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Per l’impresa resiliente la sostenibilità è digitale


In un contesto in cui le imprese sono chiamate a ripensare il proprio ruolo nell’economia globale, la sostenibilità è un elemento strutturale della strategia aziendale. Richiede un approccio sistemico, fondato su dati solidi, analisi dei rischi e relazioni autentiche con stakeholder sempre più attenti alle tematiche economiche e sociali.

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Al centro, una visione condivisa del valore d’impresa orientata alla sostenibilità. Su questo terreno si confrontano due professioniste: chi sviluppa soluzioni digitali per la sostenibilità e chi le integra nei processi aziendali. Un dialogo tra competenze diverse che mostra come dati, governance e tecnologia possano trasformare la sostenibilità in un motore di innovazione e competitività.

Perché digitalizzare ora?

Secondo Valentina Paduano, Group Chief Risk, Compliance & Sustainability Officer, Cae, Dedalus, nonché socia Anra, in un contesto normativo in rapido cambiamento, digitalizzare è una necessità strategica. Le imprese che si attrezzano per tempo saranno più pronte a rispondere alle richieste Esg, più efficienti nella gestione dei dati e più credibili nel comunicare il proprio impegno.

La trasformazione digitale è però prima di tutto un cambiamento culturale che abilita competenze specialistiche verso una sostenibilità misurabile, integrata e credibile. Le soluzioni digitali permettono di gestire dati Esg in modo efficiente, ridurre le ridondanze informative e connettere il reporting finanziario e non finanziario. L’intelligenza artificiale e le piattaforme interoperabili facilitano un approccio sistemico, capace di armonizzare informazioni e competenze.

Ma la tecnologia da sola non basta. Serve una leadership consapevole, capace di guidare il cambiamento e scegliere piattaforme digitali coerenti con il contesto e la maturità dell’organizzazione, per trasformare la digitalizzazione in un vero vantaggio competitivo.

Come scegliere la piattaforma giusta?

Silvia Cerlesi, Ceo e R&D Director, Keisdata, nonché socia Anra, sottolinea l’importanza di puntare su soluzioni capaci di interpretare e guidare i processi aziendali. È fondamentale che la piattaforma sia progettata sulla base di un’analisi dei processi da digitalizzare, scalabile, interoperabile e aggiornata rispetto alle normative come la Csrd e gli standard Esrs. Krc-Solution, ad esempio, offre moduli specifici per compliance, reporting Esg e risk management, integrando routine di intelligenza artificiale. 

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La piattaforma consente di rilevare automaticamente eventuali gap, facilitare la transizione tra standard (Gri-Esrs) e supportare decisioni strategiche grazie a contenuti formativi e scenari predittivi. L’interfaccia intuitiva, i workflow multilivello e la personalizzazione dei data point rendono la piattaforma adatta a contesti organizzativi diversi, dalle grandi imprese alle Pmi.

Una strategia sostenibile è risk-based?

Sì, dice Valentina Paduano, una strategia sostenibile è per sua natura risk-based. La sostenibilità è entrata a pieno titolo nella stanza dei bottoni nelle decisioni aziendali strategiche. 

L’approccio risk-based si traduce in una stretta integrazione tra analisi dei rischi, opportunità e pianificazione strategica. Al centro c’è l’analisi di doppia materialità, che valuta sia l’impatto dell’azienda su ambiente e società, sia quello dei fattori Esg sull’impresa.

Questa visione consente una lettura più completa dei rischi e opportunità, trasformando la sostenibilità in un driver di valore strategico, collegando obiettivi Esg, metriche e azioni concrete. Standard come la Iso 53001 poi aiutano ad allineare gli Sdg alle strategie aziendali, rafforzando la coerenza tra sostenibilità e governance.

Quale ruolo per la governance del dato?

Nel nuovo scenario normativo, dice Silvia Cerlesi, la qualità e la tracciabilità dei dati sono fondamentali. Le imprese devono rafforzare i processi di raccolta, controllo e validazione dei dati Esg, garantendo informazioni affidabili, verificabili e coerenti con gli standard europei. È fondamentale dunque integrare le metriche Esg nei processi decisionali. Le norme Iso offrono un riferimento solido per strutturare indicatori qualitativi e quantitativi in modo verificabile. Una base dati ben organizzata consente di generare report efficaci, utili sia per la compliance normativa sia per l’analisi interna.

Attraverso la piattaforma Krc è possibile collegare direttamente obiettivi Esg e metriche, monitorandoli in tempo reale. Questo approccio trasforma la governance del dato in un processo dinamico, capace di alimentare scenari predittivi, supportare la gestione dei rischi e contribuire alla creazione di valore sostenibile.

CSO e CRO: quale alleanza?

Valentina Paduano sottolinea che Il ruolo del Chief Sustainability Officer (Cso) si sta evolvendo: da figura operativa a partner strategico del top management. In questo contesto, la collaborazione con il Chief Risk Officer (Cro) diventa cruciale: entrambi condividono un approccio risk-based e una visione trasversale dell’organizzazione.

Il Cso può valorizzare l’esperienza del Risk Management per integrare i criteri Esg nei modelli di Enterprise Risk Management, affrontando la complessità della doppia materialità. È però essenziale mantenere ruoli distinti: al team Sostenibilità spetta il reporting Csrd, mentre al Cro la mappatura dei rischi per il reporting interno. Le due prospettive devono confluire in una valutazione integrata, utile a guidare le decisioni strategiche.

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Il posizionamento organizzativo del Cso deve riflettere questa nuova centralità, per favorire un dialogo alla pari con il Cro e rendere questa alleanza un fattore chiave nella trasformazione della sostenibilità in vantaggio competitivo.

E per le Pmi?

Anche le imprese non soggette alla Csrd possono trarre vantaggio dalla digitalizzazione, sottolinea Silvia Cerlesi. Il modulo Vsme di Krc supporta micro, piccole e medie imprese in un percorso di rendicontazione proporzionato ma rigoroso, basato sugli standard Esrs che produce in continuo la checklist del Mef aggiornata.

In un contesto in cui la trasparenza Esg è sempre più richiesta da clienti e partner, il Vsme diventa uno strumento strategico per rafforzare la competitività, anche in assenza di obblighi normativi. 

Come sottolineato anche dalla Bce, semplificare è importante, ma senza perdere qualità e granularità dei dati, fondamentali per la stabilità e la fiducia nei mercati, anche per le Pmi. 

Dal confronto tra tecnologia e operatività aziendale emerge una certezza: la sostenibilità richiede sistemi di controllo solidi e digitalizzati. Agire ora significa non solo anticipare gli obblighi normativi, ma costruire una governance più trasparente e orientata al futuro. La digitalizzazione, infatti, è un acceleratore culturale e strategico. La piattaforma Krc rappresenta un esempio concreto e fattivo di come integrare sostenibilità, rischi e compliance in un’unica visione, abilitando processi coerenti e responsabili. Investire oggi in sostenibilità digitale significa costruire l’impresa resiliente di domani.



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