Richiedi prestito online

Procedura celere

 

All’assemblea di Confindustria Mantova imprese tra dazi e caro-energia: «Se…


L’appuntamento

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

A Castiglione l’assise generale. Gli ex ministri Fornero e Siniscalco a confronto con Emma Marcegaglia e il presidente Fabio Viani. «Non contributi a pioggia, ma sostegni reali»

I dazi trumpiani già pesano sull’economia italiana e, dunque, su quella mantovana, così come il costo dell’energia è una zavorra che impedisce alle imprese di decollare. Servirebbero, dunque, degli aiuti veri da parte dello Stato, che non devono però essere sovvenzioni a pioggia ma misure frutto di politiche industriali serie. Quelle che mancano da troppo tempo in Italia. È quanto hanno messo in risalto Fabio Viani, presidente di Confindustria Mantova e Emma Marcegaglia, presidente e amministratore delegato di Marcegaglia Holding, nella tavola rotonda che ieri, al teatro sociale di Castiglione delle Stiviere, ha aperto l’80ª assemblea di Confidustria Mantova, e a cui hanno partecipato anche Domenico Siniscalco, vicepresidente della banca americana Morgan Stanley e già ministro dell’economia del governo Berlusconi e, in collegamento video, Elsa Fornero, economista dell’università di Torino e già ministro del lavoro nel governo Monti. L’assemblea è stata trasmessa in diretta da Sky Tg24, con il caporedattore della redazione economica, Andrea Bignami, che ha condotto le tre tavole rotonde dedicate agli scenari internazionali, nazionali e mantovani. Imprenditori, economisti e politici si sono confrontati sotto il titolo “Orizzonti” e «hanno tracciato i futuri scenari che avremo davanti» ha spiegato Viani.

I dazi e il loro riflesso

Il primo argomento affrontato è l’impatto che i dazi avranno sull’economia: «Già da ora pesano sull’industria – dice Marcegaglia -. Noi esportiamo 64 miliardi di beni e servizi negli Stati Uniti. Il dazio nominale del 15% in realtà è più alto, perché c’è la componente di acciaio di alcuni beni che è passata al 50% . Al quale si aggiunge la svalutazione del dollaro contro l’euro. Le stime parlano di 7-9 miliardi di riduzione delle importazioni italiane. L’impatto c’è, ma non è la fine del mondo e reagiremo». E la banca americana, come vede la situazione? «È un cambio di paradigma iniziato nel 2008 con la crisi finanziaria, quando si cominciò a parlare di deglobalizzazione. Poi Trump ci ha messo il turbo. Ma attenzione: i primi dazi sembravano molto pesanti; ma a pesare di più era l’incertezza. Con l’accordo del 7 agosto i dazi si sono apparentemente stabilizzati al 15%. Non è zero, ma non mi sembra la fine del mondo». «L’incertezza è quella che più temiamo – replica Viani – L’incognita del tasso di cambio è rimasta e questo impatto potrebbe aumentare. Il tema dei dazi può essere attenuato da una serie di misure tra cui una sorta di sostegno ai settori che vengono maggiormente colpiti come meccanico, metalmeccanico e alcuni comparti dell’agroalimentare, ma non attraverso contributi a pioggia. Bisogna avere contributi mirati per consentire alle piccole e medie imprese di accedere a nuovi mercati».

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Trump fattore di crisi

Per Fornero «Trump è un fattore di crisi e sono preoccupata da quello che sostiene Siniscalco. Trump è destabilizzante, da un lato demolisce i valori del libero mercato e dall’altro pensa di dominare il mondo e di fare grande l’America, ma quella dei ricchi. Credo che l’Europa debba insistere sul paradigma del mercato, sugli accordi, sul welfare e contrastare la destabilizzazione che Trump sta provocando». Marcegaglia si sofferma sulla globalizzazione: «Per me è sempre stato un fatto positivo ma oggi il mondo è cambiato, abbiamo la guerra alle porte dell’Europa; va, quindi, trovato un nuovo equilibrio tra il tentativo di tenere i mercati aperti con quei paesi che ci stanno e la sicurezza». Si chiude il mercato Usa ma si potrebbe aprire quello del Mercosur: «Se verrà firmato l’accordo – sottolinea Viani – è una compensazione parziale alla diminuzione delle esportazioni negli Usa, ma con grandi limiti». Allora, sarebbe utile mettere dazi alla Cina? «Penso che sia meglio non metterli» dice Siniscalco. Si parla anche della manovra del governo Meloni. «Io sono convinto che siamo già sotto il 3% o al 3%» dice Siniscalco; «sarà una manovra facile, sul velluto visti i conti in ordine». E dalla manovra del governo cosa ci si aspetta?

Legge di bilancio e piano Draghi

«Un segnale forte a sostegno dell’industria con sostegni reali – dice Viani – Questo paese ha dimenticato la politica industriale. Abbiamo assistito al fallimento di quella che era Industria 5.0. Abbiamo anche un’altra criticità: l’invecchiamento; fra dieci anni avremo problemi a pagare le pensioni a chi andrà in pensione». «Al governo chiediamo una forte attenzione all’innovazione. Non chiediamo sussidi – fa eco Marcegaglia -. Il costo dell’energia elettrica è l’altro tema: il costo rimane molto alto, ci sono cose che si possono fare anche a livello italiano: da aprile stiamo aspettando l’energy release; poi l’energia idroelettrica che costa poco. Siamo anche pronti ad aumentare i salari, ma va incentivato tutto quello che aumenta la produttività».

Se i conti pubblici sono in salute è grazie alla riforma Fornero delle pensioni: «I numeri parlano – risponde l’ex ministra – La gente ha compreso il meccanismo previdenziale e risposto positivamente molto più dei politici. Noi dobbiamo, però, investire in ricerca, istruzione, formazione professionale». Si passa al piano Draghi, rimasto sulla carta. «Sarebbe fondamentale la sua attivazione – incalza Viani -, ci farebbe uscire dal nostro immobilismo». «Il messaggio di Draghi – aggiunge Marcegaglia – è che se non riusciamo a crescere di più e a recuperare il gap di competitività che abbiamo con gli Usa, anche il nostro modello culturale e sociale rischia di deflagrare. E va superato il tema dell’unanimità in Europa con cui si decide, si applichi la cooperazione rafforzata». Il piano Draghi costa 800 miliardi, dove trovarli? «Il debito comune sarebbe una panacea per i paesi ad alto debito come Francia e Italia» risponde Siniscalco.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!