Nell’era cibernetica e dell’intelligenza artificiale generativa, con i membri della Nato che guardano all’obiettivo del 5% del Pil per la spesa militare entro il 2035, la Fondazione Praexidia vuole diventare un punto di riferimento per le imprese strategiche italiane e le filiere più critiche. Nata con l’obiettivo di “promuovere il riconoscimento e la consapevolezza dell’importanza dei settori industriali strategici per la sicurezza nazionale, l’innovazione tecnologica e la competitività dell’Italia”, la Fondazione presterà particolare attenzione alle aziende ad alto contenuto tecnologico ma frammentate.
Presieduta da Pierluigi Paracchi, Praexidia punta a tutelare il patrimonio hi-tech nei settori più sensibili e valorizzare in maniera concreta la sovranità industriale. Tra le prime mosse del nuovo soggetto ci sarà affermare il ruolo di Leonardo e Fincantieri come pivot di sistema, fronteggiare il nodo delle predatorie acquisizioni estere (due terzi delle acquisizioni di imprese italiane in settori critici sono realizzate da realtà straniere) e accompagnare le Pmi strategiche italiane nelle filiere europee.
In questo articolo:
- Cos’è e che farà la Fondazione Praexidia
- Le restrizioni del golden power
- I promotori e chi fa parte del Consiglio di amministrazione
Cos’è e che farà la Fondazione Praexidia
Praexidia vuole mettere a sistema l’intero ecosistema di fornitori dei comparti strategici e sostenere i più virtuosi nel lancio sui mercati internazionali. I principali comparti individuati sui quali intervenire sono sei:
- aerospazio;
- biotecnologie;
- cybersecurity;
- difesa;
- energia;
- tecnologie dual use (hardware e software in grado di soddisfare più di un obiettivo).
L’operatività di Praexidia si concentrerà soprattutto sulle small-mid caps, le aziende a media e piccola capitalizzazione. Nella definizione della Commissione europea, le small-mid caps sono quelle imprese che superano i parametri previsti per le Pmi, ma non raggiungono le dimensioni delle grandi imprese: meno di 750 addetti, un fatturato annuo non superiore a 150 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 129 milioni.
La soluzione che arriverà dalla Fondazione è la nascita di un aggregatore industriale quotato in Borsa, dedicato specificamente al consolidamento e alla crescita delle imprese italiane ad alto valore strategico, progettato per acquisire partecipazioni in imprese che operano in segmenti sottocapitalizzati. L’aggregatore rileverà aziende con fatturati da 10 fino a 100 milioni di euro e agirà in modo conforme alla normativa di riferimento per il golden power sui settori aerospazio, biotech, cybersecurity e difesa.
Praexidia farà da garante della piattaforma, lavorando diversamente da un fondo di private equity tradizionale. Nel ruolo di snodo trasversale tra imprese, investitori privati e pubblico, con Leonardo in una posizione centrale da operatore di maggioranza del settore, la Fondazione si dedicherà alla crescita nel lungo periodo delle aziende, dando una prospettiva di sviluppo industriale e mantenendo il know-how critico in Italia. A rafforzare lo strumento sarà “un collegamento diretto con le istituzioni”: l’interazione formale con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con i vari Ministeri e con le Agenzie governative titolari delle funzioni di controllo e indirizzo sui settori strategici.
Le restrizioni del golden power
In merito al golden power e alla protezione del patrimonio tecnologico nazionale, Praexidia vuole rappresentare un’alternativa affidabile, credibile e immediata per quei soggetti che vogliono vendere ad un investitore straniero ma si trovano vincolati dal governo. Le vendite promettono di essere rapide e senza rischi. La Fondazione ha esordito presentando proprio un’analisi dedicata al fenomeno del company flight, il trasferimento di controllo delle imprese italiane.
Il focus del report è sull’attività dei fondi di private equity italiani e internazionali: nelle 5.221 operazioni che hanno coinvolto 4.267 società italiane, portate a termine da gennaio 2000 ad agosto 2025 da 959 operatori, il 39,70% (2.073 operazioni) hanno avuto ad oggetto exit o rivendite, interessando 1.560 imprese e 1.138 operatori, finanziari e industriali. Il dato forte è sugli acquirenti italiani: soltanto il 35% è intervenuto nei passaggi di proprietà, a fronte del restante 65% di acquisizioni con ingresso di operatori esteri.
