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Istruzione terziaria e sistema economico: il quarto Rapporto MHEO


In Italia, il numero di studenti iscritti ad un corso terziario è in aumento: in particolare, anche grazie allo stretto rapporto con le aziende, si osserva in dieci anni una forte crescita del numero degli iscritti ai corsi AFAM (da 12.757 dell’a.a. 12/13 a 22.378 dell’a.a. 22/23 con +75,4% a livello nazionale, e da 3.608 dell’a.a. 12/13 a 5.961 dell’a.a. 22/23, +65%,2% a livello lombardo) e ITS Academy (da 1.882 dell’a.a. 12/13 a 11.834 dell’a.a. 22/23, ovvero +528% a livello nazionale e da 216 dell’a.a. 12/13 a 2.776 dell’a.a. 22/23, che portano a +1.185% la percentuale di crescita a livello lombardo). 

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Anche se permane il divario da colmare rispetto alla media europea, la crescita è stata costante e più marcata rispetto a quella registrata per le università (da 269.401 dell’a.a. 12/13 a 334.389 dell’a.a. 22/23, quindi +24,1% a livello nazionale, e da 46.619 dell’a.a. 12/13 a 62.040 dell’a.a. 22/23, che portano a +30,3% la crescita a livello lombardo). 

È quanto emerge dal IV rapporto dell’Osservatorio MHEO, presentato oggi presso la sede di Deloitte di Milano. Lo studio – guidato dal prof. Matteo Turri dell’Università Statale di Milano – dedicato al rapporto tra istruzione terziaria e sistema economico, è stato realizzato in collaborazione con Deloitte e si inserisce nell’ambito delle attività svolte dallo Spoke 6, “Innovazione per società sostenibili ed inclusive”, di MUSA – Multilayared Urban Sustainability Action, un progetto finanziato dall’Unione europea (NextGenerationEU, PNRR Missione 4 Componente 2 Linea di Investimento 1.5: Creazione e rafforzamento degli “ecosistemi dell’innovazione”, costruzione di “leader territoriali di R&S”). 

Il Rapporto, realizzato da Gabriele Ballarino, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro e da Vito Di Santo, ricercatore di Sociologia economica, entrambi della Statale di Milano, si propone di esplorare il complesso intreccio tra formazione superiore e sistema economico italiano, con un focus specifico sulla Lombardia. Nonostante si attenda un’inversione di tendenza dovuta al calo demografico, al momento il sistema italiano insomma è in espansione e mostra ancora margini di progressione, soprattutto considerando il valore aggiunto che è in grado di garantire in termini di competenze, occupabilità e retribuzione.

 AFAM (Il sistema di istruzione superiore in Italia che si occupa di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica)

Milano è uno dei poli trainanti del sistema AFAM: crescita degli iscritti del 21,8% in 4 anni, quasi il doppio rispetto alla media nazionale (+12,9%). Da sola, la città meneghina concentra oltre il 19% degli iscritti in Italia. L’89.5% degli istituti AFAM di Milano è non statale e/o privato e ha personale docente, assunto principalmente a tempo determinato, attivo anche nel mercato del lavoro, che svolge un ruolo di «ponte» tra gli istituti AFAM e i settori produttivi di riferimento.

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È peculiare la quota elevata di studenti internazionali che viene in Italia appositamente per frequentare gli istituti AFAM, che riflette l’attrattività di questo tipo di offerta formativa, percepita come fortemente radicata nelle tradizioni culturali e produttive italiane e locali.

Il rapporto tra numero di studenti e numero di docenti è di norma molto stretto, il che testimonia la diffusione di modelli formativi incentrati sull’apprendimento pratico, individuale o progettuale e laboratoriale. L’incontro tra offerta di diplomati AFAM e la domanda di artisti e creativi è consentito dal fatto che la Lombardia e Milano risultano tra i centri più specializzati di tutto il sistema nazionale artistico e culturale, generando più di un quarto della ricchezza economica della filiera culturale nazionale.

