Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Wellbeing aziendale 2.0: flessibilità, dati e ROI. Perché i CEO italiani scommettono sul modello ibrido (e l’Europa deve accelerare)


Se il benessere aziendale fosse una gara, l’Italia sarebbe sul podio europeo, ma ancora distante dai big globali. Cosa manca per colmare il gap? Dati alla mano, Claudia Cipolla, Head of Italy Wellhub, ci spiega come CEO, istituzioni e nuove tecnologie stanno ridisegnando il futuro del wellbeing in azienda.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

  1. Come definirebbe lo stato dell’arte del benessere aziendale in Italia rispetto al panorama internazionale dei CEO?

I Paesi extra europei guidano la classifica fra quelli in assoluto più sensibili all’importanza dei programmi aziendali per il benessere. Un ampio 70% degli Amministratori Delegati del Brasile ritiene di importanza strategica promuovere il Wellbeing in azienda e per il 94% il ROI generato dalle iniziative per il benessere dei dipendenti è stato positivo, con un significativo impatto sulla produttività nel 67% dei casi e investimenti continuativi per il 77% dei Top Manager brasiliani. Anche in Messico, Argentina e Stati Uniti i dati rivelano che i primi ambasciatori del wellbeing in azienda sono proprio i Ceo: ad attribuire un ruolo cruciale al benessere in azienda è il 74% degli intervistati messicani, seguito dal il 62% di quelli argentini e da un più contenuto 49% di rispondenti americani. A esprimere un ROI positivo sono rispettivamente il panel del Messico nel 93% e degli USA 79%, seguiti dal 44% dell’Argentina.

Il “primo piano” sui Paesi europei accende i riflettori su Inghilterra e Romania, che emergono per la maggior percentuale di Ceo convinti dell’incidenza strategica degli strumenti aziendali per il benessere – rispettivamente il 58% in UK e il 56% in Romania – e con una percezione positiva del ROI del 76 e del 75%. Altrettanto significativo è l’impatto positivo percepito in virtù delle iniziative per il benessere dei lavoratori sulla produttività, che viene espresso dal 47% dei Ceo inglesi e dal 41% di quelli rumeni.

Fra i Paesi del vecchio continente l’Italia si colloca nella parte alta della “classifica”: dai dati emerge, infatti, una buona propensione dei Ceo a investire nei percorsi per il benessere dei dipendenti ed il 47% del panel che si dichiara consapevole che per i dipendenti il benessere sul posto di lavoro conta quanto lo stipendio. Il 54% dei vertici aziendali intervistati, infatti, ritiene davvero strategico il Wellbeing, ed il 51% investe per la salute in azienda, con il 35% che ha rilevato un aumento effettivo nella produttività in seguito all’adozione di programmi per il benessere dei lavoratori. Altrettanto incisiva è la percezione del ROI positivo generato dal miglioramento nella salute dei dipendenti, che trova d’accordo un’ampia maggioranza del 74% dei Ceo.

Una minor consapevolezza della rilevanza strategica del wellbeing come asset intangibile per migliorare la competitività viene espressa, invece, dai Ceo tedeschi e spagnoli che solo nel 50% dei casi condividono questa convinzione. Nei due Paesi europei, però, a dispetto della scarsa propensione a sostenere programmi di Wellbeing aziendali, il ROI del benessere in azienda raggiunge valori importanti: rispettivamente del 73% in Germania e del 80% in Spagna.

  1. Secondo Lei, quali sono le migliori pratiche e soluzioni per migliorare il coinvolgimento dei datori di lavoro e la loro partecipazione diretta ai programmi di benessere?

