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Il cuore pulsante dell’innovazione cinese


Per vedere dove e come innova la Cina, bisogna spingersi oltre Pechino e Shanghai, in quel meridione dove nel 1992 Deng Xiaoping intraprese il suo storico “viaggio al Sud”, decisivo per rilanciare le riforme di mercato. L’area che comprende quella che nell’epoca delle concessioni si chiamava Canton e oggi è Guangzhou; Shenzhen, la metropoli di BYD e Huawei che all’inizio degli anni Novanta era un villaggio di pescatori; e l’ex colonia britannica di Hong Kong, è stata trasformata nel cuore pulsante dello sviluppo hi-tech della seconda economia del mondo.

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Il dirigismo del governo, un fiume in piena di finanziamenti e un’abbondante popolazione giovane educata nelle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) hanno portato sulla vetta del mondo l’hub tecnologico Guangzhou-Hong Kong-Shenzhen, parte di un cluster di undici metropoli chiamato Area della Grande Baia¹. Questo nuovo primato raggiunto dalla Cina è stato certificato dal Global Innovation Index 2025 pubblicato il 16 settembre dalla World Intellectual Property Organisation’s (Wipo) delle Nazioni Unite, secondo cui Guangzhou-Hong Kong-Shenzhen ha superato Tokyo-Yokohama, diventando il principale agglomerato innovativo del pianeta.

La Wipo ha aggiornato come segue la top 5 della sua classifica dei cento maggiori cluster dell’innovazione:

  1. Guangzhou-Hong Kong-Shenzhen
  2. Tokyo-Yokohama
  3. San Jose-San Francisco
  4. Pechino
  5. Seoul

Quattro delle prime cinque posizioni sono occupate da cluster asiatici, due dei quali cinesi. L’Europa, che tra le prime 20 può contare solo su Londra (ottava) e Parigi (dodicesima) è assente dalla top 5. Il Global Innovation Index 2025 sottolinea inoltre che, se considerate insieme, Tokyo-Yokohama e Guangzhou-Hong Kong-Shenzhen rappresentano quasi una domanda di brevetto su cinque (il 20 per cento) di quelle depositate a livello globale in base ai requisiti dello International Patent System (Pct). La Cina (24) ha inoltre superato gli Stati Uniti (22), piazzandosi al primo posto anche per numero di cluster innovativi tra i primi cento…

Partiamo da una premessa di carattere politico, necessaria per comprendere l’impeto dello sviluppo hi-tech della Cina: il governo di Pechino procede a tappe forzate nella direzione della “autosufficienza” tecnologica, perché ritiene che sarà lunga la fase di tensioni bilaterali con gli Stati Uniti, il gigante tecnologico che, finora, ha dettato le regole del gioco. Se Washington e i suoi alleati negano a Pechino l’accesso a tecnologie chiave – come sta avvenendo, ad esempio, per alcuni microchip più avanzati – l’unica strada percorribile è quella dell’innovazione autoctona (zìzhǔ chuàngxīn).

Un’innovazione a sua volta indispensabile per la strategia economica di Pechino – così come dettagliata nel piano, varato nel 2015, “Made in China 2025” – di continuare a puntare sulla manifattura, trasformando però il paese in una superpotenza della manifattura avanzata. E che sarà al centro anche del XV Piano quinquennale (2026-2030) di sviluppo socio-economico, che sarà discusso durante il IV plenum del Comitato centrale del partito comunista, che si svolgerà il mese prossimo a Pechino.

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E l’ascesa hi-tech della seconda economia del pianeta è evidenziata proprio dal Global Innovation Index 2025, che vede ben cinque cluster cinesi tra i primi 15: oltre a Guangzhou-Hong Kong-Shenzhen, in vetta, e Pechino, al quarto posto, seguono Shanghai-Suzhou (sesto), Hangzhou (tredicesimo), Nanchino (quindicesimo).

La classifica della Wipo è stata stilata tenendo presenti i risultati raggiunti in tre indicatori: brevetti Pct; pubblicazioni scientifiche; accordi di venture capital, ovvero quei finanziamenti che aiutano a tradurre le conoscenze scientifiche e tecnologiche nella creazione di start-up e di nuovi beni e servizi sul mercato. In pratica il Global Innovation Index segnala i cluster hi-tech con maggiore densità di inventori, ricercatori e investitori.

