Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Confapi Brescia: convegno «Verso il mercato unico dell’energia. Produzione e reti in Italia e in Europa»


In uno scenario economico segnato da rivalità economiche globali, incertezza geopolitica e forti asimmetrie tra Paesi europei, Confapi Brescia ha organizzato il convegno “Verso il mercato unico dell’energia – Produzione e reti in Italia e in Europa”, che si è svolto oggi presso l’Auditorium di Santa Giulia.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

 

L’iniziativa ha riunito istituzioni, accademici ed esperti del settore per fare il punto sul futuro del sistema energetico europeo, tra transizione industriale, reti, mix di fonti e competitività.

L’obiettivo è stato quello di rimettere al centro una riflessione seria, non ideologica, su un tema che riguarda in modo diretto la capacità delle imprese di restare competitive, di investire, di innovare e la sicurezza economica e sociale collettiva.

 

Inaugurando i lavori, Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia e Confapi Lombardia, ha dichiarato: “Come imprenditori, oggi ci poniamo due domande decisive: come garantire forniture energetiche sicure, stabili e a un costo sostenibile? E come costruire un mix e una rete resilienti nel lungo periodo, compatibili con l’industria e l’ambiente? Le asimmetrie di prezzo e i rischi sulle reti, come dimostrato dal blackout spagnolo, impongono risposte non ideologiche.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Serve un’agenda energetica coerente, europea ma con declinazione concreta nei territori, che metta insieme produzione e reti, breve e lungo termine, ambiente e competitività”. Per il presidente dell’associazione di Via Lippi, “anche sulle tecnologie, dalle rinnovabili al nucleare, dobbiamo avere il coraggio di discutere senza schemi precostituiti, ma con il rigore dei numeri e la responsabilità delle scelte. Confapi Brescia è qui per dare un contributo serio, aperto, orientato al futuro.  L’energia non è solo una voce di costo”. L’energia, nota Cordua, “è una leva di crescita, di sovranità industriale e di equilibrio sociale. Sta a noi decidere se subirla o governarla”.

 

Giorgio Maione, assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, ha presentato l’approccio dell’istituzione di cui è esponente sottolineando che “la Lombardia sta affrontando la transizione energetica con un approccio pragmatico”, riconoscendo che il territorio lombardo deve affrontare grandi sfide”. La Lombardia, nota l’assessore, “è la regione con i consumi energetici più elevati in Italia, rappresentando oltre il 20% del totale nazionale”, e “attualmente, ben l’83% del fabbisogno energetico finale è coperto da risorse importate, in gran parte di origine fossile”. Ma, “nonostante questa dipendenza, la Lombardia ha fatto passi da gigante:

la produzione da fonti rinnovabili è raddoppiata negli ultimi vent’anni e gli investimenti in questa direzione continuano a ritmo sostenuto”.

Maione nota che “le politiche ambientali regionali puntano a raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei: una riduzione del 43,8% delle emissioni di gas climalteranti entro il 2030 e l’azzeramento delle emissioni nette regionali entro il 2050”. “Abbiamo stanziato anche

43 milioni di euro per investimenti delle Pmi in efficientamento energetico, rinnovi degli impianti produttivi e, nel complesso, la riduzione dei consumi energetici e dell’impatto ambientale del sistema produttivo lombardo” ha concluso l’assessore.

 

La sfida dell’energia tocca diversi  versanti ed è stata affrontata su più piani. Nicola Armaroli, direttore di ricerca del CNR, ha introdotto i lavori con riflessione sul legame tra la transizione energetica e i costi, affermando che “la dipendenza del sistema energetico italiano dal gas  è superiore a quella di Paesi produttori come Stati Uniti e Regno Unito. L’Italia però importa oltre il 95% del gas che consuma e questo espone imprese e famiglie a volatilità di mercato e prezzi alti. L’abbassamento dei costi energetici passa innanzitutto da un più rapido dispiegamento delle tecnologie elettriche rinnovabili, dei sistemi di accumulo e della autoproduzione, come avviene in diverse regioni avanzate del mondo, come la California.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Questo si può fare subito e non in un incerto e improbabile futuro”.

 

Una delle tecnologie di cui spesso si parla per affrontare le sfide energetiche di domani è il possibile ritorno dell’Italia al nucleare.

