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Quale futuro per il settore costruzioni? Tra la fine dei bonus e la scarsa liquidità della filiera, ecco le prospettive. Intervista a Luca Berardo | Articoli


Il settore delle costruzioni mostra segnali di crescita, ma le criticità non mancano: dalla fine dei bonus edilizi alla crisi di liquidità della filiera. Ne parliamo con Luca Berardo, Presidente e amministratore delegato di Casaoikos S.p.A.

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“Comparto edile tenuto in piedi dalle opere pubbliche, ma serve un piano incentivi a lungo termine per tutto il settore”

Dopo la pubblicazione dei dati Istat, che registrano a luglio 2025 un ritorno alla crescita della produzione nel settore delle costruzioni, il dibattito si concentra sulle reali prospettive del comparto. Se da un lato la spinta delle opere pubbliche sostiene l’andamento, dall’altro la ristrutturazione privata paga il prezzo della fine dei bonus edilizi, con un calo significativo degli investimenti.

Per capire meglio la situazione e raccogliere il punto di vista delle imprese, abbiamo intervistato Luca Berardo, Presidente e amministratore delegato di Casaoikos S.p.A. Con lui abbiamo parlato di margini aziendali, PNRR, qualificazione delle competenze e necessità di una politica industriale stabile e di lungo periodo

 

Andrea Dari:
I dati Istat trovano riscontro anche nel vostro settore specifico?

Luca Berardo:

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I dati Istat mostrano come a sostenere il dato leggermente positivo dell’edilizia siano oggi le opere pubbliche, mentre la ristrutturazione a seguito della quasi scomparsa del sistema dei bonus stia facendo registrare una continua a decisa flessione ormai consolidata a due cifre.

Seppure questo sia per ora l’ultimo anno di possibilità di detrazione del 50% in dieci anni, non si registra quella logica e conseguente corsa contro il tempo per arrivare a centrare ancora questo obiettivo entro il 31 di dicembre ed ecco perché il calo degli investimenti in ristrutturazione sia risultato tanto pesante. Il dato va comunque letto a seconda delle zone d’Italia perché vi sono aree che soffrono nettamente più di altre. Il mio gruppo opera principalmente nel Nord Ovest d’Italia con focus su privato e progettisti, ma fortunatamente non sta registrando ad oggi una flessione, segnale del fatto che questa area del nostro Paese stia tenendo ancora piuttosto bene.

   

Andrea Dari:
Come stanno andando i margini delle imprese dopo il calo dei prezzi delle materie prime ma con il costo del lavoro ancora elevato?

Luca Berardo:

Siamo in un momento dove tutta la filiera registra certamente importanti tensioni sui margini legate certamente ai fattori della produzione ed il costo del lavoro è in questo caso la componete maggiore, ma anche al fatto che vi è una generale preoccupazione nel tenere “la posizione” a qualunque costo e quindi si accettano pesanti deroghe a quella che dovrebbe essere una corretta marginalità aziendale.

A preoccuparmi maggiormente però è la crisi di liquidità di una parte della filiera che, ancora appesantita dai crediti fiscali acquisiti nel recente passato, si trova oggi in una difficoltà finanziaria che viene poi inevitabilmente scaricata sulla altre parti della filiera stessa. La stretta poi nei prestiti bancari non fa che acuire questa situazione.

  

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Andrea Dari:
Quali effetti state riscontrando dalla fine dei bonus edilizi e quali pensate potranno avere sul settore nel futuro, tenendo conto dell’attuazione del Pnrr?

Luca Berardo:

Mi ripeto rispetto alla precedente risposta nel ribadire che la fine del sistema dei bonus ha lasciato profonde ferite nelle strutture finanziarie di un certo numero di operatori del settore che si trovano a dover far fronte oggi a precarie situazione finanziarie.

Non è pensabile però che si centrino gli obiettivi europei senza un sistema di bonus riorganizzato e ripensato profondamente e quindi penso che nel prossimo futuro dovremo forzatamente assistere ad una nuova stagione di bonus, questa volta meglio concepiti nella sostanza e possibilmente anche nella durata.

