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Università Cattolica, a Cremona da 40 anni e verso un futuro di internazionalizzazione, interdisciplinarità e innovazione


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Si sono svolte lunedì 29 settembre presso il Campus Santa Monica le celebrazioni per il 40° anniversario di attività dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Cremona. Presente in città dal 1984, l’ateneo si è trasferito, nell’anno accademico 2020/21, dalla struttura di via Milano all’ex convento di Santa Monica, edificio storico cremonese perfettamente recuperato grazie al contributo della Fondazione Arvedi Buschini.

L’Università Cattolica esordì a Cremona il 19 novembre 1984, con l’inaugurazione della SMEA (allora Scuola Master in Economia del sistema Agro-alimentare) che nel 2005 confluì nell’Alta Scuola in Management ed Economia Agro-alimentare. Ora la sua offerta formativa comprende due lauree triennali, tre lauree magistrali e tre master universitari.

Ad aprire l’evento la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Napolioni alle 10 nella Cappella del Campus. In apertura don Maurizio Compiani, assistente pastorale della sede di Cremona dell’Ateneo e incaricato diocesano per la Pastorale universitaria, ha ringraziato i presenti anche a nome di mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica, invitando a pregare «perché si possa avere una visione sul futuro di questo campus che orienti le scelte e gli interventi». «Che il Signore – ha detto – benedica gli sforzi di tutti e illumini la sapienza di tutti, sotto gli occhi della Madre di Sapienza».

Tra i banchi della cappella molte figure di spicco della Cattolica, tra cui la Rettrice Elena Beccalli, il Prorettore del Polo territoriale di Cremona del Politecnico Gianni Ferretti, ma anche il Cavalier Giovanni Arvedi e Mario Arvedi Caldonazzo.

Nel giorno in cui si celebrano gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, l’omelia del vescovo Antonio Napolioni si è aperta proprio con un riferimento agli angeli, che «anche in un tempo materialista come il nostro sono simpatici, hanno il loro successo, compaiono su tutta una serie di prodotti, ambienti, linguaggi, mondi, quasi a rivelare un anelito nascosto, un bisogno di invisibile che per noi cristiani non è però un magma confuso di aspirazioni umane, di bisogni frustrati, non è il libro dei sogni, tantomeno delle favole, ma l’azione reale di Dio nella storia». Gli angeli dunque come creature spirituali che manifestano la vicinanza di Dio e custodiscono la nobiltà dello spirito umano, compiutamente incarnato in Cristo. Tutta la creazione è stata pensata in vista di Lui e gli angeli, servi di Dio, ne custodiscono il mistero.

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«Alcuni di loro li chiamiamo addirittura arcangeli e portano nel loro nome il nome stesso di Dio», ha proseguito, paragonando poi in tono scherzoso questi ultimi ai presidi delle facoltà universitarie: «l’universo è come un’università, che richiede armonia tra le diverse discipline: pensiero, cura, difesa… non può ridursi tutto a un solo aspetto. È necessaria una universitas, una sinfonia di forze guidate dallo Spirito, in contrasto con le divisioni e i conflitti che segnano il nostro tempo».

Napolioni ha ricordato poi che la comunità è invitata a riconoscere che la casa di Dio è l’universo e che l’uomo realizza la sua grandezza quando mette in ordine le proprie facoltà, orientandole allo Spirito e che dal cuore di Gesù sgorga l’ispirazione dell’Università Cattolica, chiamata a formare giovani e a servire l’intera civiltà.

Il Vescovo ha infine citato le figure di Armida Barelli e di padre Agostino Gemelli, «che hanno aperto la via che stiamo percorrendo e sono testimoni di un cammino da proseguire».

Dopo la Messa la celebrazione è proseguita nell’Aula magna del Campus, dove il rettore Elena Beccalli ha aperto il proprio intervento salutando i presenti e rivolgendo «un saluto sentito e affettuoso alle studentesse e agli studenti, alle laureate e ai laureati e a coloro che in questi 40 anni hanno dedicato energia e passione al campus, contribuendo attivamente a renderlo non solo un luogo di formazione, bensì una comunità viva, generativa, inclusiva». Si è quindi concentrata sul rapporto strettissimo con la città da parte di un Campus nel quale «accogliere e formare nuove generazioni di studentesse e di studenti è un privilegio, perché è un luogo dove l’arte convive con le più avanzate tecnologie. Qui fare ricerca scientifica in laboratori innovativi rende completo il desiderio di costruire un ponte tra il passato e il futuro. Qui, nel monastero di Santa Monica, splendidamente recuperato grazie a un’alleanza strategica tra diverse istituzioni – la Fondazione Arvedi Buschini, la Regione Lombardia, il Comune, la Provincia, la Diocesi, la Fondazione Cariplo – è possibile toccare con mano il frutto di un rigoroso lavoro sinergico che ha dato vita alla nuova casa di tutte le studentesse e gli studenti dell’Università Cattolica che scelgono Cremona per costruire il loro futuro. Una casa accogliente, centrale, di straordinaria bellezza nel cuore della città. Una vera e propria cittadella della cultura e dell’innovazione».

