La bici porta turismo anche nelle mezze stagioni, ma bisogna investire in una promozione dedicata. Dopo il Tour de France, nel 2024, servono progetti condivisi tra pubblico e privati. E interventi sul territorio
«Non serviva ospitare la partenza del Tour de France per far conoscere la Romagna, bisogna lavorare sul territorio». L’ha detto Mario Cipollini – ieri campione italiano di ciclismo e oggi imprenditore nelle due ruote a pedali – in occasione dell’Italian Bike Festival, che si è tenuto dal 5 al 7 settembre a Misano Adriatico. Un’affermazione forte, confermata da operatori locali, che il territorio lo conoscono bene e verificano, mesi dopo, l’impatto reale del Tour de France sul turismo.
Le grandi aspettative per il TdF
La Grande Boucle l’anno scorso è partita proprio dall’Italia, coinvolgendo Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte. Per l’occasione, la regione Emilia Romagna aveva commissionato uno studio in base al quale, a fronte di un investimento di 5,1 milioni, con un contributo della Città Metropolitana di Bologna, i Comuni di Rimini, Cesenatico e Piacenza, si prevedeva un indotto economico sul territorio di 124,3 milioni di euro, con una ricaduta di 24 euro per ogni euro investito dalla Regione. L’effetto Tour di France ha portato l’anno scorso, dal 29 giugno, 1,4 milioni di persone a seguire in presenza le tre prime tappe del giro, per il 95% italiani. Circa il 30% di loro erano nuovi clienti che hanno soggiornato in zona. Poi ci sono i tanti che hanno seguito l’evento sui canali radio televisivi e sui social.
La Romagna la conoscono tutti per la sua ospitalità, la buona cucina, il turismo balneare… Ma la bicicletta è una leva in più per veicolare nuovi flussi. Alcuni operatori stanno cercando di portare clienti fuori stagione, di attrarre cicloturisti e ospitarli offrendo loro i servizi necessari per necessità e confort della loro vacanza su due ruote. Ma c’è ancora tanto da fare, serve un maggior supporto istituzionale e mancano programmi di promozione e sviluppo territoriale, che aiuterebbero tutti.
Tifosi sì, turisti mah?
Gli operatori locali si aspettavano che i tifosi del Tour de France diventassero poi turisti, gli anni successivi, venendo a conoscere i luoghi del tour, a pedalare a loro volta alla scoperta del territorio. Ma l’effetto di traino della manifestazione non è stato sufficiente. Così dicono gli albergatori.
Scopriamone le cause con l’aiuto di Filippo Magnani, 26 anni. Da quando ne ha 16 lavora nell’impresa di famiglia, l’Hotel Lungomare di Cesenatico. E dopo avere praticato atletica da ragazzo, contagiato dalla passione dei suoi, si è dedicato al ciclismo. Meno di un anno fa, è stato eletto presidente di Adac Giovani, l’Associazione dei giovani albergatori di Cesenatico, che fa parte a Federalberghi.
Un albergo che investe nelle due ruote
«La mia famiglia è proprietaria dell’Hotel Lungomare da 70 anni e da 40 segue il mondo del ciclismo. Negli ultimi 10 anni abbiamo visto nascere e svilupparsi anche il cicloturismo. E abbiamo deciso di investire per diventare un bike hotel» racconta Magnani. All’inizio dedicavano alle bici parte della sala da pranzo, in bassa stagione, poi hanno realizzato, sotto la struttura, una cantina che ospita 150 bici e un’officina per il lavaggio. «Abbiamo investito qualche milione, per costruire la nostra bike room, praticamente scavando sotto il livello del mare. Poi abbiamo attrezzato tutti i servizi necessari, un furgone per il trasporto e recupero mezzi, una piscina esterna riscaldabile, un centro benessere. Organizziamo tour con guide e affittiamo i mezzi. Nel nostro parco bici, ce ne sono 80, disponibili anche per clienti esterni, tra mountain bike, corsa, muscolari e a pedalata assistita, gravel e da passeggio. Noleggiamo anche bici Pinarello, di cui siamo esclusivisti e partner, per l’Emilia Romagna».
Il cicloturismo in Romagna
Il 30 / 40% dei fatturati dell’hotel arrivano dal ciclismo: «È un trend che ha preso piede, negli anni, in Romagna. Non siamo ancora ai livelli del Nord Europa, come mentalità, ma anche da noi arrivano turisti su due ruote, che ci consentono di lavorare in bassa stagione, da marzo a maggio e da settembre a novembre. Tra giugno e luglio prevalgono i turisti tradizionali».
Nell’albergo lavorano Filippo, che si divide tra la gestione economica e quella pratica del parco bici, e i suoi familiari, mamma, zio e sorella, uno staff di servizio, poi un meccanico e guida, affiancato da altre guide, in genere ciclisti professionisti che dedicano ai tour una parte della loro giornata.
