Con questo intervento, scritto durante la sua visita a Roma e Milano, l’Inviato Speciale per le Imprese e la Filantropia degli Emirati Arabi Uniti, Badr Jafar, delinea un modello concreto per le partnership Italia-Emirati Arabi Uniti in ambito industriale, tecnologico, culturale e filantropico
12/09/2025
All’inizio di quest’anno, gli Emirati Arabi Uniti e l’Italia hanno segnato un cambiamento radicale nelle loro relazioni. La visita di Stato dello Sceicco Mohamed bin Zayed, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in Italia a febbraio ha tracciato un orizzonte chiaro: convertire la buona volontà strategica in risultati tangibili a beneficio dei nostri cittadini, delle nostre industrie e delle comunità che serviamo. Un impegno di 40 miliardi di dollari per investimenti in settori chiave ha sottolineato tale intento e ha suscitato aspettative da entrambe le parti.
Quel momento è stato più di un semplice simbolismo: ha tracciato un percorso concreto per ciò che le nostre due nazioni possono costruire insieme: impresa dopo impresa, progetto dopo progetto, comunità dopo comunità. In qualità di Inviato Speciale per le Imprese e la Filantropia, la mia visita di questa settimana è guidata da un’idea semplice: partnership che danno risultati. La ricchezza industriale dell’Italia – banche e produttori, leader nel settore energetico e infrastrutturale, progettisti e ingegneri di fama mondiale – trova una naturale controparte nelle piattaforme di crescita degli Emirati Arabi Uniti. L’economia emiratina è oggi una delle più connesse e dinamiche al mondo, con i settori non petroliferi che rappresentano circa il 75% della produzione nazionale. Questa diversificazione è stata ponderata e rapida: finanza, logistica, turismo, industrie creative, produzione avanzata e scienze della vita sono tutti in espansione, supportati da una regolamentazione moderna e da una prospettiva aperta e globale.
La tecnologia è un pilastro centrale di questo progresso. Gli Emirati Arabi Uniti hanno impegnato ingenti risorse nell’intelligenza artificiale e nelle infrastrutture digitali avanzate, dagli istituti di ricerca e dai canali e rete di talenti specializzati al capitale sovrano che accelera l’adozione commerciale. Anche in questo caso, l’opportunità offerta dall’Italia è concreta: coniugare l’eccellenza ingegneristica e il know-how dei data center italiani con la portata, la capacità di calcolo e la capacità degli Emirati Arabi Uniti di passare rapidamente da progetti pilota a piattaforme. Nel campo della salute e delle scienze della vita, l’eccellenza clinica e le capacità tecnologiche mediche dell’Italia si allineano con gli investimenti degli Emirati Arabi Uniti nell’assistenza sanitaria e nelle biotecnologie di nuova generazione. Questa combinazione – idee e implementazione – può abbreviare i cicli di sviluppo e ampliare i benefici per lavoratori e consumatori in entrambi i Paesi.
La transizione energetica è un’altra frontiera comune. La leadership italiana nelle reti, nei cavi sottomarini e nell’integrazione dell’energia pulita integra l’impegno degli Emirati Arabi Uniti verso sistemi energetici affidabili, accessibili e a basse emissioni di carbonio. La collaborazione pratica – su potenziamenti della trasmissione, stoccaggio, preparazione all’idrogeno ed elettrificazione industriale – può sbloccare gli investimenti rafforzando al contempo la resilienza. Quando le istituzioni finanziarie si allineano con i campioni industriali, il percorso dal memorandum al progetto diventa più breve e i risultati più tangibili.
Ma una partnership fiorente non si misura solo in megawatt e bilanci; dovrebbe anche migliorare le persone e i luoghi. La tradizione filantropica italiana – radicata in fondazioni, aziende familiari e istituzioni civiche – rispecchia l’attenzione degli Emirati Arabi Uniti per donazioni misurabili e orientate ai risultati. Insieme, possiamo progettare insieme iniziative in materia di competenze giovanili, sistemi sanitari e resilienza comunitaria, attingendo ai punti di forza di ciascun ecosistema. E dovremmo ampliare la cooperazione alla cultura e all’istruzione: da mostre e residenze congiunte a scambi di ricerca e programmi professionali che coinvolgano studenti, curatori e artigiani nel cuore del nostro lavoro.
C’è un temperamento condiviso che sostiene questo momento. Italiani ed emiratini rispettano allo stesso modo l’artigianato e la velocità, la tradizione e l’innovazione. Entrambi crediamo che le buone idee meritino la possibilità di diventare realtà e che l’impresa, in ultima analisi, serva la società quando crea lavoro dignitoso e amplia le opportunità. Un proverbio arabo lo dice semplicemente: “Una mano non può applaudire”. Il vero progresso arriva quando partner capaci uniscono i propri punti di forza.
Nei prossimi giorni, mi concentrerò sul mettere in contatto i decisori, rimuovere i colli di bottiglia pratici e mappare le azioni a breve termine che traducano le promesse in risultati. Alcune collaborazioni saranno nuove; altre si baseranno su legami esistenti. Tutte saranno guidate da uno standard comune: obiettivo chiaro, risultati credibili e benefici condivisi.
Dovremmo essere ambiziosi e concreti. Il panorama economico europeo è in evoluzione e l’Italia è pronta a prosperare rafforzando partnership resilienti e diversificate. Gli Emirati Arabi Uniti si impegnano a essere una controparte affidabile e costruttiva, che si muove rapidamente e mantiene la rotta.
Le nostre due nazioni ammirano da tempo le reciproche competenze: il talento dell’Italia nel realizzare creazioni belle e solide; l’abitudine degli Emirati Arabi Uniti nel costruire piattaforme che collegano persone e idee. Se uniamo queste qualità con attenzione e disciplina, possiamo scrivere un nuovo capitolo degno dell’amicizia tra i nostri Paesi, un capitolo che si misura in posti di lavoro creati, tecnologie implementate e vite migliorate.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link