La crisi abitativa è diventata una priorità nell’agenda politica europea. Mentre Bruxelles si prepara al primo vertice sull’edilizia abitativa nella storia dell’UE, il Parlamento europeo ha formulato una serie di raccomandazioni all’UE-27 per alleviare le difficoltà che la popolazione, in particolare i giovani e le famiglie a basso e medio reddito, incontra nell’accesso al mercato immobiliare.
La Commissione Edilizia del Parlamento europeo ha presentato un documento, redatto dall’eurodeputato del Partito Popolare Borja Giménez, che propone incentivi ed esenzioni fiscali per chi acquista la prima casa, promuovendo garanzie per l’ottenimento di mutui al 100% e tassi di interesse ridotti sui mutui ipotecari. Si propone inoltre la creazione di un registro europeo delle occupazioni abusive, la riduzione della burocrazia nella pianificazione urbana, gli investimenti nell’industrializzazione e la promozione della conversione di edifici pubblici dismessi in edilizia popolare.
Il testo potrà essere oggetto di emendamenti fino al 20 ottobre, dopodiché inizierà un periodo di negoziati sulla forma definitiva del documento, in vista della sua approvazione nella sessione plenaria di marzo.
“L’accesso alla casa nell’UE è diventato una sfida cruciale del nostro tempo e una delle principali preoccupazioni per i nostri cittadini. Negli ultimi otto anni, i prezzi delle case nell’UE sono aumentati in media del 48%, mentre gli affitti sono aumentati del 18%, rappresentando spesso fino al 40% del reddito mensile di una famiglia. Quando l’alloggio diventa inaccessibile, colpisce in modo sproporzionato i giovani e mina la stabilità familiare. L’orientamento e il supporto delle istituzioni europee possono quindi fornire un valore aggiunto nell’affrontare questa emergenza, rendendo questa relazione particolarmente importante”, sottolinea il testo.
Per affrontare questa “crisi abitativa”, l’approccio prevede principalmente “un significativo aumento dell’offerta di alloggi per alleviare lo squilibrio strutturale del mercato; in caso contrario, le pressioni della domanda potrebbero esacerbare i prezzi e limitare l’accessibilità economica. In secondo luogo, è necessario sostenere la domanda di alloggi per garantire che i più bisognosi, in particolare i giovani e le famiglie a basso e medio reddito, possano accedere ad alloggi a prezzi accessibili attraverso meccanismi di sostegno finanziario che non distorcano il mercato e rispettino condizioni di parità”.
Ecco le proposte più importanti delineate nel documento:
Aiuti per i giovani
Il documento si concentra sui giovani. “Nel 2023, i giovani in tutta l’UE hanno lasciato la casa dei genitori, in media, all’età di 26 anni e, in alcuni Stati membri, quasi il 70% dei giovani adulti di età compresa tra 18 e 34 anni non ha avuto altra scelta che continuare a vivere con i genitori“, spiega il documento. Aggiungendo che “questo ritardo nell’abbandono della casa familiare impedisce alle generazioni più giovani di iniziare una vita indipendente e costringe molti cittadini a rimandare decisioni importanti della vita, come la creazione di una famiglia”.
Considerando questo scenario, nella bozza si legge che che “è fondamentale sostenere i giovani che desiderano iniziare una vita indipendente, anche attraverso programmi abitativi mirati e meccanismi di sostegno ai mutui”.
Nello specifico, il Parlamento europeo invita gli Stati membri e le autorità locali a promuovere misure che consentano ai giovani di accedere al credito immobiliare, “compresi incentivi quali tassi di interesse ridotti per i giovani acquirenti e per i primi acquirenti; esenzioni dall’imposta sulle transazioni per i primi acquirenti che occupano l’immobile per un certo periodo; l’erogazione di prestiti a basso interesse per i primi acquirenti; e l’introduzione di garanzie che coprono fino al 100% dell’investimento per facilitare l’accesso al credito per i giovani acquirenti per la prima volta”, il tutto “senza compromettere la stabilità finanziaria delle famiglie o esercitare una pressione al rialzo sui prezzi di mercato”.