«I cluster dell’innovazione costituiscono la spina dorsale di solidi ecosistemi nazionali dell’innovazione, contribuendo a consolidare e rafforzare il percorso che va dalle idee al mercato. L’inclusione dell’attività di investimento di venture capital nella metodologia dei cluster del Global Innovation Index di quest’anno sta ricalibrando la nostra comprensione della forza innovativa, e questi nuovi risultati evidenziano quali cluster stanno trasformando la ricerca scientifica in risultati economici», ha dichiarato nel rapporto il Direttore Generale della Wipo, Daren Tang. 

La classifica pubblicata dalla Wipo, con il sorpasso di Guangzhou- Hong Kong-Shenzhen, certifica un vero e proprio cambiamento “paradigmatico”: nell’ambito dell’innovazione il ruolo globale della Cina non è più quello di un inseguitore che assorbe tecnologia, ma di leader, creatore e sperimentatore di nuove tecnologie d’avanguardia, in settori tradizionalmente dominati dalle economie avanzate. Di fronte a tale nuova realtà, bloccare l’esportazione verso la Cina di alcune tra le tecnologie più avanzate (come hanno fatto le ultime amministrazioni Usa) ha l’effetto collaterale di accelerare la corsa del paese all’innovazione autoctona. 

Ognuna delle tre metropoli del cluster, che a sua volta può approfittare anche dei vantaggi offerti dalla più ampia Area della Grande Baia, presenta straordinarie peculiarità che hanno reso possibile il sorpasso, dopo cinque anni in seconda posizione, nei confronti di Tokyo-Yokohama.

Nel 2024, Shenzhen ha investito in ricerca e sviluppo 223,66 miliardi di yuan (31,46 miliardi di dollari), pari al 6,46 per cento del Pil della città. Le imprese hanno contribuito per il 93,3 per cento a questo investimento, con leader del settore come Huawei, BYD e Tencent che guidano sia l’innovazione sia la produzione di brevetti, trainando nello stesso tempo la crescita di un ecosistema fatto di migliaia di aziende più piccole. 

Shenzhen, una delle città più giovani del paese, assurta allo status di capitale hi-tech, ospita oltre 25.000 imprese nazionali ad alta tecnologia, e ha guidato la Cina per sette anni consecutivi nelle autorizzazioni di brevetti, con 241.900 brevetti concessi nel 2024. Shenzhen ha inoltre promosso la crescita di oltre 2.600 importanti aziende nel settore dell’intelligenza artificiale e ha varato la prima legislazione locale in Cina sull’economia a bassa quota, lanciando quasi 300 rotte per droni con oltre 1,7 milioni di voli cargo.

«Shenzhen ha le basi, le condizioni e le capacità per assumere un ruolo guida nella costruzione di un sistema d’innovazione completo», ha dichiarato Zhang Hu, vice governatore esecutivo della Provincia di Guangdong, all’inizio di quest’anno.

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Chen Jiachang, vice ministro della Scienza e della Tecnologia della Cina, ha d’altra parte sottolineato il ruolo di Hong Kong, che vanta istituzioni di ricerca di livello mondiale, un bacino internazionale di talenti e un solido sistema di proprietà intellettuale che l’hanno resa un nodo chiave nella rete globale dell’innovazione. Chen ha ricordato che il governo centrale sostiene pienamente la Regione amministrativa speciale di Hong Kong (HKSAR) nell’accelerare lo sviluppo di un centro internazionale per l’innovazione e la tecnologia.

La città mira a integrare l’industria manifatturiera avanzata e i settori dei servizi, promuovendone al contempo la digitalizzazione e la trasformazione verde.

Guangzhou sta sfruttando la sua solida base industriale e le ricche risorse scientifiche e formative per accelerare lo sviluppo e l’innovazione scientifica e tecnologica, gettando una base più stabile e solida per uno sviluppo di alta qualità.

A tal fine, il governo cittadino istituirà un meccanismo collaborativo di trasformazione tecnologica basato su “scienziati + imprenditori + investitori” per favorire l’ingresso sul mercato dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica e accelerare la conversione delle risorse di talento scientifico ed educativo in produttività reale.

Il governo cittadino sta incoraggiando maggiori investimenti esteri per sviluppare le aree industriali chiave della città, tra cui la manifattura intelligente, la biomedicina, l’automotive e l’assistenza sanitaria di alto livello.

* dal suo blog su Substack

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