A seguito dell’annuncio di venerdì 19 settembre 2025 di una nuova tassa annuale di 100mila dollari per le domande di visto H-1B, in vigore da lunedì 22 alle 6 ora italiana, la Casa Bianca si è affrettata a calmare gli animi dei dirigenti dei principali gruppi tecnologici Usa. La notizia, infatti, ha colto di sorpresa aziende e dipendenti, scatenando un’ondata di ansia e confusione. Molti temevano di dover pagare la tassa anche per i titolari di H-1B già esistenti.
Trump fa tremare le big tech
Amazon, Google, Microsoft e altri hanno avvertito i titolari di H-1B di non lasciare gli Stati Uniti e hanno esortato i dipendenti all’estero con questo visto a rientrare entro sabato 20. Lo rivelano note interne visionate dal Wall Street Journal e fonti informate. Le aziende temevano di dover affrontare enormi esborsi, dato l’alto numero di dipendenti che lavorano con questi visti.
Il personale delle risorse umane ha suddiviso le liste dei lavoratori per capire dove si trovassero e, se necessario, aiutarli a prenotare voli. Nel frattempo, gli avvocati specializzati in immigrazione hanno inviato circolari a imprese e titolari di visto per cercare di rispondere ai dubbi, ma spesso senza molte risposte concrete.
La Casa Bianca corre ai ripari
Nel tentativo di calmare il panico crescente, sabato 20 la Casa Bianca ha chiarito che le modifiche si applicano solo ai nuovi visti, non ai rinnovi, ai titolari attuali o ai vincitori della lotteria H1-B del 2025. Ha aggiunto che la nuova manovra non incide sulla possibilità dei titolari esistenti di viaggiare da e per gli Stati Uniti e che i 100mila dollari rappresentano una tassa una tantum, non annuale.
Alcuni lavoratori hanno detto di sentirsi comunque a disagio all’idea di lasciare il Paese e incerti sul futuro. In particolare, uno di loro ha raccontato al Wall Street Journal che il suo status H-1B non entrerà in vigore per alcune settimane. Sebbene la precisazione della Casa Bianca abbia parzialmente ridotto la sua preoccupazione, ha aggiunto che non rischierebbe comunque di viaggiare per visitare la famiglia in India. Sua madre ha problemi cardiaci e teme di dover scegliere, in caso di emergenza, tra la carriera costruita in anni di lavoro e la vicinanza ai suoi cari.
Per gli esperti di immigrazione siamo solo all’inizio
Alcuni esperti di immigrazione hanno affermato che la mossa dell’amministrazione Trump potrebbe essere solo l’inizio di ulteriori cambiamenti destinati a colpire i titolari di H-1B.
«Crediamo che questo sia solo il primo passo dell’attacco del governo al programma H-1B», ha dichiarato Shanon R. Stevenson, co-presidente del gruppo immigrazione dello studio legale Fisher Phillips.
Quando il presidente ha annunciato la misura venerdì nello Studio Ovale, lui e il segretario al Commercio Howard Lutnick hanno detto che le aziende avrebbero sostenuto il cambiamento. «Tutte le grandi aziende sono d’accordo», ha dichiarato Lutnick. Alla domanda se la politica si applicasse anche ai titolari esistenti, Lutnick sembrava rispondere di sì: «Rinnovi o prime richieste: l’azienda deve decidere… La persona vale abbastanza da giustificare un pagamento di 100mila dollari l’anno al governo? O è meglio che torni a casa e si assuma un americano?».
I lavoratori con visto H-1B hanno raccontato che vincere la lotteria è un momento cruciale per la carriera, che arriva spesso dopo anni di pratiche, costi elevati e attese. Ma secondo alcuni, le regole così come erano state annunciate equivalevano di fatto a un divieto di viaggio. Il chiarimento della Casa Bianca sabato ha messo fine a 24 ore di tensione.
Il provvedimento è arrivato senza alcun preavviso
Il provvedimento «è arrivato senza alcun preavviso o segnale che potesse succedere qualcosa del genere», afferma Stevenson, che ha trascorso gran parte di sabato rispondendo a chiamate ed email da clienti di settori che vanno dalla sanità alla manifattura. «È stato ovviamente devastante». Molti datori di lavoro stavano ancora cercando di digerire l’annuncio quando è arrivata la rettifica della Casa Bianca. A quel punto, però, le aziende avevano già avviato piani alternativi e molti lavoratori avevano stravolto i loro programmi di viaggio.
La società di servizi tecnologici Cognizant ha esortato i dipendenti con visto H-1B all’estero a rientrare prima dell’entrata in vigore del provvedimento. Microsoft ha detto ai suoi dipendenti: «Se avete uno status H-1B e siete negli Stati Uniti, dovreste rimanerci per il prossimo futuro».
I colossi tecnologici non prendono posizione
Google e Microsoft hanno rifiutato di commentare e Amazon non ha risposto a domande sulla questione. Una portavoce di Cognizant ha dichiarato che l’azienda ha ridotto la sua dipendenza dai visti negli ultimi anni e sta aumentando le assunzioni locali. Hiba Anver, partner dello studio legale Erickson Immigration Group di Arlington, in Virginia, ha raccontato che un cliente si trovava in crociera in acque internazionali, mentre altri facevano fatica a trovare voli per gli Stati Uniti prima che la Casa Bianca emettesse il chiarimento.
Post sui social media testimoniavano il caos nei viaggi, con persone costrette ad abbandonare riunioni per correre subito all’aeroporto. Alcuni viaggiatori cercavano collegamenti attraverso Abu Dhabi, dove è possibile superare i controlli di immigrazione Usa prima di arrivare in America. Altri hanno dichiarato di aver cancellato i propri viaggi all’estero.
«Si trovano davvero in modalità emergenza», ha detto Nolan Church, ex responsabile delle risorse umane di DoorDash e chief people officer di Carta, raccontando che i telefoni degli executive squillavano per tutta la notte. Molti si aspettavano un cambiamento di politica, ma quella che sembrava una breve finestra di tempo per riportare i dipendenti nel Paese ha rappresentato una sfida logistica enorme: «Può sembrare iperbolico, ma non lo è: cercano di evitare che le famiglie vengano separate».
Church, oggi recruiter executive, ha raccontato che un suo contatto ha assegnato a ciascun membro HR decine di dipendenti H-1B da rintracciare, «tempestandoli di messaggi» per capire dove si trovassero. Se qualcuno era all’estero, «avrebbero smosso cielo e terra» per riportarlo negli Stati Uniti.(riproduzione riservata)
(Translated from the original version by Milano Finanza Editorial Staff)
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