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I porti siciliani crescono, ma servono infrastrutture: Maersk sceglie Milazzo


Maersk ha deciso di investire su Milazzo, ampliando così la propria rete di infrastrutture di approdo logistico in vista del futuro

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Dal 2020 in poi il Mar Mediterraneo, centro nevralgico della navigazione globale, come e più del resto del mondo ha subito una concentrazione di macroeventi molto intensa. Macroeventi che determinano instabilità, costringendo ogni paese ed ogni impresa internazionale a diversificare i propri piani differentemente da come si faceva prima, quando i macroeventi si verificavano con una frequenza sensibilmente più lenta. Questo sostiene Andrea Balbani, head of Italy sales di Maersk, il colosso globale del trasporto marittimo. Tanto da far decidere al gigante danese del “logistics services and solutions” di rivedere la propria politica in materia di network logistico.

Il colosso della logistica Maersk riconsidera la Sicilia

“Abbiamo ripreso in considerazione la Sicilia”, ha detto il manager di Maersk al convegno organizzato da Unioncamere Sicilia con Uniontrasporti e Assonautica, in collaborazione con la Camera di commercio Palermo Enna e con il patrocinio gratuito degli assessorati regionali “Infrastrutture e Mobilità” e “Territorio e Ambiente”. Due tavole rotonde nella sala Belvedere della Camera di Commercio di Palermo con diciassette relatori ed una platea di soli addetti ai lavori, nel corso delle quali sono stati messi in campo gli scenari di un traffico ed un mercato marittimo in rapida mutazione.

Un mondo che cambia ed occasioni da cogliere al volo

Cambiamenti di rotte e mercati, sia della logistica che del diporto, in cui la Sicilia è evidente crocevia. Maersk ha deciso di investire su Milazzo, ampliando così la propria rete di infrastrutture di approdo logistico ma anche guardando ai propri programmi di sviluppo interno per il futuro. Ad esempio l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO ₂ entro il 2040. Milazzo è stata scelta quindi per investire su un’infrastruttura portuale tarata sulle navi portacontainer del futuro. Dal convegno di Unioncamere, Uniontrasporti ed Assonautica è infatti emerso come la Sicilia si divida sostanzialmente in due anime marittime, con la parte orientale dell’Isola dalla vena decisamente industriale e quella occidentale più improntata al diporto turistico.

Il traffico mercantile è della Sicilia orientale

Oltre Milazzo, tra le poche aree siciliane con un potenziale di sviluppo per la logistica c’é Augusta. Appunto, insieme alla capofila Catania ci sono la messinese Milazzo e la siracusana Augusta tra i porti con un potenziale mercato. Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale, anche lui relatore al convegno, è estremamente pragmatico pur ritenendosi un visionario. “Augusta è un occasione irripetibile perché ha potenzialmente spazi, potenzialmente fondali, potenzialmente la distanza dalla città”, afferma Di Sarcina contemplando anche i tre requisiti fondamentali perché una grande infrastruttura portuale si possa insediare in un territorio ed offrire i requisiti minimi necessari alle compagnie di navigazione. Ma, spiega Di Sarcina, “il nostro obiettivo è fare bene, non pensare di poter rubare traffico alle importanti infrastrutture del nord; non ci credo”.

Italia poco competitiva, Sicilia peggio

Ad avvalorare la pragmatica visione del presidente dell’Adsp di Messina i dati esposti da Laura Summa, project manager di Uniontrasporti, e del head of Med&energ di SRM Alessandro Panaro. In sintesi, assai stringata, in Sicilia non abbiamo ancora le infrastrutture né sappiamo ancora fare questo lavoro in maniera competitiva. Tanto è vero che, secondo i dati dello studio SRM esposto da Panaro, in Italia tratteniamo una nave che tocca i nostri porti mediamente più di un giorno (1,28), mentre Paesi Bassi e Germania le liberano in mezza giornata. La media mondiale è di 0,99, appena un pelo sotto le 24 ore, mentre noi ci attestiamo oltre le 37 ore. Poco appetibili per le compagnie che, non potendo accelerare sulla velocità di navigazione devono farlo sui tempi morti e sui costi per i servizi a terra.

