Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

rischi, regole e impatti per imprese e holding


Gli NPL, ovvero crediti deteriorati, rappresentano una delle principali criticità nei bilanci di imprese e holding. La loro corretta valutazione è fondamentale per evitare errori di contabilizzazione, perdite inattese e ripercussioni sull’intero sistema economico.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Gli NPL incidono sui bilanci perché rappresentano crediti che difficilmente verranno incassati e che riducono immediatamente la solidità economica e patrimoniale di un’impresa. In presenza di errori di contabilizzazione o di sottovalutazione del rischio, le perdite possono emergere in modo improvviso e con effetti rilevanti, come dimostrano recenti casi di holding italiane finite sotto i riflettori per errori milionari.

Dal punto di vista contabile, i crediti deteriorati obbligano a operazioni di svalutazione che riducono utile e patrimonio netto. Questo non è solo un aspetto tecnico: un bilancio appesantito da NPL influisce sulla percezione di banche, investitori e fornitori, che potrebbero ridurre la fiducia e l’accesso al credito. In particolare, per le holding e i gruppi con imprese collegate, il rischio si amplifica: un NPL in una singola società controllata può compromettere l’intero bilancio consolidato.

Per questo motivo la gestione e la rappresentazione degli NPL non è soltanto un obbligo normativo, ma un fattore chiave per la continuità aziendale e per la trasparenza verso stakeholder e mercato.

Gli NPL sono crediti deteriorati, cioè finanziamenti o crediti concessi a clienti o debitori che non riescono a rispettare le scadenze di pagamento di capitale o interessi. In bilancio, rientrano tra gli attivi problematici perché presentano un’elevata probabilità di non essere recuperati.

La normativa distingue tre categorie principali di NPL:

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

  • Sofferenze: crediti verso soggetti in stato di insolvenza conclamata o falliti.
  • Inadempienze probabili (Unlikely to Pay): situazioni in cui, pur non essendoci ancora insolvenza, la società giudica improbabile il rientro integrale del credito.
  • Crediti scaduti o sconfinanti: rate o obbligazioni non pagate da oltre 90 giorni.

Questa classificazione non è solo formale: determina le modalità di contabilizzazione, la percentuale di svalutazione da applicare e la capacità dell’impresa di mantenere equilibrio patrimoniale. A livello europeo, la definizione di NPL è armonizzata dalle linee guida della European Banking Authority (EBA) e dalle regole introdotte dalla Banca Centrale Europea (BCE) per rafforzare la stabilità del sistema finanziario (fonte BCE).

Gli NPL si rilevano a bilancio attraverso norme contabili precise, che obbligano le imprese a stimare il valore effettivamente recuperabile dei crediti. In Italia valgono i principi OIC per i bilanci civilistici, mentre le società quotate o di maggiori dimensioni applicano gli standard internazionali IFRS 9.

Secondo l’IFRS 9, la valutazione dei crediti deve basarsi sul principio delle perdite attese (expected credit losses): già al momento della registrazione si deve stimare il rischio che una parte del credito non venga incassata. Questo comporta la necessità di effettuare svalutazioni immediate e successive rettifiche in base all’andamento della posizione debitoria.

Uno strumento centrale è l’impairment test, cioè la verifica periodica della recuperabilità del credito. Se emerge che il credito è parzialmente o totalmente compromesso, l’impresa deve adeguare il valore contabile, riducendo l’attivo.

Per le holding e i gruppi societari il processo è ancora più delicato: gli NPL devono essere valutati non solo a livello di singola società, ma anche nel bilancio consolidato, dove l’impatto di una controllata in difficoltà si riflette immediatamente su tutto il gruppo.

Gli NPL incidono sul risultato d’esercizio perché obbligano a registrare rettifiche di valore sui crediti iscritti in bilancio. Dal punto di vista tecnico, l’impresa deve passare da un valore nominale a un valore ammortizzato (IFRS 9) o a un valore di presunto realizzo (OIC 15), applicando le opportune svalutazioni. Questo comporta:

  • una riduzione dell’attivo circolante;
  • una contrazione del patrimonio netto;
  • un impatto diretto sul conto economico, dove le rettifiche confluiscono tra i costi di gestione.

Secondo l’IFRS 9, le perdite attese vanno calcolate su un orizzonte di 12 mesi o di vita residua del credito (lifetime expected losses) a seconda del grado di deterioramento. Ciò significa che anche crediti solo parzialmente a rischio producono effetti immediati sul bilancio.

