Generare valore e al tempo stesso difenderlo. È questa la sfida cruciale che l’agricoltura italiana si trova ad affrontare, stretta tra le trasformazioni della nuova Politica agricola comune, le tensioni dei mercati globali e l’impatto crescente del cambiamento climatico. Un comparto che vale una quota significativa del Pil e dell’export nazionale non può più limitarsi a garantire la produzione: è chiamato a diventare presidio di sostenibilità, sicurezza alimentare e coesione sociale.
La quarta edizione di Agricoltura Oggi Summit è stata intitolata: «L’agricoltura italiana genera valore: come coltivarlo e difenderlo» per sintetizzare un’agenda che ha portato sul palco rappresentanti istituzionali, imprese e organizzazioni agricole. Tra gli interventi, quello del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, chiamato a delineare le linee guida della politica nazionale per il settore.
Alessandro Tosi, Referente AgriBusiness, UniCredit – Small Corporate Sales Italy
UniCredit si distingue per il suo approccio specialistico all’agricoltura, riconoscendo che la conoscenza del settore è fondamentale per supportare le imprese. La banca ha creato una struttura dedicata per affrontare le problematiche specifiche del settore agricolo, che in Italia è prevalentemente composto da piccole imprese con bilanci meno strutturati. Questa conoscenza permette a UniCredit di comprendere le dinamiche produttive e di analizzare in modo efficace le richieste di credito, fornendo un servizio completo e mirato. UniCredit investe in progetti che supportano l’intera filiera agroalimentare. Un esempio importante è un’iniziativa che coinvolge sia il trasformatore che gli agricoltori, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’intera catena produttiva. Un altro progetto di successo riguarda la filiera olivicola, dove UniCredit ha finanziato circa 50 aziende partecipanti ai contratti di filiera per un totale di 27 milioni di euro. La banca sta anche lavorando su progetti per il bando PSR (Piano di Sviluppo Rurale). L’istituto di credito attribuisce grande importanza alla tempestività delle risposte, siano esse positive o negative. Per superare le difficoltà legate alla documentazione e alle certificazioni, UniCredit ha lanciato il progetto “Documentari”, che aiuta gli agricoltori a comprendere le richieste della banca e a gestirle in modo più efficiente. Questo approccio non solo velocizza i processi, ma contribuisce anche a creare una cultura d’impresa più solida. In sintesi, UniCredit si posiziona come partner strategico per l’agricoltura italiana, offrendo soluzioni concrete e un supporto mirato all’innovazione e alla ricerca.
Ettore Prandini, Presidente, Coldiretti
Per garantire la stabilità del settore agroalimentare, sono necessari strumenti finanziari e innovativi che supportino le aziende in un contesto di mercato sempre più volatile.L’accesso al credito è vitale per le aziende, ma è fortemente diversificato tra i vari settori. Gli strumenti come i contratti di filiera a medio-lungo termine e le garanzie offerte tramite i fondi della Pac sono essenziali per supportare gli investimenti in innovazione. Tali strumenti offrono agli istituti di credito le garanzie necessarie per erogare finanziamenti, supportando l’adozione di nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale, che è fondamentale per la sostenibilità e la gestione delle sfide future.Il ricambio generazionale è un fattore chiave per l’innovazione. Le nuove generazioni di imprenditori agricoli sono più propense a utilizzare la tecnologia. Per questo, è cruciale che gli istituti di credito investano su di loro. L’obiettivo è creare un meccanismo che dia garanzie non solo sulla produzione, ma anche sulla redditività delle imprese, come avviene nel modello statunitense. Questo sistema, se implementato anche in Europa, aiuterebbe a stabilizzare il reddito degli agricoltori e a superare le difficoltà derivanti dagli eventi catastrofali e dalla volatilità dei mercati. Di fronte all’aumento degli eventi catastrofali, l’Europa deve agire con una visione comunitaria. Gli Stati Uniti, Cina, Russia e India stanno investendo in agricoltura molto più dell’UE, che non può permettersi di perdere questa sfida sulla qualità dei prodotti. La fiscalità comunitaria e il superamento degli egoismi nazionali sono passi necessari per rafforzare l’UE come un unico blocco competitivo a livello globale. Agire in modo frammentato porterebbe a una sconfitta collettiva. Serve quindi lungimiranza per creare un sistema che possa competere efficacemente sui mercati internazionali.
