Da gennaio un ufficio per i finanziamenti, tra un anno il primo laboratorio. Nel 2031 la sede, ancora da individuare: in lizza ci sono 12 possibili destinazioni
Ricordate la Cittadella dell’Innovazione? Il percorso avviato 4 anni fa non è affatto finito su un binario morto ma è ad uno snodo primario, per usare una metafora ferroviaria. L’iter operativo parte tra tre mesi e mezzo, ovvero a gennaio con la costituzione della Fondazione in una sede provvisoria di soli 50 metri quadrati: l’attività sarà principalmente di ricerca fondi (fundraising). La «fase 1» si sviluppa dal settembre 2026 al settembre 2029: prevede la realizzazione di una sede intermedia di 1.200 mq, l’avvio dei laboratori su High performance manufacturing e Tech transfer sustainability, in collaborazione con l’Università statale e partner industriali.
Infine la «fase 2», che va dall’ottobre 2029 al maggio 2031: prevede la realizzazione della sede centrale della Cittadella (8.000 metri quadrati complessivi, di cui 2.500 destinati alla Fondazione e 5500 da affittare ad 850 mila euro l’anno per 15 anni ad un partner individuato tramite gara), con il pieno sviluppo del distretto e nuovi laboratori su sostenibilità, economia circolare e nuovi materiali. Due aspetti importantissimi: la sede definitiva la metterà il Comune.
Una scelta definitiva non c’è ancora e nel ventaglio di opzioni ci sono 12 location: si va dal palazzo delle Poste di Piazza Vittoria alla sede dell’Agenzia delle Entrate di via Sorbanella (che dovrebbe trasferirsi nel giro di 5 anni nell’ex caserma Randaccio) passando per altri siti dismessi. Quello razionalmente più coerente resta però il comparto Milano: lì vicino (nell’ex Pietra) la multinazionale bresciano-nipponica Turboden realizzerà la sua nuova sede e la società Intred installerà (nell’ex Ideal Standard) il suo data center. Il costo della realizzazione della sede centrale è di 28 milioni e 350 mila euro, mentre l’intero progetto del distretto vale 60 milioni.
Altri elementi fondamentali: la Fondazione Cittadella dell’Innovazione sarà un ente di diritto pubblico senza scopo di lucro, con durata illimitata e sede in città. I suoi obiettivi restano quelli già dichiarati nel 2021: promuovere la ricerca e il trasferimento tecnologico, favorire la transizione ecologica e digitale, sostenere le imprese – in particolare le Pmi – e rafforzare l’attrattività internazionale del territorio. In questo modo si vuole «moltiplicare il valore del Sistema Brescia posizionando la Cittadella tra gli innovation districts più competitivi in ambito internazionale». La Cittadella darà spazio a sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale, big data, high performance manufacturing ma anche all’inclusione sociale, commercio, cultura. Nell’obiettivo dei promotori «genererà impatto a livello nazionale ed europeo allargando i confini delle relazioni che il territorio bresciano già vanta favorendone una rapida trasformazione in linea con i megatrend globali». Si vuole attrarre talenti, competenze, startup e investitori per realizzare progetti collaborativi e di open innovation che coinvolgeranno le due università, le imprese eccellenti ed i centri per l’innovazione del territorio.
La governance sarà rappresentata dai fondatori istituzionali (Comune, Camera di Commercio, Unibs), dai fondatori (Università Cattolica, Confindustria e Confapi Brescia) e dai partner e sostenitori (altri enti e privati ammessi successivamente). Ci sarà un’assemblea, un consiglio di indirizzo strategico di 13-15 membri, dove avranno maggior peso i fondatori istituzionali, un consiglio di amministrazione (5 membri, di cui 3 pubblici e 2 privati), un comitato scientifico e l’organo di controllo.
L’Università di Brescia ha stabilito che il proprio impegno sarà limitato a un contributo di 25mila euro annui per tre anni, destinati al fondo di gestione. Non parteciperà al fondo di dotazione iniziale, che sarà sostenuto principalmente da Comune e Camera di Commercio.
Il modello economico prevede ricavi diversificati: commesse con imprese (che vanno da 20 mila a 250 mila euro l’anno), quote annuali di soci e sostenitori (nel 2026 la quota base sarà di 5 mila, quella delle Pmi di 15mila e di 125mila quella delle grandi imprese) convenzioni, progetti di ricerca nazionali ed europei. sponsorizzazioni. Il piano mira a garantire la sostenibilità economica dal secondo anno di attività e a qualificare la Fondazione come Organismo di Ricerca (OdR) per poter accedere a fondi UE e godere di agevolazioni fiscali.
Venerdì il senato accademico di UniBs ha approvato il protocollo d’intesa. Durante la discussione qualcuno si è soffermato sul piano economico-finanziario iniziale giudicandolo «prudente», con risorse «contenute» rispetto alle ambizioni progettuali. C’è chi ritiene necessario chiarire meglio i rapporti con gli altri enti, come il Csmt (Centro servizi multisettoriale e tecnologico) e chi invita a non creare sovrapposizioni con le attività formative universitarie di Unibs. Infine il nodo della presidenza rivendicata come diritto (almeno nella fase iniziale) dalla Loggia, visto che mette l’area.
La buona notizia però è che la Cittadella si farà. Certo, la tempistica è abbastanza dilatata: se ne è iniziato a parlare nel 2021 — con la presentazione pubblica del progetto, sviluppato attraverso 12 tavoli di co-progettazione coordinati da InnexHub nel 2023-24, con la partecipazione di oltre 200 professionisti — e la sede definitiva si avrà nel 2031, dopo 10 anni. I primi 10 mesi del 2026, dedicati alla raccolta fondi, saranno dirimenti per sancire la bontà della visione.
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