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perché alcune idee (e aziende) durano per sempre


L’effetto Lindy è un principio informale secondo il quale per gli oggetti non deperibili — idee, tecnologie, credenze, imprese — la probabilità che continuino a esistere in futuro aumenta con l’età che già hanno raggiunto. In altri termini: più un’idea o un’azienda ha resistito al passare del tempo, più alta è la probabilità che continui a restare in piedi ancora per altri periodi equivalenti o anche maggiori.

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L’origine del termine deriva da un articolo di Albert Goldman del 1964 su The New Republic. In questo contesto ha descritto una diceria secondo la quale, al locale Lindy’s a New York, comici discutessero su quanto i loro spettacoli durassero. In sostanza ha teorizzato che se uno show dura in media X giorni avrà buone possibilità di durare per altri X giorni.

Tale concetto è stato ripreso e formalizzato, fra gli altri, da Benoît Mandelbrot e Nassim Nicholas Taleb. Quest’ultimo ha esteso l’idea, applicandola a tutto ciò che non ha una scadenza naturale: strumenti, idee, modelli culturali e imprese. In termini probabilistici, l’Effetto Lindy è legato a distribuzioni tipo power-law o Pareto, in cui la funzione di sopravvivenza (cioè la probabilità di continuare a ‘vivere’ dopo un certo tempo) decresce lentamente, e dove il tempo già passato è un segnale importante della probabilità di sopravvivere.

Evidenze empiriche e studi sull’applicabilità dell’effetto Lindy

Sebbene l’effetto Lindy sia intuitivo e popolare nei ragionamenti su cultura, idee, imprese longeve, la sua applicabilità concreta non è in tutti i casi confermata. Gli studi mostrano che esistono forti variazioni a seconda del settore, della dimensione dell’azienda, del contesto istituzionale e di altri fattori.

Uno studio su oltre 25 mila società quotate nordamericane tra il 1950 e il 2009 ha trovato che il tasso di mortalità (cioè la probabilità che una società fallisca, sia acquisita o cessi di esistere) è in media costante nel tempo. Ciò significa che un’azienda più vecchia non ha necessariamente (in quel dataset) una probabilità molto più bassa di scomparire rispetto a una più giovane, almeno in media.

Un altro studio su imprese manifatturiere in Spagna ha analizzato l’effetto dell’età e della produttività sul tasso di sopravvivenza in diversi stadi del ciclo dell’industria (iniziale, maturo e di transizione). Si è trovato che in industrie avviate da tempo, la produttività è importante per la sopravvivenza; mentre in altri stadi l’età può avere un ruolo, ma non sempre è decisivo.

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Il potere delle imprese antiche

In Giappone c’è il fenomeno delle shinise. Si tratta di imprese molto antiche (centenarie, molte anche ultra bicentenarie), spesso di piccola o media dimensione, tante a gestione famigliare, con tradizioni e valori stabili. Queste imprese rappresentano esempi reali del fatto che certe aziende riescano a durare molto a lungo se mantengono coerenza culturale, adattabilità sui punti critici e un forte legame con il territorio.

Un caso particolare è quello di Kongō Gumi. Fondata nel 578 d.C., operava da secoli nella costruzione e manutenzione di templi buddisti. È rimasta ininterrottamente attiva per circa 1400 anni, finché nel 2006 è stata incorporata da un’altra azienda.

Uno studio recente teorico di Toby Ord esplora le proprietà matematiche necessarie affinché l’effetto Lindy emerga e in quali categorie di oggetti sia effettivamente verificabile. Ord mostra che l’effetto può venir fuori anche in situazioni in cui il tasso di ‘mortalità’ non decresca con l’età, a patto che ci sia una distribuzione appropriata del rischio.

Effetto Lindy: limiti, critiche e condizioni di validità

Non tutto ciò che è vecchio gode automaticamente dell’effetto Lindy e ci sono molte condizioni da rispettare. È un principio valido solo per gli oggetti non deperibili, senza scadenza intrinseca. Si applica esclusivamente a idee, istituzioni, imprese o tecnologie che non hanno una durata obbligata, biologica o fisica. Per esempio per le persone, gli animali, i prodotti fisici con deterioramento l’effetto non ha senso.

Settore, mercato, tecnologia, regolamentazione possono cambiare radicalmente. Un’azienda vecchia in un settore stabile può durare tanto, ma se il comparto subisce shock tecnologici profondi l’età da sola può non proteggere.

