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Imperia, presentato il Rapporto economico provinciale del 2024


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03:25

Questa mattina, nella sede imperiese della Camera di Commercio Riviere di Liguria è stato presentato l’annuale Rapporto economico provinciale, realizzato in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne.

Il documento fotografa la situazione della provincia di Imperia, mettendo in evidenza un tessuto economico che mostra stabilità e capacità di adattamento, pur all’interno di un contesto complesso.

Secondo i dati, la provincia mantiene, rapportato al contesto macro, una buona tenuta demografica e produttiva, con un saldo positivo delle nuove imprese. Il mercato del lavoro registra una crescita dell’occupazione, mentre alcuni settori chiave, come artigianato, agricoltura, turismo e economia del mare, confermano il proprio peso. Restano però sfide importanti: invecchiamento della popolazione, difficoltà nel reperire personale qualificato, flessione delle compravendite immobiliari e riduzione del credito alle imprese.

“Nel 2024 si sono visti segnali positivi”, dice Paolo Cortese, del Centro Studi Tagliacarne, “soprattutto nel settore dell’imprenditoria che torna a crescere. Crescono numerosi settori, e cresce soprattutto l’occupazione, rispetto alla media nazionale. Sono segnali di un ‘sentiment’ positivo che pervade gli operatori economici della provincia e danno l’idea di un dinamismo più favorevole rispetto al quadro complessivo. Ci sono ovviamente anche criticità. Il mercato immobiliare flette. C’è un esportazione in flessione, ci sono anche prestiti a imprese e famiglie che si riducono. Siamo chiaramente in un periodo incerto e complesso, ma il quadro è tutto sommato positivo, considerando anche questo”.

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La popolazione

In Italia, i cambiamenti demografici degli ultimi due decenni sono stati rapidi e profondi, determinati da fattori economici, socioculturali e tecnologici. Al 31 dicembre 2024, la popolazione residente si attesta a 58,6 milioni di unità, segnando un calo dello 0,6 per mille rispetto all’anno precedente. Il saldo naturale è negativo, con un tasso di natalità ai minimi storici (5,8 per mille) e un tasso di mortalità elevato (11,0 per mille), pari a una perdita netta di -4,8 per mille. Negli ultimi decenni, l’Italia ha registrato un progressivo invecchiamento della popolazione con l’indice di vecchiaia che è salito a 207,6 anziani ogni 100 giovani. Tale squilibrio demografico è destinato ad accentuarsi: entro il 2050, le persone con più di 65 anni saranno tre volte più numerose dei giovani sotto i 15 anni.

La provincia di Imperia presenta nel 2024 una popolazione residente pari a 209.000 abitanti, di cui il 13,9% stranieri, un valore superiore alla media nazionale. Il saldo migratorio estero, pari a 9,5 per mille, è più che doppio rispetto al dato nazionale, mentre quello interno, sebbene positivo, è contenuto (+0,3 per mille). L’aumento complessivo della popolazione risulta pari all’1,7%. L’indice di vecchiaia è pari a 271,3, oltre 60 punti superiore al dato italiano. Il quoziente di natalità si mantiene basso (5,8 per mille), mentre il tasso di mortalità è elevato (13,9 per mille), con un saldo naturale negativo pari a -8,1 per mille, indicativo di un processo di invecchiamento demografico ancora più marcato rispetto alla media nazionale.

