E’ stata pubblicata in in Gazzetta Ufficiale della LEGGE 12 settembre 2025, n. 131, che riconosce il valore strategico delle aree montane e delle comunità che le abitano. Il provvedimento, fortemente atteso da territori segnati da spopolamento e crisi socio-economiche, punta a garantire pari opportunità rispetto alle zone non montane, con interventi che spaziano dalla sanità alla scuola, dalla mobilità alla digitalizzazione, dalla tutela del territorio e delle risorse naturali agli incentivi fiscali per giovani e imprese. È una legge che integra in un unico quadro norme storiche e frammentate, abrogandole e sostituendole con un testo organico orientato allo sviluppo sostenibile, alla tutela ambientale e al rilancio sociale ed economico delle montagne.
Sviluppo socio-economico e servizi essenziali
Il cuore della legge è la definizione di una Strategia per la montagna italiana (SMI), aggiornata ogni tre anni, che indica linee guida e priorità d’azione per regioni ed enti locali. La SMI è alimentata dal Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, rifinanziato e potenziato per supportare investimenti in servizi essenziali come sanità, istruzione, università, giustizia, infrastrutture digitali e mobilità.
La legge riconosce il diritto delle comunità montane ad avere ospedali funzionanti, scuole accessibili e connesse, università capaci di offrire didattica anche a distanza, uffici giudiziari efficienti e servizi di comunicazione stabili in banda ultralarga. Sono previste agevolazioni fiscali per medici, docenti e professionisti che scelgono di lavorare in montagna, con contributi sotto forma di crediti d’imposta per l’affitto o l’acquisto di abitazioni. Un segnale forte anche sul piano demografico, per incentivare nuove residenze e contrastare l’abbandono dei territori.
Accanto ai servizi, la legge prevede misure di sostegno per microimprese e start-up giovanili, con riduzioni fiscali e incentivi per attività imprenditoriali innovative. Importanti anche le disposizioni per promuovere lavoro agile e smart working in borghi sotto i 5.000 abitanti, trasformando la montagna in un luogo attrattivo per nuove generazioni di lavoratori e famiglie.
Classificazione dei comuni montani e delega al governo
L’articolo 2 della legge 131/2025 definisce la procedura per la classificazione ufficiale dei comuni montani e affida al Governo la responsabilità di riordinare le agevolazioni già esistenti. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri stabilirà i criteri tecnici per individuare i comuni che potranno beneficiare delle misure previste. La definizione terrà conto di parametri altimetrici e di pendenza, sulla base dei dati forniti dall’ISTAT, e sarà aggiornata con cadenza annuale per garantire un quadro sempre coerente con le condizioni reali dei territori.
La legge affida inoltre al Governo una delega di 12 mesi per adottare un decreto legislativo che riordini e coordini le agevolazioni già in vigore a favore delle comunità montane. L’obiettivo è quello di superare la frammentarietà normativa accumulata negli anni, creando un sistema unificato, semplice da applicare e coerente con la nuova classificazione. Si tratta di un passaggio importante perché rappresenta il fondamento operativo su cui poggeranno le politiche di sostegno e gli incentivi futuri, rendendo la legge non solo una cornice programmatica ma uno strumento concreto di sviluppo e riequilibrio territoriale.
Tax credit casa per i giovani under 41
Un’altra importante misura introdotta dalla Legge è il nuovo credito d’imposta destinato ai giovani che scelgono di stabilirsi in montagna. L’articolo 27 prevede che, a decorrere dal 20 settembre 2025, le persone fisiche che non abbiano compiuto 41 anni nell’anno in cui accendono un mutuo possano beneficiare di un’agevolazione fiscale per l’acquisto o la ristrutturazione della propria abitazione principale situata nei comuni montani classificati.