  

Andrea Dari:
Guardando ai prossimi tre anni, quali sono le vostre attese e le principali criticità che prevedete per il settore?

Luca Berardo:

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Auspico che il Governo sappia avere finalmente una visione strutturata ed almeno di medio periodo per quanto riguarda il settore delle costruzioni permettendo così a tutti noi operatori del settore di poter investire sapendo di poter contare su un sistema di regole chiaro e stabile.

Mi preoccupa il fatto che, sempre considerando la situazione ad oggi, il bonus 50% non venga più confermato dopo più di un decennio di grandi soddisfazioni per tutti, Stato compreso. Il suo indebolimento per quanto riguarda la percentuale ed il tetto di spesa avrà pesanti ripercussioni sul mercato andando a far diminuire drasticamente gli interventi o peggio a sottrarre base imponibile favorendo un ritorno al sommerso che invece ci eravamo ormai lasciati alle spalle.

   

Andrea Dari:
I CAM e altri strumenti premiali stanno introducendo meccanismi di valorizzazione delle competenze e delle persone che operano in cantiere: qual è il vostro giudizio su questo approccio e quanto può incidere sulla qualità del settore?

Luca Berardo:

Qualificare e di conseguenza valorizzare le competenze è la strada maestra che il settore delle costruzioni sarà chiamato a percorrere nei prossimi anni. Valorizzare le competenze è anche un modo per riuscire ad attrarre persone che vogliano intraprendere un percorso lavorativo in un settore che ha un enorme bisogno di nuova linfa dal punto di vista del capitale umano. Consente anche di cambiare la narrazione di un intero settore che ha sempre fatto purtroppo notizia per elementi negativi piuttosto che per i tanti valori che porta con sé.

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Andrea Dari:
Quanto ritiene importante puntare sulla qualificazione delle imprese specialistiche e quali strumenti potrebbero favorirla concretamente?

Luca Berardo:

In edilizia si stima che il costo dell’errore sia circa il 30% e quindi un opera mediamente arriva a costare mediamente trenta punti in più rispetto a quello che si era ipotizzato. Questo risultato che sarebbe certamente inaccettabile in qualunque altro settore industriale, deve essere corretto al fine di attuare quel recupero di marginalità tanto necessario, ma anche per arrivare ad avere costi nettamente più in linea con quelli che sono i prezzi che il mercato arriva a recepire.

Questo recupero si potrà attuare solo con una maggiore qualificazione delle imprese e dei loro addetti. Un’edilizia che sappia essere più progettata e meno realizzata in cantiere potrebbe essere già un buon punto di partenza per migliore la qualità e la resa dell’output prodotto. L’impiego poi di manodopera specializzata, formata ed aggiornata potrà poi il resto.

  

Andrea Dari:
Secondo voi, quali interventi dovrebbe mettere in campo il governo per sostenere il comparto delle costruzioni e perché?

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Luca Berardo:

Prima di parlare di misure, penso che si dovrebbe chiarire il fatto che l’edilizia, proprio per il fatto che rappresenta più di venti punti percentuali del Prodotto Interno Lordo e circa il dieci per cento degli occupati totali del nostro Paese, sia un vero e proprio comparto industriale e necessiti quindi di una politica industriale di lungo periodo e non solo (o meglio non più) di tornate di stimoli estemporanei che poi cambiano e mutano in continuazione. Se questa premessa animerà e sarà presente nella visione del legislatore, penso che in linea di principio qualsiasi misura che verrà presa o lanciata andrà nella giusta direzione.

Personalmente come prima cosa, renderei strutturale il bonus 50% per far sì che non si andasse ad incrinare o peggio a fermare il mercato della ristrutturazione privata che tanto ha portato al nostro Paese negli ultimi anni. Assecondando questa visione penso che anche il mondo finanziario potrebbe fare la propria parte arrivando a finanziare gli interventi non solo sulla mera base reddituale del richiedente, ma anche e soprattutto sulla base dell’incremento di valore del bene e sulla sua conseguente capacità di non essere un costo nel futuro.



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