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«Le imprese tengono, credito decisivo»


«Il Veneto rappresenta un’economia molto vivace. La regione si posiziona ai primi posti in Italia per produzione di ricchezza e per numero di imprese attive. Le ultime stime confermano una crescita del Pil vicino all’1% per l’anno in corso e una dinamica moderatamente positiva. In generale, dal nostro osservatorio, la manifattura locale mostra segnali di tenuta con una variazione positiva del fatturato, nonostante le tensioni del contesto internazionale. In questo quadro, il ruolo degli istituti di credito diventa fondamentale per assistere la crescita».

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Roberto Ghisellini, condirettore generale di Crédit Agricole Italia, il Nordest lo conosce bene. Originario di Melara, in provincia di Rovigo, tra il 2015 e il 2016 è stato direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria, la banca con sede a Pordenone entrata a far parte del gruppo Crédit Agricole nel 2007 insieme a Cariparma (e poi integrata in Crédit Agricole Italia a fine 2022).

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In questa intervista il manager del gruppo approfondisce le sfide che quest’area decisiva per l’Italia deve affrontare: «Come Crédit Agricole Italia nel Nordest contiamo quasi 200 strutture e circa 1.400 collaboratori e non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno. Nel triennio 2022-2024, nel Triveneto, abbiamo registrato oltre 3 miliardi di nuove erogazioni a privati e aziende e circa 3 milioni di euro in sostegni al sociale, alla cultura e allo sport. Solo l’anno scorso abbiamo stipulato quasi 3.500 nuovi mutui con la clientela di quest’area, che beneficia di una fetta consistente degli oltre 100 miliardi di finanziamenti all’economia italiana operati da Crédit Agricole».

Territorio e fiducia, quanto è importante oggi questa relazione anche alla luce dei passaggi generazionali in atto?

«Quando penso al mercato triveneto, non vedo solo coordinate geografiche. Essendo io originario del Veneto, vedo volti, storie, imprese familiari, giovani che scommettono sul futuro. E vedo una banca, la nostra, che vuole accompagnare il territorio sostenendo progetti e sogni attraverso la fiducia reciproca. Nel rapporto con le imprese la fiducia è il vero moltiplicatore di valore. Nella nostra visione, il territorio è più di un mercato: è una comunità. E la banca, se vuole essere rilevante, deve essere parte attiva di questa comunità. La filosofia di Crédit Agricole è quella di coniugare la professionalità alla conoscenza del territorio, con le sue peculiarità, le sue aziende e le sue famiglie. Anche per questo, nel corso degli anni abbiamo avviato in Veneto due hub, uno a Verona e, agli inizi di quest’anno, a Padova, dove abbiamo voluto concentrare i servizi a tutti i target di clientela. Un’altra iniziativa a cui teniamo molto è l’avvio dei Comitati Territoriali, organismi rappresentativi del territorio che ci aiutano a cogliere le progettualità da sostenere a livello locale. Oggi i Comitati sono sette in Italia. Quello del Nordest si è insediato nel maggio 2023 e vede tra i suoi membri alcuni importanti imprenditori e altri stakeholder che ci onorano della loro collaborazione. Parliamo, in definitiva, di investimenti importanti che si realizzando solo a fronte di un forte legame di fiducia tra la banca e il territorio».

Tra le iniziative di sostegno alle imprese che avete portato avanti ci sono anche i Village di Crédit Agricole. Come vanno i vostri trampolini per l’innovazione e la creazione di nuove imprese?

«È una iniziativa distintiva che ci sta regalando molte soddisfazioni ed è molto apprezzata dal mercato. Le Village by CA è una rete europea di una cinquantina di acceleratori di innovazione che oggi ospita oltre 1700 start up accelerate, più di 750 aziende partner e circa 200 abilitatori. Il progetto nel 2014 per sostenere l’innovazione e creare un ecosistema in grado di mettere in contatto aziende corporate, startup e abilitatori. Per un’azienda del territorio o per una startup innovativa insediarsi in un Village significa interagire con una rete internazionale di altre aziende e startup e aumentare in maniera esponenziale le opportunità di sviluppo. In Italia finora abbiamo dato vita ai Village di Milano, Parma, Padova, Sondrio e Catania, ma stiamo già lavorando per avviare anche a Napoli un Village nel 2026».

A Padova il progetto è particolare: perché e come sta andando?

«Stiamo registrando il crescente successo del Village di Padova che ha la caratteristica di essere un progetto condiviso con alcuni dei principali attori economici e sociali del panorama locale. Nella compagine societaria, oltre a Crédit Agricole, figurano infatti Confindustria Veneto Est, Università di Padova e Parco Scientifico e Tecnologico Galileo. Nell’ambito delle attività del Village Triveneto, che oggi conta 20 aziende partner e 50 startup residenti, qualche mese fa abbiamo lanciato insieme a Umana e Cuoa Business School un progetto, iANG, per supportare l’innovazione del tessuto economico locale attraverso l’incontro delle aziende con le start up più avanzate nel campo dell’intelligenza artificiale e la selezione di studenti universitari con specifiche competenze in tale ambito».

Giovani e università, come immagina il Veneto di domani?

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Saldo e stralcio

 

«Da sempre la nostra presenza sul territorio si accompagna a rapporti di collaborazione con i centri di formazione e le università. Siamo tesorieri dell’Università Ca’ Foscari, collaboriamo con l’Università di Padova per tutte le iniziative che gravitano intorno al Village Triveneto e per altre iniziative di promozione della cultura d’impresa, come la Start Cup. Intratteniamo proficue relazioni anche con altri atenei al di fuori della regione. Tutto ciò per dire che siamo fermamente convinti dell’importanza della formazione superiore e del dialogo tra mondo universitario e impresa, anche nell’ottica di contenere e prevenire il fenomeno della fuga dei cervelli. Lato nostro nel triennio 2022-2024 abbiamo effettuato circa 170 assunzioni nel Triveneto, per l’80% giovani under 35, che ci aiutano ad adeguare la visione della banca sul mondo e sulle sfide di domani. Se penso al Veneto del futuro la fotografia è quella di un territorio trainante a livello nazionale dove le eccellenze locali sono protagoniste di un’economia di successo capace di innovarsi continuamente proprio grazie all’entusiasmo e alle idee dei giovani imprenditori».
 





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