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i dati 2024 a consuntivo e la «maggiore resilienza» dell’economia piacentina


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Il 2024 si configura come «un ritorno alla bassa crescita anche per il nostro sistema economico locale e regionale». A proporre una sintesi del rapporto congiunturale numero 47 di Piacenz@ Economia, presentato nella mattinata nella sala Perlasca dell’ente via Garibaldi, Antonio Colnaghi dell’ufficio statistico della Provincia di Piacenza.

«Secondo le ultime stime di aprile di Unioncamere Emilia-Romagna su dati Prometeia, il valore aggiunto piacentino – conclusasi nel 2023 (+0,3%) la fase di recupero post-covid – avrebbe infatti sperimentato nel 2024 una variazione che non è andata oltre lo 0,5 per cento (+0,6% in Emilia-Romagna), e che proseguirebbe, pur con una leggera accelerazione (+0,7%, come in regione), anche nel 2025».

«Come spesso ci capita di osservare – riporta la sintesi – anche in questo caso il sistema socioeconomico provinciale sembra comunque aver reagito alle diverse sollecitazioni mostrando in generale (nel bene e ne male) una maggior resilienza, facendo quindi meglio in parecchie occasioni – come evidenzia il quadro di sintesi delle dinamiche dei principali settori riportato più sotto – dell’economia regionale (e nazionale)».

Di seguito l’analisi dell’ufficio statistico, suddivisa per tematiche.

IL FATTURATO – Così è stato, a livello imprenditoriale, per la produzione industriale rilevata nell’indagine campionaria del sistema camerale, che nel 2024 ha chiuso a Piacenza ancora con un risultato positivo (+0,3%), certamente in decisa decelerazione a confronto con il +2,8% del 2023 e il +6,8% del 2022, tuttavia in controtendenza rispetto al dato negativo registrato ancora per l’Emilia-Romagna (-3,2%, dopo il -0,5% del 2023). Risultati migliori si rilevano da noi pure per il fatturato complessivo (+0,5% nel piacentino, -3,1% in regione) e – soprattutto – per il fatturato con l’estero (+1,9% contro -0,2%).

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LE ESPORTAZIONI – Il buon andamento della manifattura piacentina sui mercati esteri nel 2024 è del resto confermato anche dai dati Istat sulle esportazioni provinciali (circa 6,9 miliardi di euro), in crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente, ad un ritmo superiore a quello di molte province vicine e in controtendenza a confronto con la flessione rilevata a livello regionale (-2%) e nazionale (-0,4%). Bene qui hanno fatto il settore alimentare (+ 7,3%, dopo il +17,5% del 2023), meccanico (+6,9%, in accelerazione rispetto al +3,2% di un anno prima) e dei prodotti in metallo (+8,8%), per citare i comparti più rappresentativi dell’economia locale. In aumento sono risultate comunque anche le esportazioni del tessile-abbigliamento (+10,2%), riconducibili alle attività dei poli logistici provinciali.

I SETTORI – Sempre sul versante delle imprese, il 2024 riserva invece al piacentino un’inversione del trend per le vendite del commercio al dettaglio (-1,2%, dopo il +1,1% nel 2023 – sempre a prezzi correnti, cioè al lordo dell’inflazione) e per il volume d’affari del settore delle costruzioni (-1,7%, dopo lo sviluppo positivo degli anni precedenti trainato dai superbonus statali), mentre la produzione dell’artigianato manifatturiero, già debolmente negativa nel 2023 (-0,8%), accentua il calo l’anno successivo (-4,5%).

IL TURISMO – Si inverte la tendenza a consuntivo 2024 anche per il turismo provinciale, che – in accordo con quanto già osservato nel primo semestre (cfr. Piacenz@ n. 46) – conferma di aver concluso, dopo tre anni di espansione, la sua fase di sviluppo e di recupero dai minimi del Covid. La flessione degli arrivi (-4,3%) e delle presenze (-5,6%) interviene tuttavia in un contesto che è ancora di crescita dei flussi turistici regionali, essendo questi contraddistinti da aumento medio dei turisti del 2,7% e dei pernottamenti del 3,6%. A livello locale, tiene soprattutto il comparto extra-alberghiero, con gli arrivi in aumento del 7% e le presenze invariate.

LE IMPRESE – Anche lo stock delle imprese registrate alla Camera di Commercio dell’Emilia per il territorio di Piacenza – sono 28.622 al 31.12.2024 – mostra una diminuzione, 51 unità in meno rispetto alla consistenza dell’anno precedente, comunque inferiore al calo di ben 375 imprese rilevato nel passaggio 2023/22. Le flessioni sono sempre concentrate a livello del settore agricolo e del commercio, e tra le imprese individuali, mentre continua l’espansione delle imprese a titolarità straniera, di quelle dei servizi e delle società di capitali. Stabili le imprese artigiane e quelle condotte da giovani “under 35”.

IL MERCATO DEL LAVORO – Passando invece al mercato del lavoro, anche quello piacentino – allineandosi alle dinamiche più generali che si rilevano a livello nazionale – ha proseguito nel 2024 lungo il suo sentiero di crescita, facendo in generale meglio delle province vicine e della regione. La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro dell’Istat Rcfl) mostra nella media del 2024 ancora dei progressi per il tasso di occupazione (72,2%, +1,6 punti rispetto al 2023, 5° posto nella graduatoria nazionale), per quello di attività (76,2%, +0,7 punti, 3° posto in classifica), e per il tasso di disoccupazione, che arriva adesso al 5,3% (dal 6,4% nel 2023).

La rilevazione Unioncamere-Inps indica dal canto suo un significativo aumento degli addetti alle localizzazioni d’impresa, pari al 2,2% (oltre 2.400 addetti in più rispetto al 2023, con incrementi in particolare nei servizi e nell’industria), mentre il saldo tra avviamenti e risoluzioni dei rapporti di lavoro dipendente risulta sempre positivo anche nel 2024, +1.971 posizioni, seppur inferiore a quello osservato nell’anno precedente (+2.716).

LA POPOLAZIONE – In sintonia con gli sviluppi dell’occupazione, il 2024 consegna al territorio piacentino anche una crescita dal punto di vista demografico. Alla fine dello scorso anno, secondo i dati di fonte regionale, i residenti in provincia di Piacenza ammontavano complessivamente a 288.187, circa un migliaio in più rispetto al termine del 2023 (+0,3%), cosa che ha consentito finalmente (dopo cinque anni) di superare i livelli pre-covid. L’incremento di popolazione si deve anche in questa occasione alla componente dei cittadini italiani “nati all’estero” (+1.886, dove un peso preponderante hanno le acquisizioni di cittadinanza da parte degli stranieri), che è andata a più che controbilanciare le perdite di popolazione dovute al calo dei cittadini italiani “nati in Italia” (-791) e alla leggera flessione degli stranieri stessi (-149).

L’INFLAZIONE – Per quanto riguarda infine l’inflazione, secondo i dati Istat più recenti, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) rilevato nel capoluogo ha evidenziato una dinamica crescente nel periodo compreso tra l’ultimo trimestre del 2024 e il primo di quest’anno, passando da un +0,9% tendenziale a settembre ad un +2,1% a marzo, per poi scendere leggermente a +1,8% ad aprile. L’accelerazione – di poco superiore a quella nazionale e regionale – si deve in particolare alla progressiva attenuazione della flessione dei prezzi dei beni energetici, che anzi tornano a mostrare negli ultimi mesi decise variazioni in campo positivo, ma anche alla crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, da +1,7% di dicembre a +3,5% di aprile.

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