Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Italia prima in Europa: varata la legge sull’IA


LA SVOLTA
L’Italia è il primo paese europeo a recepire l’AI Act europeo, lo strumento varato dall’Ue, l’anno scorso, che fissava regole per evitare che la rivoluzione epocale dell’intelligenza artificiale si trasformi in anarchia, caos ma anche praterie sterminate e senza controlli per i colossi da cui dipendono i vari sistemi, da ChatGpt a Gemini, da Copilot a Grok, da DeepSeek a Meta AI.
Ieri il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di delega al governo in cui si fissano «principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione dei sistemi e modelli di intelligenza artificiale». Il testo da una parte indica alcuni punti fermi: «Promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, volto a coglierne le opportunità. Garantisce la vigilanza sui rischi economici e sull’impatto dei diritti fondamentali». Dall’altra punta a favorire investimenti in un settore in cui l’Italia e l’Europa sono molto indietro, per usare un eufemismo, rispetto a Stati Uniti e Cina: previsto un miliardo di euro a sostegno di investimenti per start-up e piccole medie imprese. Bene, ma dal punto di vista pratico cosa cambierà?
RIVOLUZIONE
Partiamo da alcuni dati: si calcola che in Italia almeno 13 milioni di persone usino app o servizi di IA; nelle aziende e negli uffici il 60 per cento dei lavoratori ormai utilizza comunemente questi sistemi, percentuale che si avvicina al 90 per cento nelle nuove generazioni; tra gli studenti 3 su 4 chiedono aiuto a ChatGpt e ad altri servizi per i compiti a casa. 
Sono solo alcuni esempi, ma per essere molto più pratici si può dire che l’Intelligenza artificiale sta sostituendo Google (che a sua volta ha il suo sistema di IA, Gemini): quotidianamente ci serve per ottenere informazioni, riassunti di testi lunghi, organizzare viaggi, programmare, semplicemente farci divertire creando foto o video. Tutto questo però ha un risvolto oscuro perché stiamo delegando all’intelligenza artificiale (e ai colossi che governano i vari sistemi) il controllo delle nostre vite, delle nostre azioni, delle nostre scelte. Come tutti gli strumenti, moltiplica in modo inquietante le possibilità di un uso disonesto e pericoloso. Posso ricreare la voce di un personaggio pubblico o di un amico facendogli dire cose che non ha mai affermato; posso costruire una foto o un video in cui si vede una persona compiere un’azione che non ha mai compiuto. Spiega la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli: «Con questa legge, governo e maggioranza rispondono a un’emergenza democratica come il deepfake. Prima ancora dello scandalo dei siti che hanno umiliato tante donne e colleghe, il governo aveva già scelto di intervenire. Da oggi chi userà l’IA per violare libertà e onore delle persone ne risponderà davanti alla legge. Il deepfake diventa un nuovo reato, con pena da 1 a 5 anni». Aggiunge Mariastella Gelmini (Noi Moderati): «Alla luce delle recenti inchieste sui siti sessisti, giusta la delega al Governo per l’estensione alle piattaforme web della responsabilità civile e penale degli utenti che diffondono contenuti illegali». 
Cos’altro prevede la legge sull’IA (a proposito AI è la sigla in inglese, IA quella in italiano)? Prima di tutto è previsto un sistema di agenzie pubbliche per vigilare. Lo spiega il sottosegretario Alessio Butti: «Sul piano della governance, la norma designa Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) quali Autorità nazionali competenti: ACN vigila – con poteri ispettivi – sull’adeguatezza e la sicurezza dei sistemi, AgID gestisce le notifiche e promuove casi d’uso sicuri per cittadini e imprese, in un quadro di coordinamento interistituzionale stabile. Il provvedimento istituisce inoltre un meccanismo di programmazione strategica: la Strategia nazionale per l’IA sarà predisposta e aggiornata con cadenza biennale dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, con il supporto di ACN e AgID e il coinvolgimento delle principali autorità settoriali. A rafforzarne la trasparenza è previsto un monitoraggio annuale al Parlamento».
TUTELA
Altro punto importante: il rafforzamento della tutela del copyright. Racconta il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini: «Si punta a consolidare la tutela del copyright a protezione del mondo editoriale, giornalistico e creativo, una tutela prevista anche dalle norme europee». I fornitori di sistemi AI utilizzano, nella fase di addestramento, dei dataset di testi od opere protetti da copyright. L’AI Act europeo ha introdotto dei principi di trasparenza e tracciabilità, ma anche di responsabilità delle società proprietarie dei vari sistemi». La nuova legge garantisce «la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali». Restano esclusi dall’applicazione delle nuove norme le attività connesse «ai sistemi di intelligenza artificiale condotte dagli organismi preposti alla sicurezza nazionale, alla cybersicurezza, alla difesa nazionale». Ci sono, infine, una serie di deleghe su temi cruciali come l’uso di dati, algoritmi e metodi matematici per l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale e la definizione organica della disciplina nei casi di uso illecito. Infine, si tenta di riportare nel nostro Paese ricercatori italiani che operano all’estero nel settore dell’Intelligenza artificiale: per questo sono stati stanziati 300mila euro nel 2025 e nel 2026.
ARGINE
Osserva la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli: «L’intelligenza artificiale non è neutrale, può salvare vite o minacciare libertà, può creare lavoro o esclusione, può rafforzare la democrazia o destabilizzarla. Con questa legge stiamo scrivendo la Costituzione digitale dell’Italia». Resta una incognita sullo sfondo: l’avanzata dell’intelligenza artificiale appare inarrestabile, porta una rivoluzione epocale che ha un impatto fino a qualche anno fa impensabile e imprevedibile per il futuro. Il tentativo di regolamentare la materia è lodevole, ma rischia di rivelarsi poco efficace e destinato a fare i conti con la velocità del cambiamento. E ieri il presidente della Fed americana, Jerome Powell, ha avvertito: «L’intelligenza artificiale potrebbe rallentare le assunzioni».

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta