Cresce la presenza imprenditoriale italiana in Mozambico, Paese dove sono in cantiere progetti in settori diversificati, che vanno oltre la consolidata esperienza nel settore energetico. Secondo Simone Santi, presidente della Camera di commercio Italia-Mozambico (Ccmi) e fondatore del gruppo Leonardo (distinto dall’omonima ex Finmeccanica), Maputo può offrire alle nostre imprese un ampio spettro di opportunità in progetti che vanno dall’irrigazione alla meccanizzazione, all’agricoltura rigenerativa. “Quella fra Italia e Mozambico è una relazione che punta molto alla creazione di valore sul territorio, a partire dal progetto di centro agroalimentare che sarà realizzato nella provincia di Manica: inizialmente doveva essere un mercato frutticolo, ora si sta trasformando in un vero e proprio hub”, spiega Santi in un’intervista ad “Agenzia Nova“, sottolineando che “in questa fase in cui la progettazione può ancora essere definita le aziende italiane possono dare un contributo importante”. Oggi quella mozambicana è un’agricoltura molto legata alla sussistenza ed all’esportazione, ha spiegato l’imprenditore, evidenziando che è invece possibile “trasformarla in valore”, una prospettiva “su cui l’Italia ha veramente tanto da dire”: ne è un esempio la filiera del caffè, prodotto di cui l’Italia non è produttore ma che ha saputo associare a sé con un marchio riconosciuto a livello globale.
Il dialogo con Santi si è tenuto a pochi giorni dalla chiusura del business forum Italia-Mozambico, ospitato a Maputo, iniziativa promossa dal sistema Italia – ambasciata, agenzia Ice, Ccmi – con “un grande lavoro di squadra” che ha visto anche il coinvolgimento della Cooperazione italiana in loco. Il salone ha visto la partecipazione di una delegazione italiana guidata dal ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, una missione che secondo Santi è stata “eccellente” sia per il coinvolgimento di rappresentanti di tutto il settore sia per la firma di un memorandum d’intesa fra il settore dell’agricoltura italiano e la controparte mozambicana. Merito anche del ministro mozambicano per l’Agricoltura, l’ambiente e la pesca, Roberto Mito Albino, “che conosce molto bene l’Italia” e ha partecipato in passato a diverse missioni organizzate dalla Ccmi, visitando aziende italiane e assistendo a fiere come il salone ortofrutticolo Macfrut. Per Santi, il passato coinvolgimento del ministro in un progetto che finanziava la meccanizzazione italiana in Mozambico offre all’Italia l’opportunità di fare “un grande ritorno” in un settore che è “strategico sia per Maputo che per l’Italia”. C’è poi “la grande prospettiva dei materiali critici”, di cui il Mozambico è ricchissimo: “c’è già qualche impresa europea che sta esplorando possibili investimenti”, confida l’imprenditore, citando aziende irlandesi esportatrici di terre rare. “È un settore nel quale possiamo essere molto più presenti: ne ho parlato anche con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit)”, ha aggiunto.
L’inserimento del Mozambico fra i Paesi prioritari del Piano Mattei, poi, garantisce alle nostre imprese un’altra importante porta di accesso al mercato mozambicano. Santi spiega a “Nova” che il ministero italiano dell’Agricoltura sta svolgendo un lavoro intenso per identificare i prodotti di origine geografica che non entrano in concorrenza con l’Italia – ne sono un esempio i litchi – e progetti “che danno la possibilità di avere una linea di credito per le macchine italiane”. D’altro canto, il mercato di prodotti italiani in Mozambico “non è grande ma è in crescita”, con alcuni prodotti di qualità come lo spumante e il prosecco “che la classe media o alta apprezza tantissimo”. Opportunità sono da cercare anche nel settore legato alla trasformazione dei prodotti agricoli, dei preziosi e semi-preziosi – il Mozambico è leader mondiale nei rubini – e del turismo. Assodata la presenza nel settore energetico, grazie ad attori di punta come Eni o Saipem, che ricopre anche la vicepresidenza della Camera di commercio Italia-Mozambico e grazie ai contratti per le attività di ingegneria, procurement e costruzione (Epc) daranno lavoro a circa 200 fornitori e più di 20 mila persone. “Il Mozambico è oggi un Paese che vive un momento di grande opportunità legata al nuovo governo, con un presidente (Daniel Chapo) giovane e con formazione giuridica”, ha proseguito Santi, per il quale il presidente Chapo “sta dimostrando di essere un politico con una visione aperta al mondo”. Fra i progetti approvati dal nuovo governo c’è anche quello sviluppato da Eni nel giacimento di Coral, all’interno del bacino di Rovuma, per la costruzione di un impianto fluttuante di liquefazione di gas che raddoppierà la produzione ed esportazione di Gnl nel Paese. Primo impianto africano per la liquefazione del gas in acque profonde, il progetto permetterà anche di sviluppare l’uso di gas domestico.
