Quarto mese di fila col “segno +” per i comparti di Solidarietà Veneto: buon risultato, anche perché matura in un contesto fragile, tra tensioni geopolitiche e economiche. La prospettiva impone prudenza, gestendo il rischio attraverso diversificazione e consulenza.
Sembra ormai lontana la calura estiva del mese di agosto, durante il quale, per il quarto mese consecutivo, tutti e quattro i comparti di Solidarietà Veneto hanno messo a segno performance positive. Il risultato, certamente apprezzabile, matura però in uno scenario politico-economico instabile, segnato dalla battaglia dei dazi che prosegue tra inconsuete e spesso violente coloriture del dibattito internazionale, specchio di un’epoca attraversata da conflitti e tensioni. Fra questi, Gaza e l’Est Europa restano i teatri più critici, in un drammatico crescendo, a cui sembra non si voglia porre fine.
I mercati finanziari, paradossalmente, paiono refrattari alla minaccia di un’ulteriore escalation (e c’è da sperare che abbiano ragione…): l’azionario globale continua la sua corsa, trainato dai mercati USA, ancora una volta brillanti grazie all’hi-tech e all’intelligenza artificiale. In Europa, invece, la crescita è più contenuta e irregolare: oltre alla prossimità con il “fronte orientale” e alla pressione della politica commerciale americana, il vecchio continente risente della crisi dell’automotive tedesco, aggravata di recente dall’instabilità politica francese. Le difficoltà del Governo transalpino nascono soprattutto dal progressivo deterioramento dei conti pubblici, sempre più simili a quelli di casa nostra. Ma c’è qualcosa che va oltre i “numeri”: la crisi politica emerge in un contesto sociale via via più intricato e irrequieto.
Il rebus europeo appare sempre più complesso, anche perché il vecchio continente, e non solo il nostro Paese, si trova nel mezzo di una grave crisi demografica, destinata a ridurne gradualmente il peso nello scacchiere internazionale. La questione è rilevante anche per i Fondi pensione, se si considera che storicamente l’investimento istituzionale si è rivolto in via prevalente al mondo “OSCE”, l’Occidente sviluppato di cui l’Europa, è stata finora un tassello centrale. Ma il mondo destinato a crescere di più è un altro: quello dei BRICS, o, come lo si definiva fino a poco tempo fa, il “terzo mondo”. Un’area ancora quasi del tutto assente nell’investimento dei fondi pensione.
Una certa tensione persiste anche nei mercati obbligazionari, dove gli operatori seguono da vicino il confronto tra il Governo americano, che spinge per ridurre i tassi, e la FED, più prudente e concentrata sul controllo dell’inflazione. Questo clima di incertezza pesa sul dollaro che, dopo la risalita di luglio, ha ripreso a indebolirsi. Alla base c’è anche la questione del debito pubblico statunitense, ormai di dimensioni imponenti, che alimenta dubbi sulla centralità della valuta a Stelle e Strisce come riserva globale.
A rafforzarsi, per contro, è l’oro, che continua a stabilire record su record. Sulla parte obbligazionaria, ferme restando le valutazioni appena condivise, vorremmo proporre una visione un po’ più distaccata dalle dinamiche di breve termine. I rialzi dei tassi del 2022 avevano riportato indietro “l’orologio” dei “rendimenti” di circa un decennio: l’aumento dei tassi comportò – come certamente ricordiamo – una perdita di valore dei titoli già presenti sul mercato, meno appetibili per le loro cedole più magre.
Come ipotizzato allora, a tre anni di distanza possiamo rilevare un effetto positivo: i portafogli obbligazionari, pur tra alti e bassi, offrono cedole più interessanti rispetto all’epoca dei “tassi a zero”. Il risparmio non è più costretto a spingersi verso livelli di rischio più elevati per ottenere rendimenti. Uno “zoccolo duro” che, nella previdenza complementare, resta centrale, specie se i mercati azionari dovessero rallentare il loro passo e soprattutto per chi è in prossimità del pensionamento.
Le riflessioni qui condivise ci rimandano all’approccio di chi opera nel risparmio previdenziale, il cui scopo – val la pena sottolinearlo – è creare la futura pensione. Per l’investitore previdenziale il fulcro è l’attento governo del rischio, più che il “rendimento a tutti i costi”. In tal senso per una forma previdenziale è essenziale – come anche previsto dalla norma – gestire le risorse nel rispetto del principio di diversificazione.
Diversificazione che Solidarietà Veneto persegue da anni nella maniera più ampia: una parte significativa del patrimonio è infatti investita nei cosiddetti strumenti “alternativi”. Questo ci permette di ridurre l’esposizione ai mercati quotati, dove a volte la decorrelazione fra azioni e obbligazioni non si realizza come da “manuale”. Solidarietà Veneto è stato tra i primi fondi negoziali a riconoscere il valore di questo approccio e oggi l’impegno nei fondi alternativi sfiora i 250 milioni di euro. È la scelta dell’economia reale, delle piccole e medie imprese e delle infrastrutture: una decisione che anche nel 2025 si sta rivelando positiva, con un buon contributo alla performance, maturato in gran parte nella prima parte dell’anno, nonostante le tensioni dei mercati quotati.
