Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Accessibilità digitale: cosa cambia con lo European Accessibility Act (e cosa fare in azienda)


Accedere a un sito, usare un’app o compilare un modulo online sono gesti quotidiani e profondamente radicati nella nostra vita professionale e privata. Ma cosa succede se questi strumenti non sono progettati per essere fruiti da chiunque? Quando una persona non riesce a leggere un contenuto, navigare un’interfaccia o attivare un servizio, l’esclusione non è un dettaglio tecnico: è una questione di diritti.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

L’accessibilità digitale è la condizione imprescindibile che permette anche a persone con disabilità — sensoriali, motorie, cognitive — di usare tecnologie, prodotti e servizi digitali in piena autonomia. 

Contrariamente a quanto si pensa, non è un tema che riguarda solo una minoranza della popolazione; secondo le stime Eurostat, nel 2023 il 23% della popolazione europea sopra i 16 anni conviveva con una disabilità: si tratta di circa 101 milioni di persone o, per dirla altrimenti, di una persona adulta su quattro.

Se a questo numero aggiungiamo le persone di età alta, chi ha competenze digitali ridotte o chi vive limitazioni temporanee (come un arto fratturato, una connessione internet instabile o una situazione di stress cognitivo) è facile comprendere come l’accessibilità sia un tema universale, che riguarda tutte le persone in momenti diversi della vita.

E proprio perché universale, l’accessibilità digitale non è solo una questione tecnica o normativa: è una responsabilità diffusa, di cui ognuno può prendersi cura anche nei gesti quotidiani, e nel corso di questo articolo vedremo come.

European Accessibility Act: cosa cambia dal 28 giugno 2025

Lo European Accessibility Act (EAA) è la normativa che, a partire dal 28 giugno 2025, estende in tutta l’Unione Europa l’obbligo di rendere accessibili prodotti e servizi digitali del settore privato. 

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

L’obiettivo? Rimuovere le barriere e garantire un accesso equo, in linea con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Cosa cambia in concreto?

In Italia, l’accessibilità digitale per la Pubblica Amministrazione è regolata da anni grazie alla Legge 4/2004 (nota anche come Legge Stanca). Ma è con il Decreto Legislativo 82/2022, che recepisce lo European Accessibility Act, che gli obblighi si estendono finalmente anche a molte realtà del settore privato.

La normativa elenca le realtà soggette agli obblighi di accessibilità:

  • siti web e app di e-commerce, banche, compagnie assicurative;
  • terminali self-service (ATM, chioschi digitali, biglietterie automatiche);
  • servizi di trasporto (come app e piattaforme di prenotazione);
  • dispositivi elettronici (smartphone, tablet, e-reader);
  • software e interfacce di comunicazione.

Finora, quindi, l’accessibilità digitale era spesso vista come un tema che riguardava solo i siti della Pubblica Amministrazione. Con l’EAA, invece, l’obiettivo è rendere l’intero ecosistema digitale europeo più equo, usabile e inclusivo. 

Questo significa che l’accessibilità diventa parte integrante della progettazione e dell’offerta di prodotti e servizi “ordinari”, dal momento dell’ideazione fino alla fase post-vendita.

Cosa significa, nella pratica?

  • Le aziende dovranno integrare l’accessibilità nei processi di sviluppo: non solo adattare quello che esiste già, ma partire fin dall’inizio con criteri accessibili (approccio chiamato “accessibility by design”).
  • Ci sarà una maggiore standardizzazione delle soluzioni: i prodotti e i servizi dovranno rispettare criteri comuni, validi in tutta l’Unione Europea.
  • Le aziende dovranno documentare la conformità: sarà obbligatorio dimostrare di aver rispettato i requisiti, attraverso dichiarazioni, audit o verifiche tecniche.
  • L’EAA introduce anche un principio di responsabilità lungo tutta la catena di fornitura: chi progetta, chi produce e chi commercializza ha l’obbligo di garantire la conformità, non solo il soggetto finale.

