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Polizze catastrofali, dal 1° ottobre obbligo anche per le medie imprese: dai costi alle sanzioni, cosa sapere


di
Fausta Chiesa

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Tutte le aziende tra 50 e 250 dipendenti tranne quelle agricole dovranno avere la copertura contro sismi, alluvioni e frane (cosiddette «CatNat»). Il professor Cesari: «I costi? Serve mutualità»

C’è tempo fino a martedì 30 settembre per le medie imprese di stipulare una polizza contro le catastrofi naturali: il primo ottobre scatta infatti l’obbligo, già in vigore dal 31 marzo per le grandi aziende, per le «CatNat». Sono circa 25 mila le medie imprese italiane (che hanno tra 50 e 250 dipendenti) che da mercoledì prossimo 1 ottobre dovranno essere coperte da rischi quali, terremoti, alluvioni e frane. L’obbligo assicurativo, il secondo nel nostro Paese dopo l’Rc Auto, vale per tutte le società iscritte nel registro delle imprese, escluse quelle agricole. Per le piccole e piccolissime (fino a 50 dipendenti) che sono circa 4,3 milioni l’obbligo scatterà dal primo gennaio 2026. 

Le sanzioni 

Chi non sarà coperto dalla CatNat non sarà punito con una multa ma come sanzione non potrà ricevere contributi, sovvenzioni o agevolazioni, inclusi quelli connessi a eventi calamitosi e catastrofali. Inoltre, rischia di avere ripercussioni sulla concessione dei prestiti. Gli eventi coperti sono i sismi, le alluvioni, le inondazioni, le esondazioni e le frane. Non la grandine. Tutti gli eventi entro le 72 ore fanno parte di un unico sinistro e per i terremoti occorre la dichiarazione di stato di calamità. 




















































I beni coperti

I beni coperti sono le immobilizzazioni materiali: terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. Sono esclusi dall’obbligatorietà il magazzino e simili (le merci e i prodotti) e quindi chi volesse assicurarli deve richiedere un’estensione della polizza. 
La polizza prevede uno «scoperto o franchigia» fino al 15% del danno. Le compagnie assicurative hanno l’obbligo di stipulare una CatNat e la normativa, per chiarezza dell’informazione, ha previsto un Documento Informativo Precontrattuale (Dip) che prevede di esplicitare che cosa è assicurato, che cosa non è assicurato, se ci sono limiti e dove vale la copertura, che obblighi ha il contraente, quando e come deve pagare, quando comincia e quando finisce la copertura e come può disdire la polizza. 

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I costi delle polizzi catastrofali

Ma quanto costano? Il contratto assicurativo deve avere premi proporzionali al rischio. «I prezzi di queste coperture – spiega Riccardo Cesari, professore ordinario di Metodi matematici delle scienze attuariali e finanziarie all’Università di Bologna- sono molto variabili e dipendono da tre fattori principali: dall’area territoriale dove si trova l’impresa, dal valore di immobili, impianti e macchinari oggetto della polizza e dalla loro maggiore o minore vulnerabilità per l’assenza o meno di sistemi di protezione, rafforzamento, mitigazione del rischio. La legge non poteva fissare un livello di premio. Invece, la concorrenza e la libera contrattazione di mercato dovrebbero portare i premi effettivi al loro livello minimo, in presenza di imprese attente, consapevoli e informate, capaci di selezionare l’offerta e rivolgersi alle assicurazioni più efficienti». In pratica, l’imprenditore si dovrebbe attivare per tempo e farsi fare più preventivi.

Il divario dei premi

E proprio perché il premio dipende dal minore o maggior rischio, le aziende che si trovano in zone sismiche o soggette ad alluvioni potrebbero pagare di più di altre che hanno i beni coperti in zone più sicure. Il professor Cesari ha condotto una simulazione prendendo come caso il terremoto e gli immobili residenziali. Per 100 mila euro di valore assicurato per Milano si calcola un premio medio di circa 7 euro, mentre per L’Aquila il premio sale a 650 euro, quasi 100 volte tanto. Un premio medio nazionale sarebbe sui 96 euro per effetto della solidarietà mutualistica. «Il mercato assicurativo dà grande sicurezza alla ricchezza dei privati cittadini e, dividendo tra molti quella perdita che rovinerebbe un singolo, la fa cadere leggera e sopportabile sull’intera società», scriveva Adam Smith nel 1776 nell’Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni. Il professor Cesari cita Adam Smith perché la mutualità potrebbe «spalmare» il costo in una logica di solidarietà che è tipica nella logica assicurativa. 

La mutualità

«La mutualità – spiega Cesari -opera già nel campo della Rcauto con la sostanziale differenza che, mentre i sinistri d’auto dipendono in buona misura dalla capacità o incapacità di guida, i sinistri CatNat non hanno una componente soggettiva. In aggiunta, essendo una polizza multirischio (terremoti, alluvioni, frane), quella CatNat ha anche il vantaggio del pooling dei rischi: per esempio, aree più esposte al rischio terremoto (Centro-Sud) potrebbero essere meno esposte al rischio alluvioni (più presente al Nord). La bassa correlazione territoriale dei due tipi di rischio determina la riduzione del rischio complessivo». 
Ma come potrebbe concretizzarsi? «Potrebbe essere stipulata una polizza collettiva per un pool di imprese dislocate in territori diversi, che consentirebbe di fissare un premio medio, sostenibile per tutte. Lo stesso si potrebbe fare per un pool di compagnie d’assicurazione che mettano assieme la loro clientela proveniente, potenzialmente, da tutto il territorio nazionale».


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28 settembre 2025 ( modifica il 28 settembre 2025 | 08:28)

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