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Nuovo Codice dei Contratti Pubblici


Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: tempi del progetto più corti, tra digitalizzazione e ricerca della sostenibilità

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Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici ha introdotto semplificazioni e regole per velocizzare l’assegnazione degli appalti, anche per le procedure negoziate e l’affidamento diretto, accelerando i processi.

La conversione in legge del Decreto Infrastrutture (Legge n. 105/2025), pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 19 luglio 2025, con entrata in vigore il 20 luglio, innesta un nuovo capitolo nel Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023), con effetti pratici significativi su progettazione, sostenibilità, urgenza, incentivazione tecnico-professionale e qualificazione delle procedure.

La Legge 105/2025 introduce una serie di interventi urgenti e sistemici per rafforzare la sostenibilità, l’efficienza e la reattività della normativa sugli appalti, in particolare: promuovendo la sostenibilità (CAM), valorizzando le professionalità tecniche (incentivi e anticipazioni), semplificando le procedure in emergenza.

Obbligo BIM e digitalizzazione dei processi

Come stabilito dal Decreto Ministeriale 560/2017, chiamato anche “decreto BIM”, dal 1° gennaio 2025 è obbligatorio usare il Building Information Modeling (BIM) per i lavori pubblici sopra 1 milione di euro, sia per le nuove costruzioni che per interventi su edifici già esistenti. L’obbligo vale anche se l’opera è stata fatta con BIM in passato. Un aggiornamento della legge (Decreto Legislativo 209/2024) ha poi alzato il limite a 2 milioni di euro. Inoltre, viene data particolare attenzione ai lavori su beni culturali che superano il valore di 5.538.000 euro (soglia europea).

Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: Obbligo BIM e digitalizzazione dei processiNuovo Codice dei Contratti Pubblici: Obbligo BIM e digitalizzazione dei processi

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Anche se un progetto è stato preparato secondo le vecchie regole (cioè con il vecchio Codice dei contratti), se la gara per realizzarlo viene pubblicata dopo il 1° gennaio 2025, bisogna comunque adattarlo alle nuove regole digitali previste dal nuovo Codice. In pratica, il progetto deve essere convertito o aggiornato per usare il metodo BIM; devono essere coinvolti esperti specializzati, come l’ACDat Manager (che gestisce l’ambiente di condivisione dei dati) e il BIM Coordinator (che coordina il lavoro fatto con il BIM). Tutti i documenti tecnici e amministrativi del progetto devono essere aggiornati per rispettare le nuove modalità digitali.
Quindi, anche i vecchi progetti devono essere “modernizzati” prima di andare in gara, se questa avviene nel 2025 o oltre.

La linea Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari nell’area dello scavo della galleria CasalnuovoLa linea Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari nell’area dello scavo della galleria Casalnuovo
La linea Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari nell’area dello scavo della galleria Casalnuovo, sul tratto Napoli-Cancello. Costruttore Italferr (gruppo RFI), centrale nella gestione BIM. Si tratta di un caso pilota illustrato da Italferr durante eventi specializzati. L’intero sviluppo della progettazione è stato realizzato utilizzando la metodologia BIM, con la creazione di un ambiente di lavoro condiviso da parte di NET Engineering.

Gli Ambienti di Condivisione Dati e perché sono così rilevanti nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici

Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (articolo 43 e Allegato I.9) dice che, quando si lavora a opere pubbliche (come strade, scuole, ospedali), pubbliche amministrazioni e aziende devono usare strumenti digitali che permettano di scambiarsi facilmente le informazioni.

Questi strumenti si chiamano Ambienti di Condivisione Dati (ACDat): sono piattaforme digitali dove tutti i soggetti coinvolti in un progetto possono inserire, consultare e aggiornare dati e documenti in modo sicuro e trasparente.

Un altro punto importante è che queste piattaforme devono essere interoperabili: cioè devono “parlare la stessa lingua”, usando formati aperti (come IFC/OpenBIM) che permettano a software diversi di capirsi tra loro. In questo modo si evita che i dati siano bloccati dentro programmi proprietari e si facilita la collaborazione tra tutti gli attori in campo.