Anche le imprese centenarie possono fallire, essere acquisite, perdere rilevanza, essere superate da competitor più agili. L’effetto Lindy dà un segnale di robustezza o probabilità, non una certezza. Kongō Gumi è un esempio: pur essendo la più antica, ha finito per essere acquisita e ristrutturata. Secondo alcuni studi, infine, il rischio di morte per le aziende quotate è quasi costante: ciò è in parte in contrasto con un’interpretazione rigida di Lindy, che suggerirebbe un rischio decrescente con l’età.

Le imprese che sopravvivono tanto a lungo sono “quelle che ce l’hanno fatta”. Possono avere avuto caratteristiche molto favorevoli (fortune, posizione geografica privilegiata, mercati protetti, brand molto forte, adattabilità) che non sono generalizzabili. Chi cerca di applicare l’effetto Lindy come strategia dovrebbe tenere conto che molti concorrenti non sono sopravvissuti e che non è chiaro quanto del meccanismo derivi dal tempo o dal fatto di aver già superato tante prove.

Cosa insegna l’effetto Lindy alle imprese: pratiche e lezioni

Pur con i propri limiti, l’effetto Lindy fornisce spunti utili per le aziende che aspirano a durare nel tempo. Avere un nucleo è fondamentale: valori, missione, competenze distintive, marca, cultura aziendale che resistano al cambiamento. Queste radici sono ciò che consente di sopravvivere agli shock, alle mode passeggere, ai cambiamenti tecnologici.

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Le imprese longeve non sono necessariamente conservative, ma trovano un modo per innovare in maniera sostenibile, adattando modelli, abbracciando nuove tecnologie, ma senza perdere ciò che le rende uniche. La capacità di cambiare restando riconoscibili e coerenti è determinante. Inoltre, le aziende devono essere capaci di rispondere a mutamenti nei gusti dei consumatori, nei regolamenti, nelle tecnologie. Questo richiede processi agili, leadership (anche distribuite) capaci di visione, strutture organizzative che non siano rigide.

Sopravvivere a lungo richiede non soltanto investimenti nel presente, ma anche in termini di resilienza: buffer finanziari, diversificazione, controllo dei rischi, evitare leve eccessive, attenzione alle operazioni fondamentali. Un’azienda vecchia, che per anni ha servito bene i clienti, può accumulare stima, fiducia, reputazione che diventano barriere di ingresso per i concorrenti. Il valore del brand può diventare un asset continuo che aiuta a sopravvivere.

Nei casi delle imprese molto antiche, soprattutto in Giappone (shinise), si osserva che la cultura, le procedure, i valori sono tramandati con cura, anche generazione dopo generazione. Ciò permette coerenza e continuità. Infine, le aziende che sopravvivono molti decenni tendono a non inseguire soltanto performance trimestrali, ma a mantenere piani, investimenti, relazioni duraturi. Sono meno vulnerabili a shock da short termism.

Un confronto tra effetto Lindy e dati reali: quando si vede o no

Come accennato, gli studi sulle società quotate mostrano che, in media, il tasso di fallimento può essere relativamente costante con l’età: cioè che non diminuisce drasticamente dopo un certo punto, almeno non in tutti i dataset. Questo può sembrare in conflitto con un’interpretazione ingenua dell’effetto Lindy, ma non necessariamente. Potrebbe significare che molte aziende vecchie superino soglie di selezione (cioè solo quelle più robuste rimangono), che il meccanismo sia più visibile in categorie aziendali stabili (beni di consumo, cibo, aziende familiari, imprese con basso tasso tecnologico) piuttosto che in settori ad alta tecnologia o ad alta discontinuità.

Uno studio sulle startup innovative in Italia ha dimostrato che le imprese che adottano processi produttivi green tendono a sopravvivere più a lungo rispetto alle controparti non sostenibili dal punto di vista ambientale. Ciò suggerisce che caratteristiche che aumentano la resilienza , e non soltanto l’età, sono importanti.

Questa è una potente idea euristica: ci ricorda che il tempo è un filtro, che ciò che è sopravvissuto ha già passato prove, scossoni, cambiamenti ed è un segnale che ha qualità. Tuttavia, non è una formula magica: non tutte le imprese vecchie dureranno e molte giovani imprese possono diventare longeve se posseggono le caratteristiche giuste. Le aziende che vogliono aspirare non solo a crescere ma a durare per generazioni dovrebbero studiare sia l’effetto Lindy stesso che i dati empirici del proprio settore, costruire fondamenta robuste, mantenere la cultura e il valore centrale, innovare con equilibrio, e sviluppare flessibilità organizzativa.



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