Campus che è solamente l’ultima tappa di un percorso che la Cattolica ha intrapreso oltre quaranta anni fa e che «mi piace paragonare a un mosaico, dove tante tessere si compongono armonicamente attraverso il paziente lavoro di cesellatura delle tre facoltà: Scienze agraria alimentari ambientali, Economia e giurisprudenza e Psicologia». Un mosaico i cui tasselli risalgono addirittura agli Anni ’50, con le prime ipotesi di corsi della facoltà di Agraria a Cremona, ma che hanno trovato compimento nel 1984, con la firma di una convenzione che istituì una scuola di specializzazione in economia agroalimentare e l’avvio ufficiale delle attività didattiche. A breve giro fu poi la volta della nascita del Centro Ricerche Biotecnologiche, un’innovazione a livello europeo. Nel 2005 l’Istituzione dell’Alta Scuola in Management ed Economia Agroalimentare (Smea) e nel 2006 la creazione del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale.

Il rettrice ha poi offerto uno spaccato sul futuro del campus cremonese, nel quale l’offerta formativa si è progressivamente ampliata seguendo tre direttrici: internazionalizzazione, interdisciplinarità e innovazione. Ma anche collaborazione con altri atenei, come recentemente è accaduto con l’avvio del Master in Intelligenza Artificiale e Data Science in collaborazione con la nuova sede cremonese del Politecnico di Milano.

Anche il sindaco Andrea Virgilio ha sottolineato il forte legame della Cattolica con la città di Cremona, in un discorso che è ruotato attorno al concetto di responsabilità condivisa tra la città di Cremona e l’Università. Virgilio ha evidenziato come si stia passando dall’essere una città con l’università ad una vera e propria città universitaria, invocando la necessità di un salto di mentalità che integri pienamente l’ateneo nel tessuto sociale e culturale. Il Sindaco ha poi descritto la nuova sede nel campus di Santa Monica come un abbraccio tra la storia della città e le nuove generazioni. Un abbraccio che deve allargarsi, creando un dialogo costante tra le filiere produttive locali e le opportunità di ricerca offerte dall’ateneo.

Dialogo che deve sfociare in azioni concrete per il futuro: servizi per gli studenti, maggiore flessibilità nei trasporti, spazi culturali accessibili e un’apertura della città verso le esigenze e la cultura dei giovani. In un’epoca di frammentazione, ha aggiunto Virgilio, l’università ha il compito fondamentale di farsi ponte: un luogo aperto che accoglie talenti senza badare al passaporto, costruisce reti internazionali e difende il diritto allo studio, mettendo sempre la persona al centro. Il 40° anniversario non è visto dal sindaco soltanto come un traguardo, ma come un momento di maturità che chiede metodi, ascolto e collaborazione per costruire un futuro in cui l’università e la città crescano insieme in un’unica comunità integrata.

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Il prof. Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, ha aperto il proprio intervento omaggiando i pionieri della Cattolica di Cremona, ringraziando in particolare il professor Giovanni Galizzi e il professor Vittorio Bottazzi, definito il maestro che ebbe l’intuizione di creare a Cremona il primo centro di biotecnologie agroalimentari. Cocconcelli ha poi evidenziato il ruolo dell’Università Cattolica come motore per lo sviluppo sostenibile del territorio. Citando uno studio della European University Association (EUA), ha sottolineato che, sebbene le università siano essenziali per la crescita, spesso mancano di un impatto diretto sulla società locale. La visione dell’Università Cattolica, invece, è quella di trasferire le conoscenze per il bene comune, come indicato da san Giovanni Paolo II. Il Preside ha sottolineato l’urgenza di rafforzare il legame con le imprese, intensificando la collaborazione con il tessuto produttivo e le istituzioni locali e di sostenere l’imprenditorialità giovanile, vero motore della crescita che deve essere sostenuta nel trasformare la creatività dei ragazzi in progetti di valore. Infine ha delineato un ambizioso obiettivo per il futuro: diventare un hub internazionale di talenti, da attrarre e trattenere in città per fare vera innovazione nel settore agroalimentare.

