L’innovazione urbana ha trovato in Mind il suo laboratorio naturale. Federated Innovation @Mind, la rete di private imprese che portano innovazione sul distretto milanese, ha lanciato tre progetti strategici nell’area City of the Future, che puntano a ridefinire il modo in cui costruiamo, gestiamo e viviamo le città del futuro. Al centro della nuova strategia della federazione ci sono cinque macro-settori che definiranno i progetti di innovazione su cui lavoreranno aziende, enti e associazioni che fanno parte di Federated Iinnovation @Mind: Mind Citizen Data per la governance intelligente dei dati urbani, Mind Health Data Space per valorizzare i dati sanitari, Circular Economy per la sostenibilità, How We Build per l’innovazione edilizia e urbana, e Patient Journey per trasformare l’assistenza sanitaria territoriale. “L’aspetto interessante e differenziante di Federated è proprio quello di mettere insieme aziende, enti, centri di ricerca che normalmente non collaborerebbero gli uni con gli altri”, spiega Stefano Minini di Lendlease, direttore generale di Federated Innovation @Mind, delineando la filosofia alla base dell’iniziativa.
La costruzione del futuro: oltre il cantiere tradizionale
Il primo progetto flagship dell’ambito “City of the Future” tocca direttamente il cuore dell’attività di Mind: le costruzioni e il property technology. Con una pipeline di sviluppo che rappresenta il 30-50% del completamento dell’intero distretto, Mind si configura come uno dei più importanti cantieri d’Italia, offrendo un’opportunità unica di controllo dell’intera filiera edilizia. “L’infrastruttura e l’ambiente costruito sono così resistenti all’innovazione – osserva Minini – Nelle classifiche dei settori più impattati dall’innovazione e dalle nuove tecnologie l’edilizia è sempre più in basso, anche dell’agricoltura”. La risposta di Federated Innovation è stata creare un gruppo trasversale che parte dagli sviluppatori e coinvolge general contractor e provider verticali per ottenere soluzioni di costruzione più sicure, più veloci, a minore impatto ambientale e più salutari per gli utilizzatori.
Il progetto del Modular prefab construction system, già implementato nell’edificio Horizon, che è uno degli edifici in legno più alti d’Italia, che sarà completato nel 2026, rappresenta il primo successo concreto di questo approccio. “L’abbiamo messa a mercato e l’abbiamo confrontata con soluzioni tradizionali”, racconta Minini, sottolineando come la tecnologia sviluppata utilizzi legno insieme al calcestruzzo per creare solai prefabbricati più sostenibili e sicuri.
Wood Beton, protagonista di questo sviluppo, conferma l’impegno nel nuovo corso di Federated Innovation. “Dopo il successo del precedente progetto di ricerca recentemente concluso, Wood Beton conferma la propria partecipazione all’interno di Federated Innovation, portando un nuovo tema al centro del lavoro: lo sviluppo di Easy Build 3.0 – annuncia Giovanni Spatti, amministratore delegato di Woodbeton – Si tratta di una soluzione innovativa, completamente a secco, sostenibile lungo l’intero ciclo di vita della struttura, attenta alla sicurezza degli operatori, alla qualità del costruito e capace di ridurre significativamente i tempi di realizzazione”.
L’evoluzione del progetto
L’evoluzione del progetto prevede lo sviluppo di tetti verdi per affrontare il problema delle isole di calore urbane e, in collaborazione con Abb, l’implementazione di sistemi integrati per la ricarica delle auto elettriche. “Il trasferimento di una delle sedi di Abb nell’area Mind non è semplicemente una mossa logistica, ma un passo strategico per diventare un attore chiave in un ecosistema – spiega Paolo Faure, Global R&D Manager Smart Building di Abb Electrification – L’obiettivo è implementare sistemi avanzati per la generazione e il consumo intelligente di energia elettrica, includendo tecnologie come la ricarica bidirezionale dei veicoli, sia cablata che wireless, micro-reti in corrente continua e applicazioni per la gestione dell’energia tramite intelligenza artificiale”.
