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Commissione Consiliare Permanente III: 11 settembre mattina


I lavori della Commissione hanno visto protagonisti i vertici dell’AASS e i consulenti di K2 Energy riguardo all’investimento dell’AASS nell’impianto fotovoltaico a Brescia.

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Di seguito una sintesi dei lavori

Comma 2 – Audizione dei vertici dell’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici

Alessandro Bevitori – Segretario di Stato con delega all’Aass: Insieme ai vertici dell’Azienda di Stato dei servizi, il presidente Renzo Giardi e i consulenti di K2 Energy, che ci supportano da circa vent’anni, abbiamo definito gli obiettivi del programma di governo e del Piano Energetico Nazionale: raggiungere l’autonomia e la sovranità energetica. Attualmente, AASS acquista circa il 90% dell’energia, con una produzione interna fotovoltaica che si attesta intorno all’11-12%. Per un’indipendenza reale dai mercati, dobbiamo superare queste soglie. I nostri consulenti ci hanno riferito che, internamente, anche sfruttando l’agrifotovoltaico, possiamo arrivare solo a un 25-30% del fabbisogno. Tuttavia, data la limitatezza del nostro territorio e la chiara volontà politica di non destinare terreni agricoli a tali impianti, non riteniamo questa la scelta corretta. Dobbiamo, quindi, ricercare la realizzazione di investimenti fuori dai nostri confini. Le direttive politiche che abbiamo impartito privilegiano tecnologie consolidate, evitando quelle ancora sperimentali come il nucleare o l’idrogeno. Abbiamo vagliato diversi progetti e la soluzione che affrontiamo oggi in commissione risponde a queste esigenze. Per prudenza e sicurezza, vogliamo perseguire l’obiettivo in maniera graduale, con investimenti di piccolo taglio per una differenziazione del rischio. Questo primo investimento contribuirà per circa il 7-8% del nostro fabbisogno. AASS ha avviato correttamente questo processo, diversificando gli asset in più investimenti per mitigare i rischi, come farebbe un buon imprenditore. L’energia, viaggiando velocemente, permette la diversificazione in diverse zone o paesi senza problemi logistici. Questo è l’indirizzo politico che abbiamo voluto perseguire.

Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Il nostro mandato di inizio legislatura è stato chiaro: slegare concretamente l’approvvigionamento energetico dalle significative oscillazioni del mercato, perseguendo due direttrici. Internamente, l’azienda produrrà energia autonoma da rinnovabili su edifici pubblici idonei, con necessari approfondimenti strutturali. Esternamente, data la limitatezza e le difficoltà morfologiche del territorio per il fotovoltaico, dobbiamo agire fuori confine. Con il nostro partner storico K2 Energy abbiamo esaminato numerosi impianti. Molti sono stati scartati, anche per rischi che non potevamo correre. Abbiamo ora trovato le condizioni per acquisire tutte le autorizzazioni necessarie per costruire un impianto senza rischi autorizzativi. Dopo le gare d’appalto, entro il prossimo anno riceveremo le prime forniture, consentendoci maggiori politiche di stabilizzazione del costo dell’energia per la cittadinanza. Il percorso fuori territorio ha richiesto una migliore strutturazione aziendale, con una SRL holding per sfruttare i vantaggi fiscali contro le doppie imposizioni. Questo primo impianto, totalmente di proprietà dello Stato, coprirà già un 7-8% del nostro fabbisogno; per le nostre dimensioni non è piccolo e contiene i rischi in maniera maggiore. Continueremo a cercare soluzioni differenti, anche con privati e non necessariamente di proprietà, per diversificare il rischio paese e territoriale. Questa prima esperienza internazionale, su un altro stato, ha coinvolto aspetti tecnici, civilistici e fiscali.

Renzo Giardi – Presidente Cda AASS: Io spiego il contesto normativo in cui l’azienda si è mossa e devo dire che questa non è la prima volta che l’azienda va alla ricerca di una fonte di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili fuori territorio; ci sono state già, mi sembra, tre esperienze precedenti, una nelle Marche, una in Liguria, una in Sicilia, che per vari motivi poi non sono andati a termine e non si è riusciti a concretizzare l’investimento. Nel nostro caso, invece, nel mese di febbraio i nostri consulenti di K2 Energy, dopo aver esaminato varie altre soluzioni, ci hanno proposto questo impianto, fornendoci una due diligence su di esso, che era stato progettato in provincia di Brescia, nel comune di Visano. La due diligence è stata posta all’attenzione del consiglio di amministrazione e alla fine il consiglio di amministrazione ha valutato interessante la proposta. E perché l’ha valutata interessante? Perché innanzitutto aveva già completato tutto il processo autorizzativo, a tutte le autorizzazioni per costruire l’impianto, e sono scaduti anche i termini per eventuali ricorsi; questo significa che l’impianto teoricamente si potrebbe costruire già da domani. La tecnologia fotovoltaica è quella che oggi offre le maggiori garanzie, il sito in cui verrà costruito l’impianto non presenta nessuna difficoltà di costruzione, è un sito pianeggiante e si presta bellissimo a questo tipo di impianto. Inoltre, per ultimo, c’è una semplicità di connessione perché abbiamo nel sito una cabina di connessione di Terna a 500 metri, e questo esclude ulteriori spese per il trasporto dell’energia, fornendo ulteriori positività alla proposta. Quindi il consiglio di amministrazione, valutando positivamente la proposta, ha trasmesso le sue valutazioni al Congresso di Stato ed è cominciato tutto l’iter autorizzativo che ci ha portato poi alla fine alla firma del contratto. Dopo avere ottenuto l’autorizzazione del Congresso di Stato per proseguire la trattativa con l’Atlas 12, che è l’azienda italiana che ha progettato l’impianto, abbiamo dato mandato al nostro legale di elaborare un’offerta vincolante, che anche questa è stata oggetto di molti incontri e trattative per essere sicuri e avere garanzie su tutti i punti connessi alla trattativa. Alla fine, nel mese di aprile, abbiamo ottenuto l’ok da parte anche dell’azienda proponente e quindi è stata definita in tutti i particolari la nostra offerta vincolante, accettata anche dall’azienda proponente. L’abbiamo trasmessa al Congresso di Stato per ulteriori autorizzazioni e anche, mi sembra, alla Commissione di controllo per la finanza pubblica, che anch’essa ha autorizzato il percorso dell’investimento. Una volta definita l’offerta vincolante, si è passati all’elaborazione del contratto di acquisto dell’opera, contratto che è stato firmato nel mese di luglio. Nel mese di agosto è stato sottoscritto il contratto preliminare e quindi da quel momento in poi consideriamo l’Atlas di proprietà della nostra Azienda dei Servizi. Come diceva il segretario Gatti, nel corso delle lavorazioni si è presentata la possibilità di non gestire direttamente da AASS l’impianto e di creare una SRL che facesse da holding per alleggerire la pressione fiscale sull’eventuale trasferimento dei dividendi. Quindi l’ultimo atto che abbiamo effettuato è quello di costituire una holding, che è stata costituita il 26 agosto. Abbiamo  nominato il consiglio di amministrazione della holding che è formato dal presidente Remo Giancecchi, dal consigliere Silvia Santi e dal consigliere Matteo Casadei, che sono tutti consiglieri anche della nostra Azienda dei Servizi. Questa è stata una scelta per avere l’immediatezza dei rapporti fra noi, fra l’Azienda dei Servizi e la holding.

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La AASS Holding è una srl che ha un capitale sociale di €25.000 di cui l’Azienda dei Servizi detiene il 100% delle azioni. La holding a sua volta si è costituita e ha nei suoi organismi statutari solamente il consiglio di amministrazione. La Holding acquisirà – stiamo per effettuare il closing entro il mese di settembre – il 100% delle azioni di Atlas Solar 12, che è l’azienda italiana che ha sviluppato il progetto. Quando sarà finito il closing, la holding AASS Holding srl sarà proprietaria al 100% della Atlas Solar 12. La sede dell’Atlas Solar 12 sarà in Italia comunque pensiamo qui nelle vicinanze, anche qui per avere un’immediatezza di rapporti fra noi e l’azienda che gestirà l’impianto e sarà nominato un commercialista, un notaio e un amministratore che seguirà tutta la parte operativa. I nomi ancora non sono stati formalizzati e siamo in attesa di definirli. Volevo chiarire un altro spetto che riguarda la holding. È stata costituita solamente per motivi di carattere fiscale, ha comunque dei limiti operativi. Per esempio, le spese non possono superare i 15.000 euro e tutti i trasferimenti economici sanno in campo all’Azienda dei Servizi. Ogni volta che ci sarà necessità di alimentare, diciamo, il flusso economico per gestire le opere che l’Atlas andrà a costruire, entrerà sempre in funzione l’assemblea in cui l’Azienda dei Servizi rappresentata ha il 100% e quindi tutte le decisioni di questo genere sono riconducibili alla Azienda dei Servizi.

Remo Giancecchi – membro Cda AASS: Il progetto fotovoltaico è di circa 9,3 MW. Questo progetto insiste su un terreno pianeggiante, la cui accessibilità e perfetta idoneità per l’installazione tracker sono state valutate positivamente. L’estensione del terreno è di circa 13 ettari e ha un unico proprietario, il che semplifica il trasferimento e la titolarità dei terreni alla società veicolo che ha sviluppato l’iniziativa. Dal punto di vista tecnico, un altro punto a favore del progetto è la semplicità di connessione, una cosa in questo periodo abbastanza difficile da individuare, considerate le norme e il numero di progetti che vengono sviluppati e proposti. La vicinanza della cabina primaria e la taglia del progetto, siamo sotto i 10 MW, significa una installazione e una connessione in media tensione che semplifica anche le attività, i tempi e i costi per la connessione alla rete. Tutte queste sono state le caratteristiche principali che hanno permesso di individuare il progetto in modo positivo. La soluzione tracker monoassiale permette di massimizzare la produzione e, pur insistendo sul terreno al nord Italia, in provincia di Brescia, si raggiunge una significativa producibilità all’incirca di 15 GWh annui. Utilizziamo moduli fotovoltaici bifacciali, ottenendo una parte di produzione anche sulla parte posteriore del modulo, il che incrementa la producibilità rispetto ai moduli monofacciali. Anche i tempi e i costi di connessione della soluzione tecnica di distribuzione sono limitati, essendo svincolata da particolari opere di rete e non essendo necessari interventi su interventi di distribuzione o trasmissione. Il progetto, come si è detto prima, è assolutamente “ready to build”, ovvero pronto alla costruzione. Una volta svolte le pratiche di inizio cantiere e le comunicazioni necessarie da parte del titolare del progetto, e individuati i soggetti che svolgeranno la costruzione, il cantiere può essere a tutti gli effetti aperto. La sicurizzazione del progetto fa sì che non solo ci sia l’autorizzazione, ma siano stati decorsi anche i termini di eventuale contendibilità e tutto quello che è chiamato il “secondary permitting”, ad esempio per la connessione, il fine IT del distributore e tutto ciò che serve per la connessione alla rete, è già stato svolto dal titolare del progetto. L’acquisizione è avvenuta in una condizione di “de-rischio” del progetto, che è dal punto di vista autorizzativo pienamente cantierabile. Le scelte tecniche di dettaglio partiranno da ora: dovrà essere individuata, con una procedura competitiva, l’azienda che andrà a realizzare l’opera, ovvero l’EPC con formula “chiave in mano”. Questo significa che il soggetto incaricato svolgerà l’ingegneria esecutiva, e si valuteranno eventuali modifiche limitate rispetto a quello che è oggi il progetto definitivo autorizzato, in modo compatibile per ottimizzare le scelte, i costi e i tempi. C’è quindi lo spazio di poterlo fare sulla base in esecutiva per la realizzazione dell’impianto. La fase in cui si trova oggi il progetto è di precantiere; nulla dal punto di vista autorizzativo deve essere ancora ottenuto. La fase di scelta tecnica della soluzione finale avviene prima dell’individuazione di un contratto EPC.

Nicola Renzi (Rf): Atlas, se ho capito bene, ha l’autorizzazione a fare l’operazione, invece il proprietario attuale dei terreni un altro soggetto. Se si può avere questa specifica per il momento.

Remo Giancecchi – membro Cda AASS: Atlas è titolare di tutte le autorizzazioni e anche dei contratti preliminari sui terreni che aspetta, diciamo, di passare a un contratto definitivo dopo il closing che è stato citato prima di fine settembre. Quindi al contratto definitivo andrà regolato dal contratto preliminare che già nella titolarità della dell’Atlas verrà trasformato in definitivo con un rogito notario. Questo avverrà subito a seguire del closing.

Nicola Renzi (Rf): Mi preme porre alcune domande relative all’individuazione del progetto Atlas, dell’impianto e della sua località. Aggiungo un veloce commento su questo punto: mi sembra, ad esempio, che il PEN pun 5.1.9 raccomandasse progetti esterni in finanziamento, indicando tra le strade per la realizzazione di impianti fotovoltaici fuori territorio la ricerca di soluzioni in aree italiane ad alta produttività e la selezione di progetti “Ready to build” o meglio di impianti pronti all’esercizio al fine di minimizzare i rischi di sviluppo e costruzione. Mi sembra che rispetto a questi due punti sia stata fatta una scelta diversa. Sono qui per cercare di capire come è stata individuata la volontà di costituire questo impianto, qual è stato lo screening che è avvenuto e come si è arrivati al punto di caduta. Una raccomandazione importante, che intendo sottolineare meglio nella fase di dibattito, è che quando si parla di investimenti considerevoli, con soldi pubblici, la cosa migliore sarebbe cercare il maggior coinvolgimento possibile, soprattutto da parte dei decisori politici e di chi gestisce direttamente l’azienda. Purtroppo, il coinvolgimento delle parti politiche dell’opposizione è stato minimo, se non nullo, e credo ci sia stata un’espressa volontà di agire in questo modo. Anche la modalità di pubblicazione delle delibere, sia quelle del Congresso di Stato che quelle dell’Azienda, le abbiamo viste pubblicate solo pochi giorni fa, se non ieri addirittura. Queste sono cose che, se da un lato rendono necessaria magari una certa riservatezza perché ci sono trattative in corso, e questa la comprendiamo, a quella riservatezza si può ovviare cercando di coinvolgere in maniera diversa tutti i decisori politici. Altrimenti, si crea una divisione di opinioni, anzi di impostazione, che evidentemente si vuole alimentare, e quindi poi noi facciamo fatica a convergere nel vedere la bontà di un progetto. Comunque, lo analizzeremo anche nel futuro e saremo lieti di seguirne lo svolgimento e di vederne i risultati. Spero almeno che in futuro ci possa essere un aggiornamento costante e una condivisione delle informazioni diversa rispetto a quella pressoché nulla che c’è stata fino a qui.