Il mercato del lavoro

Nel periodo 2021-2024, il mercato del lavoro nella provincia di Imperia ha mostrato segnali complessivamente positivi, con un miglioramento generalizzato dei principali indicatori occupazionali, una riduzione della disoccupazione e una lieve diminuzione dell’inattività. Queste dinamiche, pur inserendosi in un contesto nazionale e regionale più ampio, evidenziano una ripresa vivace del mercato locale, sebbene permangano squilibri settoriali e di genere. Il tasso di occupazione complessivo a Imperia è passato dal 43,4% nel 2021 al 47,3% nel 2024, avvicinandosi sensibilmente alla media nazionale (47,2%) e riducendo il divario con la Liguria (48,6%). In termini assoluti, gli occupati sono aumentati da 78,1 mila a 85,7 mila unità, con una crescita del +4,3% solo nell’ultimo anno. Il tasso di disoccupazione si è ridotto significativamente a Imperia, passando dal 9,7% nel 2021 al 5,1% nel 2024. Il tasso di inattività si è ridotto dal 41,0% nel 2021 al 38,1% nel 2024. Nel 2024, l’occupazione a Imperia si concentra nei servizi, che assorbono il 47,5% degli occupati, seguiti dal commercio, alloggio e ristorazione (31,4%). Le costruzioni rappresentano il 9,9%, mentre l’industria e l’agricoltura mostrano quote minori (rispettivamente 7,9% e 3,3%).

Il miglioramento occupazionale, accompagnato dalla contrazione dell’uso della CIG, rappresenta un segnale positivo. Tuttavia, esaminando le previsioni di assunzione delle imprese, si osserva una flessione degli ingressi in azienda nel 2024 (15.570; -3,8% rispetto al 2023), accompagnata da un incremento della difficoltà di reperimento delle figure richieste che passa dal 48,4% del 2023 al 51% del 2024.

Il sistema produttivo

Nel 2024 la provincia di Imperia mostra segnali concreti di resilienza e rinnovato dinamismo imprenditoriale, distinguendosi nel panorama ligure e nazionale. Con 25.070 imprese registrate, di cui oltre 21.500 attive, Imperia rappresenta circa il 16% del tessuto imprenditoriale regionale. Il saldo tra nuove iscrizioni (1.407) e cessazioni (1.310) è positivo (+97 unità), un risultato rilevante se si considera che, nello stesso periodo, Liguria e Italia registrano saldi negativi. Questo dato, seppur contenuto in termini assoluti, suggerisce una capacità del territorio di attrarre nuove iniziative imprenditoriali, in controtendenza rispetto a un contesto macroeconomico ancora instabile. Il quadro assume ancora maggiore rilievo se osservato in chiave dinamica: nel confronto annuo 2023–2024, Imperia segna una crescita delle iscrizioni del +9,5% e una contrazione delle cessazioni del -12,8%, percentuali ben superiori alla media ligure e nazionale. Anche se il triennio precedente (2021–2024) aveva evidenziato una lieve contrazione del numero complessivo di imprese, la recente inversione di tendenza segnala una fase di riattivazione e fiducia nel sistema economico locale.

Dal punto di vista strutturale, il sistema produttivo imperiese è composto in gran parte da imprese attive soprattutto nei settori tradizionali e legati al territorio. Le costruzioni rappresentano il 22,9% delle imprese attive, seguite dal commercio (21,3%), dall’agricoltura e pesca (16,4%) e dai servizi turistici (10,3%). Anche il comparto manifatturiero, seppur limitato in termini numerici (circa 1.100 imprese, pari al 5,1% del totale), mostra elementi di specializzazione locale; prevalgono le imprese alimentari e delle bevande, le officine metalmeccaniche e le attività tessili-abbigliamento artigianali.

In tale contesto, la crescita della numerosità di impresa nel 2024 è affidata alle sole società di capitali che, nel 2024, registrano un incremento pari al +5,5%, superiore alla dinamica regionale (+3,9%) e nazionale (+3,1%) corroborando il percorso di ispessimento strutturale del sistema produttivo.

La produzione agricola

Nel triennio 2022–2024, la produzione agricola nella provincia di Imperia mostra un’evoluzione complessivamente positiva, con segnali di rafforzamento nel comparto vitivinicolo e olivicolo, centrali per l’identità economica e culturale del territorio. Pur inserita in un contesto produttivo nazionale e regionale che ha conosciuto forti oscillazioni, la provincia evidenzia una certa stabilità e una moderata capacità di crescita qualitativa.

