La scorsa settimana, l’attività istituzionale dell’Ue si è concentrata sull’avvio dell’80esima Assemblea Generale dell’Onu. Al Dibattito Generale dei leader sotto il tema “Meglio insieme: 80 anni e più per la pace, lo sviluppo e i diritti umani” articolato su più giorni dal 23 al 29 settembre, si sono svolti diversi incontri tematici di alto livello a partire dal 22 settembre con la conferenza sulla soluzione pacifica alla questione della Palestina e la soluzione a due Stati promossa dalla Francia e dall’Arabia Saudita, al vertice sul clima e al vertice per un’economia globale sostenibile, resiliente e inclusiva (il 24 settembre), sulla governance dell’AI, sui trent’anni del piano d’azione per i giovani e altri ancora.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo António Costa hanno rappresentato l’Ue e le sue posizioni nei diversi incontri.
Discorso del presidente Costa al Dibatto Generale
Al Dibattito Generale a cui hanno partecipato in pratica tutti i leader mondiali, incluso singolarmente i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri (in taluni casi rappresentati dai relativi ministri degli esteri), il presidente Costa ha tenuto il suo discorso il 25 settembre, giornata anche celebrativa dei dieci anni dall’adozione dell’Agenda Onu 2030.
La posizione dichiarata dell’Ue pronunciata dal presidente Antonio Costa è per un ordine internazionale basato su regole, che sostenga il multilateralismo e la Carta delle Nazioni Unite, unica alternativa rispetto a un mondo caotico e violento, precisando, come si è visto in Sudan, a Gaza e in Ucraina.
Condannando la situazione tragica di Gaza e le sofferenze definite inimmaginabili dei palestinesi e dei bambini che muoiono di fame, come anche l’atto terroristico di Hamas, Costa ha riaffermato che una soluzione negoziata a due Stati è l’unica via per la pace. Il presidente Costa ha rimarcato che l’Ue è il principale fornitore di aiuti umanitari ai palestinesi e che nel corso degli anni siamo stati i maggiori sostenitori dell’Autorità Nazionale Palestinese, sostenendola nel suo programma di riforme e nei suoi sforzi per garantire un controllo efficace su tutto il territorio palestinese.
Sull’invasione Russa in Ucraina in violazione della Carta Onu, ha ribadito il pieno sostegno dell’Ue all’Ucraina, dichiarando che la causa profonda del conflitto (ndr. evocando una formulazione verbale utilizzata diverse volte da Vladimir Putin e di Sergej Lavrov) è il rifiuto della Russia di accettare il diritto dell’Ucraina di scegliere il proprio destino. Nel merito ha sottolineato che questa non è la sola lotta dell’Ucraina. È una lotta per i principi che tutti noi abbiamo a cuore.
Nel suo discorso, Costa ha messo in evidenza come i diritti umani rappresentino il fondamento della pace e della stabilità globali. La protezione sociale, il lavoro dignitoso, la parità di genere e la lotta alla povertà non sono opzioni facoltative, ma le garanzie della dignità umana, della stabilità sociale, della pace duratura tra le nazioni.
Osservando come l’uso improprio delle tecnologie minaccia la libertà, la democrazia e i diritti umani che l’Ue difende, ha invocato l’introduzione di standard di garanzia globali, che l’Unione ha cominciato a introdurre ponendosi all’avanguardia con l’adozione del primo quadro normativo completo per un’intelligenza artificiale responsabile. L’obiettivo generale dichiarato nel discorso di Costa è stato garantire che le tecnologie digitali diano potere ai cittadini, non agli autocrati o agli oligarchi delle nuove tecnologie.
Costa ha dichiarato che il cambiamento climatico non è una “fake news” (ndr. rispondendo così anche al discorso di Donald Trump pronunciato il 23 settembre nel primo giorno del Dibattito Generale che ha affermato che i cambiamenti climatici sono una bufala): è una realtà scientificamente provata che influenza il nostro presente e influenzerà il nostro futuro. La distruzione e le morti causate da incendi, inondazioni e uragani non sono invenzioni. Sono una realtà concreta.
Costa ha riferito dunque sull’impegno di mantenere gli obiettivi del taglio delle emissioni del 55% al 2030 e della neutralità climatica entro il 2050. E sui temi ambientali ha ricordato, accogliendolo con favore, il Trattato delle Nazioni Unite sull’alto mare, per salvaguardare la biodiversità delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, che ha pochi giorni fa raggiunto il numero minino necessario di ratifiche per la sua entrata in vigore (ndr. l’Italia non risulta aver ancora ratificato).