Albano Agabiti, Presidente, Asnacodi Italia l’Associazione Nazionale dei Condifesa
La funzione principale Consorzi di difesa è quella di stipulare polizze assicurative collettive per gli agricoltori, coprendo inizialmente i danni da grandine e, dopo una riforma del 2005, una vasta gamma di rischi. Attualmente, circa 80mila agricoltori italiani aderiscono a questi consorzi, per un valore assicurato di circa 10 miliardi di euro all’anno. Tra i vantaggi dei Consorzi di difesa c’è il sostegno finanziario: il costo delle polizze è sostenuto in gran parte dall’Unione Europea, un modello che l’Italia ha esportato nella Pac. Ma anche i pagamenti dilazionati: a differenza delle polizze private, i consorzi permettono agli agricoltori di pagare il premio alla fine del periodo assicurativo (novembre/dicembre). Questo perché i consorzi anticipano il pagamento alle compagnie assicurative e vengono rimborsati dall’Unione Europea solo in seguito. C’è poi una maggiore capacità contrattuale: un singolo agricoltore non avrebbe la stessa forza contrattuale di un consorzio che rappresenta migliaia di associati. Quindi efficienza: I consorzi sono più agili nel gestire le emergenze e i rimborsi per gli agricoltori. Infine i miglioramenti futuri: è in corso l’applicazione di un nuovo sistema, il cosiddetto “intervento di risk management”, che si prevede diventerà pienamente operativo entro il 2026. Questo sistema mira a integrare tutte le polizze assicurative, abbassando i costi e rendendo l’assicurazione più accessibile, specialmente per gli eventi catastrofali e climatici. L’obiettivo è incentivare un numero ancora maggiore di agricoltori ad assicurare le proprie produzioni.
Ambrogio Invernizzi, Presidente delle Latterie Inalpi
Ricerca e investimenti in innovazione sono gli elementi che consentono di guardare al futuro. Noi abbiamo fatto investimenti anche sul packaging oltre che sui prodotti. Abbiamo inoltre un grande progetto per il recupero e la riutilizzazione delle acque di processo, partendo dal recupero di acqua nel processo di evaporazione del latte e proseguendo con la potabilizzazione delle acque di scarico da depuratore. L’azienda mira a diventare neutrale per quanto riguarda l’uso dell’acqua, azzerando le emissioni, i rifiuti e le acque di scarico in un sistema industriale a ciclo chiuso. Quello che ci interessa, infatti, è aver cura sia dell’ambiente ma anche delle persone che ci scelgono. Siamo convinti che il mondo stia cambiando parecchio, viviamo momenti di grande turbativa. Per questo investiamo oltre 10 milioni di euro per la produzione delle proteine del latte e avere prodotti di alta gamma e più difendibili. Vogliamo fare prodotti per far mangiare bene ma anche per poter vivere più a lungo. E innovazione e sostenibilità sono l’unico modo per continuare a creare valore. Glui investiamo 1,5% del fatturato in ricerca perché pensiamo che questa sia la strada per il futuro.
Michele Zerbini, Responsabile Acquisti grano tenero, Barilla
Per gestire una filiera agroalimentare sostenibile, è fondamentale un impegno congiunto di tutti gli attori, con la politica che deve guidare la transizione verso obiettivi concreti di sostenibilità sociale e ambientale. I leader e i capofila del settore hanno il ruolo di trainare l’intera filiera. Un aspetto cruciale è la digitalizzazione e la demistificazione della sostenibilità. Non si tratta di “fare meno” (meno input chimici o meno risorse), ma di ottimizzare l’uso delle risorse attraverso informazioni più precise sul contesto agrometeorologico. L’innovazione tecnologica aiuta a superare l’atteggiamento tradizionale del “si è sempre fatto così”, garantendo una maggiore consapevolezza e una migliore gestione delle risorse. Le aziende devono anche lavorare per fidelizzare i propri fornitori agricoli, chiedendo loro un impegno maggiore in termini di pratiche e adempimenti burocratici per ottenere le certificazioni. Questa strategia, seppur complessa, permette di rendere la materia prima tracciabile e trasparente per il consumatore. Mettere a sistema migliaia di agricoltori in Europa, ognuno con un diverso grado di adozione delle pratiche sostenibili, è una sfida complessa. La velocità della transizione varia in base alle tradizioni e alla predisposizione delle diverse aree geografiche, ma l’obiettivo comune è una filiera unita e trasparente, che fornisca al consumatore finale un prodotto di qualità con una storia chiara e sostenibile.