Il dopo Tour de France
«La partenza della seconda tappa del Tour de France da Cesenatico è stato un evento eccezionale, il più visto al mondo dagli appassionati di ciclismo. Doveva essere un trampolino di lancio, una vetrina a livello globale per la nostra zona. Invece, è stato pubblicizzato sul momento, ma non è stata cavalcata l’onda di quella visibilità. Non è stata creata una rete di eventi, non è stata fatta una promozione attrattiva. Le istituzioni hanno speso moltissimi soldi, ma non stanno puntando su un trend che ha avuto una grossa propulsione durante dopo il Covid, anche grazie al bonus bici: quello del ciclismo per benessere. Un modo diverso di fare sport, nella natura, non invasivo, adatto a qualsiasi età. Le bici a pedalata assistita hanno aperto un capitolo a parte, che consente a tutti l’approccio alla montagna e al dislivello».
Per il modello di promozione, Magnani fa riferimento a quanto fatto per le colline della Toscana: «La Romagna non ha niente da invidiare, abbiamo un territorio bellissimo. Ma qui le colline sono argillose, ci sono tratti di strada da valorizzare, riasfaltare. Sono interventi che richiedono un’azione congiunta e un piano organico, che coinvolga Comuni e Apt. Manca un progetto, una visione che superi la concorrenza e la rivalità tra i comuni. Se ragionassimo congiuntamente, pubblico e privato, con un supporto adeguato di strade e servizi, avremmo più risultati e meno spesa».
Cosa fanno i giovani albergatori
Nel loro piccolo, i giovani dell’Associazione degli albergatori di Cesenatico hanno organizzato nel maggio scorso un tour promozionale dedicato agli influencer, incentrato sullo sport. Una giornata è stata dedicata alla bici, con una pedalata da Cesenatico e Cesena, lungo il torrente Pisciatello.
«Sono zone belle, dove sono state realizzate anche opere non pubblicizzate. Dovremmo imparare dall’Alto Adige. Alcuni anni fa da noi hanno tracciato una ciclabile che collega nord e sud, la Via Romagna (460 km di strade asfaltate minori e sterrato, 30 comuni, 20 borghi), ma mancano ancora i collegamenti verso il mare».
Magnani rimarca la necessità di una collaborazione tra istituzioni e imprenditori. Il turismo sta cambiando, le possibilità di spesa sono diminuite, a causa della situazione geopolitica ed economica: «La gente taglia le ferie: dalle due, tre settimane di qualche anno fa si scende a due, tre giorni. Questo trend va compreso e seguito. Serve coesione».
Situazione noleggi, strade e promozione
Non esiste una rete tra i noleggiatori, per offrire servizi comuni. Magnani fa riferimento a chi invece sta lavorando molto bene, sul territorio, per esempio sul lago di Garda: «Da noi bisogna creare attrattiva e assecondare le richieste dei clienti».
In particolare, ecco cosa chiede un cicloturista:
- strade efficienti, rifacimento e cura del manto stradale. Non serve aprire nuovi percorsi, già ci sono molte strade di campagna, da segnalare e manutenere.
- scoperta dell’entroterra: ogni collina ha un castello, ci sono paesi caratteristici che incantano. «Bisogna farli conoscere, venderli adeguatamente. L’aggregazione è indispensabile», chiosa Magnani.
Il futuro del cicloturismo in Italia
È partita anche in Romagna una nuova moda: il bikepacking, il turismo itinerante in bici, con il necessario nelle borse: «È un modo ideale per viaggiare, anche per il nostro territorio». Magnani non si aspetta una crisi del ciclismo. Semmai, c’è da organizzarsi per fronteggiare la concorrenza di altri Paesi: «Se nasceranno più hotel attrezzati, è un bene. Avremo più servizi di noleggio e manutenzione, supportati da una promozione comune. Difficile che i bike hotel siano avviati da zero da giovani imprenditori. Su 250 soci di Adac, siamo solo 20 giovani. Cominciare con un albergo proprio, richiede investimenti elevati e continui. E anche chi prende un albergo in affitto deve affrontare una pesante burocrazia e un lavoro impegnativo. Bisognerebbe rendere di nuovo questo tipo di impresa attrattivo. È più semplice avviare un’impresa di servizi».
Eventi sul territorio
Intanto Magnani ha portato il suo hotel e le sue idee a Misano, all’Italian Bike festival, una buona occasione per fare networking con altri operatori.
Sabato 13 settembre si terrà la 22ª edizione del Memorial Marco Pantani, la corsa che parte e termina a Cesenatico e coinvolge 25 squadre tra WorldTeams, Professional e Continental. La sistemazione di atleti e team sarà curata da soci dell’Adac.
Il 21 settembre invece Filippo Magnani e i suoi hanno organizzato un evento benefico in ricordo del padre, grande pedalatore. “In sella con Lorenzo” raccoglierà fondi a favore dell’Irst, Istituto oncologico di Meldola. È una pedalata comunitaria, su tre diversi itinerari, con partenza e arrivo all’hotel.
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