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“Sanità e aree interne, così cambio le Marche”


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Matteo Ricci, europarlamentare dem e candidato a governatore delle Marche, domani (oggi, ndr) da Ancona partirà il suo tour nelle Marche, venti tappe in quaranta giorni per toccare 225 Comuni. Userà Google Maps, come ha detto il sindaco Marco Fioravanti quando lei è andato ad Ascoli, alludendo al fatto che da quelle parti non l’avevano mai vista?

“Intanto andrò in ogni angolo della regione, perché voglio toccare tutti i Comuni e coinvolgere nel progetto di cambiamento che stiamo costruendo non soltanto forze politiche e civiche, ma tutte le professionalità a ogni livello. Visiterò più di cento aziende, tanti luoghi di lavoro o che hanno a che fare con l’assistenza sanitaria. Google Maps? Guardi, conosco molto bene le Marche e a dimostrazione di questo ci sono le 52mila preferenze prese alle elezioni europee, sono la prova di un radicamento molto forte. Semmai è vero il contrario…”

Cioè?

“Dopo cinque anni di governo ci sono tanti luoghi in cui Acquaroli non s’è mai visto. Ecco, noto una certa paura del centrodestra, che sembra tutto impegnato a rincorrere le mie iniziative. Si mettano pure l’anima in pace, perché ho sempre fatto campagne elettorali di questo genere: campagne popolari con le quali ho battuto i populisti”.

Il centrodestra dice che lei parla di tutto e critica tutto senza fare proposte concrete. Ci dica tre cose che farà subito, se diventerà governatore.

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“Gliene dico cinque, non tre. Sono le proposte che ho già fatto per le aree interne, per ricucire le Marche: contributo di 30mila euro alle coppie che decideranno di comprare o affittare casa nelle aree interne, asili nido gratis, trasporto gratuito per studenti e lavoratori, più fondi per le pluriclassi, incentivi ai medici di base che sceglieranno di lavorare nelle aree interne. Sono cose già fatte da altre regioni, come l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia. Come le finanzierò? Con 12 milioni di euro di risparmi che otterremo tagliando l’inutile carrozzone dell’Atim. Promuoverò innanzitutto io le Marche, il primo promoter di una regione è il presidente”.

In che senso?

“Che quello che c’è ora non lo conosce nessuno. Siamo la regione del signorsì signora, che prende ordini da Roma senza contare nulla. Le mie Marche saranno una regione forte, orgogliosa e all’avanguardia. Ad esempio, dobbiamo farle diventare leader per l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla manifattura, una parte fondamentale delle risorse alle imprese dovrà essere usata per questo. Secondo punto: sostenere le imprese verdi; terzo, premiare le imprese che fanno innovazione sull’invecchiamento della popolazione. Non è soltanto una questione socio-sanitaria, ma un’opportunità che si apre sui mercati. Se vuole vado avanti…”

Ha citato l’Atim. Il centrodestra sostiene che sia un caso politico montato ad arte per oscurare Affidopoli. Teme che l’inchiesta di Pesaro possa influenzare la campagna elettorale?

“Assolutamente no, è una questione amministrativa nella quale la giunta non c’entra nulla e lo abbiamo già spiegato mille volte. Solo chi non ha argomenti può continuare a rivangare una vicenda che non ha nulla di politico. Su Atim parliamo di 12 milioni di affidamenti diretti, molti sopra soglia, che non hanno portato nessun risultato. Non c’è nessuno che abbia capito che cosa sia Let’s Marche, un’operazione inconsistente e lo dimostra il fatto che il direttore Bruschini se n’è andato”.

Scusi, ma il turismo nelle Marche ha toccato numeri record.

“Il turismo è cresciuto dello zerovirgola e se non ci fosse stata Pesaro Capitale della cultura, non avremmo avuto neanche quello. Ma loro (il centrodestra, ndr) l’hanno snobbata per fare dispetto a me, e così hanno fatto perdere un’opportunità alle Marche. È una mentalità mediocre e provinciale che va sconfitta. Nel turismo culturale abbiamo margini di crescita spaventosi e con un progetto forte potremmo diventare molto competitivi e fondamentali per il sistema Italia. Le do qualche numero: nei prossimi anni si prevedono 300 o 400 milioni di turisti in giro per il mondo e tutti gli indicatori dicono che sono fortemente attratti dalla bellezza dell’arte e della cultura italiana. Che cosa aspettiamo ancora?”

Sulla sanità state attaccando a testa bassa, ma a parte gli ultimi cinque anni, è stata sempre gestita dal centrosinistra. Chi governa ora ricorda che voi avete sfiduciato Ceriscioli, governatore e assessore alla sanità, non ricandidandolo.

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“Intanto credo che ognuno debba rispondere di ciò che ha fatto nel periodo di governo. Quali sono i miglioramenti di questi cinque anni? Le liste d’attesa sono peggiorate, la mobilità passiva è arrivata alla cifra record di 40 o 50 milioni, un marchigiano su dieci non si cura più. Basta col dare la colpa a quelli che c’erano prima, sennò da qui a settembre finiranno per prendersela con Garibaldi. E poi chi c’era prima lo hanno in casa, Spacca. La sanità è peggiorata e loro sono i responsabili. E poi mi lasci dire che ciò che è successo sulle liste d’attesa in questi giorni è incredibile. Il governo scarica la colpa sulle Regioni, le Regioni si arrabbiano e il presidente Acquaroli sta zitto”.

E lei cosa farebbe?

“La prima cosa che farò per ridurre le liste d’attesa è battermi ai tavoli con il governo perché il sistema marchigiano sia maggiormente finanziato, e poi è necessario potenziare il sistema della sanità territoriale”.

A proposito dell’ex governatore Spacca, alla fine è andato con il centrodestra. Non si rimprovera l’errore strategico di averlo rilanciato con quell’appello a stare col centrosinistra dal palco di Festa Pesaro?

“No, è successo esattamente quello che speravo. Spacca è andato a destra per interessi personali e di poltrone, il resto di Base popolare sta costruendo una lista civica con me. È la dimostrazione che Spacca voleva stare proprio lì, con la conservazione. Chi vuole il cambiamento sceglie me”.

E Azione di Calenda?

“Con Calenda il dialogo è costante, lui ha un giudizio molto negativo sulla giunta Acquaroli e sono convinto che alla fine starà dalla mia parte. Ho fiducia”.

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Sul terzo mandato per i consiglieri il Pd s’è già incartato.

“Non entro nelle questioni interne del partito ed è normale che ci siano discussioni sul tema delle candidature. Io ho chiesto delle liste fortissime, abbiamo bisogno di trenta corridori che riescano a coprire tutto il territorio regionale, poi sarà compito mio coinvolgere tutti coloro che vogliono dare una mano, che siano in lista o meno”.

Da qui a settembre il centrodestra porterà nelle Marche tanti ministri. Teme un effetto Abruzzo sulle elezioni?

“Me lo aspettavo. Siamo in attesa dell’arrivo di tanti tutor e badanti in auto blu, perché da soli non ce la fanno, e lo sanno bene. Ma non mi preoccupa e anzi le dico che sarà un grande boomerang, perché i marchigiani dovranno scegliere chi li governerà, le persone, non i ministri di Roma. E innanzitutto faccio una promessa ai marchigiani: io non metterò mai gli interessi di partito prima di quelli della nostra gente, come invece è accaduto in questi cinque anni”.



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