Stefano Mantegazza, Vicepresidente, Fondazione Argentina Altobelli Ets
In risposta alle sfide attuali, come i cambiamenti climatici e lo spopolamento, la tecnologia e la formazione sono strumenti indispensabili. L’innovazione tecnologica in agricoltura, dalla precisione alle tecniche di evoluzione assistita, non solo garantisce risparmi e benefici economici, ma preserva e crea anche posti di lavoro. Tuttavia, il sistema produttivo, in particolare quello agroalimentare, necessita di un massiccio piano di formazione per i giovani e per i lavoratori già inseriti, al fine di colmare il divario tra le competenze richieste dal mercato e quelle disponibili. Senza un adeguato supporto, rischiamo di avere tecnologie all’avanguardia senza personale qualificato per utilizzarle. Un’altra grave criticità è lo spopolamento delle aree interne e montane, che ha portato alla perdita di oltre 300mila aziende agricole e di 850mila ettari di terreno coltivabile negli ultimi vent’anni. Questo fenomeno non è sostenibile per l’Italia, poiché le aree interne non solo sono il cuore di molte produzioni di eccellenza, ma svolgono anche un ruolo cruciale nella difesa dal dissesto idrogeologico e nella lotta ai cambiamenti climatici. La recente approvazione della legge 131, che mira a riconoscere e proteggere le zone montane, rappresenta un passo nella giusta direzione, anche se i finanziamenti per sostenere l’abitare e l’avvio di imprese in queste aree sono ancora insufficienti. È fondamentale un maggiore sostegno pubblico per incentivare le persone a rimanere e investire in queste zone.
Massimo Medugno, Direttore Generale, Assocarta
Un nuovo regolamento europeo sugli imballaggi sta per entrare in vigore, incentivando l’uso di materiali riciclabili e sostenibili. Questo rappresenta un vantaggio competitivo e tecnologico, specialmente per l’Italia, che ha già elevati standard di riciclabilità. La carta, in particolare, si posiziona come materiale ideale per l’economia circolare, essendo rinnovabile (proveniente da foreste gestite in modo sostenibile) e facilmente riciclabile. In Italia, la percentuale di riciclo della carta raggiunge l’85%. Oltre a essere un imballaggio eco-compatibile, la carta contribuisce anche alla produzione di biogas e biometano, derivati dal riciclo dei rifiuti organici, aiutando così le aziende a gestire i costi energetici e a decarbonizzare in modo competitivo. L’Europa, pur essendo un leader nella regolamentazione, deve bilanciare la burocrazia con misure che supportino la competitività delle imprese. Le normative europee, sebbene abbiano storicamente spinto l’Italia a raggiungere l’eccellenza, talvolta sembrano mancare di una visione chiara sulle priorità, aumentando i costi per le aziende e rendendole meno competitive a livello globale. È fondamentale che le regole siano praticabili e che vengano garantiti controlli adeguati anche sui prodotti importati, per evitare una concorrenza sleale.