Va specificato che non tutte le aziende dovranno adeguarsi legalmente allo stesso modo. Per il momento, le microimprese (con meno di 10 dipendenti o fatturato sotto i 2 milioni) sono esentate dagli obblighi, ma non dal valore culturale dell’accessibilità: anche una piccola realtà può – e dovrebbe – scegliere di essere accessibile.

Dall’adeguamento tecnico alla trasformazione culturale

L’accessibilità digitale non è solo una checklist di requisiti da soddisfare: è un cambio di mentalità. Rendere accessibili i propri contenuti e servizi significa riconoscere che le persone hanno bisogni e modalità di fruizione differenti, e che tutte meritano di poter accedere, partecipare, contribuire.

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Ma come ricorda Sheri Byrne-Haber, accessibility architect e autrice tra le più influenti in questo campo:

“È molto più facile abbattere le barriere fisiche o digitali che quelle legate alla mentalità.”

C’è qualcosa di molto concreto che possiamo fare, qualunque sia la nostra funzione aziendale: ricordare che questa trasformazione non riguarda solo i team di sviluppo o i reparti legali. Ogni persona può fare la propria parte.

Cosa può fare ogni persona in azienda

Chi scrive testi per il sito web, crea presentazioni, cura newsletter o i canali social ha un ruolo centrale nella costruzione di un ambiente digitale accessibile.

Ma non solo: qualsiasi mezzo, anche scrivere una semplice email a colleghi o fornitori, contribuisce alla comunicazione aziendale, ed è quindi un’occasione per applicare quegli accorgimenti che rendono i contenuti più accessibili a tutte le persone. Eccone alcuni che possono diventare buone pratiche quotidiane:

  • Scrivere testi chiari e leggibili: usare un linguaggio semplice, evitare frasi troppo lunghe o i muri di testo senza spazi tra i paragrafi. In più, non abusare di sigle, abbreviazioni o tecnicismi.
  • Verificare che i contrasti cromatici in pagine web e post social siano adeguati: sono fondamentali per le persone ipovedenti, con daltonismo o altre condizioni della vista. Il contrasto cromatico accessibile si può verificare con strumenti gratuiti come il Contrast Checker di Webaim.
  • Inserire i testi alternativi (alt text) alle immagini di pagine web, newsletter e post social, così anche chi usa tecnologie assistive può fruire dei contenuti visivi. 
  • Sottotitolare i video: una pratica utile non solo per chi ha una disabilità uditiva, ma anche per chi guarda i video in ambienti rumorosi o dove non si può usare l’audio.
  • Creare documenti accessibili: evitare PDF pesanti o mal strutturati, preferire formati leggibili anche da screen reader.
  • Usare link descrittivi: invece di scrivere link generici come “clicca qui”, meglio specificare cosa succede dopo il clic (esempio: “Leggi qui il report completo”).

Accessibilità: un valore strategico per le imprese

Investire in accessibilità digitale non è solo un dovere normativo e una responsabilità civile, ma anche una scelta strategica. Le aziende accessibili, infatti:

  • ampliano il proprio pubblico e la base clienti;
  • migliorano la user experience per tutte le persone;
  • dimostrano attenzione all’equità e alla responsabilità sociale.

Inoltre, abbracciare le buone pratiche di accessibilità digitale offre un beneficio concreto anche in termini di visibilità e conversione: un sito web progettato e scritto in modo accessibile, per esempio, si posizionerà meglio nei risultati dei motori di ricerca e vedrà migliorare il tempo medio di permanenza delle persone sulle sue pagine.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Cambiare lo sguardo

L’accessibilità digitale non è una questione “da esperti” né un ostacolo burocratico. È un modo per riconoscere la diversità come ricchezza, per progettare contenuti e servizi capaci di includere, non escludere.

In vista dell’entrata in vigore dello European Accessibility Act, ogni persona in azienda ha l’occasione di fare un passo in più: non solo rispettare la norma, ma abbracciare una cultura che mette davvero al centro le persone. Tutte.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contabilità

Buste paga

 

Source link

Conto e carta

difficile da pignorare