Ragionando sul piano della sfida continentale in cui l’Italia è inserita, Giorgio Locatelli, docente alla School of Management del Politecnico di Milano, ha affrontato il tema del nucleare europeo e dei suoi costi: “Quando si parla di progettualità per il nucleare, bisogna tenere conto del fatto che il costo degli impianti nucleari deve essere contestualizzato; esistono infatti molteplici “cost drivers”

che impattano su costi capitali ed operativi”. Tali cost drivers sono, ad esempio, legati alla taglia dell’impianto, al numero di impianti simili costruiti a livello di sito, nella stessa nazione e nel mondo”, ha dichiarato il docente. Ha altresì aggiunto che “nei vari scenari vanno tenuti in considerazione i trade-off che esistono nel mondo nucleare e le relative implicazioni”.

 

Produrre energia non è sufficiente, però, per parlare dello scenario a 360 gradi. Serve anche ragionare della sicurezza delle reti. Giuseppe Lucci, esperto di reti energetiche, ha posto l’accento sulle

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

infrastrutture: “Ci troviamo di fronte ad un bivio storico. Si stanno ridisegnando equilibri geopolitici globali e l’Europa accelera verso l’abbandono dei combustibili fossili. Siamo coinvolti in una doppia transizione che non ha precedenti: energetica e strategica- Non si tratta più di un flusso unidirezionale di energia dalle grandi centrali verso industrie e centri abitati, ma di una rete elettrica sempre più intelligente e dinamica, in cui ogni tetto dotato di pannelli fotovoltaici può trasformarsi in una piccola centrale di produzione”.

L’esperto ha fatto notare che “la vera indipendenza energetica non si misurerà solo in gigawatt di rinnovabili installati, ma nella capacità di controllare l’intera filiera: dalle materie prime critiche alle tecnologie avanzate, dalla ricerca alla produzione. Solo così potremo evitare di sostituire la dipendenza dal gas russo con quella dalle terre rare cinesi”.

 

Sul piano della generazione necessaria a sviluppare la nostra economia e la sicurezza energetica, Stefano Saglia, membro del Collegio ARERA, ha sottolineato che “il mix energetico non è solo una questione tecnica, ma una scelta politica. Per costruire un vero mercato unico dell’energia servono investimenti, coordinamento tra Paesi e una visione industriale europea che valorizzi reti, fonti diverse e autonomia strategica.

 

In materia di mercato energetico comune, resta comunque molto da fare.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Antonio Sileo, Research Fellow presso GREEN (Bocconi) e direttore dell’Osservatorio Innovazione Energetica presso I-Com, ha sottolineato che “Ad oggi il disegno europeo di creare un unico mercato dell’energia, con una progressiva convergenza dei prezzi superando le segmentazioni nazionali, è ben lontano dai suoi obiettivi”.

 

Per l’esperto di energia, “la liberalizzazione ha favorito maggiore efficienza e contenimento dei prezzi, ma non è stata sufficiente a generare convergenza. La transizione energetica non ha ridotto i divari e dopo la pandemia da Codiv-19 e ritornato in auge il trilemma energetico, i cui vertici dell’energia a prezzi accessibili e della sicurezza energetica. Fondamentale, per il successo stesso della transizione, retrocedere i benefici dati avvento delle rinnovabili ai consumatori.

 

E come approccia, infine, la questione un grande player industriale?

Lorenzo Spadoni, Direttore della Business Unit Generazione e Trading di A2A, ha riportato la prospettiva di un grande operatore industriale:

“Il Piano industriale di A2A prevede 22 miliardi di investimenti al 2035, di cui 16 destinati alla transizione energetica. Nel 2024, per la prima volta nella nostra storia, la generazione da fonti rinnovabili ha rappresentato circa il 50% della nostra produzione totale: abbiamo quindi potuto offrire al mercato più energia green, un fattore importante per il processo di decarbonizzazione e la stabilizzazione dei prezzi a beneficio di famiglie e imprese. Nei prossimi 10 anni contiamo di raddoppiare la nostra capacità rinnovabile installata, passando da

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

2,6 GW a 5,7 GW”.

 

Il convegno ha riaffermato che l’energia non è solo una voce di costo, ma una leva strategica per la sovranità industriale europea, che deve poggiare su mercati più integrati, reti sicure e mix tecnologici accessibili. Diventando dunque un simbolo di un paradigma economico cooperativo e dinamico.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese