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Zes Unica, tra risultati e sfide future: a Roma il convegno promosso da Svimez e Istituto Reichlin


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in foto Luigi Sbarra

Si è tenuto oggi a Roma, promosso da Svimez e Istituto Reichlin, il convegno “La Zes unica alla sfida dell’attuazione. Risultati e prospettive”, nel quale sono intervenuti Luigi Sbarra, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Politiche per il Sud, Antonio Accetturo, economista Banca d’Italia, Natale Mazzuca, vicepresidente Confindustria con delega al Mezzogiorno; Ferdinando Natali, responsabile per il Sud UniCredit Italia, Monica Riccardi, senior legal counsel di Novartis Italia, Adriano Giannola, presidente Svimez, Giuliano Amato, presidente Istituto Reichlin e Gian Paolo Manzella, vicepresidente Svimez.

“Con piacere ho preso parte all’importante momento di approfondimento organizzato da Svimez in collaborazione con l’Istituto Reichlin”, ha esordito Luigi Sbarra. Nel corso del suo intervento il sottosegretario ha richiamato “i dati economici e sociali di forte crescita del Sud negli ultimi tre anni. Nel Mezzogiorno aumentano più che nel resto del Paese Pil, investimenti, occupazione. È il frutto di una strategia unitaria, coordinata, sistemica del Governo Meloni. L’impatto positivo del Pnrr, degli Accordi di coesione e degli incentivi per l’occupazione dimostra che in presenza di politiche pubbliche efficaci, concrete e reali il Sud risponde positivamente. Tra le misure, la Zes Unica – ha continuato – rappresenta un passo in avanti concreto verso il rilancio del sistema economico e produttivo del Mezzogiorno in linea anche con gli obiettivi del Pnrr. In quest’ottica va coordinata con le altre misure nazionali ed europee in un quadro coerente e integrato. Le aziende già operative e quelle che si insedieranno hanno possibilità di beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Con tale strumento, il Governo Meloni ha messo a terra una strategia unitaria e di ampio respiro, pur tenendo conto delle diversità territoriali”, ha concluso.

Per il direttore della Svimez Luca Bianchi “con la Zes Unica il Mezzogiorno può finalmente proporsi come un’unica zona economica integrata, capace di attrarre investimenti e rafforzare la competitività del Paese. Ma per cogliere davvero questa opportunità occorre andare oltre la sola semplificazione amministrativa, garantendo un approccio selettivo e strategico”. Secondo Bianchi, la Zes Unica non deve essere concepita solo come un contenitore normativo, ma come parte di una strategia organica di rafforzamento industriale del Mezzogiorno, fondata su due elementi chiave: selettività, per consolidare e irrobustire alcune filiere strategiche nazionali ed europee; coordinamento, ponendosi come cornice strategica in grado di orientare e integrare anche le altre programmazioni di sviluppo territoriale, a partire dai fondi di coesione. “La sfida – spiega Bianchi – è trasformare la Zes Unica da semplice strumento a vera e propria strategia di politica industriale. Questo significa: adottare una selettività coerente con l’agenda industriale europea; garantire continuità agli strumenti di sostegno; valorizzare il ruolo di ‘cerniera’ della Zes Unica tra le diverse programmazioni previste dal Piano Strategico; favorire infine una condivisione politica forte, capace di integrare l’obiettivo della coesione con quello della competitività. Solo così la ZES Unica potrà rappresentare un’occasione storica per il Mezzogiorno e per l’intero sistema produttivo nazionale”.

Per Natale Mazzuca, vice presidente di Confindustria per le Politiche Strategiche per lo Sviluppo del Mezzogiorno, “La Zes Unica si sta dimostrando uno strumento molto efficace per il rilancio del Mezzogiorno: oltre 800 progetti che hanno utilizzato l’Autorizzazione Unica e che sono in grado di produrre 28mld di investimenti e più di 35mila nuovi occupati, anche grazie al positivo andamento del credito d’imposta, che nel 2024 ha visto quasi 7mila imprese beneficiarie e 2,6mld di crediti riconosciuti. Ora serve una visione stabile e di lungo periodo, basata su certezza normativa, infrastrutture adeguate e politiche industriali coerenti. Per consolidare i risultati e renderli strutturali, occorre superare la logica del rifinanziamento annuale. Confindustria ha proposto una proroga triennale del credito d’imposta sugli investimenti nella Zes, accanto al rafforzamento della copertura finanziaria, anche tramite i fondi di coesione, e alla piena cumulabilità con gli incentivi per la transizione. È una sfida continua, che già da questa Legge di Bilancio dovremo affrontare ed è un bene avere un nuovo interlocutore come il Sottosegretario Sbarra, che conosce a fondo il Sud e il sistema produttivo. Solo incentivando progetti di investimento di dimensioni notevoli e migliorando la competitività e il contesto socio-economico delle imprese meridionali, sarà possibile proseguire e rafforzare lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno”.

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“L’istituzione del Dipartimento Sud, può determinare un rafforzamento delle politiche industriali per il Mezzogiorno. La volontà è quella di consolidare le semplificazioni autorizzative introdotte con la Zes Unica, nel contesto di un quadro di agevolazioni pubbliche di medio termine, quindi più stabili e chiare, in modo da poter rendere ancora più attrattivi i programmi di investimento nel nostro territorio migliorando di conseguenza la finanziabilità dei progetti. Come UniCredit crediamo che il nuovo modello potrà incidere in maniera significativa sulla competitività delle imprese meridionali, se accompagnato da infrastrutture adeguate e da politiche industriali coerenti con la transizione ecologica e digitale. È in questa prospettiva che ci impegniamo a sostenere i progetti degli imprenditori del Sud, convinti che l’integrazione tra politiche pubbliche e credito bancario sia decisiva per rendere attrattivo il territorio non solo per il capitale locale ma anche per gli investitori internazionali” ha dichiarato Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit.



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