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Caso Kaufmann: tax credit nel mirino e le reazioni delle istituzioni


Tiene banco da giorni il caso Francis Kaufmann, l’uomo sospettato di aver ucciso la 28enne russa Anastasia Trofimova e la bambina di poco meno di un anno Andromeda, i cui corpi sono stati ritrovati a Villa Pamphili a Roma il 7 giugno. La vicenda è entrata nella sfera di interesse delle istituzioni cinematografiche italiane quando si è scoperto che Kaufmann, sotto la falsa identità di tale Rexal Ford, avrebbe ottenuto un tax credit (incentivo fiscale attivo in Italia dai primi anni Duemila e potenziato con la legge Franceschini del 2016, che lo Stato concede a fronte di spese sostenute per realizzare un film e che può essere usato direttamente dal produttore per compensare le imposte dovute, oppure ceduto a una banca che lo monetizza in cambio di liquidità) di circa 836mila euro per un film che non sarebbe mai stato realizzato, questione che ha riacceso i riflettori e gli animi sul credito d’imposta e spinto il Ministro Giuli e non solo a prendere immediati provvedimenti.

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Il caso è complesso e i dettagli non ancora del tutto chiari. Secondo alcune ricostruzioni (come quella di Gabriele Niola per Il Post), Francis Kaufmann/Rexal Ford avrebbe ottenuto nel 2021 il tax credit per il film di produzione maltese Stelle della notte sfruttando un buco normativo, secondo cui alle produzioni internazionali in Italia bastava presentare una revisione contabile delle spese, senza l’obbligo di mostrare materiali girati. La richiesta, come attestato dalla stessa DG Cinema e Audiovisivo e visionabile nei documenti relativi al periodo, è stata approvata e il credito sarebbe stato ceduto ad una banca, ma non è chiaro se sia stato poi effettivamente incassato dal produttore esecutivo italiano (Marco Perotti di Coevolutions) o meno. Al momento, non è neppure chiaro se i crediti che tale Rexal Ford vanta sulla pagina IMDb (che comprendono anche un remake spagnolo di Tre metri sopra il cielo e Diamantino – Il calciatore più forte del mondo di Gabriel Abrantes) siano reali oppure no.

Quello che è certo, per ammissione dello stesso direttore generale Nicola Borrelli in un’intervista al Corriere della Sera, è che questo credito d’imposta per il film Stelle della notte è stato effettivamente concesso, ma la procedura per ottenerlo sarebbe molto meno oscura di quanto il clamore mediatico attorno al caso vorrebbe far credere: «Nel marzo del 2020 un produttore esecutivo italiano, Marco Perotti di Coevolutions, presenta una domanda preventiva di credito di imposta per la cosiddetta linea di attrazione di investimenti in Italia, specifica per far girare nel nostro Paese opere internazionali. Perotti rispondeva ai requisiti, per esempio avere un patrimonio non inferiore ai 40.000 euro. Parliamo di un produttore noto e non improvvisato che ha aperto al ministero anche altre richieste e che lavora da anni nel campo della produzione» ha dichiarato.

Borrelli ha dichiarato che la DG Cinema e Audiovisivo ha ricevuto un consuntivo per una spesa di 1.900.000 euro in Italia durante le riprese e di aver giudicato congrua la documentazione, autorizzando il credito d’imposta preventivo e a marzo 2023 la domanda definitiva con allegata altra documentazione, ovvero denuncia Inps dell’assunzione della troupe, la certificazione dei costi di un revisore ufficiale dei conti. In questo frangente, afferma Borrelli, è arrivato anche un link per visionare il girato del film che tuttavia non esisterebbe: «Con le produzioni internazionali arrivano spezzoni di girato anche suddivisi in semplici giornate – ha dichiarato – Il credito di imposta è stato ceduto a una banca che deve essere soggetta alla vigilanza della Banca d’Italia e della Banca Europea».

In tutta questa fase, le istituzioni non avrebbero mai avuto a che fare direttamente con tale Rexal Ford, perché «il nostro unico interlocutore è il produttore esecutivo italiano». Perotti, dal canto suo, si dice «profondamente scioccato per aver lavorato con un uomo sospettato di aver commesso un omicidio» e afferma di aver realizzato davvero il film. La DGCA sta aspettando ora l’effettiva documentazione, dopo aver annunciato con un comunicato stampa ufficiale di aver dato il via a ulteriori e necessari approfondimenti sul caso, ribadendo al contempo che «entrambe le domande [quella preventiva del 2020 e quella consuntiva del 2023, ndr] erano e sono formalmente regolari». La Direzione generale, si legge nel comunicato, è pronta a disporre la revoca immediata del beneficio concesso e ad escludere il produttore dai benefici della legge Cinema per cinque anni.

Nel frattempo, le istituzioni stanno correndo ai ripari. Il ministro della cultura Alessandro Giuli ha annunciato nuovi decreti correttivi alla legge cinema, volti proprio a integrare le disposizioni tecniche e applicative relative al riconoscimento del credito d’imposta “internazionale”, destinato ad attrarre produzioni estere in Italia. Nella fattispecie, il ministero ha reso più stringenti gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari e i vincoli sulla documentazione sull’assunzione del personale, introducendo anche l’obbligo di presentare una copia completa dell’opera come condizione di riconoscimento definitivo del beneficio. «Stiamo intervenendo con decisione per garantire che ogni euro destinato al sostegno del cinema italiano sia realmente utilizzato per produrre cultura, lavoro e valore. Nessun film fantasma potrà più approfittare delle risorse pubbliche – ha dichiarato Giuli, passaggio questo che sembra riferito direttamente al caso Kaufmann/Ford – Basta sprechi: i soldi dei contribuenti devono andare solo a chi fa davvero cinema».

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Anche ANICA si sta muovendo per tutelare i produttori e il sistema cinema. In una nota diffusa dal presidente Alessandro Usai, l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali si dice amareggiata nel vedere il proprio lavoro e reputazione associati a «individui che si autodefiniscono produttori senza averne le competenze, le strutture o la credibilità». Motivo per cui ritengono doveroso compiere un ulteriore passo, istituendo un comitato tecnico con l’obiettivo di valutare la creazione di un Albo dei Produttori Cine-Audiovisivi, basato su criteri oggettivi quali il track record delle imprese, la loro solidità economico-finanziaria e l’effettiva occupazione generata. «Vogliamo distinguere chiaramente chi opera con serietà, continuità e visione industriale da chi si improvvisa, causando danni gravi all’intera filiera» aggiunge ANICA. E ancora: «Riteniamo essenziale rafforzare ulteriormente gli strumenti di tutela, anche attraverso la collaborazione con la Guardia di Finanza e un auspicato incremento del personale assegnato alla DGCA con funzioni di controllo e verifica. Auspichiamo che l’Albo possa rappresentare un ulteriore supporto concreto alle istituzioni nella difesa e valorizzazione di un settore strategico per il Paese».

Il caso Kaufmann, secondo le parti, non smentisce l’efficacia del tax credit, tuttavia ha evidenziato l’urgenza di una gestione più rigorosa e di norme più solide per evitare frodi. La gravità dei fatti, in relazione al caso di cronaca nera che ha portato alla loro scoperta, ha spinto ad azioni immediate nell’attesa di fare effettivamente luce sui molti punti oscuri della vicenda e di altri possibili storture del sistema produttivo italiano.

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