Sostenibilità aziendale per proteggere persone, ambiente e clima: il primo Future Paper dell’ASviS pensato per garantire che le politiche pubbliche italiane siano realizzate nell’interesse delle future generazioni.
L’evento – “10 anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future” è il titolo dell’ASviS Live organizzato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per celebrare il decimo anniversario della sua adozione e il primo anniversario del “Patto sul Futuro” da parte delle Nazioni Unite. L’evento online – realizzato in collaborazione con la Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, UN Global Compact Network Italia e Sustainable Development Solutions Network Italia – ha riunito rappresentanti di istituzioni internazionali, imprese e società civile per analizzare progressi e ritardi dell’Italia rispetto all’Agenda 2030 e valutare lo stato del dibattito globale sui temi del multilateralismo, della finanza per lo sviluppo sostenibile, della lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze.
Manca poco alla scadenza – A cinque anni dalla scadenza per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 il mondo si trova di fronte a un crocevia: i passi avanti realizzati negli ultimi anni sono stati rallentati o in parte compromessi da crisi interconnesse, dalla pandemia ai conflitti fino all’emergenza climatica e alle guerre commerciali globali. «Le sfide che abbiamo di fronte impongono, come previsto dal Patto sul Futuro sottoscritto dall’Italia nel settembre 2024, di adottare una governance anticipante capace di assumere il futuro come criterio guida delle decisioni presenti – ha affermato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS – L’Italia sta introducendo la Valutazione di Impatto Generazionale delle nuove leggi, come proposto dall’ASviS. Ma non basta: per realizzare il cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno, il futuro va messo al centro dell’educazione e della ricerca, per coinvolgere tutto il Paese nella definizione delle politiche da seguire per realizzare una società che sia più giusta e sostenibile».
I dati – In occasione dell’evento sono stati diffusi i dati dell’indagine a cui ha preso parte anche UN Global Compact Network Italia, da cui emerge il forte supporto della popolazione europea per l’Agenda 2030: l’80% dei cittadini europei ritiene che lo sviluppo sostenibile debba essere una priorità per l’UE e i governi nazionali, l’85% che le normative sulla sostenibilità aziendale siano essenziali, il 73% considera la sostenibilità un motore di competitività per le aziende, il 75% ritiene che governi e aziende dovrebbero stanziare maggiori risorse per promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, visto che solo il 37% è convinto che la maggior parte di essi possa essere ancora raggiunta entro il 2030.
Il sondaggio – Interessanti sono anche i risultati del sondaggio sulla popolazione italiana promosso da WeWorld e Manitese insieme a Impresa2030 e all’ASviS sul ruolo delle imprese per la tutela dei diritti umani e ambientali. L’85% dei rispondenti ritiene che le grandi imprese europee e quelle di altri paesi che esportano nel mercato europeo debbano essere obbligate per legge a prevenire i danni causati dalle loro attività a persone, ambiente e clima, anche se questo comporta per loro dei costi in più. L’84% chiede che le grandi aziende siano responsabili dei danni causati dai loro prodotti o servizi lungo tutta la catena del valore e il 79% che le grandi aziende siano obbligate a fare piani per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, solo un terzo pensa che i governi facciano abbastanza per limitare l’impatto negativo delle grandi aziende sui diritti umani e clima, mentre tre italiani su quattro affermano che non può esserci competitività senza tutela dei diritti umani, dell’ambiente e senza contrasto al cambiamento climatico.
Il Future Paper – Per affrontare queste sfide e guardare ai prossimi anni, l’ASviS ha presentato il Future Paper “Una governance anticipante per l’Italia. Disegnare il futuro anche nell’interesse delle future generazioni”, realizzato nell’ambito di Ecosistema Futuro, la piattaforma strategica nazionale promossa dall’ASviS proprio per mettere i “futuri” e il pensiero a lungo termine al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del Paese (ecosistemafuturo.it). Il documento, ispirato dalla riforma dell’articolo 9 della Costituzione italiana che ha introdotto, tra i principi fondamentali, la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle generazioni future, propone un nuovo approccio capace di valutare oggi gli impatti di leggi e politiche di domani, così da dotare il Paese degli strumenti necessari a governare le grandi trasformazioni del nostro tempo, come l’intelligenza artificiale, la crisi climatica, la transizione demografica.
Le proposte del Future Paper – Il documento propone alcuni interventi, in linea con il Patto sul Futuro, da realizzare entro il 2027. Innanzitutto, dotare l’Italia di strutture di strategic foresight, un approccio che utilizza metodi analitici e partecipativi per esplorare scenari futuri e identificare rischi e opportunità. In secondo luogo, tutelare i diritti delle future generazioni attraverso l’introduzione della Valutazione di Impatto Generazionale, attualmente in discussione alla Camera e istituire nuove autorità indipendenti con un mandato esplicito sulla tutela delle future generazioni; grande attenzione anche alla formazione della Pubblica Amministrazione per acquisire adeguate capacità di foresight e di valutazione dell’impatto delle politiche sulle future generazioni. E infine, creare una “Assemblea Nazionale sul Futuro” per coinvolgere la società civile, e specialmente i giovani, nella progettazione del Paese. A tal proposito, Giulia Di Donato, una delle autrici del Future Paper ha commentato: «La Costituzione ci impone di tutelare anche gli interessi delle future generazioni. I giovani devono quindi essere i protagonisti di questo processo, anche grazie alla costituenda Assemblea Nazionale sul Futuro».
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