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a Roma 75mila partecipanti e 2.500 imprese


Sette giorni intensi hanno permesso alla Capitale di misurarsi con il proprio futuro: la nuova edizione di Rome Future Week ha chiuso i battenti con numeri che ne confermano la crescita esponenziale, proiettando la città verso scenari di innovazione condivisa e partecipazione attiva.

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Una città trasformata in laboratorio

Dal centro storico fino ai quartieri più periferici, l’intera Roma ha indossato per sette giorni la veste di un grande campus diffuso. Teatri, biblioteche, spazi industriali rigenerati e aree all’aperto sono stati ripensati come luoghi di sperimentazione, trasformando la routine urbana in una trama di dibattiti, workshop e installazioni. Per l’occasione, i simboli della città si sono affiancati a location insolite, permettendo ai partecipanti di vivere la metropoli come un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, dove tecnologia, cultura e comunità si sono incontrate senza barriere.

La prospettiva internazionale è emersa con forza grazie a ospiti provenienti da diversi Paesi e alla collaborazione tra atenei, istituzioni e realtà imprenditoriali. L’obiettivo comune era scoprire come le trasformazioni in atto possano rendere Roma una piattaforma competitiva e inclusiva a livello globale. Incontri, prototipi e testimonianze hanno sottolineato l’importanza di una visione condivisa, capace di coniugare tradizione e innovazione, attrarre investimenti e favorire la crescita di un ecosistema basato su connessione, collaborazione, creazione, competenza e condivisione. Una traiettoria che ha visto esperti di smart city confrontarsi con designer sociali e studiosi di sostenibilità, ampliando le prospettive del pubblico.

Partecipazione diffusa e protagonismo dei quartieri

Numeri alla mano, l’edizione 2025 ha superato ogni aspettativa: più di 75.000 partecipanti hanno popolato oltre 400 eventi, portando un’energia palpabile nei rioni centrali e nelle periferie. Dall’alba di lunedì 15 settembre fino alla sera di domenica 21, talk, hackathon, tour guidati e performance artistiche hanno occupato spazi pubblici e privati, restituendo a ogni quartiere una nuova narrazione. L’idea che l’innovazione debba essere vissuta in prima persona, camminando per le strade e incontrandosi di persona, ha contraddistinto l’intera settimana, consentendo a cittadini di ogni età di toccare con mano tecnologie e progetti.

L’impatto economico e culturale dell’iniziativa è stato amplificato dalla partecipazione di oltre 2.500 imprese provenienti da settori eterogenei, dal fintech alla bioingegneria, dalla mobilità elettrica alle industrie creative. Aziende consolidate e start-up in fase di decollo hanno presentato soluzioni pionieristiche, offrendo a ricercatori, investitori e cittadini l’opportunità di dialogare su trend e mercati emergenti. Significativa anche la presenza di circa 5.000 under 25, coinvolti in bootcamp e sessioni di mentoring: un segnale chiaro di quanto la città desideri alimentare un ecosistema intergenerazionale che valorizzi competenze, curiosità e coraggio imprenditoriale.

Mutazioni: il filo conduttore dell’edizione

Dare un nome al cambiamento è stato il primo passo per comprenderlo: il focus sulle mutazioni ha guidato panel, laboratori e installazioni artistiche, offrendo una lente multidisciplinare sulla metamorfosi della società. Digitalizzazione dei servizi, transizione ecologica, nuove forme di formazione e impegno civico, pari opportunità di genere e ripensamento degli spazi pubblici sono stati declinati in format dinamici che hanno coinvolto professionisti, studenti e amministratori. L’innovazione, così, non è stata trattata come semplice tecnologismo, ma come leva culturale capace di ridefinire abitudini e modelli di convivenza.

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Ad alimentare la riflessione hanno contribuito keynote speaker di caratura internazionale, analisti, startupper e docenti universitari, chiamati a confrontarsi su scenari futuri che spaziano dall’intelligenza artificiale all’economia circolare. Le rispettive esperienze hanno evidenziato come le mutazioni siano processi interconnessi, in cui tecnologia, capitale umano e responsabilità sociale procedono di pari passo. La proposta emersa con più forza suggerisce che nessun progresso potrà dirsi compiuto se non affiancato da inclusione e sostenibilità, trasformando la manifestazione in un autentico osservatorio sul presente che cambia.

