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Irpef regionale, il centrodestra “largo” difende la stangata: “L’aumento? Non si muore di fame”



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Irpef regionale, il centrodestra “largo” difende la stangata: “L’aumento? Non si muore di fame” – Cuneodice.it









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CUNEO – Irpef regionale, il centrodestra “largo” difende la stangata: “L’aumento? Non si muore di fame”

A Cuneo la maggioranza si divide. “Colpa dei debiti della giunta Bresso” dice Fratelli d’Italia, il Pd risponde: “Colpite il ceto medio invece delle grandi imprese”


Andrea Cascioli
24/09/2025 18:21

Il dibattito sulla stangata agostana della giunta Cirio, con l’aumento dell’Irpef per le fasce di reddito tra 15mila e 50mila euro, approda a Cuneo grazie a un breve ordine del giorno degli Indipendenti in cui si esprime “preoccupazione e contrarietà” alla manovra varata dalla Regione.
Il documento viene approvato, ma il voto certifica l’esistenza di un inedito “campo largo” di centrodestra che comprende uno spezzone della maggioranza di Patrizia Manassero. I centristi sono tra i più attivi nel difendere la necessità di un provvedimento reso inevitabile, secondo Maria Laura Risso, per “garantire servizi ai cittadini”: “L’importo annuale non è quello di una tassa molto elevata: ci può stare se la ricaduta sarà positiva sui servizi sociali, sulla sanità e su altri contesti dove abbiamo richieste precise alla Regione”. Risso (candidata per la lista Cirio alle regionali) minimizza la portata del rincaro: “A pagare 40 o 50 euro non si muore di fame, parla una che non ha un reddito alto. Chi guadagna oltre 50mila ha avuto un aumento del 3,33% sull’Irpef, da 28mila a 50mila c’è un lieve aumento di 2,75%”.
Le cose però non stanno proprio così. Quello del 3,33% non è un “aumento”, bensì la soglia che pagano già oggi i più abbienti e che non può essere ritoccata, perché giunta al limite. Per gli altri, invece, il rincaro vale 33 euro in più all’anno per chi guadagna più di 15 mila euro ma meno di 28 mila, 106 euro per chi sta tra i 28 e i 50 mila. Nessuna variazione per i redditi sotto i 15 mila euro (che restano all’1,62%).
Anche sull’impiego delle risorse tributarie aggiuntive c’è da fare qualche distinguo: “Non viene chiesto un prelievo fiscale per dare servizi aggiuntivi ma per mantenere l’esistente se Dio ci aiuta” puntualizza infatti la sindaca. Manassero non polemizza con il ritocco perché “siamo in una situazione in cui tutti gli enti locali hanno problemi di bilancio da far quadrare”. Il tema è chi far pagare: “È stata scelta fascia più debole, il ceto medio”. Si poteva fare diversamente? La capogruppo del Partito Democratico Claudia Carli sostiene di sì: “Prima di rivolgersi a pensionati e insegnanti occorre rivolgersi a chi in questi anni ha guadagnato. Perché in Piemonte le imprese che estraggono ghiaia, sabbia e pietre ornamentali pagano oneri molto più bassi? Adeguandoci ai parametri lombardi si potrebbero incassare 4,8 milioni in più, con i canoni del Veneto alle aziende dell’acqua minerale entrerebbero altri 2 milioni. Si potrebbe aumentare l’Irap ai grandi gruppi della logistica che in Piemonte in questi anni sono cresciuti esponenzialmente”.
Un altro tema, ricorda la consigliera, è il recupero dell’evasione: “Il Piemonte conta quasi 1,1 miliardi di tasse regionali non riscosse: 325 milioni per il bollo auto, 423 milioni per l’Irap, 307 milioni per l’addizionale Irpef”. Con quei soldi, hai voglia a fare una manovra: “Questo aumento non serve per aumentare i servizi sociali né tantomeno ciò che la Regione decide di investire, ma per mettere una toppa su quel che il governo dà in meno: 116 milioni sulla sanità” tuona ancora Carli.
“Siamo stati costretti – osserva invece Massimo Garnero (Fratelli d’Italia) – a prendere questi provvedimenti per mettere in sicurezza i conti della Regione che nell’anno passato ha fatto fronte a spese consistenti, tra cui i 122 milioni per derivati con contratti stipulati nel 2006 dalla giunta Bresso”. Il capogruppo meloniano sottolinea però che “probabilmente nel 2028 questi aumenti verranno ridotti”. Nel frattempo “si è deciso di applicare una detrazione di 100 euro per contribuenti con più di due figli e di 500 euro per contribuenti con figli portatori di handicap”. “Facciamo discorsi molto ipocriti” dice Elio Beccaria di Cuneo Civica, denunciando “una strumentalizzazione puramente politica” attorno al tema.
“Smettiamo di dar sempre la colpa a chi ci ha preceduto” obietta dal canto suo Erio Ambrosino, indipendente del Pd: “Questa è una scelta politica che va a incidere sul ceto medio, quei pochi che vanno ancora a votare vogliono sentirsi dire le cose come stanno”. Da sinistra si rileva soprattutto l’incongruenza con le tradizionali promesse del centrodestra: “Quando proponevamo di tassare chi effettivamente ha fatto i soldi queste proposte sono sempre state bocciate: bisogna iniziare a fare pace con se stessi” taglia corto Nello Fierro (Cuneo per i Beni Comuni). Sulla stessa linea il “sodale” politico Ugo Sturlese: “Gli aumenti vengono da una parte politica che ha sempre parlato di riduzione delle tasse e tacciato i progressisti di voler tassare tutti, in nome dell’uguaglianza generalizzata”.
Il tema dell’evasione ritorna negli interventi di Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia (“si fa la rottamazione delle cartelle, favorendo addirittura l’evasione fiscale, poi si martellano i dipendenti che hanno gli stipendi più bassi: sono sempre i soliti che pagano le tasse per tutti”) e Nino Pittari (indipendente di maggioranza), secondo cui “il denaro si può reperire facendo una vera lotta all’evasione che in realtà né la destra né la sinistra hanno mai voluto fare seriamente”. Giancarlo Boselli (Indipendenti) parla di “doppia penalizzazione”: “Siamo stati esclusi dai ristori sul Tenda e abbiamo preso questo aumento. L’esclusione dai ristori non è poca cosa, un’attività del nostro Comune ha perso di più rispetto a una di Borgo”.

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