Italferr: Ponte sul fiume Po, Tratta Bologna – VeronaItalferr: Ponte sul fiume Po, Tratta Bologna – Verona
Il ponte sul fiume Po nella tratta Bologna – Verona è un’importante opera pubblica infrastrutturale, progettata e realizzata da Italferr. L’opera è stata progettata con attenzione agli impatti ambientali, limitando l’interferenza col fiume.

L. 105/2025: un sistema di provvedimenti per ottimizzare l’edilizia pubblica

All’interno di questa idea innovativa del settore dell’edilizia pubblica e dei suoi criteri contrattuali, si è inserita la legge 105 del 18 luglio 2025 (conversione del D.L. 73/2025) che ha apportato ulteriori principi volti all’ottimizzazione delle procedure.

La Legge n. 105/2025 introduce strumenti concreti (anticipi, incentivi, procedure rapide per emergenze), accelerazioni operative (applicazione diretta dei CAM, regimi emergenziali), e più trasparenza e controllo (monitoraggio e obblighi informativi), tutti volti a rendere più efficiente e sostenibile il sistema degli appalti pubblici edilizi.

Vediamo i principali.

Sostenibilità e CAM: ora applicabili anche alle ristrutturazioni

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) si applicano da subito (applicazione diretta, non necessita di ulteriori decreti attuativi) anche alle ristrutturazioni e non solo alle nuove costruzioni, senza più attendere ulteriori decreti ministeriali (l’art. 57, comma 2 viene modificato per eliminare l’inciso “previa definizione di adeguati criteri”).

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Le stazioni appaltanti possono integrare subito requisiti green nei bandi per restauri, demolizione/ricostruzione, con effetti premiali nella valutazione delle offerte tecniche.

Urgenza e protezione civile: procedure rapide e deroghe circoscritte

Viene introdotto un nuovo articolo 140‑bis, che disciplina gli affidamenti per casi di protezione civile. Le procedure di somma urgenza possono prevedere affidamenti diretti anche sopra 500.000 euro, fino a un massimo di 30 giorni e nei limiti stabiliti dai provvedimenti emergenziali.

In pratica, c’è la possibilità straordinaria di intervenire rapidamente in situazioni critiche, riducendo tempi burocratici ma nel rispetto di limiti chiari.

Revisione prezzi e caro materiali: è finita l’applicazione retroattiva

La revisione dei prezzari (anche in ribasso) potrà essere effettuata solo per lavori eseguiti o contabilizzati nel 2025. Anche i contratti aggiudicati tra luglio e dicembre 2023 rientrano nelle nuove revisioni. Questo provvedimento garantisce maggiore chiarezza e certezza giuridica, ed evita contenziosi su lavori già conclusi.

Incentivi tecnici potenziati e più flessibili

Ora anche i dirigenti possono ricevere incentivi economici per il lavoro svolto nelle attività tecniche legate agli appalti (come progettazione, direzione lavori, collaudo, ecc.). Questi incentivi devono essere previsti nel quadro economico dell’opera, e non possono superare il 2% del valore dell’appalto.

Ogni stazione appaltante (cioè l’ente pubblico che gestisce l’appalto) può decidere come suddividere questi incentivi tra il personale, ma deve farlo in modo trasparente.

È importante che l’ente abbia un regolamento interno aggiornato che spieghi bene come assegnare gli incentivi e che cosa succede in caso di ritardi o problemi: ad esempio, potrebbe essere prevista una riduzione dell’incentivo se ci sono ritardi nei lavori.

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Anticipazioni di pagamento fino al 10% anche per i progettisti

Anche gli ingegneri e gli architetti che partecipano agli appalti pubblici (cioè lavori commissionati dallo Stato o dagli enti pubblici) possono ricevere un anticipo fino al 10% del valore del contratto, proprio come succede già per le imprese di costruzione. Questo significa che possono ricevere una parte del pagamento prima di iniziare o completare il lavoro, per aiutare a coprire le spese iniziali.

Ma attenzione: questa anticipazione non è automatica o obbligatoria, deve essere scritta chiaramente nel bando di gara (cioè nei documenti ufficiali con cui viene richiesto il servizio); se non viene specificata, non sarà concessa. La possibilità di anticipo da inserire nel bando può diventare anche un utile strumento
per una pubblica amministrazione che voglia attirare progettisti professionali e qualificati, Può essere un incentivo importante.

Appalti integrati e nuove procedure progettuali

Il nuovo Codice favorisce un sistema più veloce e semplice per realizzare opere pubbliche, sia nell’affidamento alle imprese che nello sviluppo della progettazione prima dell’esecuzione.

  • Appalto integrato
    Si preferisce affidare a un’unica impresa sia la fase finale della progettazione (detta “progettazione esecutiva”) che la realizzazione concreta dell’opera. Prima, spesso, erano due fasi separate gestite da soggetti diversi.
  • Due soli livelli di progetto
    Ora servono solo due fasi per arrivare all’esecuzione: progetto di fattibilità tecnico-economica (una sorta di studio preliminare, con costi stimati e soluzioni possibili); progetto esecutivo (quello definitivo che serve per iniziare i lavori).
    In altre,
si riducono i passaggi burocratici e si uniscono più fasi in un unico contratto, così da rendere tutto più veloce e snello.

Il Responsabile unico del progetto: una nuova figura con maggiori responsabilità

RUP, stesso acronimo responsabilità maggiori. La L. 105/2025 (correttiva del Codice), consolidando il nuovo Codice appalti, ha elevato il ruolo del RUP (Responsabile unico del procedimento) da mero “esecutore” a vero e proprio manager dell’intervento, con responsabilità, leadership e struttura di supporto molto marcate. Un cambiamento che punta ad aumentare l’efficienza e la trasparenza nei progetti pubblici.

  • Da “procedimento” a “progetto”
    Prima il RUP era il “Responsabile unico del procedimento”, una figura che seguiva alcune fasi burocratiche (una parte del percorso), secondo la Legge 241/1990 o il D.Lgs. 50/2016. Ora, invece, è diventato il “Responsabile unico del progetto”, con un compito molto più ampio: gestisce tutte le fasi dell’intervento pubblico, dalla programmazione iniziale alla progettazione, all’affidamento, fino all’esecuzione finale. È una sorta di project manager del progetto pubblico.
  • Gestione trasversale di tutte le fasi
    Il Responsabile unico del progetto è nominato sin dal primo atto che avvia l’intervento pubblico e ha la responsabilità di coordinarne tutto lo svolgimento. Il suo ruolo non si esaurisce nel processo, ma mantiene una supervisione completa per garantire che l’intervento si concluda nei tempi e con gli obiettivi prefissati.
  • Formazione, requisiti e supporto
    Il RUP deve avere competenze professionali adeguate (tecniche per lavori/ingegneria, altre per servizi e forniture), con esperienza pregressa, e partecipare a formazione continua. Nei casi complessi, occorrono figure con capacità di project management formale. Se manca qualche requisito, sono previsti supporti interni o esterni.
  • “Responsabilità per fasi”: i responsabili di fase
    Per evitare che tutte le mansioni ricadano su una sola persona, il nuovo Codice consente di nominare, su richiesta del RUP, dei responsabili di fase (per progettazione, affidamento, esecuzione, ecc.). Questi rilasciano proposte operative, ma la supervisione e la responsabilità restano sempre del RUP.
  • Struttura di supporto e risorse dedicate
    Le stazioni appaltanti possono istituire una struttura di supporto al RUP, destinando fino all’1% dell’importo a base d’asta per incarichi di assistenza.
  • Imparzialità rafforzata
    In appalti affidati tramite contraente generale o partenariato pubblico-privato, il RUP (e ruoli correlati come direttore o collaudatore) non possono essere attribuiti all’aggiudicatario o soggetti collegati. Questo per tutelare l’imparzialità del processo.

Intervista all’avvocato Daniele Ricciardi, Presidente di ASSORUP

Il RUP è la figura centrale introdotta dal nuovo Codice (D.Lgs. 36/2023), che sostituisce il vecchio “Responsabile Unico del Procedimento”. Ora è chiamato a coordinare l’intero iter dell’appalto: programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione. Che cosa significa questo nella pratica di un lavoro e quali benefici ne derivano?