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Nel 2024, la superficie olivicola di Imperia raggiunge i 7.030 ettari, con un incremento poco marcato rispetto al 2023 (+0,4%). Tuttavia, è sul fronte della produzione che si registra un dato molto rilevante: la produzione passa da 166.000 a 197.000 quintali, segnando un +18,7%. Questo aumento di resa, a fronte di una superficie sostanzialmente stabile, può essere legato agli effetti negativi di annate precedenti, spesso penalizzate da siccità o infestazioni.

Nel comparto vitivinicolo, nel 2024 la superficie coltivata a vite a Imperia raggiunge i 384 ettari (+0,5% sul 2023), con una produzione di 25.120 quintali di uva (+2,7%). Si tratta di volumi contenuti, ma rilevanti per una realtà orientata a produzioni di qualità. In particolare, le superfici e le produzioni DOP/IGP – pari rispettivamente a 264 ettari e 16.020 quintali – risultano in lieve crescita, confermando la tenuta del sistema viticolo imperiese sul fronte della valorizzazione del prodotto e della tipicità territoriale.

L’industria

Nel 2022, le unità locali del settore industriale impiegavano quasi 5.100 addetti, il 9,8% del totale (extra-agricolo e PA), registrando un incremento in linea con il trend nazionale, a testimonianza della capacità del settore di generare lavoro stabile anche in fasi congiunturali complesse. La dimensione media delle unità locali industriali resta contenuta (5 addetti per impresa nel 2022), inferiore alla media regionale e nazionale, riflettendo la prevalenza di micro e piccole imprese. Il valore aggiunto per addetto, inferiore alla media nazionale per circa 30 punti percentuali, è aumentato del 20,9% nel periodo 2015–2022, evidenziando progressi in termini di produttività, pur se a un ritmo più lento rispetto al resto del Paese. La provincia rimane poco presente nei settori industriali a più alta intensità tecnologica: nel 2022 solo il 2,6% degli occupati era impiegato in comparti high-tech o medium-high-tech, una quota ben distante dalla media nazionale (12,2%).

Tuttavia, si registrano segnali positivi sul piano dinamico: gli addetti ai settori high-tech sono cresciuti del 26,3% tra il 2013 e il 2022, e quelli nel medium-high-tech del 2,3%. Sebbene su numeri ancora contenuti, questi dati suggeriscono un graduale processo evolutivo del sistema produttivo industriale locale. Interessante è anche il quadro settoriale restituito dagli indici di specializzazione produttiva. Imperia si distingue per una marcata vocazione agroalimentare, con una concentrazione elevatissima nella produzione di oli e grassi vegetali e animali (indice di 1.574,8), riflesso diretto della lunga tradizione olivicola del territorio. Altri comparti agrifood – dalla produzione di prodotti da forno alla lavorazione di ortaggi – confermano questa tendenza. Accanto all’agroalimentare, emergono specializzazioni nei servizi ambientali e nelle utilities di rango urbano. Sono presenti anche nicchie tecnologiche di interesse, come la fabbricazione di medicinali e la riproduzione di supporti digitali che, pur rappresentando segmenti marginali in termini occupazionali, offrono spunti per lo sviluppo di filiere innovative locali.

L’artigianato

Nel 2024 l’artigianato si conferma una componente strutturale e vitale dell’economia imperiese. Con una quota pari al 33,8% delle imprese attive, la provincia si colloca ben al di sopra delle medie nazionale, regionale e del Nord-Ovest, attestandosi come uno dei territori con la maggiore incidenza di attività artigiane. Questo dato riflette un sistema produttivo formato da piccole imprese radicate nel territorio, spesso unicellulari, che svolgono un ruolo centrale nella tenuta economica locale. La dinamica recente conferma questo quadro di resilienza: nel periodo 2019–2024 Imperia è l’unica area, tra quelle analizzate, a registrare un aumento della quota di imprese artigiane (+2,3%). Mentre a livello nazionale e nel Nord-Ovest

si osservano contrazioni significative, il comparto artigiano imperiese mostra una sorprendente vitalità, capace di adattarsi ai mutamenti socioeconomici e di intercettare nuove opportunità, in particolare nei settori delle costruzioni, della manifattura alimentare, del benessere e dei servizi alle imprese.

