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doppia interrogazione in Parlamento sulle opere olimpiche


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Fanno discutere le opere olimpiche che devono essere realizzate in Valtellina, tra subappalti a imprese sotto inchiesta e gli ormai noti ritardi a causa dei quali due snodi viabilistici fondamentali, come cavalcavia della Sassella e svincolo del Trippi, non saranno pronti per l’appuntamento a cinque cerchi.

In Parlamento

Tali importanti questioni approdano (e non è la prima volta) in Parlamento con due interrogazioni presentate rispettivamente da Tino Magni (Alleanza Verdi Sinistra) e Fabrizio Benzoni (Azione).

La prima, quella firmata da Magni, riguarda l’affidamento di lavori a Bormio a un’impresa, la Bracchi Srl, coinvolta in un’indagine per corruzione. Come ricostruito dall’onorevole di Alleanza Verdi Sinistra, infatti, la società in questione è stata esclusa da una procedura d’appalto bandita da Regione Lombardia, in quanto coinvolta in un’inchiesta giudiziaria per corruzione, ma risulta impegnata come subappaltatrice in due lavori pubblici affidati da Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (SIMICO), società pubblica incaricata della realizzazione delle opere olimpiche in vista dei Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026.

La stessa società, Bracchi Srl di Valdisotto era parte di un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) che partecipava alla gara per la realizzazione del nuovo impianto di innevamento a Bormio. La Stazione Appaltante ARIA Sta, tramite determina a firma del Direttore Generale, Lorenzo Gubian, ha escluso il RTI in quanto Bracchi Srl non aveva comunicato l’esistenza di un’indagine giudiziaria che, nel marzo 2025, aveva portato all’applicazione di misure cautelari personali nei confronti del titolare per gravi reati contro la pubblica amministrazione. La stessa determina, in applicazione dell’articolo 94 del D.Lgs. 36/2023 (Codice dei Contratti Pubblici), ha rilevato l’assenza di misure di self-cleaning da parte della società coinvolta, nonché la violazione degli obblighi di trasparenza previsti dalla normativa, sottolineando che la mancata comunicazione da parte dell’impresa costituiva di per sé motivo di esclusione.

Nonostante ciò, la medesima società risulta tuttora operativa come subappaltatrice in due diversi cantieri olimpici: l’impianto di innevamento della pista Stelvio (appalto da quasi 20 milioni di euro vinto da TechnoAlpin Spa e Eco Edile Srl, con Bracchi tra i 4 subappaltatori) e la riqualificazione delle aree contermini della medesima pista (appalto da 1,2 milioni di euro, affidato a Eco Edile Srl, con Bracchi come unico subappaltatore). Nel sito ufficiale di SIMICO, la presenza di Bracchi Srl, quale subappaltatrice, risulta regolarmente indicata.

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“Risulta, quindi, evidente una diversa applicazione dei criteri di affidabilità e moralità professionale tra quanto operato da Regione Lombardia e quanto, invece, consentito da SIMICO – ha sottolineato Magni -. Il Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), agli articoli 94 e 96, impone che le stazioni appaltanti escludano gli operatori economici per gravi illeciti professionali e per mancata trasparenza durante le gare. Le norme vigenti non estendono in modo esplicito tali obblighi e requisiti ai soggetti subappaltatori, che, di fatto, possono partecipare all’esecuzione di opere pubbliche anche se colpiti da misure cautelari o da procedimenti giudiziari rilevanti, senza adeguati controlli preventivi o misure correttive”.

Proprio alla luce di questi elementi, nella sua interrogazione Parlamentare Tino Magni chiede “se il Ministro in indirizzo non ritenga grave che la società Bracchi Srl, esclusa da una gara pubblica regionale per gravi motivi legati a un’indagine per corruzione, stia operando senza apparenti limitazioni quale subappaltatrice in due cantieri relativi alle opere olimpiche affidate da SIMICO; se non ritenga incompatibile, con i principi di trasparenza, legalità e correttezza richiamati dal Codice dei Contratti Pubblici, la presenza nei cantieri olimpici di imprese colpite da misure cautelari, seppur in qualità di subappaltatori; se non intenda intervenire, a livello normativo, affinché gli obblighi di trasparenza, affidabilità morale e professionale previsti dagli artt. 94 e 95 del D.Lgs. 36/2023 siano estesi anche ai soggetti subappaltatori, in tal modo garantendo un controllo pieno su tutti gli operatori coinvolti nell’esecuzione di opere pubbliche, specialmente quelle di rilevanza strategica nazionale, come i lavori connessi ai Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026”.

I ritardi

Altra questione scottante è quella dei ritardi nella realizzazione delle opere viabilistiche della tangenziale di Sondrio: a porre nuovamente l’accento sulla situazione è un’interrogazione parlamentare di Fabrizio Benzoni, il cui documento punta a fare chiarezza su due punti. Il primo è la gestione dei flussi di persone durante il periodo olimpico e il secondo è quello di assicurarsi che le opere infrastrutturali progettate e finanziate per le Olimpiadi 2026, ma la cui realizzazione è in ritardo, non perdano i fondi necessari per la loro realizzazione. Tutto questo con l’obiettivo di fare chiarezza in particolare per la Valtellina dove la mancata realizzazione di opere come lo svincolo Sassella o lo svincolo Trippi rischia di essere un boomerang per la viabilità ed è dunque fondamentale arrivare preparati nella gestione dei flussi di persone durante il periodo dei giochi olimpici.

“Il ritardo nella costruzione delle opere olimpiche produce due rischi. Il primo è la non capacità di gestire l’enorme flusso di persone che verranno a visitare i giochi. Infatti sarà complicato gestire la viabilità ordinaria con quella dei Giochi e la mancata realizzazione delle opere potrebbe rovinare tutta la gestione delle Olimpiadi che ricordiamolo è un evento fondamentale per
l’immagine del nostro territorio – ha spiegato, il responsabile provinciale di Azione Carlo Bordoni -. Il secondo rischio è quello di non vedere la luce delle opere che non saranno realizzate in tempo. Pensiamo ad esempio allo svincolo Trippi e Sassella: sono opere progettate e finanziate con fondi PNRR e Olimpiadi ma che non solo non saranno completate in tempo ma non sono mai iniziate. Dunque è fondamentale assicurare al territorio che quelle opere non perderanno i fondi necessari alla realizzazione. Noi siamo a disposizione per garantire che entrambi i rischi vengano scongiurati ma è fondamentale un’attenzione maggiore sul punto da parte del Governo”.

“E’ chiaro che la mancata realizzazione di alcune fondamentali opere per le Olimpiadi è grave, ma ora dobbiamo gestire la situazione per come è – ha concluso l’onorevole Fabrizio Benzoni -. Per questo ho presentato questa interrogazione per fare chiarezza su due questioni importantissime che ad oggi rimangono irrisolte. Dobbiamo essere preparati a gestire i flussi di persone durante le opere olimpiche e dobbiamo garantire che gli svincoli Sassella e Trippi vengano effettivamente realizzati”. 



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