Dal punto di vista fiscale, in Italia le perdite su crediti sono deducibili ai sensi dell’art. 101, comma 5, del TUIR, a condizione che l’irrecuperabilità sia certa e precisa (es. fallimento del debitore, procedure concorsuali, atto di rinuncia). Questo riduce l’impatto economico, ma non elimina il problema di liquidità.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Nei bilanci consolidati delle holding, la presenza di NPL in una controllata obbliga a operazioni di eliminazione infragruppo e a valutazioni su eventuali impairment test della partecipazione. In altre parole, un deterioramento in una società figlia può riflettersi in modo proporzionale sul valore dell’intero gruppo, generando anche un peggioramento degli indici finanziari di solvibilità e leverage.

Gli NPL generano rischi sistemici perché in un gruppo o in una holding non restano confinati alla singola società che li registra. Nel bilancio consolidato, infatti, le perdite vengono sommate e amplificate: un errore di valutazione o una sottostima in una controllata può tradursi in decine di milioni di euro di svalutazioni sul gruppo intero.

Dal punto di vista tecnico, le partecipazioni della holding sono soggette a impairment test: se una società controllata accumula NPL, il valore della partecipazione iscritta nell’attivo della capogruppo deve essere ridotto, con impatto immediato sul patrimonio netto consolidato. Questo meccanismo può innescare un effetto domino su tutte le imprese collegate, che vedono peggiorare indici di solidità, leverage e rating.

Il rischio non è solo contabile. Le imprese collegate a una holding con bilanci appesantiti da NPL possono subire un restringimento della liquidità, difficoltà nell’ottenere credito dal sistema bancario e minore fiducia da parte di fornitori e partner commerciali. Nei casi più gravi, l’intero indotto rischia di entrare in tensione finanziaria, con conseguenze anche sul territorio e sull’occupazione.

Gli episodi recenti in Italia mostrano che gli errori di contabilizzazione dei crediti possono trasformarsi in perdite consolidate di decine di milioni di euro. Ciò conferma che la gestione degli NPL non è un problema isolato, ma una questione che riguarda la stabilità di interi gruppi e, in ultima analisi, la fiducia nel sistema economico.

La gestione degli NPL richiede un approccio strutturato, che combina strumenti contabili, finanziari e legali. Le principali strategie utilizzate dalle imprese e dalle holding sono:

  • Cessione dei crediti deteriorati: la società trasferisce gli NPL a fondi specializzati o operatori del mercato secondario. Questo consente di liberare il bilancio da posizioni compromesse, anche se con un prezzo fortemente scontato.
  • Cartolarizzazione: trasformazione degli NPL in titoli negoziabili attraverso veicoli di cartolarizzazione, come previsto dalla normativa italiana (Legge 130/1999). Questa soluzione è particolarmente utilizzata dalle banche ma, in alcune forme, anche da imprese con portafogli di crediti rilevanti.
  • Bad bank o veicoli societari dedicati: scorporo degli NPL in una società distinta, che si occupa della gestione e del recupero. In questo modo, la capogruppo mantiene “pulito” il bilancio ordinario.
  • Gestione attiva del credito commerciale: per le imprese non finanziarie, la prevenzione è decisiva. Monitoraggio costante dei clienti, uso di sistemi di credit scoring interni, piani di rientro personalizzati e coperture assicurative possono ridurre la formazione di nuovi NPL.

Un ulteriore strumento è la due diligence periodica sui crediti, utile per anticipare i segnali di deterioramento e intervenire tempestivamente. Le holding di dimensioni maggiori, inoltre, si avvalgono spesso di advisor esterni per strutturare operazioni di cessione o cartolarizzazione in linea con la normativa europea.

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

La gestione degli NPL non è solo una questione contabile, ma anche legale e regolamentare. Le imprese devono rispettare un quadro normativo multilivello che coinvolge direttive europee, regole nazionali e responsabilità degli organi di controllo.

A livello europeo, le principali fonti sono:

  • le Linee guida dell’European Banking Authority (EBA), che definiscono criteri omogenei di classificazione e trattamento degli NPL;
  • le disposizioni della Banca Centrale Europea (BCE), che stabiliscono vincoli di copertura minima e strategie di riduzione per le banche vigilate.

In Italia, il riferimento è la normativa civilistica (Codice civile e principi contabili OIC), integrata dalle regole fiscali contenute nel TUIR e dalle circolari interpretative dell’Agenzia delle Entrate. Per le società finanziarie e bancarie, la vigilanza è esercitata dalla Banca d’Italia, che impone requisiti di trasparenza e prudenza nella valutazione dei crediti.