Dal punto di vista delle risorse generate, il valore aggiunto prodotto dalle imprese artigiane della provincia di Imperia, nel 2022, ha raggiunto una quota pari al 9,3% del valore aggiunto complessivo dell’economia provinciale. Si tratta di una quota più elevata rispetto a quella osservata a livello nazionale (6,6%) e ligure (7,2%), che sottolinea il peso dell’artigianato non solo in termini numerici, ma anche di contributo effettivo alla creazione di ricchezza. La sfida per il futuro risiede nella capacità di sostenere il rinnovamento generazionale, accompagnare le transizioni digitali e ambientali e rafforzare l’integrazione tra saperi tradizionali e nuove esigenze di mercato. In questo senso, l’artigianato imperiese si conferma non solo una risorsa economica, ma anche un presidio sociale e culturale del territorio, in grado di generare occupazione, valorizzare le filiere corte e promuovere uno sviluppo locale sostenibile.

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La cooperazione

Nel 2024, la cooperazione nella provincia di Imperia rappresenta una componente qualitativamente significativa del tessuto economico locale, pur in un quadro numericamente contenuto. Con 112 imprese cooperative attive, pari al 10,6% del totale ligure, il comparto cooperativo imperiese dimostra una radicata presenza in ambiti centrali per il benessere sociale e lo sviluppo territoriale. In particolare, la distribuzione settoriale evidenzia una forte vocazione verso attività mutualistiche e collettive: le cooperative operanti in ambiti sociali, culturali, ambientali costituiscono il gruppo più numeroso, a cui seguono i settori dell’agricoltura, dei servizi alle imprese e delle costruzioni. Significativo è il peso delle cooperative imperiesi nel settore primario: con 22 imprese, la provincia concentra quasi un quinto delle cooperative agricole dell’intera Liguria, confermando il legame storico tra cooperazione e gestione comunitaria delle risorse rurali.

In questo ambito, il biennio recente evidenzia una dinamica negativa: tra il 2022 e il 2024, il numero di cooperative attive a Imperia è diminuito del 18,2%, un calo superiore sia alla media regionale (-13,5%) sia a quella nazionale (-9,5%). Va specificato che tali dati sembrano riflettere anche i cambiamenti nel contesto normativo e amministrativo, che potrebbero aver portato alla cessazione o alla trasformazione di molte realtà. Di fatto, la cooperazione a Imperia continua a rappresentare un fattore di coesione territoriale e di tenuta sociale; la sua capacità di generare occupazione stabile, il radicamento nei settori sociali e agricoli, e una progressiva estensione a comparti terziari innovativi, ne confermano la valenza strategica per lo sviluppo sostenibile e inclusivo del territorio.

Il commercio estero

Nel 2024 il commercio estero della provincia di Imperia conferma una dimensione contenuta ma dinamica, con 255 imprese attive sui mercati internazionali. Sebbene rappresenti una quota modesta rispetto al totale regionale e nazionale, questo nucleo esportatore si distingue per una marcata apertura verso mercati maturi, in particolare gli Stati Uniti, che assorbono quasi il 28% dell’export imperiese. Dal punto di vista dei valori, l’export provinciale si è attestato a 645,8 milioni di euro nel 2024, in lieve flessione rispetto al 2023 (-3,6%), ma comunque superiore del 12,3% rispetto ai livelli del 2021. Questa dinamica evidenzia una buona tenuta dell’export nel medio periodo, nonostante le turbolenze geopolitiche, inflattive ed energetiche che hanno segnato il contesto internazionale.

La struttura settoriale dell’export conferma il ruolo trainante dell’agricoltura e dell’industria alimentare: insieme rappresentano quasi il 60% delle esportazioni provinciali, con un valore rispettivamente di oltre 223 milioni (+6,5%) e 164 milioni (+4%). In crescita anche comparti a maggiore contenuto tecnologico, come la meccanica (+17,5%), la chimica (+37,3%) e l’elettronica (+17,2%), che, seppur con volumi ancora limitati, indicano un incipiente processo di diversificazione dell’economia locale. Di contro, alcuni comparti hanno segnato contrazioni: in particolare, i mezzi di trasporto (-20,9%) e l’elettronica di precisione (-90%), trascinano al ribasso il risultato complessivo.