Livio Proietti, Presidente, ISMEA
Ismea ricopre un ruolo cruciale nella raccolta dati del settore agricolo italiano e nel supporto finanziario alle imprese. L’ente monitora l’impatto dei cambiamenti climatici, come siccità e alluvioni, che rappresentano una seria minaccia per la produzione agricola. Inoltre promuove la difesa attiva delle produzioni nazionali, considerandola più efficace rispetto alla sola difesa passiva (assicurazioni) nel preservare l’eccellenza e i valori nutritivi dei prodotti italiani. Per affrontare queste sfide, è fondamentale investire in innovazione. Ismea ha finanziato iniziative per il 2023 e il 2024, con un budget totale di 2 miliardi di euro per i contratti di filiera. Tra gli strumenti messi in campo per contrastare i cambiamenti climatici e altre criticità, l’ente si concentra su finanziamenti per sostenere le imprese agricole. Contrasto allo spopolamento tramite il “progetto fondiario” che offre terreni ai giovani, con pagamenti dilazionati in trent’anni a tassi agevolati. E sostegno a giovani e donne con finanziamenti per l’avvio di nuove imprese agricole. Un esempio di innovazione sostenibile è il “mondino” nel Vercellese, una macchina agricola a pannelli solari che lavora a zero emissioni, riconoscendo e distinguendo la pianta di riso dalle erbe infestanti. Questo progetto incarna la visione di Ismea di un’agricoltura moderna e resiliente.
Patrick Gerlich, Amministratore Delegato, Bayer Crop Science Italia
Di fronte alle sfide dei cambiamenti climatici e della geopolitica, la sicurezza alimentare e la competitività europea sono priorità assolute, con gli agricoltori in prima linea. Per sostenerli, aziende come Bayer investono massicciamente in ricerca e sviluppo (oltre 2,6 miliardi di euro all’anno), concentrandosi su prodotti biologici, biosintetici e soluzioni digitali. Un esempio concreto è il nuovo sistema di coltivazione del mais “Short Stature” (a bassa statura), che l’Italia è stata la prima a commercializzare. Questo mais, sviluppato con metodi convenzionali (non OGM), è più resistente al vento e ha un sistema radicale più profondo che gli permette di assorbire meglio acqua e nutrienti. La sua statura ridotta consente una semina più densa, aumentando la resa per ettaro e contribuendo alla produzione sostenibile di cibo. Un altro tema centrale è la sicurezza dei prodotti fitosanitari, come il glifosato. Visti i numerosi studi che ne confermano la sicurezza ed efficacia, esso viene considerato un alleato per un’agricoltura più sostenibile. L’uso del glifosato è legato a pratiche agricole come la semina diretta, che riduce l’erosione del suolo, ne preserva la fertilità e l’umidità, e diminuisce le emissioni di CO2, contribuendo alla sostenibilità ambientale.
Tommaso Battista, Presidente, Copagri – Confederazione Produttori Agricoli
L’agricoltura rigenerativa è un modo per integrare le pratiche alternative. Un metodo che tutela l’ambiente perché garantisce maggiore fertilità e riduce l’emissione di gas. Agricoltura rigenerativa è un punto di riferimento per l’agricoltura sostenibile e per garantire una maggiore produzione del nostro sistema agroalimentare. L’agricoltura rigenerativa deve affiancare e implementare l’agricoltura tradizionale perché riesce a garantire la biodiversità e può garantire una maggiore produzione e migliorare la tenuta del sistema. Può inoltre evitare l’erosione del suolo e la desertificazione e la sua forza è nella conoscenza scientifica moderna che permette grandi risultati. Coltivare campi sempre più fertili oltre a garantire sicurezza è anche una speranza per i giovani. L’agricoltura rigenerativa è una barriera ai problemi del cambiamento climatico ed è una pratica che garantisce la produzione di alimenti anche in risposta all’aumento della richiesta di cibo del 56% entro il 2050.
Francesco Lollobrigida, Ministro, Ministero dell’agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste
Nel panorama agricolo e della trasformazione, l’Italia sta dimostrando una resilienza eccezionale, producendo una qualità inarrivabile. Questo successo, che ha reso l’agricoltura italiana leader in Europa in termini di crescita, è il risultato del lavoro dei produttori e del sostegno senza precedenti del governo Meloni, che ha stanziato ingenti risorse (12 miliardi più un miliardo aggiuntivo). Questa attenzione politica segna un’inversione di rotta, ponendo l’agricoltura al centro delle strategie nazionali ed europee. L’obiettivo è rendere il settore più forte, affrontando crisi climatiche e congiunturali. Le risorse stanziate servono a finanziare la programmazione e gli investimenti, aumentare la produttività e alleviare le sofferenze dei produttori, anche attraverso un fondo unico per l’emergenza alimentare e la velocizzazione dei pagamenti Agea. Sul fronte internazionale, l’Italia si batte per una “sovranità alimentare” che garantisca la qualità e la tutela dei produttori. Le trattative commerciali, come quella con gli Stati Uniti, vengono monitorate attentamente per proteggere settori chiave come il vino e l’olio, cercando di evitare che importazioni a basso costo e con standard inferiori danneggino il Made in Italy. L’Italia chiede all’Europa maggiore controllo sulle frontiere per contrastare la concorrenza sleale.
