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Arox, la rivoluzione del chip Made in Italy: dieci volte più efficiente


Un chip tutto Made in Italy con applicazioni per IoT e smart city e la promessa di un’efficienza energetica dieci volte maggiore dei chip concorrenti: è AX-E0 di Arox, startup incubata nel Polihub, l’acceleratore del Politecnico di Milano, e candidata a diventare un unicorno italiano.

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Arox è attiva, specificamente, nell’ambito dei microcontrollori. Ma quanto è Made in Italy la sua tecnologia e quali vantaggi offre alle nostre aziende che usano i chip, come le telco? Lo abbiamo chiesto a Davide Toschi, talento under 30 che ha fondato e guida l’azienda in qualità di Ceo.

Arox e il chip AX-E0 Made in Italy, different by design

“Il mercato dei semiconduttori è molto complesso dal punto di vista tecnico”, ha detto Toschi intervistato da CorCom. “Il nostro ambito sono i microcontrollori, veri e propri computer in miniatura che integrano capacità di calcolo e interfaccia con la sensoristica. L’innovazione di Arox è nella metodologia di design, che ha potuto prendere forma solo partendo completamente da un foglio bianco. Alla base è presente una nuova architettura in cui ogni parte è pensata per dialogare con le altre, senza ridondanze inutili, e capace di ridurre in autonomia la potenza richiesta per ogni operazione al minimo indispensabile. Questo approccio porta a una maggiore efficienza energetica e a un chip che “ragiona” in modo diverso, perché concepito come un organismo coerente piuttosto che come un mosaico di blocchi funzionali. È così che definiamo il nostro essere different by design: AX-E0 non è solo più efficiente, ma incarna un’architettura innovativa che riflette pienamente la visione con cui è stato concepito”.

Arox è dunque Made in Italy nello sviluppo, visto che, nella progettazione del micro-controllore, tutti i “blocchi” sono fatti da Arox. Ma non solo: anche la proprietà è italiana – una precisa scelta di Toschi. In particolare, tra gli investitori c’è GB Invest – gruppo italiano già attivo nei settori come nautica di lusso, real estate e hotellerie – che ha deciso di supportare il progetto condividendone la visione e il potenziale di crescita.

“I costi del settore sono molto alti e di solito le startup vendono quote a fondi esteri per finanziarsi. Noi abbiamo scelto una strada forse più complessa, ma abbiamo voluto restare italiani anche nella proprietà. Così siamo Made in Italy completamente”, sottolinea Toschi. “Solo la produzione effettiva del silicio viene realizzata all’estero, poiché in Italia non sono presenti strutture produttive indipendenti a cui potersi affidare”.

Consumo energetico dieci volte inferiore

AX-E0 è il frutto di un lungo processo di ricerca e sviluppo condotto da Arox per realizzare un System-on-Chip (SoC) a bassissimo consumo energetico. Grazie alla Cpu personalizzata basata su un’architettura Leonardo, il chip riduce il consumo di energia fino a 10 volte rispetto ai processori della stessa categoria, senza comprometterne tuttavia le prestazioni.

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Il chip ha frequenza massima di 32 MHz e supporta diverse interfacce di comunicazione come UART, SPI e I2C. Una delle sue caratteristiche distintive è la tecnologia di energy harvesting, che gli permette di alimentarsi esclusivamente ricavando energia dall’ambiente. È dunque un chip “self-powered”, che elimina la necessità di batterie nei dispositivi che lo integrano.

“AX-E0 segna l’inizio di una nuova generazione di microcontrollori”, spiega Toschi. “È stato concepito per applicazioni che richiedono la raccolta e l’elaborazione efficiente di dati provenienti da sensori, che si tratti di scenari industriali, ambientali o biometrici, dove l’efficienza energetica è cruciale. AX-E0 rappresenta il punto di partenza di una metodologia destinata a rivoluzionare anche altri ambiti. L’obiettivo è offrire un chip così efficiente da far dimenticare il problema della batteria: in numerosi scenari la durata della componente meccanica del sistema risulterà inferiore a quella della parte elettronica. A parità di performance di mercato, AX-E0 consuma fino a dieci volte meno. Le prime applicazioni riguardano l’IoT e le smart city, ma la stessa architettura verrà declinata in dispositivi con maggiore potenza di calcolo. Alcuni sono già in pipeline e saranno destinati ad altre categorie, sempre con la garanzia di un consumo energetico drasticamente ridotto. La prossima release arriverà nella prima metà dell’anno prossimo e sarà pensata per mercati in cui l’elaborazione delle immagini è determinante. Per ora non posso svelare di più”.

I settori e i clienti di riferimento

L’obiettivo di Arox è, infatti, quello di conquistare nuovi ambiti applicativi, tra cui il settore aerospaziale e medicale, continuando a rafforzare la propria presenza nell’IoT.

Intanto AX-E0 si rivolge alle grandi imprese cui servono sistemi di monitoraggio e non vogliono doversi preoccupare della durata della batteria. Arox vende il chip e il cliente lo integra, ma per i clienti strategici è anche in grado di realizzare tutto il sistema con il chip a bordo, offrendo la tecnologia e le competenze in un unico pacchetto.

Arox simbolo di un’Italia all’avanguardia dei chip

La startup si candida a diventare un unicorno italiano?

“L’ambizione è quella”, risponde Toschi. “Siamo già un team di circa trenta persone, cresciuti in poco tempo. Soprattutto, vorremmo diventare simbolo di un’Italia all’avanguardia dei chip: a medio-lungo termine, Arox si propone di consolidare l’Italia come un punto di riferimento nel settore dei semiconduttori, affiancandosi alle eccellenze tradizionali del Made in Italy. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma che ci vedrebbe protagonisti della trasformazione del panorama tecnologico nazionale”.

Non finisce qui: Arox mira ad attrarre studenti e talenti di alto livello dalle università italiane ed estere grazie all’approccio all’innovazione e al prodotto proprietario.

“Noi non siamo solo un’azienda che vende chip, ma che fa ricerca e sviluppo”, sottolinea Toschi. “E per mantenere i risultati tecnici servono eccellenze: siamo esigenti nella ricerca di candidati, ma siamo pronti a offrire molto ai nostri talenti”.

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