Dal punto di vista geografico, l’export imperiese è fortemente orientato verso l’Europa che assorbe oltre l’84% delle esportazioni totali. La Francia si conferma il principale partner commerciale, con una quota del 33,4%, seguita da Paesi Bassi e Germania. Spiccano dinamiche molto positive nei confronti del Regno Unito (+97,6%) e dei mercati emergenti come Emirati Arabi, Austria e Polonia, mentre risultano in calo le esportazioni verso Spagna, Stati Uniti e soprattutto Cina (-76,4%).

Il credito

Nel dicembre 2024, i prestiti in provincia di Imperia hanno registrato una consistenza complessiva pari a 2,95 miliardi di euro, in flessione rispetto alla fine del 2023 del -2,4% (Italia -1,8%). L’incidenza del credito alle famiglie consumatrici è particolarmente elevata: 1,76 miliardi di euro (59,7% del totale; Imperia -1,2%; Italia +0,7%), segno di una struttura creditizia che risponde prioritariamente a esigenze di consumo, mutui abitativi o piccoli investimenti domestici. In tale ambito, il tasso di risparmio delle famiglie imperiesi si attesta al 9,5%, un valore superiore alla media nazionale (8,3%), ma inferiore a quello della Liguria (10,3%) e del Nord Ovest (10,9%). Rispetto al 2019, Imperia registra una perdita di una posizione nella graduatoria nazionale, segnalando una leggera flessione in termini relativi. Questi dati mettono in evidenza come, pur in un contesto caratterizzato da livelli di reddito e consumi pro capite inferiori alla media, le famiglie imperiesi mantengano una discreta capacità di risparmio, probabilmente frutto di un atteggiamento prudenziale e di attenzione alla stabilità economica. Tuttavia, la riduzione rispetto al periodo pre-pandemico evidenzia le difficoltà incontrate dalle famiglie negli ultimi anni, strette tra l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e il progressivo rialzo dei tassi di interesse che ha reso più oneroso l’accesso al credito.

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Tra i prestiti, seguono quelli alle società non finanziarie con almeno 20 addetti (22%; Imperia -7,7%; Italia -7,9%) e quelli alle microimprese e società di persone (13,2%; Imperia -2%; Italia -2,7%). Tra le imprese extra-agricole, i prestiti flettono nell’anno del -4,2% (Italia -3,5%), in particolare nel settore delle costruzioni (Imperia -8,5%; Italia -7,8%). La ripresa dei prestiti negli ultimi mesi dell’anno suggerisce un possibile miglioramento nel 2025, ma permangono criticità legate ai costi elevati per l’accesso al credito soprattutto da parte delle imprese minori.

Il mercato immobiliare

Nel 2024, il mercato immobiliare della provincia di Imperia ha mostrato segnali di rallentamento, proseguendo la fase discendente avviata dopo il picco di transazioni registrato nel 2022. Le compravendite residenziali (NTN)si sono attestate a 4.283, in calo del 5,4% rispetto al 2023 e dell’11% rispetto al 2022, confermando una dinamica regressiva che segue il rimbalzo post-pandemico del 2021. Le cause principali sono legate alla dinamica demografica, all’aumento dei tassi di interesse, alla crescita dei prezzi medi per mq ed alla dinamica dei prezzi delle forniture e dei lavori di ristrutturazione a seguito dei bonus edilizia.

Dal punto di vista tipologico, le preferenze degli acquirenti si orientano nettamente verso abitazioni di piccole e medie dimensioni: oltre il 65% delle compravendite riguarda unità con superficie fino a 85 mq, e solo il 15% coinvolge immobili oltre i 115 mq. Una caratteristica di mercato più accentuata rispetto alla media regionale e nazionale, suggerendo una domanda abitativa caratterizzata da nuclei familiari ridotti, budget contenuti o esigenze abitative temporanee.