 

ITS ACADEMY (Percorsi biennali post diploma di formazione professionalizzante non accademica, ad alta specializzazione tecnologica)

La Lombardia conta il maggior numero di ITS Academy (25 fondazioni attive, pari al 17% del totale nazionale) e si distingue per i più alti tassi di diploma e di inserimento occupazionale coerente tra tutte le regioni italiane. Gli iscritti, sempre in Lombardia, sono soprattutto uomini (75%) e la maggior parte dei docenti proviene dal mondo delle imprese (79,8%). Il 38% dei corsi ITS lombardi è concentrato su digitale e servizi alle imprese: una chiara focalizzazione formativa sui comparti più dinamici del mercato del lavoro. Gli ITS Academy sono infatti molto attrattivi per le imprese e il tessuto industriale italiano: in Lombardia, il 53,5% dei partner sono imprese o associazioni di imprese, nel resto d’Italia il 45,4%.

Frequentare un ITS Academy è un buon investimento: a parità di caratteristiche sociodemografiche, infatti, i diplomati ITS Academy guadagnano il 6% in più su base mensile rispetto ai diplomati di scuola secondaria superiore. Inoltre, in Lombardia e in Italia, i tassi di occupazione dei diplomati degli ITS Academy sono molto alti.

In Lombardia, come nel resto d’Italia, all’aumentare delle imprese all’interno della Fondazione ITS Academy, si registra un aumento del tasso di occupazione. Questa evidenza conferma il ruolo centrale delle imprese che all’interno degli ITS Academy consentono di erogare una formazione in linea con le richieste del mondo del lavoro, con conseguente elevata occupabilità.

Dalla collaborazione con le imprese, gli ITS Academy possono infatti definire dei percorsi estremamente flessibili e orientati al lavoro. Tuttavia, nonostante il sistema ITS Academy risulti di successo, ha ancora dimensioni contenute e non riesce a rispondere tempestivamente a tutte le richieste del mercato del lavoro. Per questo sia secondo gli ITS Academy che secondo le imprese associate, occorrerebbe un sistema di finanziamento più stabile e una comunicazione più efficace e diffusa.

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 UNIVERSITÀ 

Anche il mondo universitario lombardo ha costruito un forte legame con le aziende. La composizione dei Comitati di Indirizzo (CdI) dei corsi di laurea in Lombardia risulta ben allineata con i settori produttivi di riferimento, garantendo coerenza con il mercato del lavoro. Le aziende sono infatti i principali attori coinvolti nei Comitati di Indirizzo dei corsi universitari, seguiti dalle associazioni di categoria, dagli ordini professionali e dalle istituzioni pubbliche. Anche nelle aree disciplinari umanistiche, dove le istituzioni pubbliche sono in testa, le aziende sono molto rilevanti.

“Lo stretto rapporto con le aziende nella definizione dei percorsi di formazione e nel coinvolgimento in aula dei professionisti in veste di docenti, sta garantendo alta occupabilità a chi frequenta AFAM e ITS Academy”, dichiara Gabriele Ballarino, docente del Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università Statale di Milano e responsabile del quarto rapporto, che aggiunge: “Intraprendere questo tipo di percorsi facilita l’allineamento tra le competenze richieste dal sistema economico e la formazione ricevuta, garantendo migliori opportunità di lavoro”.

“Milano e la Lombardia ospitano un sistema di Istruzione Terziario forte, reputato e plurale con 69 istituzioni in Lombardia, tra cui ben 32 a Milano, che vantano un rapporto capillare e strategico con le realtà produttive e il territorio. I dati ci confermano che è importante aumentare la consapevolezza di questa ricchezza culturale e che le istituzioni rafforzino la collaborazione e le partnership tra enti e imprese, su base territoriale, così da rendere sempre più riconoscibile questa eccellenza e potenziare le opportunità di occupazione per gli studenti”, conclude Matteo Turri, responsabile scientifico dell’Osservatorio MHEO.

Gabriele Secol, Partner di Deloitte Officine Innovazione aggiunge: “Il Quarto Rapporto MHEO mette in luce come una formazione orientata ai bisogni delle aziende da parte di ITS Academy, AFAM e Università sia vincente per gli studenti in termini di occupabilità. Questo ha anche un effetto positivo sul tessuto industriale dei territori perché risponde alla crescente domanda di professionisti specializzati da parte delle aziende, chiudendo il mismatch tra domanda e offerta di talenti. I dati e le evidenze presentate dal Rapporto ci mostrano come questo sistema virtuoso deve crescere dimensionalmente e coinvolgere più imprese per avere un impatto significativo a livello nazionale.

 

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