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Una terra con grande potenziale ma senza infrastrutture adeguate

Dallo studio di Uniontrasporti emerge invece che i limiti, come le priorità, per sviluppare in Sicilia imprese internazionalizzate non sono i porti e gli interporti. Prima di interfacciarsi con il mare per internazionalizzare i propri modelli di business, gli imprenditori siciliani chiedono più infrastrutture interne che gli consenta più agevole movimentazione tra i porti. Uniontrasporti ha stilato un elenco composto di 8 opere ritenute urgenti dalle imprese siciliane. Queste sono risultate essere il nuovo collegamento ferroviario ad alta velocità Palermo-Catania, l’ammodernamento a 4 corsie delle strade statali 121 e 189, il raddoppio della linea ferroviaria Messina-Catania sul tratto Gimpileri-Fiumefreddo, il ponte sullo Stretto, il completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Messina, le strade statali 514 e 194 sulla rete viaria Ragusa-Catania, la velocizzazione della linea ferroviaria Catania-Siracusa ed infine la pedemontana di Palermo che consentirebbe alle merci in transito di aggirare la circonvallazione del capoluogo per transitare da una autostrada all’altra.

I dati di Srm sulla crescita del traffico marittimo siciliano

Resta che la Sicilia è in crescita, e lo sono ancora di più i mercati cui l’Isola potrebbe ambire: Mid east e nord Africa. Secondo i dati del centro studi Srm di Napoli, collegato a Intesa Sanpaolo, esposti da Alessandro Panaro, con 68,7 milioni di tonnellate di merci movimentate nel 2024 (+4%), i porti siciliani rappresentano il 14% della quota di mercato nazionale. Inoltre il 74% delle merci prodotte nell’Isola viaggia via mare. L’import-export vale 29,2 miliardi, di cui 11,9 miliardi importati (Medio Oriente, Nord Africa e Cina i principali fornitori) e 9,6 miliardi esportati maggiormente verso Ue a 27, Paesi europei non Ue e Nord Africa. I mercati di riferimento per la Sicilia non sono quindi al nord ma intorno all’Isola. Ad est con Cina e Mid east ed a sud con la costa nordafricana. Mauro Nicosia, presidente Confetra Sicilia, ha fatto notare che è in atto un investimento in Africa per realizzare una grande strada attraverso il Sahara per mettere in rapida comunicazione le imprese dell’area centro occidentale con il Mediterraneo.

Al convegno anche l’assessore ai Trasporti ed infrastrutture Aricò

Tra gli ospiti dell’evento erano previsti anche l’assessore ai Trasporti ed infrastrutture e la collega al Territorio e ambiente. Alessandro Aricò è riuscito a raggiungere, se pur in ritardo, il convegno al termine della giunta regionale mentre la collega Giusi Savarino è stata trattenuta da impegni di programmazione lavori a Palazzo d’Orleans. Aricò è quindi intervenuto al secondo panel, sulla nautica da diporto e la disponibilità di posti barca e servizi da migliorare per un territorio che cresce anche sul fronte del turismo d’elite ma che, secondo i dati esposti dal comandante Vasco De Cet, consulente tecnico di Assomarinas, perde immatricolazioni in Italia per il progressivo impoverimento della classe media. Pur assente Savarino, Aricò ha annunciato ai presenti che il governo sta lavorando per sviluppare un coordinamento tra i due assessorati. La continuità di competenze tra l’assessorato Infrastrutture e Trasporti e l’assessorato Ambiente e Territorio prevede una più intensa sinergia in continuità di azione.

Aricò: “Nautica da diporto settore strategico per la Sicilia”

“Siamo molto attenti alla nautica da diporto, un settore importante, strategico per la Sicilia”, ha poi detto al nostro giornale l’assessore Aricò ricordando inoltre l’attenzione che il suo assessorato sta dedicando “sia alla sicurezza delle infrastrutture che per i dragaggi”. Tanti gli interventi in quello che l’assessore regionale ha definito “un parterre assolutamente qualificato”. Estremamente rilevanti le esposizioni degli studi fatte da Panaro e Summa, ma anche l’esposizione pragmatica della realtà infrastrutturale e del potenziale delle aree portuali della Sicilia orientale proposta dal presidente dell’Adsp di Messina, Francesco Di Sarcina. Assente invece, anche da programma, la neo nominata commissaria dell’Adsp della Sicilia occidentale Annalisa Tardino, il cui ufficio dista circa un paio di centinaia di metri dalla Camera di Commercio.

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