“Il nuovo Codice ha ridefinito radicalmente il ruolo del RUP, elevandolo a regista dell’intera macchina tecnico-amministrativa dell’appalto. Non si tratta più di un mero controllore procedurale, ma di un professionista chiamato a gestire in modo integrato tutte le fasi del ciclo di vita del contratto pubblico. Nella pratica, questo significa maggiore responsabilità, ma anche maggiore potere decisionale e capacità di incidere sulla qualità dell’opera. I benefici sono evidenti: maggiore efficienza, riduzione dei tempi, miglior controllo dei costi e una più alta qualità dei risultati. Ecco perché il RUP va sostenuto nella formazione: una nostra survey ha dimostrato che ogni stazione appaltante spende mediamente circa 5.000 euro all’anno per la formazione di tutti i dipendenti, ma troppo spesso questa cifra non si traduce in un investimento mirato sulle competenze del RUP. Inoltre, va incentivato con le premialità previste sin dal 1994, che molte stazioni appaltanti ancora non riconoscono o non applicano correttamente. Questi bisogni sono la ragione stessa dell’esistenza di ASSORUP, nata per dare voce, strumenti e prospettiva alla figura del RUP. E proprio per questo, il 10 ottobre a Firenze riuniremo la comunità nazionale dei RUP per il Congresso Nazionale: un momento di confronto, formazione e visione condivisa, dove il RUP sarà finalmente protagonista del cambiamento”.

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Ci sono altri aspetti interessanti, soprattutto in materia di sostenibilità, che il nuovo Codice avanza?

“Si, il Codice introduce una visione moderna e responsabile della committenza pubblica. La sostenibilità non è più un optional, ma un principio guida che deve permeare l’intera macchina tecnico-amministrativa. Tuttavia, è fondamentale chiarire che la sostenibilità non può ridursi a meri adempimenti formali. È una questione culturale, che deve spingere lo Stato a valorizzare chi fa vera innovazione. Serve introdurre dei “riti” amministrativi e organizzativi che rendano il RUP ecologico, non solo l’appalto. Questo significa formare e responsabilizzare il RUP affinché possa integrare la sostenibilità in ogni scelta progettuale, gestionale e contrattuale. Premiare chi adotta soluzioni circolari, chi riduce l’impatto ambientale, chi digitalizza i processi non è solo giusto: è strategico”.

Ci sono già esempi concreti a cui è stata attuata la nuova normativa che possono essere citati come modelli virtuosi?

“Alcune stazioni appaltanti hanno già avviato progetti in cui la macchina tecnico-amministrativa è stata riorganizzata secondo i principi del nuovo Codice. In questi casi, il RUP ha assunto un ruolo centrale nella gestione digitale del progetto, con l’adozione del BIM e l’integrazione di criteri di sostenibilità. I risultati sono incoraggianti: maggiore controllo, meno contenziosi e una migliore qualità finale.
Va però sottolineato che la digitalizzazione, pur essendo una leva fondamentale, ha incontrato difficoltà nella fase di transizione iniziale del 2024. Molte stazioni appaltanti hanno dovuto affrontare una profonda riorganizzazione dei ruoli e degli uffici, ridefinendo competenze e flussi operativi. Il numero dei RUP attivi, oggi pari a circa 125.500, è destinato a crescere, e con esso la necessità di standardizzare le procedure per ridurre il rischio di errori formali. La vera sfida del nuovo Codice è rendere i RUP competenti nei diversi settori merceologici, affinché possano gestire con efficacia appalti sempre più complessi e specializzati. In questo, il ruolo di ASSORUP è fondamentale: in soli due anni abbiamo costruito un network di oltre 1.400 associati, che si formano costantemente attraverso un piano strutturato su molteplici ambiti merceologici. Centinaia di ore di formazione sono già disponibili sui nostri canali, con contenuti aggiornati e specialistici pensati per accompagnare il RUP nella sua evoluzione professionale”.

A più lungo termine, invece, quali effetti avrà secondo voi questo nuovo stato di cose nel comparto edile?

