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Terra Rara per il riciclo dei RAEE


La partecipazione come strumento per incrementare la raccolta dei piccoli RAEE: è dedicato ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche il progetto Terra Rara. Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei RAEE, delle pile e degli accumulatori esausti, in collaborazione con il Comune di Varese e con la curatela di Karakorum impresa sociale, promuove la nuova iniziativa che unisce arte, sostenibilità e cittadinanza attiva e che animerà il territorio di Varese da fine settembre fino a gennaio 2026. Al progetto partecipano anche Impresa Sangalli e Fondazione Molina.

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L’iniziativa è stata presentata questa mattina in Comune a Varese alla presenza di: Walter Camarda, presidente del consorzio Ecolight; Nicoletta San Martino, assessora alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare; Enzo Rosario Laforgia, assessore alla cultura; Stefano Beghi, direttore creativo di Karakorum impresa sociale.

Raccolta dei piccoli RAEE 

Il progetto si propone come un’azione collettiva che coinvolgerà cittadini e studenti, oltre che enti, associazioni e imprese del territorio nella raccolta dei RAEE, in particolare quelli di piccole dimensioni (appartenenti al raggruppamento R4) come smartphone, auricolari, mouse, caricabatterie e giochi elettronici, ma anche piccoli elettrodomestici quali frullatori, telecomandi e rasoi. Sono quei RAEE che spesso rimangono in fondo al cassetto o in cantina e aspettano solamente di essere conferiti correttamente.

Il progetto

Terra Rara innanzitutto andrà a coinvolgere il mondo delle scuole, con una campagna di sensibilizzazione e workshop negli istituti superiori sull’importanza di una corretta raccolta dei rifiuti elettronici. Dalla seconda metà di ottobre fino al 27 novembre, prenderà vita una campagna di raccolta nelle scuole, in alcuni luoghi pubblici e strutture che aderiranno al progetto. I materiali raccolti saranno affidati all’artista Livia Paola Di Chiara che li selezionerà per dare vita a un’opera contemporanea dal titolo Terra Rara. La composizione dell’opera verrà effettuata “in diretta”, negli  spazi a lato dell’ex teatro Politeama, messi a disposizione dalla Fondazione Molina, con l’intento di trasformare uno spazio “vuoto” in un luogo simbolico di incontro e di partecipazione. Il lavoro coinvolgerà infatti il più possibile la popolazione, che potrà assistere in forma libera al processo di creazione, offrire suggestioni, dialogare con l’artista e rendersi simbolicamente protagonista dell’azione trasformativa, facendo dell’arte visuale un’occasione di incontro, riflessione e presa di coscienza del riuso sostenibile delle risorse. L’opera sarà quindi esposta in occasione del periodo natalizio negli spazi al piano terra di Palazzo Estense. Al termine, l’installazione sarà smontata e i materiali di cui è composta saranno inviati agli impianti di trattamento dedicati. Tutta la parte operativa sarà gestita da Impresa Sangalli.

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I RAEE un rifiuto prezioso

«Questo progetto rappresenta una sfida per Ecolight – dichiara Walter Camarda, presidente di Ecolight – Terra Rara è un cambio di prospettiva: è un’iniziativa che parte dal basso per diventare azione corale. I RAEE sono una tipologia di rifiuti in costante crescita e necessitano un’attenzione sempre maggiore. Sono riciclabili per oltre il 90% del loro peso e contengono quelle terre rare, tanto ricercate e tanto preziose. Con Terra Rara il focus non sono solamente le terre rare, ma il nostro pianeta. Gestire correttamente anche un solo caricabatterie in più è un passo in avanti verso una maggiore tutela ambientale. In questo percorso, che ci porterà alla realizzazione di un’opera d’arte, vogliamo coinvolgere tutti, giovani e adulti, scuole, associazioni, istituzioni e aziende». La scelta di Varese per questo progetto pilota non è casuale. «È la città giardino – prosegue Camarda – una città attenta all’ambiente dove abbiamo trovato partner sensibili e disponibili a dare vita a un percorso d’insieme e sfidante. Dopo questa edizione, che possiamo definire zero, l’intenzione è farne un format da proporre in altre città con l’obiettivo di aumentare la raccolta dei RAEE».

Sostenibilità e responsabilità 

«Il Comune di Varese ha accolto con entusiasmo il progetto Terra Rara – dichiara Nicoletta San Martino, assessora alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare – Il principio ancora una volta è: da rifiuto a risorsa. In questo caso però non vedremo semplicemente un nuovo oggetto da quello che poteva essere soltanto un rifiuto, ma un’opera d’arte che, come tutte le opere d’arte, ci parlerà e porterà un messaggio: al recupero di terre rare che compongono i RAEE utilizzati per l’opera si andrà infatti ad aggiungere un forte appello alla sostenibilità, capace di promuovere un rapporto più consapevole, sostenibile e responsabile con l’ambiente che abitiamo».

«Un’idea malsana di economia e di sviluppo ci ha imposto il continuo rinnovamento dei cosiddetti device, divenuti ormai la espansione tecnica e tecnologica dei nostri corpi – dichiara Enzo Rosario Laforgia, assessore alla cultura – Se un tempo esistevano i beni di consumo durevoli, che avrebbero soddisfatto i nostri bisogni per un lungo o un lunghissimo periodo, un certo modello economico ha adottato la pratica della obsolescenza programmata, per indurci a sostituire, e non più riparare, quegli strumenti di cui non possiamo più fare a meno. Gli effetti, come si sa, sono deleteri per le nostre vite e per l’ambiente in cui viviamo. Ben vengano, quindi, esperienze come il progetto Terra Rara, volto a sensibilizzare noi, consumatori compulsivi, verso il riuso di ciò che troppo sbrigativamente abbandoniamo e verso un atteggiamento responsabile e attivo nei confronti dell’ambiente, le cui risorse non sono inesauribili».

Da spettatori ad attori

«Un approccio consapevole al consumo delle materie prime non è più solo una questione ambientale, ma anche una questione di responsabilità civica e civile – dichiara Stefano Beghi, curatore del progetto – Terra Rara vuole mettere i cittadini di fronte a questo tema in modo semplice e diretto: non siamo solo degli spettatori di quanto succede nel mondo, ma parte integrante di un sistema basato sul consumo. Il progetto artistico proposto svilupperà un’opera raffigurante una Terra utilizzando quei “pezzi di terre rare” che teniamo chiusi nei nostri cassetti. L’opera aiuterà a raccontare, con grande efficacia estetica e comunicativa, l’impatto che le nostre pratiche quotidiane hanno sulla sostenibilità del sistema mondiale, in termini ecologici, economici e geopolitici. L’opera, dopo un periodo di esposizione, verrà poi smantellata e si procederà allo smaltimento dei materiali raccolti. L’atto vuole essere un ulteriore messaggio: bisogna imparare a lasciarci gli oggetti alle spalle».

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