L’azione iniziale della Fondazione si impegnerà sulla difesa, dove sono disponibili capitali europei tramite il Safe (Security Action for Europe), lo strumento da 150 miliardi di euro per rafforzare la produzione militare Ue. I passi successivi di Praexidia saranno l’individuazione delle imprese strategiche virtuose ma in difficoltà, il supporto alla definizione delle loro prospettive con l’aggancio industriale al lavoro di Leonardo e Fincantieri e lo sfruttamento di programmi come l’Edf (European Defence Fund), il Fondo europeo per la difesa.
I promotori e chi fa parte del Consiglio di amministrazione
La governance di Praexidia è orientata all’autorevolezza, alla trasparenza e all’indipendenza dai poteri politico e industriale. I promotori dell’iniziativa sono il presidente Pierluigi Paracchi, fondatore e amministratore delegato di Genenta Science e del venture capital Quantica Sgr, moderatore del tavolo di lavoro per l’internazionalizzazione del settore biotecnologico istituito dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale; Gianni Letta, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con funzioni di segretario del Consiglio per i governi Berlusconi I, II, III e IV e nell’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica; Giuseppe Orsi, ex amministratore delegato di Finmeccanica (l’attuale Leonardo) e AgustaWestland.
Nel Consiglio di amministrazione figurano Alessandro Aresu, scrittore, analista geopolitico e consulente per diverse istituzioni, già consigliere della Presidenza del Consiglio con Mario Draghi; Alvise Biffi, imprenditore nel settore della cyber security, amministratore delegato di Secure Network, business angel e presidente di Assolombarda; Giovanni Bozzetti, presidente di Fondazione Fiera Milano, professore di Turismo culturale e sviluppo del territorio in Cattolica, esperto di processi di internazionalizzazione ed ex consigliere del Ministro della Difesa; Luca Goretti, generale ed ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica; Giacomo Paracchi, avvocato partner dello studio legale Lexia, general counsel presso multinazionali sia pubbliche che private attive in settori strategici e regolamentati; Leonardo Tricarico, generale ed ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica.
Il Comitato consultivo è composto da Antonio Alunni, imprenditore del settore aerospaziale, presidente e amministratore delegato di Fucine Umbre, vicepresidente Pmi di Aiad, la Federazione aziende italiane per l’aerospazio, difesa e sicurezza; Giorgio Cella, dottore di ricerca in Istituzioni e politiche e docente in Cattolica, scrittore e analista di politica internazionale per Fondazione Med-Or di Leonardo; Carlo Festucci, segretario generale di Aiad dal 1993 con una lunga esperienza manageriale nei settori chimico, metallurgico e aerospaziale; Giacomo Fogazzaro, imprenditore nel settore dei sistemi navali e di difesa e project manager di Martec, azienda che fornisce soluzioni di difesa e di sicurezza integrata per le forze militari di mare, terra e aria e per navi da crociera e superyacht.
“L’azione degli operatori finanziari, che rilevano aziende con l’obiettivo di cederle in pochi anni, e delle imprese internazionali, sempre più attive nel valorizzare le eccellenze produttive italiane, ha determinato il passaggio di controllo di numerose realtà, non sempre traducendosi in un rafforzamento del tessuto produttivo del Paese”, sottolinea in una nota il presidente Paracchi.
“Oggi siamo chiamati a definire quale futuro vogliamo assicurare alle imprese emergenti nei settori strategici dai quali dipende la sostanza stessa dello Stato”, aggiunge l’ad di Genenta. “La Fondazione Praexidia vuole essere la pietra angolare tra imprenditori, imprese e investitori interessati a un settore in forte evoluzione e con straordinarie prospettive di crescita”.
“Per adesso siamo tutti molto attenti a non far passare qualche treno importante senza salirci sopra”, spiega il generale Tricarico in un’intervista concessa a BeeMagazine. “Quello che adesso non è ancora un metodo strutturato, ma soltanto un progetto, diventerà il modus operandi della Fondazione, auspicando che tutti coloro che faranno parte del progetto si possano immedesimare appieno nella missione della Fondazione”.
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