Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

il piano aiuti verso Gaza


Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Mentre i quartieri di quel che rimane di Gaza vengono ridotti in macerie e gli ospedali operano senza elettricità né anestesia, l’Unione Europea ha annunciato un pacchetto da 450 milioni di euro per la Palestina.

La situazione appare sempre più critica, anche perché quella che viene definita “guerra” sta diventando via via più impopolare tra i cittadini europei, e non solo. In questi giorni l’Onu parla apertamente di carestia, sempre più Paesi riconoscono la Palestina (non ancora l’Italia) e una flotilla civile diretta verso la Striscia mette sotto pressione la diplomazia internazionale.

La Spagna ha annunciato l’invio di una nave a supporto, pronta a intervenire in caso di incidenti. L’Italia è presente con una nave militare, mentre la premier Giorgia Meloni, intervenendo all’Onu, ha apertamente dichiarato che, pur condannando Hamas, Israele ha sorpassato ogni limite.

Ue, 450 milioni di euro alla Palestina tra aiuti diretti e credito agevolato

L’Unione Europea ha annunciato con due comunicati che destinerà 450 milioni di euro alla Palestina. Si tratta di un pacchetto già pronto che unisce 400 milioni in linee di credito per le imprese e 50 milioni di aiuti umanitari diretti a Gaza e Cisgiordania.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

L’intesa è stata firmata il 24 settembre a New York, a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, dalla Commissione Europea e dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei).

La quota più corposa, la linea di credito, è rivolta alle piccole e medie imprese palestinesi, e sarà veicolata tramite l’Autorità Monetaria Palestinese e banche locali.

Secondo Bruxelles, 220 milioni saranno operativi entro la fine del 2025, un picco storico per i fondi europei verso i Territori. La misura rientra in un piano più ampio da 1,6 miliardi per il triennio 2025–2027, pensato per evitare il collasso completo di un’economia compressa da anni di embargo, infrastrutture fatiscenti e una disoccupazione che, in certe fasce d’età, ha numeri da archivio fallimentare.

La Presidente della Bei, Nadia Calvino, ha definito l’accordo un impegno concreto verso le popolazioni e le imprese palestinesi colpite dalla guerra. Il credito sarà concesso a condizioni agevolate, per quanto questo possa significare in un contesto dove l’accesso stesso al credito è, per molte imprese, una voce da nota a piè di pagina o quantomeno una cosa di “normale amministrazione”.

I 50 milioni di aiuti umanitari, invece, sono destinati all’immediato: cibo, medicine, ripari. Sempre ammesso che riescano a passare. Perché sulla carta, i soldi ci sono. Ma a Gaza nessun pacchetto europeo atterra da solo.

Dall’inizio del conflitto del 2023 a oggi: il flusso costante di aiuti europei

Dal 7 ottobre 2023 il cosiddetto “Team Europa”, formato da Commissione, Stati membri e Bei, ha messo in campo circa 1,44 miliardi di euro a sostegno della popolazione palestinese nei Territori occupati. Abbiamo visto aiuti umanitari, ponti aerei, missioni di protezione civile e supporto logistico.

Nel 2024 la Commissione europea ha destinato 237 milioni di euro a Gaza e Cisgiordania, con interventi mirati a cibo, acqua, sanità d’emergenza, rifugi e protezione.

Nel 2025 il budget umanitario è salito a 220 milioni di euro, dopo una nuova tranche da 50 milioni.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

Gaza sotto assedio: carestia e bombardamenti israeliani aggravano la crisi

L’intervento finanziario dell’Ue arriva in mezzo a una situazione umanitaria al limite del collasso. Secondo le Nazioni Unite oltre il 90% degli abitanti di Gaza è stato costretto a lasciare la propria casa almeno una volta sotto i bombardamenti israeliani.

Dal 22 agosto 2025, la Striscia è ufficialmente in carestia di fase 5: più di mezzo milione di persone vivono in condizioni disperate e un altro milione sopravvive in emergenza grave. Situazione molto diversa da quella prospettata da alcuni tiktokers chiamati da Israele “in vacanza” sulla Striscia.

In Cisgiordania le cose non vanno meglio: l’espansione degli insediamenti, le operazioni militari e le violenze dei coloni israeliani contro i villaggi palestinesi hanno prodotto crisi drammatiche nell’accesso alla protezione, all’alloggio e ai servizi di base. La Commissione europea lega direttamente la carestia di Gaza ai “bombardamenti israeliani intensificati”, che hanno colpito anche ospedali e scuole, e agli ordini di evacuazione forzata.

Flotilla internazionale verso Gaza: Spagna in prima linea, Italia divisa

Mentre il conflitto continua senza tregua, cresce anche la mobilitazione civile internazionale. A inizio settembre è salpata la Global Sumud Flotilla, una missione umanitaria composta da circa cinquanta imbarcazioni con a bordo volontari, parlamentari e attivisti provenienti da oltre quaranta Paesi.

Dopo un attacco con droni avvenuto due notti fa al largo di Creta, i governi di Madrid e Roma hanno deciso di garantire supporto navale alla spedizione.

Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato l’invio di una nave militare da Cartagena per affiancare la flottiglia, mentre l’Italia ha dispiegato la fregata Fasan della Marina militare nell’area, in una missione di soccorso coordinata dal ministro Crosetto.

Le parole di Giorgia Meloni all’Onu sulla missione umanitaria e la guerra

La risposta del governo italiano è stata prudente e critica. La premier Giorgia Meloni, parlando all’Onu, ha definito la missione umanitaria “gratuita, pericolosa, irresponsabile”, sostenendo che l’Italia avrebbe potuto consegnare gli aiuti “in poche ore” via terra.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Ha quindi invitato gli attivisti a fermarsi a Cipro, affidando la consegna delle merci al Patriarcato latino di Gerusalemme per poi trasferirle a Gaza.

Nel suo intervento Meloni non si è limitata a parlare della flotilla. Ha rivolto parole dirette anche a Israele, accusandolo di aver “superato i limiti” nella sua reazione militare a Gaza e di aver violato le norme umanitarie, con conseguenze devastanti per la popolazione civile. Le sue parole spiegano come l’Italia sia ben lontana dal riconoscere ufficialmente la Palestina.

Ha poi criticato l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania, sostenendo che non può essere utilizzata come strumento per impedire la nascita di uno Stato palestinese. A suo giudizio Israele “ha oltrepassato il principio di proporzionalità” e non può pensare di cancellare la prospettiva di una soluzione a due Stati.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari