I Crediti di Biodiversità (spesso denominati anche Nature Credits) sono certificazioni che attestano e quantificano il miglioramento misurabile e verificabile della biodiversità in una specifica area, frutto di interventi di tutela, conservazione e rigenerazione degli ecosistemi. Con la crescente attenzione globale verso la sostenibilità ambientale, questi strumenti stanno diventando fondamentali per imprese e organizzazioni attente a gestire e migliorare il proprio impatto ambientale, contribuendo in modo concreto alla salvaguardia della natura.
Infatti, i Crediti di Biodiversità forniscono una forma di finanziamento per la conservazione e la rigenerazione degli ecosistemi.
L’urgenza della rigenerazione
La situazione ecologica globale è critica: gli scienziati parlano della sesta estinzione di massa attualmente in corso. Questa emergenza è guidata dalla perdita di specie viventi e dalla degradazione strutturale e funzionale degli ecosistemi a ritmi impressionanti e mai visti. Le attività umane hanno causato alterazioni significative in oltre il 75% delle terre emerse e nel 66% degli oceani, mentre l’ 85% delle zone umide mondiali è andato perduto (Fonte: IPBES).
Questa degradazione minaccia l’equilibrio naturale e compromette l’erogazione dei servizi ecosistemici, quei servizi gratuiti fondamentali per il benessere umano, l’economia e la società. Per contrastare questa tendenza, sono necessarie azioni concrete, efficaci e misurabili, e soprattutto nuove forme di finanziamento alla conservazione.
La strategia europea e il futuro mercato
La Commissione Europea ha introdotto recentemente una roadmap per sviluppare un mercato regolamentato dei cosiddetti “nature credits” (crediti natura), con l’obiettivo di incentivare investimenti nella tutela della biodiversità da parte di aziende, agricoltori e comunità locali. Questo mercato offrirà nuove opportunità economiche legate alla conservazione ambientale e alla sostenibilità territoriale, rappresentando una vera innovazione per la gestione degli ecosistemi a livello europeo.
I crediti di biodiversità rappresentano un fondamentale strumento per integrare la tutela ambientale nel modello di business delle aziende e nelle politiche pubbliche, supportate dalle recenti normative e prassi di riferimento come la UNI/PdR 179:2025. La loro diffusione permette di tradurre l’impegno verso la biodiversità in azioni concrete, misurabili e certificate, contribuendo a un futuro più sostenibile e rispettoso degli ecosistemi.
Se si desidera approfondire o attuare progetti di biodiversità con crediti certificati, la nuova prassi UNI è il punto di partenza indispensabile per garantire trasparenza, scientificità e rigore nel settore.
Cosa prevede la Roadmap europea
Il recente documento della Commissione Europea, datato 7 luglio 2025, definisce una tabella di marcia per lo sviluppo dei Crediti di Natura (Nature Credits) come strumento cruciale per mobilitare finanziamenti privati a sostegno della biodiversità. Ecco una sintesi.
1. Contesto Strategico e Finanziamento della Natura
La Commissione sottolinea come la natura sia un alleato cruciale per la salute, la prosperità e la resilienza economica, fornendo servizi ecosistemici essenziali.
• Dipendenza Economica: Più della metà del PIL globale e due terzi del valore economico aggiunto dell’Unione Europea dipendono dalla natura e dai suoi servizi ecosistemici. La perdita di natura è un fattore principale di perdite economiche e rischi finanziari.
• Divario Finanziario: Nonostante gli sforzi (come il Target 19 del Quadro Globale per la Biodiversità – GBF), i finanziamenti pubblici sono insufficienti a colmare il fabbisogno di investimenti per la natura, stimato in 65 miliardi di euro all’anno a livello UE.
• Ruolo dei Crediti di Natura: I Nature Credits sono strumenti innovativi e volontari che mirano a integrare i finanziamenti pubblici per premiare gli attori in prima linea (agricoltori, proprietari terrieri, ecc.) che contribuiscono a salvaguardare e migliorare questo “asset economico strategico”.
2. Definizione e Modello di Funzionamento
I Crediti di Natura sono proposti come strumenti basati su integrità, trasparenza e robustezza scientifica.
• Definizione del Credito: Un Credito di Natura è un’unità che rappresenta un risultato positivo per la natura (nature-positive outcome).
• Requisiti: Tale risultato deve derivare da un’azione certificata e verificata in modo indipendente, e quantificata utilizzando una metrica o un indicatore di biodiversità riconosciuto.
• Modello a Due Fasi (Certification to Crediting):
1. Certificazione: Assicura che azioni specifiche e di alta qualità a favore della natura (nature-positive actions) siano implementate in linea con criteri predefiniti.
2. Credito: Consente di monetizzare l’impatto dimostrato, trasformando i miglioramenti verificati in un’unità che può essere registrata e scambiata.
• Obiettivo: Stimolare un passaggio dal semplice limitare i danni al rovesciare attivamente la tendenza di perdita di natura.