Gli organi di controllo interni – consiglio di amministrazione, collegio sindacale e revisori – hanno responsabilità diretta: devono assicurarsi che i crediti siano valutati correttamente e che eventuali NPL vengano tempestivamente rettificati. Una sottovalutazione può configurare non solo responsabilità civilistiche, ma anche profili penali in caso di falsità nelle comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.).

La complessità normativa dimostra che gli NPL non sono semplici “dati contabili”, ma elementi che incidono su trasparenza, correttezza gestionale e stabilità del sistema economico.

Le imprese possono ridurre l’impatto degli NPL adottando strategie preventive e correttive. Dal lato della prevenzione, è fondamentale introdurre sistemi di monitoraggio continuo dei crediti: analisi del merito creditizio dei clienti, revisione periodica delle esposizioni e strumenti di credit scoring interni. Questo consente di individuare tempestivamente i segnali di deterioramento.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Tra le soluzioni più efficaci rientrano:

  • la predisposizione di piani di rientro personalizzati, che permettono di recuperare almeno una parte delle somme dovute;
  • l’uso di coperture assicurative sui crediti commerciali, che trasferiscono parte del rischio a compagnie specializzate;
  • la diversificazione del portafoglio clienti, per non concentrare l’esposizione su pochi soggetti.

Dal punto di vista finanziario, le imprese possono valutare operazioni di cessione dei crediti deteriorati a fondi o intermediari specializzati. In alternativa, nei gruppi più strutturati, può essere utile costituire un veicolo separato (bad company) per isolare gli NPL e mantenere “pulito” il bilancio ordinario.

Guardando al futuro, la digitalizzazione dei processi di credit management e l’uso di sistemi predittivi basati su dati storici e intelligenza artificiale offriranno strumenti sempre più raffinati per prevenire e contenere la formazione di crediti deteriorati. Per le PMI, invece, la chiave resta una gestione prudente della liquidità e la collaborazione con partner finanziari affidabili.

Gli NPL non rappresentano solo una questione tecnica di bilancio, ma un vero e proprio indicatore della salute finanziaria di un’impresa o di un gruppo. La loro gestione corretta è cruciale per preservare la solidità patrimoniale, mantenere la fiducia di banche e fornitori e garantire continuità aziendale.

Per le holding, il tema è ancora più rilevante: un singolo errore di contabilizzazione o una sottovalutazione del rischio può riflettersi sull’intero bilancio consolidato, con conseguenze a catena su imprese collegate e indotto. L’esperienza recente dimostra che la trasparenza e la prudenza sono gli unici strumenti per tutelare valore e reputazione.

In prospettiva, le imprese che adotteranno politiche di prevenzione, monitoraggio costante e strategie di gestione attiva dei crediti avranno un vantaggio competitivo. Non si tratta solo di rispettare le regole contabili e fiscali, ma di costruire un modello di business resiliente, capace di resistere agli shock economici e di mantenere credibilità sul mercato.

In un contesto regolamentare sempre più stringente e con la crescente attenzione di investitori e stakeholder, affrontare il tema degli NPL a bilancio significa proteggere i numeri, la continuità e il futuro stesso dell’impresa.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Che cosa sono gli NPL a bilancio?
Gli NPL (Non Performing Loans) sono crediti che un’impresa o una banca non riesce più a incassare regolarmente. A bilancio devono essere registrati con il loro valore effettivamente recuperabile, attraverso svalutazioni e rettifiche.

Come si classificano gli NPL?
Secondo le linee guida europee e italiane, si distinguono in:

  • Sofferenze: crediti verso debitori insolventi o falliti.
  • Inadempienze probabili (UTP): posizioni che difficilmente verranno recuperate integralmente.
  • Scaduti o sconfinanti: crediti non pagati da oltre 90 giorni.

Quali norme regolano gli NPL a bilancio?
Le imprese italiane seguono i principi contabili OIC e le regole civilistiche. Le società quotate o di dimensioni rilevanti applicano lo standard internazionale IFRS 9, basato sul principio delle perdite attese. Per banche e intermediari la vigilanza è della Banca d’Italia, della BCE e dell’EBA.

Che effetti hanno gli NPL sul bilancio?
Gli NPL riducono l’attivo, l’utile e il patrimonio netto. Possono peggiorare il rating aziendale e limitare l’accesso al credito. Nei bilanci consolidati di una holding, gli effetti si propagano a tutte le società del gruppo.

Come possono le imprese gestire gli NPL?
Le soluzioni più comuni sono:

  • cessione dei crediti deteriorati a fondi specializzati;
  • cartolarizzazione tramite società veicolo;
  • creazione di bad company interne;
  • monitoraggio costante dei clienti e assicurazione dei crediti commerciali.



Source link

Microcredito

per le aziende

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!