Rendimenti netti agosto 2025
(* ) i rendimenti sono riportati a valori «di mercato». Garantito è un comparto dotato di garanzia assicurativa di restituzione del capitale.
DINAMICO
Passo dopo passo il Dinamico (+0,47% ad agosto) raggiunge quota +3,28% da inizio anno (benchmark +3,49%). Il rendimento beneficia del buon andamento della componente azionaria, parzialmente ridotto dal rallentamento del dollaro nello stesso periodo. Il comparto Dinamico raccoglie le preferenze del 40% circa delle persone iscritte al Fondo, con un’età media di 34 anni circa. Periodicamente ci fa piacere estendere l’analisi dei rendimenti di questo comparto, superando i limiti del breve periodo, che non è il “terreno di gioco” in cui questo strumento può esprimersi al meglio. Chi ha scelto il Dinamico nell’ultimo decennio sarà felice di sapere che il rendimento maturato dall’agosto 2015 a oggi è stato molto buono: +62,2%, corrispondente a un rendimento netto annuo pari al 4,96%. Sullo stesso livello (+4,68%) si mantiene anche il rendimento medio nei vent’anni, un dato da non trascurare considerando che questo comparto viene utilizzato da chi è più giovane e per archi di tempo molto lunghi, idealmente superiori ai vent’anni.
Si tratta di performance che contribuiscono a centrare gli obiettivi previdenziali determinati dal Consiglio di amministrazione, senza insistere eccessivamente nell’esposizione al rischio, rispondendo così alle aspettative dell’investitore medio che pianifica il suo percorso previdenziale. Una soluzione resa possibile anche grazie ai risparmi generati da una gestione poco costosa (ISC a 35 anni Dinamico: 0,28%).
Da quest’estate sentiamo di nuovo parlare con una certa frequenza di TFR, quindi vale la pena evidenziare che la rivalutazione del Trattamento di Fine Rapporto lasciato in azienda (o destinato al Fondo di tesoreria dell’INPS), ha generato negli ultimi dieci anni un rendimento medio del 2,49%, circa la metà di quello ottenuto dal Dinamico. Un bel risultato per chi ha scelto questo strumento, a cui si aggiungono il vantaggio fiscale e, per lavoratori e lavoratrici dipendenti, quello derivante dal contributo a carico dell’azienda.
REDDITO
Anche il comparto Reddito prosegue ad agosto nella dinamica del “passo dopo passo”. Con il +0,40% del mese, il rendimento si porta così a quota +1,94% da inizio anno (benchmark +1,92%). Positivo ancora una volta il contributo della componente azionaria che, dal mese di luglio, è stata incrementata al 37%, nel rispetto dell’impostazione di asset allocation deliberata lo scorso dicembre dal Consiglio di Amministrazione del Fondo.
Fermo restando il contributo generato dalla componente obbligazionaria (circa il 63% delle risorse gestite), se i mercati azionari continuano a performare positivamente, ci si attende da qui a fine anno un risultato migliore rispetto al primo semestre. Tra l’altro in questi sei mesi, a contribuire maggiormente al rendimento del comparto non sono state né le azioni né le obbligazioni quotate. Spiccano gli investimenti in “economia reale”, realizzati tramite fondi alternativi dedicati a PMI e infrastrutture, il cui rendimento, come da attese, resta decorrelato da quello dei mercati quotati.
PRUDENTE
Agosto stabile per il Prudente (+0,18%), in un quadro generale moderatamente positivo soprattutto per i mercati azionari dei Paesi sviluppati e per il mercato obbligazionario statunitense. Un andamento che ha compensato quello meno brillante dei mercati europei, sui quali ha pesato l’accordo sui dazi Europa–USA e il clima di incertezza politica e fiscale, in particolare riferito alla situazione francese. Da inizio anno, il rendimento del comparto si attesta a +1,54% (benchmark +1,59%).
GARANTITO
Agosto regolare per il Garantito, con il valore quota che continua nella sua abituale progressione (+0,10%). La performance di inizio anno raggiunge così il +1,54%. La quota azionaria, che il gestore ha portato al 4% proprio a fine agosto, con un incremento di 1 punto percentuale rispetto a luglio, e la focalizzazione su titoli di stato a breve e media scadenza (inferiore ai 5 anni), contribuiscono a mitigare la volatilità dei mercati finanziari. A due mesi dal “compleanno” della gestione di Anima Sgr, il comparto continua a distinguersi per la sua stabilità e per il basso livello di rischio, confermando le attese delle persone (8% del totale circa, prevalentemente di età superiore ai 55 anni) che l’hanno scelto per le sue caratteristiche: stabilità e protezione assicurativa del capitale.
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