La Banca, nell’attuale dimensione della sua configurazione gestionale, non è più recuperabile alla funzione creditizia tradizionale: si limita a creare e vendere prodotti finanziari non supporta l’economia reale, non crea sviluppo, ma contabilizza margini rilevanti
Carlo Dominici
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Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente, dialoga con il professor Carlo Dominici, già presidente della Fondazione Banco di Sicilia, negli anni delicati della trasformazione e vicepresidente del Banco stesso.
Scarano C’è un mantra che ritorna ogni volta che l’economia arranca: “le banche devono fare più credito alle imprese”. Lo ripetono i politici nei talk show, lo scrivono i comunicati ufficiali, lo applaudono le associazioni di categoria. Questo richiamo suona sempre più vuoto, perché ignora il nodo centrale: la capacità della banca di assolvere al ruolo di sostegno dell’economia.
Dominici Un sistema bancario efficiente localmente radicato, rappresenta certo l’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo dell’economia, l’atteggiamento gestionale della banca non può essere considerato neutrale rispetto all’organizzazione e al funzionamento economico del territorio. La scomparsa delle banche a vocazione locale, che disponevano della conoscenza della clientela operante nel territorio, ha non poco penalizzato un sistema economico basato su imprese di piccole e medie dimensioni.
Scarano Lei indirettamente indica quale debba essere la configurazione del sistema bancario idoneo ad assistere un’economia come quella nostra che ha assolute necessità di supporto creditizio per il suo sviluppo, ma questa è realtà o utopia?
Dominici Perché possa aversi uno sviluppo economico è condizione essenziale la disponibilità di capitali da investire. Se, quindi, il sistema bancario non è in grado di fornire al sistema economico-imprenditoriale le risorse necessarie per lo sviluppo può aversi anche un arresto dello sviluppo stesso che può causare gravi conseguenze sull’attività del sistema economico.
Scarano Lei ha esposto quale dovrebbe essere la configurazione e l’atteggiamento della banca a supporto dell’economia. Concretamente, la banca è oggi in grado di assolvere alla funzione che lei ha descritto?
Dominici Purtroppo oggi non c’è più la Banca come l’abbiamo descritta: istituzione rivolta all’erogazione e alla gestione del credito erogato. La finanziarizzazione della gestione bancaria ha relegato per il credito tra i tanti suoi prodotti ed invero anche questo “prodotto” viene trasformato in un prodotto finanziario. E’ assente la gestione nel tempo del credito erogato. Ciò che aggrava la situazione è la modalità di decisione per l’erogazione del credito specie in periferia cioè quando si è lontani dai centri di decisione, tutto è deciso con un software, con l’applicazione di indici costanti e ben definiti, quindi, con un automatismo di erogazione del “prodotto credito” su standard predefiniti.
Scarano L’algoritmo può aiutare, ma non basta. Se manca la capacità di giudicare la qualità prospettica di un investimento il credito così standardizzato è come affidare la diagnosi di un paziente ad un software senza che vi sia la puntuale supervisione di un medico.
Dominici Certo è così, in un momento di crisi industriale, come quella che attraversiamo, una Banca efficiente è ricca di competenze specialistiche, potrebbe assumere la leadership del sistema; ma siamo sempre tesi con testardaggine nel campo dell’utopia. Nella realtà il sistema economico in genere ed il sistema delle imprese non possono continuare a sopportare l’inefficienza e l’inadeguatezza del sistema bancario.
Scarano Serve, dunque, ristrutturare la Banca con la creazione di una nuova generazione di “tecnici del credito” capaci di dialogare con l’impresa, di valutare i progetti industriali, assumendo rischi ponderati?
Dominici La Banca, nell’attuale dimensione della sua configurazione gestionale, non è più recuperabile alla funzione creditizia tradizionale: si limita a creare e vendere prodotti finanziari, non supporta l’economia reale, non crea sviluppo, ma contabilizza margini rilevanti.
Scarano Ma allora per attivare la funzione propulsiva del credito cosa si può fare?
Dominici So bene che ciò che sto per dire mi classificherà eretico, dopo la riforma del sistema nel nostro Paese, ma se torniamo indietro nel tempo la storia economica di tutti i Paesi occidentali testimonia quanto abbia concorso al loro sviluppo industriale quella particolare tipologia di credito che va sotto il nome di “credito mobiliare” che con le opportune modifiche continua ad essere praticato sotto altro nome ed in altra forma, in alcuni Paesi. E’ necessario che nel nostro Paese il credito mobiliare anche sotto altro nome ed in altra forma torni sulla scena certo dopo i trascorsi e dopo l’intervento dello Stato, per disciplinare rigidamente tutta la materia l’indirizzo non potrà venire se non dai pubblici poteri.
Scarano E’ allora auspicabile un salto in avanti con un richiamo al passato? Certo la Banca senza la competenza tecnica di settore perde inevitabilmente la sua funzione. E’ allora auspicabile un salto in avanti con un richiamo al passato?
Dominici La carenza di funzione della banca incide specialmente sulle piccole e medie aziende che costituiscono il tessuto della nostra economia anche perché le grandi imprese possono alimentare i loro programmi con autofinanziamento o con il credito bancario in attesa di reperire i mezzi occorrenti sul mercato finanziario. Le esigenze tecniche degli investimenti produttivi e la situazione del mercato monetario concorrono per vie diverse a determinare la tendenza ad uno stato anomalo di equilibrio finanziario con scarso fabbisogno di mezzi a breve ed un eccezionale ed urgente fabbisogno per investimenti in beni strumentali.
Scarano Un tempo nelle banche esisteva un’individuazione di settori con figure professionali specializzate: tecnici, ingegneri, chimici, esperti di vari settori che conoscevano bene la clientela e le esigenze individuali e di settore.
Dominici E’ vero in passato il sistema bancario e la politica monetaria e finanziaria è stata più attenta alle esigenze dell’economia reale: nel Dopoguerra di fronte ad una situazione di riconversione industriale non molto distante dall’attuale alcune grandi banche di credito ordinario profondamente inserite nel vivo dell’economia reale, in concordanza di intenti furono promotori della costituzione di organi specializzati nel credito a medio e lunga scadenza.
Nel quadro di quelle iniziative si collocano la costituzione della sezione di credito industriale del Banco di Sicilia avvenuta nel 1944 e quella della Banca di Credito Finanziario (Mediobanca) creata nel 1946, con la partecipazione di tre banche di interesse nazionale. Il Banco di Sicilia aveva già istituito le sezioni specializzate Credito Agrario, Minerario, Fondiario.
In conclusione, in una situazione di assoluta necessità di riconversione industriale e di fronte ad un tessuto prevalente di piccole e medie imprese o si ripristinano funzioni creditizie specializzate nel credito a lungo e medio termine o francamente appare demagogico e vuoto l’appello a questa Banca di assistere indirizzare e supportare le esigenze di riconversione industriale.
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