Economia circolare: da cantiere a città sostenibile
Il secondo progetto flagship si concentra sull’economia circolare, un tema di crescente rilevanza in un contesto di difficoltà delle filiere globali e necessità di approvvigionamento più sostenibile. Mind, da gigantesco cantiere, si sta trasformando in una città completa con tutte le sfide che questo comporta: approvvigionamento idrico, consumo, depurazione e riutilizzo.
“Abbiamo riciclato il 98% dei materiali demoliti”, rivela Minini, evidenziando come Mind abbia già dimostrato concretamente l’impegno verso la sostenibilità. Ora l’attenzione si sposta sui rifiuti che verranno prodotti dalla popolazione futura del distretto, con due filoni principali di sviluppo. Il primo riguarda lo smaltimento e la pulizia urbana, dove la partnership tra Lendlease, A2A e Principia è centrale. “Stiamo studiando la possibilità di testare una potenziale tecnologia di spazzatrice autonoma”, spiega Minini. “Perché si può fare in Mind? Perché qui possiamo chiudere delle strade, possiamo testare la tecnologia e abbiamo una committenza intelligente e pronta al cambiamento”.
Il secondo filone si concentra sulla gestione delle acque reflue ospedaliere, un tema destinato a diventare sempre più critico con l’evoluzione della regolamentazione europea. I residui farmaceutici derivanti dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento scorretto inquinano le acque e il suolo e rappresentano un rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Studi hanno rilevato antimicrobici nell’ambiente, ad esempio nelle fonti idriche, il che può contribuire alla resistenza antimicrobica. Le nuove norme proposte potrebbero imporre alle aziende che intendono immettere medicinali sul mercato di effettuare valutazioni del rischio ambientale e di adottare misure di attenuazione del rischio. “Ci sarà un cambiamento regolatorio in fase di studio da parte dell’Unione europea per cui verrà istituita una tassazione a monte delle aziende farmaceutiche in base agli inquinanti che inventano all’interno dei loro farmaci. Intendiamo dare una risposta di filiera a questa sfida, cercando di mettere insieme chi i farmaci li produce, chi li consuma (attraverso gli ospedali), e chi ne smaltisce i residui”, anticipa Minini.
La città digitale: verso un’esperienza urbana integrata
Il terzo progetto rappresenta forse la sfida più ambiziosa: la digitalizzazione dell’interfaccia tra cittadini e città. Con l’arrivo dell’università Statale e la prospettiva di 30.000 nuovi cittadini tra studenti e personale di laboratorio, Mind si prepara a diventare un vero laboratorio di smart city. “Come riusciamo a generare un’esperienza anche digitale che sia interessante per una popolazione giovane che si chiede e che giustamente chiede tecnologie non soltanto fisiche ma anche digitali?”, si interroga Minini, delineando la visione di una piattaforma digitale che serva tutti i cittadini di Mind.
Il progetto prevede l’integrazione di una massa enorme di dati già esistenti: mobilità, manutenzione, servizi di comunità, gestione degli edifici. Questi verranno arricchiti con dati socio-demografici forniti da Tim e informazioni innovative raccolte attraverso tecnologie all’avanguardia, come quelle sviluppate da Esselunga nel suo laboratorio all’interno di Mind.
Un modello replicabile per il futuro urbano
Quello che emerge dall’approccio di Federated Innovation è un nuovo paradigma di sviluppo urbano, dove l’innovazione nasce dalla collaborazione tra settori tradizionalmente separati. “Alto impatto, co-finanziamento e Mind come laboratorio”: Minini riassume i tre principi fondamentali che guidano i progetti flagship.
L’obiettivo non è la pura ricerca, ma lo sviluppo di proof of concept e tecnologie immediatamente esportabili al di fuori e scalabili. Mind si conferma così non solo come uno dei più importanti progetti di rigenerazione urbana d’Europa, ma come un laboratorio vivente dove le città del futuro prendono forma oggi, attraverso la collaborazione tra aziende, università e istituzioni in un ecosistema di innovazione unico nel panorama italiano ed europeo. Come conclude Paolo Faure di Abb: “Mind e il network Federated Innovation offrono un’opportunità unica, fornendo un ambiente favorevole per la creazione e l’installazione di questi sistemi e trasformandosi in un laboratorio vivente che permetterà di testare sul campo l’efficacia delle soluzioni adottate, a supporto della continua ricerca e innovazione”.
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