Quando Fitch ha deciso di rivedere in positivo il rating dell’Italia, il segnale è stato accolto con grande attenzione e fiducia dei mercati, oltre che dal governo. Non si è trattato infatti soltanto di un dato tecnico o di un giudizio astratto sulla capacità dello Stato di onorare il proprio debito, ma di un riconoscimento sostanziale della solidità economica e finanziaria del Paese. Il merito di credito sovrano, promosso da BBB a BBB+ con outlook stabile, rappresenta molto più di un numero: fotografa un’Italia che ha saputo reggere la pressione dei mercati, contenere il costo del debito e governare una crescita economica complessa, inserendosi in un contesto europeo sempre più competitivo e in difficoltà, come evidenziato dalla situazione francese e tedesca.
Peraltro, Fitch, nella sua nota ufficiale, ha inoltre che le politiche fiscali italiane hanno migliorato il profilo di sostenibilità del debito, mantenendo un equilibrio tra crescita e rigore e consolidando una percezione di affidabilità che era mancata nei decenni precedenti. Ma se il miglioramento del rating sovrano è certamente una buona notizia, la parte più interessante della vicenda emerge guardando al sistema bancario.
in questo articolo:
- Promossi i rating delle banche italiane
- Rating Italia e banche: un cambio di prospettive
- Le stime
Promossi i rating delle banche italiane
UniCredit e Intesa Sanpaolo,
le due principali banche italiane, hanno beneficiato di un riconoscimento analogo, con upgrade sui loro rating a lungo termine e conferma di un outlook stabile. Nel caso di UniCredit, il Long-Term Issuer Default Rating è passato da BBB+ ad A-, collocandosi persino un gradino sopra lo Stato italiano. Intesa Sanpaolo ha visto migliorare il proprio rating senior preferred fino ad A-, con aggiornamenti anche su depositi e viability rating. Una promozione che segnala un cambiamento di prospettiva importante: le banche italiane non sono più considerate semplici appendici del debito sovrano, ma istituzioni autonome, solide e in grado di competere a livello europeo e internazionale.
Il merito di questa promozione non è casuale. UniCredit ha dimostrato una diversificazione geografica che le consente di sostenere ricavi e utili anche in contesti economici non uniformi, insieme a una capacità di assorbire eventuali perdite senza compromettere la solidità patrimoniale. Intesa Sanpaolo ha confermato la robustezza dei fondi, la redditività sostenibile, la qualità degli asset e la gestione prudente dei rischi. Entrambe le banche hanno ridotto in maniera significativa i crediti deteriorati, aumentando la fiducia degli investitori nella loro capacità di operare in sicurezza e generare valore. In sostanza, non è solo il rating sovrano a sostenere le banche, ma la qualità della gestione interna e la capacità di creare valore in maniera indipendente.
Questa dinamica è ulteriormente rafforzata dal punto di vista degli investitori internazionali. Goldman Sachs, nel suo recente aggiornamento sulle banche europee, ha indicato UniCredit e Banco Bpm come “top picks” da privilegiare, segnalando la capacità delle banche italiane di generare ritorni elevati sul capitale e di mantenere una crescita sostenibile dei ricavi. L’istituto diretto da Orcel è stato apprezzato per la politica di distribuzione del capitale e la solidità patrimoniale, mentre Banco Bpm è emersa per la crescita prevista nei ricavi da commissioni, tra le più elevate nel panorama europeo. Non è quindi un caso se lo stesso Orcel aveva provato, poi senza successo a causa dei limiti imposti dal golden power, a inglobare Bpm, finita invece nel mirino del suo azionista di riferimento, Credit Agricole.
Intesa Sanpaolo, pur confermata come banca solida, è stata considerata meno interessante per nuovi rialzi immediati, dopo un rally eccezionale in Borsa dal 2022. Ma il quadro generale è chiaro: gli investitori internazionali guardano con attenzione alle banche italiane, riconoscendo non solo la loro stabilità, ma anche il loro potenziale competitivo.
Rating Italia e banche: un cambio di prospettive
Quanto sta accadendo adesso può essere definito come uno spillover virtuoso. Storicamente, la valutazione delle banche italiane era strettamente legata al rating sovrano: un’Italia debole significava costi del capitale più alti e percezione di rischio superiore per le banche. Oggi, invece, la relazione si è in parte invertita: la solidità delle banche contribuisce a rafforzare la percezione dell’Italia stessa. Non si tratta più di un rapporto di dipendenza, ma di reciproca alimentazione tra Stato e istituti di credito. Alcune banche italiane sono oggi valutate persino meglio dello Stato stesso, un segnale evidente di autonomia, resilienza e capacità di attrarre fiducia internazionale.
Nonostante questi progressi, permangono sfide significative. L’economia europea sta attraversando un periodo di incertezza, con tassi di interesse in evoluzione e pressioni inflazionistiche che potrebbero influenzare la redditività bancaria. Le regolamentazioni europee richiedono capitali più elevati e maggiore trasparenza, imponendo strategie prudenti e flessibili. La concorrenza è agguerrita: le banche italiane devono misurarsi con istituti tedeschi, francesi e britannici, operanti su mercati complessi e maturi. Anche le dinamiche geopolitiche e i rischi di rallentamento globale influenzano indirettamente il sistema bancario nazionale. In questa direzione non sorprende per esempio l’avanzata della stessa Unicredit su Commerzbank, operazione osteggiata dal governo tedesco.
Le stime
E se intanto il governo e le banche continuano a battibeccare sull’ipotesi di un contributo economico per la Legge di Bilancio (e le frasi del presidente dell’Abi Patuelli ne sono una dimostrazione concreta), secondo le stime di Goldman Sachs, le banche italiane offriranno tra i più alti ritorni sul capitale in Europa meridionale nel prossimo triennio, con Intesa e Banco Bpm oltre il 20% e UniCredit oltre il 16%. Questi dati non solo rafforzano l’attrattiva degli investitori, ma confermano che il sistema bancario italiano è oggi in grado di generare valore reale e sostenibile, contribuendo in maniera significativa alla credibilità del Paese.
Ovviamente, le implicazioni per l’economia reale sono profonde. Un sistema bancario solido permette alle imprese di accedere a finanziamenti più convenienti, sostenendo investimenti e innovazione. Per i cittadini, significa una maggiore sicurezza nei risparmi e nelle transazioni, nonché l’opportunità di beneficiare di servizi più efficienti e sostenibili. La promozione delle banche italiane rappresenta quindi un fattore chiave non solo per i mercati finanziari, ma per l’intero tessuto economico nazionale.
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