Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Zone di accelerazione Puglia, ecco la proposta regionale


La Giunta pugliese ha adottato la documentazione preliminare per la pianificazione delle aree di accelerazione ai fini dell’avvio della procedura di valutazione ambientale strategica

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Approvata in via preliminare la pianificazione delle zone di accelerazione in Puglia. Il 2 settembre la Giunta regionale ha validato la proposta di piano e il relativo orientamento per la valutazione ambientale strategica, come previsto dalla normativa nazionale.

Il D.lgs. 190/2024, meglio noto come Testo Unico delle Rinnovabili (oggi in fase di modifica), ha imposto che entro il 21 febbraio 2026 ogni Regione e Provincia autonoma adotti il proprio piano di individuazione di aree di accelerazione; vale a dire, zone in cui l’installazione di impianti rinnovabili non è solo semplificata ma anche velocizzata in termini di tempi autorizzativi.

Come fa sapere l’amministrazione regionale, la Puglia ha avviato il suo processo pianificatorio in concomitanza alla definizione e mappatura elaborate dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). E al netto di alcune discrepanze nella perimetrazione delle aree industriali tra Agenzia Regionale ASSET e GSE, la proposta di piano è approdata in questi giorni nel Bollettino ufficiale.

Zone di Accelerazione Puglia, vince l’autoconsumo

Nel dettaglio il documento inserisce tra le Zone di Accelerazione della Puglia le seguenti tipologie territoriali “purché non interessate da vincoli ambientali e/o paesaggistici”:

Aree industriali consolidate identificate dagli strumenti urbanistici. In questa definizione rientrano sia le aree appartenenti ai Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale (ASI) e quelle rientranti nei Piani per gli Insediamenti Produttivi (PIP), adottati dai rispettivi comuni prima dell’entrata in vigore del presente Piano. Ma la Regione sottolinea che per essere considerate automaticamente “zone di accelerazione”, tali aree devono mantenere le caratteristiche industriali e non essere tornate a uno stato naturale a causa dell’inutilizzo. E che gli impianti rinnovabili installati servano principalmente all’autoconsumo da parte delle aziende già presenti nell’area.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Aree limitrofe ad impianti energivori di pubblica utilità. Le rinnovabili installate in queste aree non vanno in rete, ma servono direttamente impianti energivori specifici come Data center, elettrolizzatori o altre utenze che svolgono servizi di interesse pubblico (es. infrastrutture sanitarie, digitali, logistiche strategiche). In questo caso la Regione fissa due paletti: quello dell’autoconsumo e quello della vicinanza (non oltre 200 metri) delle installazioni rinnovabili agli impianti energivori.

Aree interessate dalla presenza di Impianti eolici e/o fotovoltaici. Possono candidarsi a zone di accelerazione tutte le aree iscritte nei perimetri che circoscrivono impianti esistenti a patto che:

  • siano interessate da attività di revamping, repowering e retrofitting di impianti FER esistenti e non da nuove installazioni.
  • siano legittimamente in esercizio sul territorio pugliese da almeno 10 anni rispetto alla data di presentazione alle autorità pubbliche delle predette operazioni di valorizzazione.

Secondo stime conservative, il potenziale da repowering e revamping regionale ammonta a oltre 2.000 MW aggiuntivi, contribuendo per almeno il 30% al target residuo al 2030.

Aree Portuali a vocazione industriale, rientranti nei siti gestiti dalle Autorità di Sistema Portuale;

Aree di demanio pubblico (es. difesa militare);

Aree brownfield (anche all’interno di SIN-Siti di Interesse Nazionale). In questo contesto la Giunta pugliese spiega: “La compatibilità di un’area brownfield con usi produttivi energetici dipende dalla sua specifica situazione di contaminazione e dalla capacità di bonifica o messa in sicurezza del sito […] In tal senso il presente piano prevede di individuare, all’interno delle aree SIN già caratterizzate e con un livello di contaminazione residuo compatibile con gli usi industriali, ambiti più circoscritti che fungano da zone di accelerazione per le FER”.

Il sistema territoriale delle aree artificiali o già edificate.

“Queste aree – scrive la Regione – presentano caratteristiche comuni, in quanto già compromesse dal punto di vista urbanistico, ambientale e paesaggistico e sono aree già caratterizzate da una modifica significativa del paesaggio originario. Pertanto, l’installazione di impianti FER in questi contesti non determina un ulteriore degrado percettivo o identitario, bensì può rappresentare una forma di rigenerazione funzionale e paesaggistica”.

Il nuovo Piano Energetico Ambientale della Puglia

Ricordiamo che in questi giorni la Puglia ha anche adottato definitivamente l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR). Il documento – che si arricchisce di due nuovi capitoli di spesa – si muove su 4 pilastri.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

  • Riduzione dei consumi energetici: il PEAR punta a raddoppiare il numero di interventi di efficientamento energetico sugli edifici e a migliorare del 2,6% annuo l’intensità energetica nei settori industriale, agricolo e terziario.
  • Minimizzazione del consumo di suolo e impatto paesaggistico: il Piano promuove il revamping degli impianti eolici esistenti e incentiva l’installazione di impianti di piccola taglia integrati nel tessuto urbano e industriale. Per il fotovoltaico, si prevede che almeno il 50% della nuova capacità sia installata su tetti e coperture.
  • Decarbonizzazione del sistema energetico: gli obiettivi per il 2030 sono netti: ridurre del 55% le emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990; phase-out completo della produzione di energia elettrica da carbone e olio combustibile; ridurre del 40% della produzione elettrica da gas naturale rispetto ai livelli del 2019; installare 7,3 GW aggiuntivi di potenza da rinnovabili rispetto al 2020, per raggiungere un totale di 13,2 GW. La Regione ribadisce inoltre la sua posizione contraria a ospitare impianti nucleari sul proprio territorio.
  • I cittadini al centro della transizione: saranno promosse e sostenute le comunità energetiche e misure di contrasto alla povertà energetica, come il Reddito Energetico Regionale.

Leggi anche Toscana: presentata l’informativa sul Piano Zone di Accelerazione FER



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.