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Energia, competitività e politiche industriali, Associazione Civita: “La sfida dell’Europa tra Agenda Draghi 2024 e nuovo Green Deal” – Economia e Finanza


(Teleborsa) – Analizzare il rapporto tra energia, competitività e politiche industriali, nel quadro delle grandi trasformazioni che l’Europa si appresta ad affrontare in un contesto storico particolarmente significativo e complesso, dal punto di vista geopolitico e non solo. È il tema centrale analizzato nel corso dell’evento intitolato “Energia, competitività e politiche industriali. La sfida dell’Europa tra Agenda Draghi 2024 e nuovo Green Deal” organizzato dall’Associazione Civita, realtà che da 35 anni si occupa di costruire un dialogo tra mondo della cultura delle imprese, in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia.

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Nell’evento si è riflettuto su come l’Europa e l’Italia debbano affrontare e rafforzare, nell’ambito della transizione energetica, la lotta al cambiamento climatico, la propria sicurezza energetica e lo sviluppo sostenibile e tecnologico mettendo al centro coesione sociale e qualità della vita partendo dalla convinzione che l’energia, nella sua dimensione più profonda, riguarda la relazione tra uomo, natura e futuro.
Inoltre si è guardato alla sicurezza energetica come ad un tema fondamentale, in quanto le dinamiche geopolitiche che vanno delineandosi la mettono a rischio in Europa e hanno un impatto diretto sui prezzi. È stata inoltre sottolineata l’importanza di una governance europea coesa, capace di mobilitare investimenti, semplificare le regole, sostenere le filiere strategiche e – soprattutto – coinvolgere cittadini, imprese e istituzioni in un grande patto per la sostenibilità. Si è inoltre messo in evidenza che le nuove tecnologie energetiche sono strumenti fondamentali ma non possono funzionare senza una profonda trasformazione culturale, che coinvolga territori, cittadini, istituzioni, imprese per costruire un futuro sostenibile in cui la transizione energetica non sia una rinuncia, ma una grande opportunità di rinascita culturale, economica e sociale.

“La competitività e l’energia rappresentano due priorità assolute per questa Commissione europea, che sta lavorando in modo trasversale per raggiungere questi obiettivi. Con la recente proposta di modernizzazione della politica di coesione abbiamo offerto agli Stati membri la possibilità di utilizzare le risorse europee in modo più flessibile, per rispondere alle nuove esigenze dei territori. In particolare, l’attenzione è rivolta ai settori dell’energia e della competitività, ma anche alle politiche abitative, alla gestione delle risorse idriche e alla difesa. In questo modo si crea un legame diretto tra coesione e sviluppo competitivo. La solidità dell’Europa si fonda proprio sulla crescita, sulla produttività e sulla capacità dei suoi territori di affrontare le sfide comuni” ha detto Raffaele Fitto, Vicepresidente Esecutivo della Commissione europea.

“Siamo convinti che quello dell’energia sia anche un tema culturale e sociale, oltre che economico e per questo, abbiamo voluto stimolare il dibattito tra attori del mondo istituzionale ed economico proprio sul ruolo strategico che la cultura riveste nella transizione energetica e nella competitività del sistema-Paese. La lotta al cambiamento climatico è forse la più grande sfida del nostro tempo, una sfida che non è più solo ambientale, ma sociale, economica e culturale” ha affermato Simonetta Giordani, Segretario Generale Associazione
Civita.

“Oggi più che mai, la transizione ecologica non può prescindere da una strategia industriale europea solida e autonoma. La competitività del nostro sistema produttivo va tutelata attraverso investimenti comuni, innovazione e semplificazione. Il Piano Draghi rappresenta un’opportunità unica per rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, rilanciare l’industria e preparare il nostro continente alle sfide globali” ha affermato Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia.

“La vera sfida per l’Europa è conciliare la transizione verde con la competitività del nostro sistema produttivo. Il Green Deal non può essere un dogma ideologico, ma va ripensato in chiave realistica, valutando con attenzione gli impatti sulle imprese e sull’occupazione. L’Agenda Draghi può rappresentare un punto di svolta, se saprà promuovere un approccio pragmatico che metta al centro l’autonomia energetica, la neutralità tecnologica e la tutela del nostro tessuto industriale. Come Fratelli d’Italia, vigileremo affinché l’Europa torni a
sostenere chi produce, investe e crea valore nel nostro continente” ha affermato Elena Donazzan, Vicepresidente Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo.

“Il settore energetico è al centro del rilancio competitivo auspicato dal rapporto Draghi. Per rendere questo rilancio effettivo è necessario che il Paese investa in tecnologie a zero emissioni e infrastrutture di distribuzione all’avanguardia, in modo da ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili ed essere meno esposto alle fluttuazioni dei prezzi. Con un piano di investimenti di oltre 22 miliardi in Italia, il nostro Gruppo ha abbracciato questa sfida, puntando sul potenziamento delle reti, con circa 16 miliardi, e su rinnovabili e sistemi
di accumulo, per promuovere concretamente la transizione e la sicurezza energetica del Paese – afferma Nicola Lanzetta, Direttore Italia di Enel, intervenendo al panel Energia, Competitività e Politiche industriali, organizzato dall’associazione Civita –. Con un contesto regolatorio chiaro e una strategia comune europea potremmo davvero accelerare la transizione verde e rafforzare la nostra leadership nei settori chiave della decarbonizzazione”.

“Il nucleare non ha timore dei dati di realtà, – ha dichiarato Gian Luca Artizzu, Amministratore Delegato di Sogin – perché è la fonte di energia più sicura, controllata e con il minore impatto ambientale, come attestano i dati internazionali, scientificamente condivisi. Chi, seguendo una propria agenda, utilizza l’allarmismo e le menzogne per attaccare questa fonte di energia – ha proseguito Artizzu – qualifica sé stesso ma nel farlo toglie, soprattutto alle generazioni future, le possibilità di sviluppo industriale e sociale che il nucleare può
contribuire a fornire in modo decisivo all’Italia”.

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“Il persistere di uno scenario geopolitico instabile, che contribuisce alla volatilità dei prezzi dell’energia e alle conseguenti incertezze sui mercati, conferma l’importanza per il nostro Paese di aumentare il livello di indipendenza energetica – commenta Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A –. Abbiamo acqua, sole, vento, rifiuti: un potenziale enorme che potrebbe consentirci di arrivare al 60% di autonomia, partendo dall’attuale 25%, se si accelera sullo sviluppo delle rinnovabili. Fotovoltaico ed eolico, ad esempio, sono oggi tecnologie mature, affidabili e relativamente economiche e insieme all’idroelettrico, hanno un ruolo importante per il processo di decarbonizzazione e anche per stabilizzare i prezzi: sono infatti infrastrutture che a fronte di investimenti iniziali definiti forniscono energia a costi prevedibili per tutto il loro ciclo di vita”.



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