La voce delle istituzioni: visione e impegno

L’intervento dell’assessora Monica Lucarelli ha fissato la cornice politica dell’intera iniziativa. Nel suo discorso, la rappresentante di Roma Capitale ha ribadito che l’innovazione è il motore con cui costruire una città inclusiva, sostenibile e competitiva a livello internazionale. Ha sottolineato il valore di una manifestazione in crescita, capace di insinuarsi nelle geografie periferiche così come nei luoghi iconici, dimostrando che l’innovazione appartiene alla collettività. Secondo Lucarelli, le mutazioni non sono mere ipotesi, ma fenomeni già in corso a cui Roma può offrire una regia coraggiosa e lungimirante.

Alla visione si affiancano azioni concrete: estendere gli appuntamenti su tutto il territorio, inaugurare nuovi hub per la ricerca, incentivare politiche di sostegno a giovani e imprese. Tali misure intendono rendere l’ecosistema capitolino un incubatore permanente di idee e progetti, riducendo il divario tra centro e periferia e creando opportunità per chi vuole sperimentare. La scommessa, ribadita più volte, consiste nel trasformare la partecipazione di questi giorni in un impegno continuativo fatto di reti, competenze condivise e accountability diffusa.

Imprese e nuovi talenti al centro

Il dialogo tra settore pubblico, business e accademia ha raggiunto una densità inedita, trasformando Rome Future Week in una piattaforma di matchmaking tra domanda e offerta di innovazione. Oltre 2.500 imprese hanno animato pitch, tavole rotonde e sessioni di co-design, presentando progetti su intelligenza artificiale, energie rinnovabili, salute digitale e rigenerazione urbana. Gli imprenditori hanno potuto confrontarsi con policy maker e ricercatori, generando sinergie che puntano a proseguire in acceleratori, laboratori congiunti e investimenti mirati sul territorio.

Al centro di questo fermento si sono trovati i giovani. Workshop, hackathon tematici e programmi di orientamento hanno intercettato 5.000 under 25, offrendo loro incontri con mentor di diversa estrazione e strumenti per trasformare idee in start-up. L’atmosfera era quella di un campus internazionale, dove la creatività incontra la concretezza e il fallimento viene considerato un passo di apprendimento. I partecipanti hanno potuto testare prototipi, ricevere feedback immediati e stringere relazioni professionali che potrebbero definire il tessuto imprenditoriale dei prossimi anni.

Focus sul lavoro che cambia

Il 18 settembre ha avuto luogo, presso la sede “Orizzonte Europa”, l’incontro promosso da BNL BNP Paribas. L’appuntamento ha messo in luce le figure professionali più richieste nei comparti tecnologici avanzati, evidenziando le competenze trasversali necessarie perché il settore finanziario possa evolvere. Manager, recruiter e analisti hanno condiviso casi studio e tendenze, delineando percorsi formativi capaci di rispondere alle mutazioni del mercato del lavoro e promuovere nuovi modelli di leadership inclusiva e collaborativa nell’intero settore, sulla base di esperienze concrete.

Dal confronto è emersa una convinzione unanime: investire sulle persone rappresenta l’unica strategia efficace per navigare un’economia in costante trasformazione. Solo aggiornando competenze, incentivando la flessibilità mentale e favorendo l’interdisciplinarità si potrà mantenere la competitività. L’incontro ha rilanciato l’importanza di percorsi di formazione continua e di partnership stabili tra università e aziende, ponendo le basi per modelli di lavoro più agili, inclusivi e orientati a un impatto positivo sulla società, sostenuti da programmi mirati di upskilling e reskilling costante professionale.

Un appuntamento che guarda al domani

Giunta alla sua terza edizione, Rome Future Week si conferma una piattaforma di connessione duratura fra istituzioni, università, cittadini e tessuto produttivo. L’organizzazione ha potuto contare sulla collaborazione di Road – Rome Advanced District, nato per sviluppare un polo di innovazione sostenibile nell’area del Gazometro, e sul contributo di partner come Rina, Regione Lazio, Tim, Translated, Ferrovie dello Stato, Fondazione MSD, Confcommercio, Sony CSL, Engel & Völkers, Istituto Pantheon, Little Genius International, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e IUL. Media partner ufficiali sono stati Rai e RDS, con il patrocinio di enti quali Regione Lazio, Università di Roma Tor Vergata, Convention Bureau Roma e Lazio e Unindustria.

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L’impegno a rendere l’evento un momento di crescita permanente si traduce nell’intenzione di consolidare il network creato, monitorarne gli effetti e progettare nuove edizioni ancora più inclusive. Il traguardo di quest’anno non viene dunque considerato un punto d’arrivo, ma la base di lancio per una Roma che vuole esercitare un ruolo da protagonista nella trasformazione digitale e sociale su scala globale. Nei prossimi mesi verranno attivati tavoli di lavoro tematici, platform di co-creazione e percorsi di ascolto destinati a far convergere risorse pubbliche e private verso progettualità condivise.



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