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Videosorveglianza e imprese confiscate, Cracolici presenta le novità della Commissione Antimafia CLICCA PER IL VIDEO


Dai bandi per finanziare sistemi di videosorveglianza nei Comuni siciliani alle misure a sostegno delle imprese confiscate, fino alle ultime tappe della commissione previste a Palermo e Agrigento che concluderanno la seconda mappatura sullo stato della criminalità organizzata in Sicilia. Sono questi gli argomenti cardine della conferenza stampa svolta a Palazzo dei Normanni, indetta dalla Commissione Antimafia, guidata dal presidente Antonello Cracolici, per presentare le novità che nei prossimi mesi saranno messe in campo. Presenti anche i vicepresidenti Bernardette Grasso e Roberta Schillaci e il componente Marco Intravaia.

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Cracolici: “Abbiamo fatto della Commissione un luogo concreto di sostegno”

Il coinvolgimento dei sindaci è una delle attività su cui ha insistito la Commissione. Il nostro obiettivo non è solo quello di promuovere l’attenzione verso i fatti, la storia e la cronaca, ma fare della Commissione anche un luogo di concreto sostegno ai territori. E’ per questo che abbiamo individuato alcune misure di sicurezza, forme concrete di contrasto alla criminalità, come la videosorveglianza“. Così ha introdotto gli argomenti della conferenza stampa il presidente della Commissione Antimafia Antonello Cracolici.

La Sicilia “in questo momento storico è inondata da sostanze stupefacenti. Le piazze di spaccio investono anche nei medi e nei piccoli centri con caratteristiche sempre più diffuse. Ecco perché la sicurezza urbana è fondamentale. Nel mese di ottobre – ha aggiunto – condurremo le ultime due visite, prima ad Agrigento e poi a Palermo, nella seconda metà di ottobre. Questo lavoro ci ha portato ad evidenziare un dato spesso sottovalutato: la grande presenza di armi. Un elemento che testimonia una fase di approvvigionamento che spesso coincide con la presenza di droghe. Malgrado il silenzio apparente, il fatto che ci siano questo proliferare di approvvigionamento di armi costituisce una specie di cassaforte anche per le casse criminali di altre Province. E’ un dato che ci preoccupa e solo con l’aumento delle denunce è possibile aumentare il contrasto“.

Delle misure, quelle presentate oggi, uniche nel loro genere: “Per la prima volta la Regione, con proprie risorse – ha concluso Cracolici – ha deciso di sostenere alcune misure che rafforzano la sicurezza urbana e rafforzano il livello reputazionale dell’intervento dell’amministrazione. Nell’Isola ci sono 17mila immobili sottratti alla mafia, quasi la metà sono nella provincia di Palermo. La lotta alla mafia ha prodotto risultati, non arranca. E’ cresciuta una nuova mentalità di contrasto alla mafia, ma dobbiamo alzare il livello perché il livello di sequestri e confische riguarda ancora una percentuale minima rispetto ai capitali mafiosi accumulati. Inoltre è emersa questa nuova capacità della mafia di entrare nei sistemi legali, in settori strategici come il turismo“.

Imprese confiscate: come funzionerà il finanziamento

Per le imprese confiscate è previsto un fondo da 4 milioni di euro. L’obiettivo è il risanamento e il rilancio dell’attività imprenditoriale delle imprese sottoposte a misure di prevenzione, tramite la realizzazione di investimenti e la copertura di capitale circolante, attraverso l’erogazione di finanziamenti a tasso zero, senza valutazione nel merito creditizio, ma a fronte di garanzie reali, aziendali, extraziendali, MCC, fideiussioni bancarie o assicurative, e la concessione di contributi a fondo perduto a valere sul Fondo Sicilia.

Il tema – ha spiegato Cracolici – è quello del riuso e del dare credibilità dopo l’azione di confisca. Dobbiamo sostenere chi lavora in queste imprese, offrendo strumenti per rilanciare ciò che lo Stato ha sottratto alla mafia, per dimostrare che non è vero che la mafia dà lavoro e lo stato no. Contiamo così di diffondere anche l’agricoltura sociale e la cultura dell’economia della terra. E’ una misura unica in Italia perché nessuna Regione, con fondi propri, ha realizzato una misura di questo genere“.

Finanziamenti e agevolazioni

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Nello specifico, si tratta di finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto, destinati alle imprese soggette alle misure di prevenzione operanti in Sicilia. Tra le spese ammissibili vi sono nuovi impianti, ampliamenti, ammodernamenti, riconversioni e credito per esigenze di liquidità. L’importo massimo è fissato a 100mila euro. La durata del finanziamento sarà tra i 3 e i 10 anni, oltre preammortamento fino a due anni. L’avviso sarà pubblicato ad ottobre

Via agli impianti di videosorveglianza nei Comuni

Quello della videosorveglianza è uno dei primi problemi emersi ed esaminati nel corso del primo anno di mappatura condotto dalla Commissione Antimafia.

E’ una misura di prevenzione stilata ascoltando i sindaci, dopo la prima visita per la mappatura della criminalità a Ragusa, in quei territori ad alta concentrazione illegale, anche a causa del diffuso fenomeno dell’immigrazione clandestina. Un episodio in particolare – ha raccontato Cracolici – ci ha toccato, la scomparsa di quel lavoratore ivoriano. In quell’occasione abbiamo scoperto che un Comune come quello di Acate non aveva nessun tipo di videocamere ed era rassegnato nel non poter accedere al fondo del ministero dell’Interno. E’ un paradosso perché i Comuni siciliani sono considerati ai primi posti nelle classifiche relative alla sicurezza urbana. Il motivo è legato al numero basso di denunce, Abbiamo fatto in modo he la Sicilia non si rassegnasse alle classifiche nazionali e messo in campo un’azione propria della Regione. L’obiettivo è avere almeno 100 Comuni che si rafforzeranno in tema di sicurezza urbana e tutte le conseguenze che comporta“.

All’interno della manovra ter sono stati infatti previsti quindici milioni di euro per finanziare sistemi di videosorveglianza urbana nei Comuni siciliani. Il governo Schifani ha dato nei giorni scorsi il via libera all’avviso, predisposto dall’assessorato regionale delle Infrastrutture e della mobilità, attraverso il quale le amministrazioni comunali dell’Isola potranno richiedere il contributo per un massimo di 150 mila euro a progetto.

E’ già possibile presentare le istanze da lunedì 15 settembre, fino al 15 ottobre 2025. I progetti dovranno prevedere opere di video sorveglianza di aree urbane e la messa in rete delle videocamere con controllo da remoto. Le spese ammissibili potranno, a titolo esemplificativo e non esaustivo, prevedere: l’acquisto di sistemi di videosorveglianza, compresi i costi di trasporto, montaggio e installazione; software di funzionamento, considerato accessorio al sistema; ponti radio e access point per aree non servite da fibra; switch PoE per telecamere IP; cablaggio strutturato tra dispositivi e centrale operativa; apparati di rete ridondanti; stazioni di alimentazione.

L’attività di esame delle proposte che via via perverranno, sarà effettuata dal Servizio 5-Politiche Urbane e Abitative del Dipartimento regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti competente per materia, che potrà avvalersi eventualmente anche di altro personale messo a disposizione dall’Amministrazione.



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