Andrea Di Stefano, Chief Communication Officer, Farzati spa
l progetto di Farzati riguarda un sistema innovativo di tracciabilità basato sull’intelligenza artificiale basato sul gemello digitale, ideato per combattere il fenomeno dell’italian sounding e le frodi alimentari. La tracciabilità è vista come un elemento cruciale per certificare l’autenticità dei prodotti sia nel mercato nazionale che internazionale. Il sistema si basa sull’acquisizione dell’impronta digitale dei prodotti agroalimentari, come quella del latte, dei formaggi, delle castagne o del tartufo, utilizzando tecnologie avanzate come la NIR (spettroscopia nel vicino infrarosso). Una volta acquisita, l’impronta viene utilizzata per addestrare un’intelligenza artificiale in grado di riconoscerla e verificarla. Questo processo permette di creare un “food pass”, un certificato digitale che accompagna il prodotto e garantisce la sua qualità, origine e l’intera filiera. Attraverso un dispositivo portatile, è possibile poi verificare in tempo reale se il prodotto è presente nel database e ripercorrere tutti i passaggi della sua produzione. Il sistema non si limita solo al prodotto stesso, ma traccia anche elementi cruciali della filiera, come il packaging, la catena del freddo e persino i mezzi di trasporto, come i camion del latte, per garantire un controllo completo e certificato.
Paolo Girelli, Presidente, Assofertilizzanti – Federchimica
Le tensioni geopolitiche rappresentano una grande difficoltà per le imprese del settore. La continua instabilità obbliga le aziende a rivedere le proprie strategie quasi settimanalmente. Questa situazione rende inoltre difficili gli acquisti da parte delle aziende agricole, che si trovano a fronteggiare un contesto economico incerto. Un altro effetto diretto delle tensioni è stata una riduzione dei consumi di fertilizzanti in Italia, con un calo del 29%. Nonostante queste sfide, le aziende del settore si stanno muovendo attivamente su diversi fronti. Investimenti e innovazione in ricerca e sviluppo per proporre prodotti innovativi e diversificare i mercati. Si stanno esplorando nuove materie prime, in particolare quelle rinnovabili come gli scarti delle filiere agroalimentari. Le aziende hanno anche ridotto la loro dipendenza dal gas russo e vengono sviluppati biosimolanti per rispondere alle sfide del cambiamento climatico. Questi prodotti permettono l’agricoltura in condizioni estreme, come quelle caratterizzate da stress idrico o salinità. Questo ha permesso di fornire soluzioni concrete che aiutano l’agricoltura a resistere e a fare della sostenibilità un concetto tangibile.
Cristiano Fini
L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.L’agricoltura italiana si confronta con sfide decisive, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche e l’innovazione è la via d’uscita. Cia punta sull’agritech per rendere le aziende più sostenibili, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti. Sono importanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) che non sono OGM, e permettono di sviluppare piante più resilienti alla siccità e meno dipendenti da input chimici. L’appello è ad una rapida approvazione di queste tecnologie, cruciali per l’adattamento del settore. Fondamentale è anche la gestione del rischio attraverso polizze multirischio, che garantiscono la continuità produttiva in caso di calamità. Sul fronte idrico, Cia propone una strategia a 360 gradi, dagli invasi al miglioramento delle reti distributive, un tema centrale per la competitività. Infine, la nuova Pac è “irricevibile” perché non fornisce le risorse adeguate per affrontare le sfide attuali. L’agricoltura ha bisogno di strumenti concreti per crescere e garantire la sicurezza alimentare del Paese.
Francesco Marchese, Direttore marketing, CAI (Consorzi Agrari d’Italia)
La guerra in Ucraina ha scosso il mercato globale, creato difficoltà nel reperire materie prime per i fertilizzanti. In questo scenario, Cai (i Consorzi Agrari d’Italia), ha saputo trasformare la crisi in opportunità, dimostrando una notevole resilienza e visione strategica. Ha anticipato le criticità, sviluppato soluzioni alternative che hanno permesso di mitigare l’impatto sugli agricoltori. Grazie a una strategia basata su risparmio, investimenti mirati e uso intelligente delle risorse, Cai si è mossa con prontezza. L’adozione di strumenti digitali ha permesso di guidare le scelte degli agricoltori, ottimizzando l’uso dei prodotti e garantendo efficienza. Al centro di questa strategia c’è l’investimento in prodotti a componente avanzata come i fertilizzanti a rilascio graduale, che assicurano una nutrizione più efficace e duratura per le colture. Ma la vera rivoluzione è l’approccio circolare: CAI sta infatti incentivando l’uso di concimi organici, sfruttando sottoprodotti di allevamenti e agroindustrie locali. Questo non solo riduce la dipendenza da materie prime esterne, ma contribuisce anche a creare un sistema economico più sostenibile e integrato.
Luigi Scordamaglia, ad, Filiera Italia, Presidente, EAT Europe
L’agroalimentare italiano come risorsa strategica: un modello di filiera sostenibile per l’Africa dove le filiere agroalimentari italiane svolgono un ruolo cruciale anche nel Piano Mattei e nelle relazioni internazionali. C’è necessità di un approccio strategico che superi le divisioni ideologiche tra grandi e piccoli attori del sistema produttivo. Al centro di questa visione si pone la filiera, intesa come l’unico strumento efficace per garantire competitività e sostenibilità. Un modello di un sistema integrato e coerente. L’industria moderna non può più permettersi di agire in modo isolato, senza salvaguardare e integrare l’intera filiera. Questo approccio è fondamentale anche per superare la dicotomia tra un’agricoltura basata sulla produzione di massa e su prodotti chimici, promuovendo invece un modello che ponga la salute e la naturalità al centro. Vi è il rischio, infatti, di una pericolosa divisione tra un’alimentazione sana e naturale per chi ha i mezzi economici e un’alimentazione sintetica per chi non può permetterselo. La visione di una filiera unica e vincente è l’unica strada percorribile per scongiurare questo scenario.Riguardo all’accordo con il Mercosur, l’Italia si trova di fronte a un dilemma: da un lato, favorire il commercio e gli scambi, dall’altro, essere un importatore di prodotti che non riesce a produrre. Occorrono paletti precisi, in particolare le “clausole a specchio”
Nicola Bertinelli, Direttore Generale Parmigiano Reggiano
Sebbene gli accordi tra Stati Uniti e Unione Europea offrano una potenziale visione di futuro e una certa stabilità, il Parmigiano Reggiano continua a pagare un dazio del 15%, una situazione che non è recente e che non ha subito cambiamenti significativi. In questi anni abbiano applicato una strategia comunicativa con l’uso delle manifestazioni sportive negli Usa come “megafono”. L’obiettivo è duplice: far comprendere la distinzione tra il Parmigiano Reggiano e il “parmesan”, e promuovere il consumo del prodotto come “snack” salutare, in netta contrapposizione al cibo spazzatura. Bertinelli ha identificato mercati emergenti con un forte potenziale. Paesi come la Norvegia e la Svezia, nel nord Europa, e l’intero sud-est asiatico sono visti come aree di grande crescita per le produzioni di alta qualità. Per quanto riguarda il Mercosur è stato fatto un passo avanti fondamentale per la tutela delle Indicazioni Geografiche (IG) perché senza regole precise e reciprocità tra i sistemi produttivi, si rischia la distruzione dei sistemi agricoli che non hanno protezioni distintive.
Massimiliano Giansanti, Presidente, Confagricoltura e Copa, l’organizzazione degli agricoltori europei
L’agricoltura a livello europeo è in crisi, noi agricoltori paghiamo il conto. L’Ue deve investire in noi stessi. L’agricoltura europea si trova a un bivio cruciale, stretta tra l’aumento dei costi di produzione e le sfide di un mercato globale sempre più aggressivo E il conto lo pagano sempre gli agricoltori, e questo non è più accettabile. A pesare sono costi, rischi e burocrazia: una pressione insostenibile La principale richiesta del comparto è abbattere i costi di produzione per frenare l’aumento dei prezzi al consumo e rendere il “carrello della spesa” più accessibile per tutti. A questo si aggiunge la necessità di lavorare in modo più efficace sulla gestione del rischio, un aspetto sempre più critico a causa dei cambiamenti climatici e delle oscillazioni del mercato. Per farlo, si invoca l’intervento dell’Unione Europea attraverso un fondo dedicato che possa offrire coperture adeguate, garanzie e stabilità per la produzione agricola.Altro punto dolente, la burocrazia. Si denuncia una semplificazione “ferma da troppo tempo”, che impedisce agli agricoltori di operare con l’agilità necessaria.
Fabio Vitale, Direttore Generale Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura – AGEA
In un’era dove l’agricoltura italiana cerca nuove strade per innovare e competere, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) segna una svolta decisiva. Il suo Direttore, Fabio Vitale, annuncia un cambio di passo radicale per conoscere a fondo il suolo agricolo, elemento chiave per produrre di più, meglio e con maggiore qualità. “L’elemento centrale di questa rivoluzione è la Carta Nazionale del Suolo e dell’Uso del Suolo. Grazie a questo strumento, l’Italia è riuscita a mappare e geolocalizzare circa 4 milioni di ettari di territorio agricolo finora inesplorato. Questi terreni, pur non essendo coltivati, sono potenzialmente ammissibili a contributi europei, rappresentando un’enorme opportunità per l’economia agricola del paese e per le politiche giovanili. L’iniziativa non solo valorizza il territorio, ma assicura anche la legalità e l’efficienza dei pagamenti. L’Italia è ora l’unico paese dell’Unione Europea ad utilizzare una piattaforma integrata per l’agricoltura che consente di ridurre frodi e di ottimizzare l’uso delle risorse, garantendo che ogni euro del bilancio comunitario venga erogato correttamente”.
Paolo De Castro, Presidente Filiera Italia e di Nomisma
“L’agricoltura vive una fase storica complicata”, ha sottolineato Paolo De Castro, Presidente Filiera Italia e di Nomisma. “La presidente Ue Ursula von der Leyen non ha preso in considerazione il chiaro e netto no all’istituzione del fondo unico, il no a un unico calderone di tutte le politiche come la Pac. Non se ne è tenuto minimamente conto. E quello che fa arrabbiare è che questo è avvenuto non perché la Ue ha minori risorse. Anzi le risorse sono raddoppiate ma la l’agricoltura ha avuto una riduzione del 25%. E non va bene neppure la strisciante rinazionalizzazione alla quale si assiste. È una situazione non positiva per la Ue. Come non sono positivi i dazi. L’accordo sembra quasi che la Ue non abbiamo voluto combattere la battaglia e abbia subito l’arroganza degli Usa. Ma i dazi saranno un problema anche per stessi Stati Uniti”.
Deborah Piovan, Consigliere, Accademia dei Georgofili
“L’agricoltura ha bisogno di una Pac e di strumenti per far crescere e svecchiare il settore”, ha sottolineato Deborah Piovan, consigliere dell’accademia dei Georgofili. “Devono essere superare le incertezze di mercato e quelle climatiche per rendere il settore attrattivo per i giovani. Per fare questo dobbiamo aiutare il settore con l’innovazione tecnologica come con l’intelligenza artificiale, la genetica, la ricerca. E soprattutto c’è da favorire il trasferimento verso gli agricoltori. Questo perché deve essere promossa una intensificazione sostenibile dei raccolti molti dei quali vengono persi per attacco di insetti e per malattie. Dobbiamo curare le piante per non produrre di meno. C’è l’importanza di innovare per la incentivare la produzione, anche di prodotti tradizionali”
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link