L’economia del mare

Come noto, la provincia di Imperia si distingue per il suo legame profondo con il mare. Un legame che va ben oltre la bellezza del paesaggio o la tradizione turistica balneare: si tratta di una vera e propria vocazione economica, radicata nel territorio e capace di generare lavoro, impresa e ricchezza in misura ben superiore alla media nazionale. Nel 2023, l’economia del mare ha rappresentato oltre il 9% del valore aggiunto provinciale, coinvolgendo più di 9.100 lavoratori e oltre 2.300 imprese attive (nel 2024). Numeri importanti, che testimoniano quanto il mare non sia solo un elemento geografico o simbolico, ma una vera e propria colonna portante dell’economia locale. Il comparto più rilevante è sicuramente quello dei servizi di alloggio e ristorazione, che genera quasi due terzi del valore dell’economia blu e offre lavoro a circa 6.750 addetti. Ma l’economia marittima imperiese non si esaurisce con il turismo. Accanto alla ricettività, troviamo infatti una cantieristica che, pur con un numero relativamente contenuto di addetti (circa il 3,6%), incide per oltre l’8% sul valore prodotto.

Un altro settore in crescita è quello delle attività sportive e ricreative legate al mare: queste attività contano quasi un migliaio di lavoratori e più di 370 imprese, contribuendo non solo all’economia ma anche a un nuovo modo di vivere il territorio: più esperienziale, sostenibile, partecipato. Non mancano comparti storici come la pesca e la sua filiera di trasformazione che, pur mostrando una lieve contrazione in termini di occupazione, mantengono un ruolo significativo. Così come la logistica marittima, che genera connessioni e valore, e le attività di tutela ambientale, sempre più strategiche in un contesto di transizione ecologica e valorizzazione della risorsa mare.

Imperia si inserisce così in un quadro regionale particolarmente favorevole: la Liguria è la regione italiana con il moltiplicatore dell’economia del mare più elevato. Ogni euro prodotto dal comparto blu ne genera altri 2,8 nel resto del sistema economico regionale, grazie a una rete di integrazione tra imprese, servizi, porti, turismo e manifattura che non ha eguali in Italia. Anche sul fronte del commercio estero, l’economia marittima imperiese si è dimostrata dinamica. Tra il 2021 e il 2024, l’export del settore eco-mare è cresciuto di quasi il 68%, trainato soprattutto dai prodotti ittici freschi e lavorati, e con la Francia come principale mercato di sbocco.

Ad Imperia, il turismo nei comuni litoranei e costieri rappresenta oltre il 95% dei flussi complessivi del territorio inserendosi integralmente all’interno dell’economia del mare.

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Nel biennio 2023-2024, il turismo italiano ha continuato a crescere con forza, ma Liguria e la provincia di Imperia hanno registrato una tendenza diversa. Mentre a livello nazionale gli arrivi sono aumentati del +4,5% e le presenze del +4,2%, la Liguria ha subito un brusco rallentamento: -15,1% gli arrivi e -12,5% le presenze. La provincia di Imperia, pur in calo (-6,2% arrivi e -4,5% presenze), ha mostrato maggiore tenuta rispetto a quella regionale. Nel 2024 Imperia ha accolto 877.527 arrivi e 3.165.997 presenze, rappresentando il 19,9% degli arrivi e il 22,5% delle presenze regionali, quote in crescita rispetto all’anno precedente. Questo dato riflette una buona capacità di attrazione e fidelizzazione, soprattutto in termini di durata dei soggiorni, con una permanenza media più elevata rispetto ad altre zone della regione.

Nel 2024, gli arrivi stranieri hanno superato quelli italiani (53% contro 47%), ma le presenze italiane risultano leggermente più alte (52,4% vs 47,6%). Imperia si distingue anche nella ripartizione tra alberghiero e extra alberghiero. Se gli alberghi attraggono ancora circa il 70% degli arrivi, le presenze nelle strutture extra alberghiere superano ormai il 45%, a fronte del 42% in Liguria e del 40% in Italia.



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