“Il comparto edile sta attraversando una crisi profonda, causata principalmente dall’assenza di investimenti strutturali. Fatta eccezione per alcuni progetti di grande visibilità come il Ponte sullo Stretto, le risorse disponibili non sono sufficienti nemmeno a garantire la manutenzione ordinaria del patrimonio pubblico. Questo è un dato allarmante, perché la mancata cura delle infrastrutture esistenti rappresenta un danno diretto per la collettività e per le piccole e medie imprese edili, che costituiscono l’ossatura produttiva del settore e danno lavoro a centinaia di migliaia di persone.
Nel 2024, gli appalti pubblici relativi ai lavori hanno rappresentato solo il 22,4% del valore complessivo del mercato dei contratti pubblici, pari a circa 60,8 miliardi di euro su 271,8 miliardi totali, con una flessione del -38,9% rispetto al 2023. Questo squilibrio è un danno sistemico che va affrontato con urgenza. Anche il PNRR, pur avendo introdotto il concetto di “debito buono” — cioè investimenti che lasciano un lascito duraturo al Paese — ha finora assicurato interventi strutturali solo in una percentuale minima rispetto al potenziale. Serve un cambio di passo: occorre investire in innovazione anche nel comparto edile, con strumenti che garantiscano sostenibilità ambientale, efficienza energetica e digitalizzazione dei processi. Il nuovo Codice può essere un catalizzatore di questo cambiamento, ma solo se accompagnato da una visione politica chiara e da un impegno concreto. Il RUP, in questo scenario, deve essere messo nelle condizioni di guidare la trasformazione, con competenze specifiche e strumenti adeguati. ASSORUP continuerà a sostenere questa evoluzione, perché crediamo che il rilancio dell’edilizia pubblica sia una priorità nazionale”.

Esempi pratici di applicazione

Come si riflettono nella pratica le misure del nuovo Codice dei Contratti Pubblici? Ecco che cosa si può verificare in alcuni ambiti specifici.

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Restauro di edifici pubblici

Nei bandi per il restauro di scuole, biblioteche o altri edifici pubblici, è possibile prevedere fin da subito l’obbligo di utilizzare materiali riciclati e soluzioni sostenibili. I progetti che rispettano questi criteri possono ottenere un punteggio più alto nella valutazione, grazie all’uso diretto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM).

Interventi dopo terremoti o alluvioni

In situazioni di emergenza, come un sisma o un’alluvione, si possono affidare i lavori urgentemente e in modo diretto, anche superando i limiti normalmente previsti. Le regole sono più snelle, con tempi chiari e procedure semplificate per agire rapidamente.

Costruzione di infrastrutture strategiche

In progetti importanti per la mobilità, come un nuovo ponte o una strada strategica, oltre a concedere anticipi fino al 10% ai progettisti, come già visto, le spese vengono controllate digitalmente, e si usa il sistema CIGAL (acronimo di Cruscotto Informativo per la Gestione dei Contratti di Appalto nel settore della Logistica. È stato istituito dal Decreto-legge n. 73 del 21 maggio 2025, convertito in legge n. 105/2025, per aumentare trasparenza, legalità e sostenibilità nel comparto degli appalti logistici).

Cantieri avviati secondo il nuovo Codice dei Contratti Pubblici, esempi pratici

Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici segna un deciso passo verso la digitalizzazione, la semplificazione procedurale e la sostenibilità nel settore edilizio. BIM, due livelli progettuali, anticipi per progettisti, CAM operativi nelle ristrutturazioni, e appalti integrati rappresentano componenti chiave di una transizione normativa in corso.

Alcune grandi opere in corso di realizzazione sono state avviate secondo il nuovo Codice dei Cantieri Pubblici, ecco alcuni esempi.