I programmi di benessere strutturati e continuativi sono fondamentali per motivare e coinvolgere i dipendenti, trasformando l’impegno dei Ceo nella promozione della cultura del benessere in azienda in risultati tangibili per i lavoratori. Recenti dati ci hanno mostrato, inoltre, quanto sia importante anche l’effetto domino generato dalla passaparola, che puà aumentare fino al 25% il tasso di adesione alle iniziative per migliorare la forma psico-fisica dei dipendenti. Programmi flessibili, olistici e profondamente integrati nella strategia aziendale favoriscono una maggiore produttività, riducono l’assenteismo e tagliano significativamente i costi. Ma questi programmi non hanno successo solo grazie alle buone intenzioni. È essenziale l’impegno dei dirigenti, supportato da dati trasparenti. I CEO hanno bisogno di report chiari e frequenti sul ROI del benessere, che colleghino direttamente il benessere dei dipendenti a metriche aziendali quali coinvolgimento, fidelizzazione e riduzione dei costi. Quando il benessere supera il concetto di spesa discrezionale per diventare una componente fondamentale dell’assistenza sanitaria e della pianificazione finanziaria, ottiene la priorità di bilancio e l’importanza strategica che merita.

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

  1. Quale ruolo possono svolgere la politica e le istituzioni per promuovere il benessere dei dipendenti nelle aziende?

Per promuovere l’adozione di un modello il benessere olistico dei dipendenti, che porti a ridisegnare le best practice d’impresa per prevenire e mitigare il rischio di stress e di burnout attivando processi virtuosi, è fondamentale dare vita a progetti concreti e ampliare l’accesso a modelli di salute preventiva che favoriscano autonomia ed un reale cambiamento di abitudini. In primo piano, quindi, è anche il valore strategico di una collaborazione tra industria, policy-maker e comunità scientifica per generare benefici di lungo periodo, sia per la salute della popolazione, sia per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. Ed è proprio in questo contesto che sono stati esaminati gli sviluppi normativi per comprendere le direzioni intraprese dalle istituzioni e come il dialogo tra aziende e cittadini possa favorire politiche più innovative e sostenibili.

  1. Wellhub ha introdotto un paradigma ibrido innovativo per il benessere in azienda, combinando formazione e seminari online e offline in modo molto flessibile e intuitivo. Pensa che questo sarà il trend del benessere aziendale di nuova generazione? Se sì, in che modo crede che influenzerà il ROI e la produttività?

Wellhub ha inaugurato un modello unico per il benessere olistico dei dipendenti, perché è stato espressamente disegnato per rispondere alle esigenze di flessibilità dei lavoratori, sempre più sensibili a migliorare la loro salute ottimizzando spazi e tempi. A testimoniare il successo della nostra “formula” ibrida per il Wellbeing è la crescita dei nostri utili negli ultimi tre anni, che ha messo a segno un aumento del 75%. E ancora: il 90% delle persone che accede alle palestre attraverso programmi aziendali sono nuovi clienti, difficilmente raggiungibili attraverso i canali del marketing tradizionale.  La tendenza è particolarmente forte in Europa, con una crescita del 35% su base annua della rete europea di piattaforme partner che facilitano l’accesso al wellness aziendale, che ora comprende oltre 14.000 palestre, Centri Fitness e società di wellness.

Considerati in precedenza come un benefit opzionale, oggi i programmi di benessere aziendale rappresentano una componente fondamentale delle strategie di coinvolgimento dei dipendenti per aumentare la produttività, migliorare la fidelizzazione e ottimizzare la gestione dei costi sanitari e per la promozione in azienda di uno stile di vita più sano. Ecco perché Wellhub ha registrato tassi di iscrizione dei dipendenti da 3 a 5 volte superiori rispetto alle iniziative di benessere tradizionali. Questo si traduce in un utilizzo più costante delle strutture partner, favorendo un impegno a lungo termine e convertendo gli utenti del wellness aziendale in membri paganti in futuro.

Anche i dati emersi dalla nostra survey “Return on Wellbeing 2025” confermano questo trend. I Ceo intervistati confermano che il lavoro flessibile è destinato a rimanere: il 58% afferma che una maggiore flessibilità degli orari migliorerebbe il proprio benessere e il 45% ritiene che la promozione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata e di modelli di lavoro flessibili sia la chiave per il successo delle iniziative di benessere. Questo cambiamento di paradigma richiede programmi di benessere “smart”, con opzioni di training virtuali, on-demand e multi-sede per offrire un percorso ad elevato valore aggiunto per il Wellbeing ai professionisti in base alla loro sede di lavoro.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri