Nel recente passato parlare di sostenibilità aziendale significava una cosa sola: essere “in salute” dal punto di vista economico. Conti in ordine, utile in crescita, e magari qualche investimento a lungo termine.
Oggi però, chi fa impresa – anche se non ha un numero elevato di dipendenti – si trova a rispondere a domande nuove: Come trattiamo i nostri collaboratori? Quanta energia consumiamo? Le nostre scelte danneggiano o migliorano il contesto in cui lavoriamo?
Sono quesiti sollevati da più parti: clienti, stakeholder, istituzioni, giovani talenti, fornitori, banche. Tutti questi soggetti sono accomunati dal bisogno di informazioni sul modus operandi di un’impresa.
In questo scenario irrompono i criteri ESG. Di cosa si tratta? Di parametri che misurano l’impatto ambientale, sociale e di governance, e che oggi stanno diventando un linguaggio comune anche per le PMI.
Dalla sostenibilità finanziaria a quella aziendale: cos’è oggi la finanza sostenibile
Come abbiamo potuto osservare, la definizione di sostenibilità si sta progressivamente trasformando. In passato, infatti, era connessa a quella di solidità economica e alla capacità di generare profitti nel tempo. In altre parole, si trattava di essere finanziariamente sostenibili per banche, mercati e stakeholder.
Oggi però questo concetto si è evoluto. La finanza sostenibile guarda anche al modo in cui un’impresa gestisce il proprio impatto a 360°. Governance aziendale, rispetto dell’ambiente e attenzione alle condizioni di lavoro sono diventati pilastri fondamentali per valutare, e autovalutare, un’impresa, non più limitata alla sola salute economico-finanziaria.
Questa evoluzione è sintetizzata nei criteri ESG, che rendono la sostenibilità una dimensione completa, integrata e concreta. Non si tratta più soltanto di “essere valutati” dall’esterno, ma anche di adottare uno sguardo interno, utile per orientare strategie più solide e responsabili.
Criteri ESG: perché riguardano anche le PMI?
L’epoca in cui i temi ESG sembravano appannaggio esclusivo delle grandi imprese è sostanzialmente finita. Oggi, le PMI sono sempre più coinvolte, anche indirettamente. Un esempio? Basti pensare alla nuova direttiva europea CSRD, che impone report ESG alle grandi aziende ma che, di fatto, porta a chiedere maggiore trasparenza anche ai loro fornitori: ovvero, spesso, proprio le PMI.
Va poi tenuto conto di un altro aspetto. Ormai anche banche e investitori considerano i parametri ESG come parte integrante delle valutazioni per l’accesso al credito o a strumenti di finanza agevolata. Ecco perché essere in grado di dimostrare la propria sostenibilità aziendale si trasforma in un vantaggio a 360°. Equivale, infatti, ad attrarre nuovi clienti, collaborare più facilmente con grandi imprese e costruire una reputazione solida.
Come integrare i criteri ESG nelle scelte aziendali
Come partire, concretamente, per integrare i criteri ESG nel proprio modello di business? La base di avvio è la conoscenza: non si tratta, infatti, di stravolgere la propria impresa, ma semplicemente di avviare un percorso di consapevolezza, crescita e miglioramento continuo. Ecco come:
Environmental: il rapporto con l’ambiente
Anche una PMI può fare molto:
- ridurre i consumi energetici;
- prediligere fornitori locali;
- investire in impianti più efficienti;
- promuovere l’innovazione;
- aderire ai principi dell’economia circolare.
Insomma, non serve essere un’azienda “green” per ridurre il proprio impatto ambientale.
Social: mettere le persone al centro
Cosa rende davvero sostenibile un’impresa? Le relazioni. Una cultura aziendale attenta alla salute e sicurezza dei dipendenti, alla parità di genere, al benessere organizzativo e al dialogo con la comunità crea valore vero, stabile e riconoscibile.
Governance: trasparenza e responsabilità
La governance non è solo un tema da consiglio d’amministrazione. Per una PMI significa avere procedure chiare, valori condivisi, prevenzione dei rischi (anche etici) e una gestione trasparente. Anche qui, alcuni piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza.
Questi aspetti, quando integrati nella strategia d’impresa, migliorano il modo in cui l’azienda viene percepita e rendono anche più semplice pianificare il futuro in modo solido e misurabile.
Strumenti digitali a supporto: come il rating ESG aiuta le PMI
Come affrontare i criteri ESG? L’argomento può sembrare complesso, ma oggi esistono strumenti semplici e intuitivi che aiutano anche le PMI a orientarsi. Un esempio concreto è il rating ESG, una sorta di “pagella” che valuta il livello di sostenibilità dell’impresa sulla base di parametri riconosciuti. Questo tipo di valutazione può essere un primo passo concreto per capire a che punto si è, dove migliorare e come comunicare i propri progressi a stakeholder e partner finanziari.
Inoltre, grazie ai tool digitali oggi disponibili, come dashboard, report automatici, sistemi di autovalutazione, anche le PMI possono rendere visibile e monitorabile il proprio impegno sostenibile, senza dover investire risorse eccessive.
E non parliamo solo di teoria, i benefici sono concreti: chi dimostra attenzione alla sostenibilità ha maggiori chance di ottenere credito, accedere a bandi pubblici o partecipare a progetti di filiera.
Un’occasione per evolvere
I criteri ESG non sono una moda del momento né un vincolo normativo da subire. Sono una nuova chiave di lettura del valore aziendale, che permette anche alle PMI di evolvere, distinguersi e crescere.
Iniziare fin da subito questo percorso significa prepararsi a un mercato sempre più attento, costruire una reputazione solida e rendere la propria impresa più resiliente.
Per chi vuole partire in modo concreto, i servizi ESG di TeamSystem rappresentano un valido supporto: un approccio digitale, intuitivo e su misura per le PMI che vogliono abbracciare la finanza sostenibile e integrare i criteri ESG nella propria strategia.
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