Ponte sullo Stretto di Messina

È un’opera infrastrutturale imponente che rientra nel nuovo impulso del Governo.
Il progetto definitivo è stato approvato il 6 agosto 2025, e i lavori sono previsti a partire da settembre 2025. Si tratta di un chiaro esempio di opera strategica nazionalmente rilevante, avviata in piena vigenza del nuovo Codice, quindi soggetta ai suoi obblighi, tra cui BIM, appalto integrato e strumenti digitali previsti dagli allegati

Genova: in cantiere la nuova mobilità sostenibile

ll Progetto “4 Assi di Forza” a Genova, finanziato in gran parte dal PNRR, rientra pienamente nell’ambito delle opere soggette al nuovo Codice dei Contratti Pubblici.

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Progetto “4 Assi di Forza” a Genova, finanziato in gran parte dal PNRRProgetto “4 Assi di Forza” a Genova, finanziato in gran parte dal PNRR
Credit AMT Genova

Si tratta di un progetto di mobilità sostenibile volto a trasformare il trasporto pubblico e prevede la creazione di 4 direttrici principali (Levante, Centro, Ponente, Valbisagno) con una rete complessiva di circa 96 km. L’obiettivo è riorganizzare il trasporto pubblico urbano lungo assi ad alta frequenza e sostenibilità, contrastando attivamente i veicoli privati e migliorando l’efficienza del servizio. Si traduce nell’attivazione di 112 filobus elettrici Solaris lunghi 18 m, con capacità di 133 persone, tecnologia In Motion Charging (IMC) (possibilità di alimentazione via cavo bifilare o batteria), dotati di comfort moderni (USB, videosorveglianza, cabina isolata). A maggio 2025, il primo filobus Solaris ha iniziato a circolare sulla linea 20 (Sampierdarena–Foce) dopo un rigoroso iter di collaudo e omologazione ministeriale
 
Il completamento del progetto è previsto entro il 2026.

FAQ Nuovo codice dei Contratti Pubblici

Che cosa introduce la Legge 105 del 18 luglio 2025 al Codice dei Contratti Pubblici?

La Legge 105/2025 (conversione del D.L. 73/2025) apporta importanti modifiche al D.Lgs. 36/2023, in particolare: revisione prezzi, anticipazione del 10% per progettisti, applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) anche per ristrutturazioni, incentivi tecnici estesi ai dirigenti, nuove definizioni di somma urgenza, misure straordinarie per la protezione civile, subappalto e certificati di esecuzione, indici di affollamento per verifiche sismiche e requisiti per il Collegio Consultivo Tecnico.

Come cambia la disciplina degli incentivi tecnici con la Legge 105/2025?

L’art. 45 estende gli incentivi tecnici (fino al 2% dell’importo base di gara) anche al personale dirigenziale, in deroga al principio di onnicomprensività. Introduce obblighi di trasparenza: le amministrazioni devono comunicare agli organi di controllo gli importi erogati e il numero dei beneficiari. Inoltre, è prevista una maggiorazione del 15% se si utilizza la metodologia BIM. Le nuove regole si applicano anche ai procedimenti avviati prima del 31 dicembre 2024, purché le funzioni tecniche incentivabili siano svolte dopo tale data.

Cosa significano in pratica l’“anticipazione del prezzo” e l’estensione ai progettisti?

L’art. 125 introduce l’anticipazione del prezzo: fino al 10% del valore del contratto può essere versato ai servizi di architettura e ingegneria (SIA), nei limiti del quadro economico e a seguito dell’inizio effettivo delle prestazioni. Il pagamento deve avvenire entro 15 giorni dal loro avvio.

Come vengono applicati i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti di ristrutturazione?

L’art. 57, comma 2, elimina la condizione dei “criteri adeguati” emanati dal MASE, rendendo immediatamente operativa l’applicazione dei CAM agli appalti di ristrutturazione (inclusi demolizioni e ricostruzioni) a partire dal 20 luglio 2025. Le stazioni appaltanti potranno applicare direttamente i CAM edilizia vigenti.

Cosa prevede la nuova disciplina in caso di somma urgenza o protezione civile?

La nuova definizione di “somma urgenza” (art. 140) include anche emergenze previste o in corso, e introduce misure semplificate per gli appalti in caso di protezione civile (art. 140-bis): affidamenti diretti anche oltre 500.000 euro, per tempi limitati fino a 30 giorni, con soglie d’urgenza aumentate (fino al doppio).

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