Incentivi per professionisti e studenti
Oltre alle proposte volte a migliorare l’accesso dei giovani alla proprietà della casa, il documento si concentra anche su gruppi come professionisti e studenti, per i quali chiede incentivi fiscali e un migliore accesso a soluzioni di affitto specifiche.
“I lavoratori essenziali, come medici, insegnanti, addetti al settore alberghiero e addetti alla sicurezza, hanno sempre meno possibilità di accedere ad alloggi nelle aree in cui la loro presenza è più necessaria. Per affrontare questo problema, dobbiamo supportare le famiglie valutando misure di politica abitativa mirate, inclusi incentivi fiscali. Molte persone, pur partecipando al mercato del lavoro, non possono permettersi di lasciare la casa familiare o di vivere in modo indipendente, il che non è sempre una questione di scelta personale”, spiega il documento.
Nel caso degli studenti, il Parlamento europeo invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere “un migliore accesso alle soluzioni abitative in affitto, come gli alloggi per studenti, in particolare per sostenere la mobilità nazionale degli studenti che si trasferiscono in un’altra città, nonché per le esperienze Erasmus+, gli scambi accademici e i tirocini”.
Secondo il Parlamento europeo, è necessario “offrire soluzioni di edilizia popolare a gruppi specifici”, tra cui studenti e lavoratori chiave, nonché giovani.
Creazione di un registro europeo delle occupazioni illegali
Questa Commissione ha proposto la creazione di un registro europeo degli abusivi come strumento fondamentale per affrontare la paura che accomuna i proprietari di immobili. Questa misura nasce nel contesto di un crescente problema di abusivismo, che colpisce anche i piccoli proprietari ed è aggravato dalla mancanza di soluzioni efficaci.
L’iniziativa prevede lo sviluppo di una banca dati europea che raccolga i casi di occupazione illegale nei vari Stati membri. L’obiettivo principale è facilitare la cooperazione transfrontaliera, lo scambio di dati e l’analisi delle tendenze relative alle occupazioni collegate ad attività criminali. La proposta sottolinea che tale coordinamento consentirebbe di identificare modelli, migliorare la prevenzione e progettare risposte più efficaci sia a livello giudiziario che di contrasto.
Il Parlamento europeo sottolinea che la tutela dei diritti di proprietà è un principio fondamentale dell’Unione e ritiene essenziale garantire certezza del diritto e meccanismi efficaci per il recupero degli immobili occupati illegalmente. Sottolinea inoltre la necessità di affrontare il fenomeno da una prospettiva europea, dato che è dimostrato che l’occupazione abusiva non è sempre limitata al livello nazionale.
In questo senso, la creazione di questo registro è vista come parte di una strategia più ampia per migliorare la sicurezza nel mercato immobiliare. Il registro consentirebbe alle autorità nazionali e dell’UE di condividere le migliori pratiche, individuare rapidamente incidenti gravi e collaborare alla ricerca di soluzioni che rispettino i diritti dei proprietari immobiliari.
Più suolo e meno burocrazia
La politica abitativa resta una responsabilità nazionale, regionale e locale, pertanto l’Unione europea non può sostituire gli Stati membri nella sua gestione, ma deve agire da catalizzatore, rimuovendo le barriere e stimolando gli investimenti.
Bruxelles insiste sul fatto che la soluzione fondamentale sia quella di incrementare la costruzione di alloggi e ristrutturare il patrimonio edilizio esistente. Per raggiungere questo obiettivo, esorta le autorità ad adottare misure urgenti per aumentare l’offerta.