Il beneficio copre gli interessi passivi del finanziamento ipotecario o fondiario, riconosciuti come credito d’imposta per cinque periodi d’imposta consecutivi, compreso quello in cui viene acceso il mutuo. Il tetto complessivo di spesa è fissato a 16 milioni di euro annui a partire dal 2025. Restano esclusi gli immobili di lusso, come ville, castelli o abitazioni di particolare pregio storico e artistico rientranti nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Il credito è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi e non è cumulabile con le altre agevolazioni previste per il personale della sanità e delle scuole di montagna, né con la detrazione ordinaria sugli interessi passivi dei mutui prima casa. Le modalità di concessione, i criteri operativi e i controlli saranno definiti con un apposito decreto ministeriale.
Obiettivo della misura è incoraggiare le nuove generazioni a insediarsi stabilmente nei territori montani, favorendo non solo il ripopolamento ma anche il recupero e la valorizzazione del patrimonio abitativo esistente.
Tutela del territorio e degli ecosistemi montani
Il Capo IV della legge (artt. 12-18) è interamente dedicato all’ambiente e al patrimonio naturale. Si riconosce l’agricoltura e la silvicoltura di montagna come presidio insostituibile per la gestione sostenibile delle risorse naturali, per la prevenzione del dissesto idrogeologico e per la valorizzazione della biodiversità. Pascoli, boschi e sistemi agro-silvo-pastorali diventano elementi centrali in una strategia che punta su certificazione forestale, recupero produttivo e utilizzo energetico del legno.
Gli ecosistemi montani vengono considerati aree floro-faunistiche a sé stanti, con particolare attenzione al rapporto con i grandi carnivori e alla conservazione del lupo. Nei parchi e nelle aree protette possono essere avviati progetti straordinari di ricerca e monitoraggio per garantire equilibrio tra presenza umana e fauna selvatica. La legge interviene anche sulla caccia nei valichi montani, imponendo nuove limitazioni nei tratti più sensibili al passaggio degli uccelli migratori.
Un capitolo fondamentale riguarda il monitoraggio dei ghiacciai e dei bacini idrici, minacciati dal cambiamento climatico e dal ritiro del permafrost. Le regioni potranno destinare risorse del Fondo Montagna a progetti per la manutenzione delle sorgenti, la realizzazione di bacini idrici e casse di espansione, utili per agricoltura, turismo invernale e produzione idroelettrica rinnovabile. Infine, viene rafforzata la protezione degli alberi e dei boschi monumentali, con l’istituzione di elenchi nazionali, obblighi di censimento e sanzioni severe per abbattimenti e danneggiamenti non autorizzati.
FAQ legge 131/2025 sulle zone montane
Quali sono gli obiettivi principali della legge 131/2025?
La legge riconosce le zone montane come aree strategiche nazionali e punta a ridurre lo svantaggio socio-economico di chi vive in questi territori. Gli obiettivi riguardano il rafforzamento dei servizi essenziali (sanità, scuola, università, giustizia, digitalizzazione), la tutela degli ecosistemi e della biodiversità, il contrasto allo spopolamento e l’introduzione di incentivi fiscali per giovani, imprese e famiglie.
Come vengono classificati i comuni montani?
L’articolo 2 prevede che entro 90 giorni dall’entrata in vigore sia adottato un decreto del Presidente del Consiglio per stabilire i criteri di classificazione, basati su parametri altimetrici e di pendenza. Questo elenco ufficiale dei comuni montani sarà aggiornato ogni anno e servirà a individuare i beneficiari delle misure di sostegno previste dalla legge.
Quali agevolazioni fiscali sono previste per i giovani?
Due sono le misure principali: il credito d’imposta per le imprese giovanili avviate nei comuni montani (fino a 100.000 euro, elevato a 150.000 euro in aree con minoranze linguistiche) e il tax credit “casa” per chi non ha compiuto 41 anni e accende un mutuo per acquistare o ristrutturare la prima abitazione in montagna.
In cosa consiste la tutela degli ecosistemi montani?
Il Capo IV della legge è interamente dedicato al territorio: valorizzazione di pascoli e boschi, riconoscimento delle zone montane come aree floro-faunistiche autonome, limitazioni all’attività venatoria nei valichi di migrazione, monitoraggio dei ghiacciai e delle risorse idriche, protezione di alberi e boschi monumentali. Sono previste anche linee guida nazionali per la gestione sostenibile delle foreste e azioni per la conservazione della biodiversità.
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