La quasi totalità degli imprenditori intervistati (il 98%) – titolari di micro, piccole o medie imprese – ritiene che in Alto Adige ci sia una carenza di aree per l’insediamento delle aziende produttive. Una percentuale quasi analoga, il 94%, valuta “molto superiori alla media” i prezzi di mercato degli immobili produttivi altoatesini rispetto alla media del Nord-Est. Il 30% ha necessità di trasferirsi in nuovi spazi adeguati, il 44% vorrebbe ampliarsi e solo il 20% è soddisfatto della sede attuale. Questi dati emergono dall’indagine “Fabbisogno di nuove aree produttive per le piccole imprese in Alto Adige”, realizzata da CNA Alto Adige Südtirol tra fine agosto e fine settembre e presentata oggi, martedì 30 settembre, nel corso di una conferenza stampa.
Un campione di 50 aziende associate ha risposto al questionario online o a un’intervista telefonica dell’associazione di categoria. Tra i dati del sondaggio, illustrati dalla direttrice Lorena Palanga, emerge che per il 96% degli intervistati la zona in cui servono nuove aree produttive è Bolzano, il 36% ha indicato Laives, il 6% Merano, il 4% Bassa Atesina e Oltradige.
“È un problema molto sentito nel fondovalle – ha rimarcato la direttrice Palanga – che non trova risposte da oltre dieci anni. Nelle 14 zone produttive di interesse provinciale, risulta ci sia solo un piccolo immobile a Salorno pronto per essere assegnato a bando. La Provincia non pianifica né la creazione di nuove zone produttive né l’espansione di quelle attuali. I Comuni del fondovalle da decenni non individuano zone produttive di interesse comunale. Nessuno ha reale contezza del fabbisogno perché non ci sono più le graduatorie per l’assegnazione”.
Servono nuove aree alle imprese? CNA ha portato la “case history” di Ivano Ghittorelli, titolare dell’impresa Inoxferdi, una carpenteria metallica di Bolzano, conosciuta e apprezzata, costretta ad operare tra gli edifici residenziali in via Druso. Da 20 anni alla ricerca di uno spazio adatto, l’impresa non riesce a trovare soluzioni. E, come Inoxferdi, il 44% degli imprenditori intervistati ha necessità di ampliare la sede, il 30% di trovarne una nuova. Solo il 20% manifesta di non avere necessità in tal senso.
Le esigenze delle piccole imprese sono concentrate su aree fino a 500 mq (48%) e tra 500 e 1.000 mq (24%), poche le imprese che cercano oltre 1.000 o oltre 1.500 mq. Le difficoltà principali: mancanza di aree (70%), prezzi eccessivi (60%) e immobili non adatti (20%).
Le proposte di CNA Alto Adige Südtirol sono state illustrate dal presidente Cristiano Cantisani: “Riteniamo ormai improcrastinabili alcune iniziative per riattivare il governo del territorio finalizzato ad una programmazione urbanistica che consenta un’adeguata suddivisione dei pochi terreni disponibili fra tutti i settori economici. Il quadro normativo progressivamente implementato a partire dal 2013 ha, alla resa dei conti, agevolato le speculazioni immobiliari e l’aumento sistematico dei prezzi delle aree degli immobili ad uso produttivo, ponendo fuori mercato le micro, piccole e medie imprese. Il meccanismo dell’esproprio, motivato anche dalla necessità di evitare costi eccessivamente elevati, non è più stato preso in considerazione nonostante sia presente nella Legge urbanistica, in vigore dal 2020, per perseguire determinati obiettivi, tra i quali quello di contenere i costi dei terreni, oltre che per evitare la dispersione edilizia. Chiediamo ai decisori politici quale sia il motivo del mancato utilizzo dell’esproprio”.
Oltre alla reintroduzione degli espropri, CNA chiede la riapertura delle graduatorie provinciali per l’assegnazione dei terreni come base concreta per programmare lo sviluppo urbanistico deliberando l’ampliamento delle attuali aree produttive di interesse provinciale o la realizzazione di nuove aree. Analogo provvedimento, potrebbe essere realizzato dai Comuni, in particolare i centri urbani di fondovalle, ovvero la reintroduzione delle graduatorie di assegnazione dei terreni con l’obiettivo di programmare la realizzazione di nuove aree produttive di interesse comunale o sovracomunale.
Parallelamente, per dimostrare il fabbisogno di nuove aree, è indispensabile che i Comuni, in particolare quelli di fondovalle come Bolzano, Merano e Laives, nell’ambito dei rispettivi Piani di sviluppo comunale territorio e paesaggio (PSCTP), diano priorità al censimento obbligatorio degli edifici inutilizzati e delle aree dismesse, comprendendo nella rilevazione anche le aree produttive di interesse provinciale ricadenti nel territorio
.“L’eventuale riutilizzo di edifici inutilizzati – ha aggiunto Cantisani – potrebbe beneficiare di incentivi provinciali per la riqualificazione e il frazionamento degli immobili adeguando gli spazi alle esigenze delle piccole imprese. Senza incentivi, quasi tutti questi immobili finiscono all’asta con tempi molto lunghi e comunque con un meccanismo appetibile più per gli immobiliaristi che per le aziende produttive”.
CNA lancia anche una proposta sperimentale: per evitare che le proprietà immobiliari non coincidano con la conformazione dei lotti individuati dal piano di attuazione, il Comune potrebbe individuare l’area da trasformare in zona produttiva e trattare direttamente con i proprietari predisponendo le bozze di contratto per l’acquisto dei terreni, previa stima dell’ufficio estimo. Un consorzio di imprese – questa è la mission di CNA Alto Adige Südtirol – una volta definita la procedura urbanistica, potrebbe fare la sua parte pagando l’area ai proprietari, secondo il piano di attuazione che nel frattempo, predisposto in bozza, coinciderebbe con le proprietà in acquisizione attraverso il lavoro preliminare del Comune e darebbe garanzie adeguate a chi è disposto ad investire in forma consortile.
“Necessitiamo – ha concluso Cantisani – di procedure efficaci e snelle: nessuna azienda può attendere dieci anni dalla presentazione della domanda di assegnazione di un terreno all’effettiva consegna dello stesso. Tutto ciò soffoca il mondo economico”.
Foto. Da sinistra Felice Espro, Lorena Palanga, Cristiano Cantisani, Ivano Ghittorelli
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link