cena benefica organizzata dalle Pro loco della Mangialonga, si sono raccolti fondi per gli alluvionati.

In trecento alla cena di solidarietà per sostenere gli alluvionati

Ci sono notti che valgono più di mille parole. E quella di domenica 29 giugno, a Brusasco, è stata una di quelle. Sotto la tensostruttura del cortile della scuola, si è tenuta una cena di beneficenza con ballo, organizzata dalle Pro Loco di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano e Monteu da Po, con il patrocinio dei rispettivi Comuni.

L’obiettivo? Aiutare le famiglie colpite dall’alluvione del 16 e 17 aprile. Quelle che, in poche ore, hanno perso la casa, il lavoro, la normalità.

I commensali sono stati quasi trecento. Trecento persone che non hanno chiesto nulla, se non di sedersi, mangiare insieme, ballare, brindare.

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Un piccolo grande gesto che ha fatto la differenza. Perché l’intero ricavato della serata – senza alcuna spesa detratta – è stato destinato alle famiglie alluvionate. Le Pro Loco, infatti, hanno deciso di sostenere in toto i costi organizzativi, per garantire che ogni euro raccolto arrivasse là dove serve davvero. In tasca a chi ha visto l’acqua salire, entrare in casa, distruggere tutto.

“Un modo per dire: non siete soli. Non vi abbiamo dimenticati”, hanno raccontato gli organizzatori. Non servivano discorsi. Bastava esserci. E Brusasco c’era. C’erano i volontari, i sindaci, i ragazzi, le famiglie. C’erano piatti fumanti, sorrisi, brindisi. C’era quel menù semplice ma sentito: due antipasti, un primo, un secondo con contorno, dolce, vino, acqua e caffè. Il tutto a 20 euro. Ma il valore della serata è andato ben oltre il prezzo.

Il volantino diceva: “Unisciti a noi per una serata di solidarietà, buon cibo e divertimento”. Ma quello che si è visto è stato molto di più. È stata una comunità che si è stretta attorno a chi ha bisogno. Un abbraccio collettivo. Un segnale forte.

La Mangialonga 2025, a questo punto, ha già lasciato il segno. Non solo come evento gastronomico o folkloristico. Ma come gesto di solidarietà vera, concreta. Che parte dal basso. Che nasce da chi non si volta dall’altra parte. E che, in una sera d’estate, ha trasformato una tavolata in una promessa: nessuno sarà lasciato solo. (ha collaborato Manuel Cartosio)

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