A seguire, il prof. Marco Allena, Preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, si è concentrato sulla centralità del rapporto tra economia e agricoltura, ambito su cui l’ateneo lavora da sempre attraverso studi giuridici, politiche economiche e ricerca. Richiamando la Dottrina sociale della Chiesa, Allena ha ricordato che dalla Rerum Novarum, del 1891, fino alla Laudato si’ del 2015, l’agricoltura è stata sempre al centro del pensiero cattolico. Agricoltura che oggi affronta sfide cruciali: globalizzazione, cambiamenti climatici, innovazione tecnologica, sostenibilità, tutela delle risorse naturali. Serve dunque una visione economica europea di lungo periodo, con politiche fiscali, doganali ed economiche che sostengano cittadini e imprese. L’UE deve decidere se restare marginale oppure tornare protagonista nello scenario globale. Uno scenario nel quale Cremona ha un ruolo strategico: il settore agricolo rappresenta il 5% del PIL provinciale (contro l’1% regionale), con aziende efficienti, meccanizzazione avanzata e forte tradizione zootecnica e casearia. Investire in agricoltura, ha chiosato il professor Allena, significa investire nella crescita del Paese e rafforzare la centralità dell’Italia in Europa e nel mondo, perché da questo settore dipende la prosperità delle nazioni.

Il prof. Alessandro Antonietti, Preside della Facoltà di Psicologia, ha ricordato che la psicologia a Cremona ha una storia recente, avviata con corsi e laboratori grazie all’intuizione del Prof. Claudio Bosio. Questo percorso è culminato nell’attivazione, a partire dal 2023/24, di una laurea interfacoltà in Consumer behaviour: psychology applied to food, health and environment in lingua inglese. La psicologia si è inserita inizialmente nel settore agroalimentare, per studiare come i cittadini percepiscono la qualità dei prodotti e come i comportamenti di consumo siano influenzati da informazione, stili di vita e contesto sociale. Successivamente, l’ambito si è ampliato includendo salute, educazione, sport, disabilità, inclusione e perfino la musica. Pur mancando di una lunga tradizione storica, ha concluso Antonietti, la psicologia a Cremona mostra prospettive di sviluppo interessanti e promettenti per il futuro.

L’ultimo intervento dei presidi del Campus è infine toccato al prof. Lorenzo Morelli, Coordinatore delle strategie di sviluppo logistico e operativo del polo cremonese, che ha ripercorso le tappe storiche della presenza accademica a Cremona dal punto di osservazione privilegiato dei suoi 36 anni in Cattolica. Morelli ha richiamato il sostegno della provincia di Cremona già nel 1949 per la nascita della facoltà di Agraria a Piacenza e le successive innovazioni, come l’apertura della sede cremonese e lo sviluppo delle biotecnologie alimentari. Ha sottolineato poi il forte impegno del territorio nel sostenere l’università nei momenti di crisi, garantendone la continuità. In conclusione ha evidenziato una “voglia di università” che caratterizza Cremona e l’attuale sfida: trasformare gli ingenti investimenti fatti in un vantaggio stabile per il territorio, trattenendo gli studenti internazionali attratti dall’Ateneo e valorizzando le competenze formate localmente.

È stato poi il turno della relazione “Sfide future e nuove competenze per l’industria alimentare”, tenuta dal Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare.

A seguire, dopo un intermezzo musicale a cura degli studenti dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi” e l’inaugurazione del Pianoforte “Società Anonima Pianoforti, Anelli Cremona”, modello XIII, anno 1927, donato dal dott. Fabio Perrone e restaurato con il supporto della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini, le testimonianze di dott. Carlo Aquilano, Alumnus SMEA, Chief Commercial Officer di De Cecco, e del prof. Edoardo Fornari, Direttore dell’Alta Scuola SMEA, Università Cattolica del Sacro Cuore.

Per Carlo Aquilano la «Smea è una parentesi molto importante per tanti studenti che oggi sono dei professionisti e per il contributo di tanti professori, tanti presidi che si sono alternati nel corso di questi anni per offrire quello che è il patrimonio più importante di ogni professionista e che, tutti i giorni, ci porta ad avere un’intuizione oppure, più semplicemente, la soluzione a un problema. Non solo per l’economia di un’azienda, ma anche a livello sociale, umanistico e formativo, che rappresentano un fondamentale patrimonio per le persone nei contesti in cui operano».

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In tarda mattinata la proiezione del video celebrativo del 40° anniversario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona ha chiuso la celebrazione.

Claudio Gagliardini


TeleRadio Cremona Cittanova



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