Fornire terreni e ridurre la burocrazia
Una delle misure propone di ridurre gli oneri normativi lungo tutta la filiera e di mitigare gli ostacoli legislativi. A tal proposito, il Parlamento ha richiesto un audit normativo congiunto da parte della Commissione europea e della Corte dei conti europea per individuare eventuali problemi che potrebbero ostacolare l’offerta di alloggi. Si raccomanda, inoltre, di agevolare il trasferimento dei terreni edificabili disponibili, soprattutto nelle grandi città, nonché di semplificare e snellire il processo di ottenimento dei permessi di costruire.
Tasse più basse
Bruxelles si impegna inoltre a promuovere un sistema fiscale efficiente e con maggiori incentivi: è l’idea che sta promuovendo in Europa e che tutti gli operatori del settore raccomandano, con l’obiettivo di aumentare gli investimenti privati.
Costruzione industrializzata
Per aumentare l’offerta, stanno investendo in un nuovo approccio: l’edilizia industrializzata, che ridurrà tempi e costi, colmerà le lacune nell’edilizia e contribuirà alla salvaguardia dell’ambiente.
Queste tecniche, supportate anche dalla digitalizzazione, dalla robotizzazione e dall’intelligenza artificiale, vengono presentate come soluzioni praticabili alle sfide della carenza di manodopera e dell’aumento dei costi dei materiali.
Il Parlamento incoraggia inoltre gli Stati a investire nell’innovazione e a sostenere finanziariamente le aziende e le PMI che si affidano a metodi di costruzione industrializzati.
Convertire gli edifici pubblici in edilizia sociale
Un altro approccio proposto è quello di riqualificare gli edifici pubblici e promuovere la conversione dei beni pubblici vacanti in edilizia sociale.
Non limitare gli affitti
Il documento sostiene inoltre una maggiore flessibilità nei rapporti tra proprietari e inquilini e l’eliminazione dei controlli sugli affitti.
Supporto alle aziende del settore
Infine, il documento del Parlamento europeo raccomanda un maggiore sostegno da parte dei Paesi alle micro, piccole e medie imprese (PMI) e ai lavoratori autonomi nei settori dell’edilizia e dell’edilizia abitativa, eliminando “le barriere normative che impediscono la competitività, l’attrazione dei talenti e l’accesso ai mercati”.
Alle origini della crisi abitativa
Negli ultimi 15 anni, i prezzi delle case nell’Unione Europea sono aumentati di quasi il 60%, mentre gli affitti sono aumentati di quasi il 30%, secondo Eurostat.
Questo scenario aumenta l’onere delle spese abitative sul reddito mensile delle famiglie, rendendo l’alloggio inaccessibile, soprattutto per i giovani e le famiglie a basso e medio reddito, che finiscono per superare la quota raccomandata del 30% delle spese familiari.
Il Comitato europeo stabilisce che il problema risiede nella scarsa offerta di alloggi, sia privati che pubblici, derivante da un’edilizia insufficiente e da bassi investimenti negli ultimi decenni. Questa situazione è aggravata dalla lentezza delle procedure amministrative, da un eccessivo onere fiscale, dalla mancanza di manodopera qualificata nelle imprese e dall’aumento dei costi di costruzione.
Altri fattori, come l’occupazione abusiva, la difficoltà dei contenziosi per gli sfratti e l’incertezza giuridica, stanno allontanando proprietari e investitori, contribuendo ulteriormente alla riduzione della disponibilità di immobili sul mercato.
Come sottolinea il documento, “l’alloggio non è una questione secondaria, ma il fondamento su cui si costruiscono la stabilità, la famiglia e il futuro dei nostri cittadini”. E conclude che “i cittadini si aspettano giustamente soluzioni. È nostra responsabilità raccogliere questa sfida, mettere da parte i dogmi ideologici e lavorare insieme per ottenere miglioramenti tangibili nella vita delle persone. In caso contrario, metteremo a repentaglio i nostri valori, le società democratiche e la competitività del nostro continente”.
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