3. La Tabella di Marcia (Roadmap 2025-2027)
La Commissione ha delineato le seguenti azioni chiave per costruire un mercato dei Nature Credits credibile e scalabile, imparando anche dalle sfide emerse nei mercati volontari del carbonio:
Azione | Obiettivo Principale | Timing |
Istituzione di un gruppo di esperti | Mobilitare competenze e condividere le migliori pratiche per lo sviluppo dei crediti di natura. | 2025 |
Integrazione Carbon Farming (CRCF) | Adottare le prime metodologie ai sensi del Regolamento CRCF (Carbon Removals and Carbon Farming) che includano co-benefici obbligatori per la biodiversità. | 2026 |
Sviluppo Metodologa | Richiedere l’expertise del gruppo di esperti su criteri e metodologie per i mercati dei Nature Credits. | metà 2026 |
Sviluppo Governance | Richiedere l’expertise del gruppo di esperti sulla progettazione dei framework di governance, con particolare attenzione alla semplicità e alle esigenze di PMI e piccoli operatori. | 2027 |
Valutazione Mercato | Realizzare una valutazione a livello UE della domanda e dell’offerta di Nature Credits. | 2025-2026 |
Progetto Pilota Pubblico | Lancio di un progetto pilota per Nature Credits, supportato da fondi UE, per superare i costi iniziali e le incertezze (funzione di seed funding). | 2025-2027 |
Revisione dei Progressi | Esaminare i progressi compiuti e valutare i passi successivi per lo sviluppo e l’ampliamento dei mercati. | 2027 |
La nuova prassi di riferimento UNI/PdR 179:2025
Il 23 settembre 2025 è stata pubblicata la nuova prassi di riferimento UNI/PdR 179 “Requisiti per la valutazione e gestione dell’impronta di biodiversità e i progetti di generazione di Crediti di Biodiversità”. Questo documento, frutto della collaborazione tra UNI e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, offre un quadro metodologico chiaro e scientificamente fondato per:
- Misurare e ridurre l’impronta di biodiversità legata alle attività aziendali.
- Progettare interventi di rigenerazione ambientale capaci di generare crediti di biodiversità.
- Comunicare in modo trasparente e verificabile il proprio impegno nella tutela degli ecosistemi.
La UNI/PdR 179 si applica a qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, e può essere utilizzata sia sull’intero perimetro aziendale sia su singoli siti o progetti specifici. Include inoltre procedure per la valutazione di conformità da parte di terzi al fine di garantire l’affidabilità delle valutazioni. Questa prassi rappresenta uno standard innovativo che rende la biodiversità un asset concreto da tutelare e valorizzare scientificamente.
Come funzionano i crediti di biodiversità
I crediti di biodiversità attribuiscono un valore economico agli interventi che producono benefici ambientali misurabili, quali:
- Protezione dagli eventi climatici estremi.
- Sequestro della CO2.
- Purificazione dell’aria e dell’acqua.
- Conservazione della flora e della fauna.
- Miglioramento e rigenerazione degli habitat naturali.
Ogni credito rappresenta un “risultato di biodiversità” positivo, duraturo e addizionale rispetto allo status quo. A differenza dei crediti di carbonio, i crediti di biodiversità non servono a compensare un impatto negativo, ma costituiscono un vero e proprio investimento diretto nella natura e negli ecosistemi, orientando risorse verso un modello “nature-positive”.
Concludendo, i Nature Credits (o Crediti di Biodiversità) non sono semplici etichette ambientali, ma una nuova frontiera per la conservazione. Sono strumenti capaci di mobilitare risorse, di generare benefici misurabili e garantire trasparenza.
Per le aziende, rappresentano un’opportunità strategica per integrare la natura nella propria governance e nelle proprie strategie ESG e per contribuire in modo credibile a un futuro nature-positive. In questo contesto, la tutela degli ecosistemi si trasforma da costo a un investimento per il benessere comune e la resilienza del pianeta.
Come comunicare e verificare i crediti di biodiversità agli stakeholder
La comunicazione dei crediti di biodiversità agli stakeholder deve essere limpida e fondata su dati scientifici verificati per evitare il rischio di greenwashing, una pratica ingannevole che implica una falsa rappresentazione dell’impegno ambientale dell’azienda. È essenziale che l’azienda non solo descriva le proprie azioni a favore della biodiversità, ma che queste siano effettivamente reali, misurabili e validate da enti terzi indipendenti. Evitare il greenwashing significa anche riconoscere e comunicare con onestà i limiti e le modalità di calcolo degli impatti positivi prodotti, mantenendo un dialogo aperto e costante con tutti gli stakeholder per favorire trasparenza e fiducia.
In sintesi, una comunicazione efficace si basa su trasparenza, partecipazione e rigore scientifico. Deve essere chiara e adattata ai diversi interlocutori attraverso report dettagliati e attività di coinvolgimento diretto, e deve includere la verifica da parte di enti terzi accreditati, come previsto dalla UNI/PdR 179:2025. Questo approccio evita che la comunicazione diventi mero greenwashing, costruendo al contrario un valore condiviso e una reale responsabilità verso la tutela della biodiversità.
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