Costa ha dichiarato che lo sviluppo sostenibile è uno strumento per costruire alleanze, che l’Ue sta attuando attraverso l’iniziativa per la cooperazione internazionale Global Gateway, attraverso gli accordi commerciali (citando espressamente Mercosur, Messico, India, Indonesia, Filippine e Thailandia). Costa ha precisato come questi accordi, oltre a promuovere il commercio, aumentino la prevedibilità e la resilienza a livello globale, dal momento che si tratta di un’agenda commerciale e di investimento basata su equità, sostenibilità, innovazione digitale, diritti dei lavoratori e allineamento climatico. Perché gli accordi commerciali, non i dazi, offrono vantaggi reali a tutti i Paesi, le aziende e i cittadini.
Nel quadro ampio degli impegni internazionali, Costa ha evidenziato il contributo economico complessivo alle organizzazioni multilaterali che l’Ue sostiene insieme agli Stati membri quali principali donatori dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’Unicef e del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, quantificato nel 42% degli aiuti globali. Ha ricordato ancora la necessità di compiere progressi nella riforma dell’architettura finanziaria internazionale per la gestione del debito al fine di colmare il divario nei finanziamenti allo sviluppo lungo il percorso tracciato dall'”Impegno di Siviglia” e confermato l’impegno dell’Ue per la riforma dell’Onu attraverso l’iniziativa Un80 e con l’attuazione del Patto per il Futuro, allo scopo di rendere le Nazioni Unite più inclusive, più rappresentative e più efficaci.
Costa ha esaltato in chiusura l’esempio dell’Unione europea, quale risposta al mondo multipolare odierno che ha bisogno di un sistema multilaterale efficace: l’Europa si è ricostruita dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale attraverso la pace, la riconciliazione e l’integrazione. Sappiamo che questi principi funzionano, perché hanno funzionato per noi.
Interventi della presidente von der Leyen
Il 22 settembre alla vigilia dell’avvio del Dibattito Generale dell’Assemblea Generale è stata ripresa la conferenza sulla soluzione pacifica alla questione della Palestina e la soluzione a due Stati promossa dalla Francia e dall’Arabia saudita. Il vertice ha fatto seguito alla dichiarazione di New York del 30 luglio 2025 in cui è stato adottato uno specifico accordo successivamente approvato ad ampia maggioranza dall’Assemblea Generale dell’Onu il 9 settembre (142 voti favorevoli, 10 contrari, 12 astenuti, 29 assenti) da parte di tutti gli Stati membri dell’Ue (con l’esclusione del no dell’Ungheria), con lo scopo di mettere fine alla guerra a Gaza e tracciare la strada e le condizioni per la soluzione dell’ipotesi due Stati (Israele e Palestina) già risalente a una prima risoluzione dell’Onu del 1947.
Alla conferenza ha partecipato Ursula von der Leyen con un suo intervento in cui ha confermato che l’unica soluzione alla pace è la soluzione a due Stati. Facendo seguito a quanto annunciato nel suo discorso sullo Stato dell’Unione ha confermato il lancio di un’iniziativa di donatori per la Palestina e la definizione da parte dell’Ue di uno specifico strumento finanziario per la ricostruzione di Gaza in coordinamento con altre iniziative. Ha invitato tutti i Paesi a partecipare nello sforzo per contribuire alla sostenibilità economica del futuro Stato palestinese.
Il 24 settembre si è tenuto anche il vertice sul clima. La presidente von der Leyen è intervenuta assicurando l’impegno dell’Ue al rispetto dell’accordo di Parigi, riportando come dati che la riduzione delle emissioni dell’Unione è a quasi il 40% rispetto al 1990 e che ora rappresentano solo il 6% delle emissioni globali. Valutando che l’Unione è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo per il 2030 di ridurre le emissioni del 55% ha annunciato che la scorsa settimana gli Stati membri hanno concordato che il nostro contributo determinato a livello nazionale (Ndc) oscillerà tra il 66% e il 72% (al 2035: vedi nostra ultima rubrica del 23 settembre), e che l’Ue è al lavoro per concordare un obiettivo per il 2040, con il taglio delle emissioni del 90%, verso la neutralità climatica entro il 2050.
Nel contempo von der Leyen ha informato sul raddoppio degli sforzi sui partenariati globali da parte dell’Europa, affinché tutti i Paesi del mondo possano trarre beneficio dalla transizione, soprattutto i più vulnerabili. Ha citato ad esempio il programma Global Gateway attraverso cui l’Ue sta contribuendo affinché oltre 300 milioni di persone in Africa abbiano l’accesso all’elettricità e a sistemi puliti per la cottura del cibo, perché nessuna madre, nessun bambino dovrebbe morire semplicemente cucinando la cena in condizioni abominevoli.
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Copertina: UN Photo
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