Secondo Santi, se è vero che il Mozambico affronta “le difficoltà di un Paese in via di sviluppo”, è altrettanto vero che ha anche “idee molto chiare sul tipo di sviluppo che vuole, e che è legata alla creazione del valore locale”. Con questo obiettivo la Camera di commercio accompagnerà in Italia, entro la fine dell’anno, una delegazione di imprese mozambicane per una seconda missione dopo quella che nel 2024 ha portato nel nostro Paese i rappresentanti di oltre 70 imprese locali. La Ccmi ha partecipato anche al salone Gastech di Milano con 40 imprenditori mozambicani e presenzierà all’African Energy Week del Sudafrica, appuntamento di punta per il settore energetico nel continente. In Mozambico si sono di recente appianate le tensioni emerse in seguito alle elezioni presidenziali del 9 ottobre 2024, che hanno sancito la vittoria di Daniel Chapo come presidente. L’avvio di un dialogo con il candidato sconfitto Venancio Mondlane, promotore di proteste in cui sono morte oltre 250 persone, ha ripristinato un clima positivo anche per gli affari. Ne è un esempio la recente inaugurazione del progetto alberghiero da 140 milioni di dollari del gruppo Aman, che sorgerà nel distretto meridionale di Massingir, e la volontà del governo mozambicano di ristrutturare l’aeroporto della città per farne una porta d’ingresso per il turismo europeo. “I progetti di miglioramento dell’aeroporto devono tendere a collegare l’Europa al Mozambico con meno di dieci ore di volo”, ha commentato Santi, per il quale “la logistica è da migliorare” ma le opportunità non mancano.
Oggi il turismo mozambicano è molto dipendente dal Sudafrica – da Città del Capo si arriva a Maputo con due ore e mezza di volo – e sta cercando di allargare il suo pubblico di destinazione dall’alta gamma ad esperienze più accessibili: uno sviluppo che prospetta opportunità alle aziende italiane ed europee anche in quest’ambito. L’Italia si conferma come primo investitore europeo in Mozambico, e per Santi sta dando prova di credere nel Paese con “un lavoro di squadra fondamentale”, anche grazie ad un ambasciatore, Gabriele Phillip Annis, “che ha già dimostrato di essere un eccellente play maker”. Per il presidente della Ccmi ci sono insomma “tutti gli elementi per rafforzare le relazioni economiche con reciproche opportunità, in linea con l’approccio del Piano Mattei e con quanto le imprese italiane residenti in Africa e associate alle nostre Camere di commercio italiane hanno sempre dimostrato”. A fronte delle innegabili difficoltà che il mercato mozambicano può presentare, insomma, se il Paese “non è facile” e “ha una burocrazia importante”, d’altro canto “vede sempre l’Italia con estrema fiducia”. Un aspetto da non sottovalutare, “la fiducia è difficile da conquistare in Africa”, e frutto delle storiche relazioni bilaterali e di una capacità tutta italiana di tessere relazioni. Alle 85 aziende – la metà sono italiane – che hanno aderito alla Camera di commercio, la Ccmi offre un accompagnamento per superare problemi di burocrazia o di comprensione della struttura giuridica, oltre a lavorare con il governo di Maputo per cercare soluzioni. “Lo facciamo sia come Camera italiana che europea”, precisa Santi, per il quale le difficoltà principali sono legate alla scarsezza della divisa quindi ad un momento congiunturale e non da ritenere strutturali nel Paese. D’altra parte invece il tasso di cambio è rimasto invariato da quattro anni, dando un segnale di stabilità, sottolinea. Dal 2014 ad oggi la Ccmi ha visto aumentare il numero dei suoi membri da 12 a 85. Fra imprenditori, religiosi e cooperanti in Mozambico risiedono 3.500 italiani registrati.
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