Gaetano Troina (D-ML): Grazie presidente, ringrazio gli intervenuti per la relazione tecnica sull’operazione e per le diverse domande di varia natura. Cerco di essere sintetico in modo tale che le mie domande siano il più possibile chiare, riservando le considerazioni al dibattito successivo. L’unica considerazione preliminare che faccio è che penso sia evidente che al nostro paese occorra individuare nuove modalità per il reperimento di energia, visto quanto è accaduto negli ultimi anni per condizioni che non sono certo dalla dinamica interna del nostro stato, ma dalla situazione economica globale contingente. Però, diciamo che le possibilità che il mercato offre sono molteplici, quindi le mie domande servono più altro a chiarire come mai è stata fatta questa scelta piuttosto che altra. Infatti, la prima domanda che voglio fare è relativa a un progetto che era stato avviato nella scorsa legislatura: si era partiti con un progetto di reperimento dell’energia che andava a sostanzialmente potenziare quello che già c’è sul nostro territorio in gestione dell’azienda, impostando, in collaborazione con Enel, una comunità energetica che avrebbe consentito di razionalizzare i costi, di offrire ai nostri concittadini una fornitura di energia a costi sicuramente molto più bassi e garantendo una maggiore indipendenza energetica del nostro paese. La domanda è che fine ha fatto questo lavoro che era partito, visto che ci risulta che comunque delle proposte e un interesse erano stati presentati e mostrati sia dall’azienda che in generale da possibili partner per far partire questa operazione, e per quali ragioni non è andato avanti? La seconda domanda è come si è trovato e perché si è scelto proprio questo specifico impianto sul mercato rispetto ad altri, e chi erano, se è un dato che potete fornirci, i titolari effettivi della società Atlas Solar 12 prima dell’acquisizione, e chi sono i titolari dei terreni che si andranno ad acquistare in Italia. L’ultima domanda, siccome noto e questa è una prima curiosità, è se si è avvalsi nella formulazione della proposta di acquisizione di Atlas dell’avvocatura di stato o si è scelto uno studio professionale o più studi professionali della Repubblica, e in quel caso come sono stati scelti questi studi professionali. Purtroppo, noto il riscontro che sempre più spesso lo Stato e gli enti dello Stato non si avvalgono dell’avvocatura per questo tipo di attività ma scelgono a discrezione determinati professionisti piuttosto che altri. Vorrei capire come viene fatta questa scelta.

Alessandro Bevitori – Segretario di Stato con delega all’Aass: Riguardo alla preferibilità di impianti a maggiore produzione energetica e alla scelta fatta, preciso che è stata fatta esclusivamente sui profili di sicurezza, poiché, come è stato ben ricordato, stiamo investendo soldi pubblici e l’investimento non può essere sbagliato; questo è stato l’obiettivo che ci ha indotto a dare luce verde a questa proposta. È vero che è preferibile avere un impianto già pronto, già realizzato, potendo già avere una macchina pronta piuttosto che da realizzare, e questo è anche scontato, ma noi ci siamo preoccupati di verificare in particolare sotto l’ambito della sicurezza. Avere un qualcosa di già costruito sarebbe sicuramente un altro vantaggio per ragioni di tempo, perché comunque i tempi di realizzazione sono circa 6-8 mesi, quindi averlo già ci permetterebbe di risparmiare questi 6-8 mesi di costruzione. È chiaro che quando si compra qualcosa già completamente finito c’è un prezzo speculativo magari maggiore. Esiste poi questa tecnologia del “revamping”, lo dico forse volgarmente, che permette di rigenerare impianti datati, e ci sono allo studio anche soluzioni di questo tipo che però poi devono richiedere altri costi. Sulla pubblicazione delle delibere, lo stesso commissario Renzi sa benissimo come avvengono le trattative quando c’è una parte eccedente e una parte che deve investire, siamo noi, ed è bene che certe informazioni rimangano il più possibile e non alla mercé della disponibilità della parte documento, il che è ovvio e scontato. Ci tengo a dire che quando i consulenti ci hanno suggerito questa soluzione, la prima esposizione è stata fatta a febbraio di quest’anno al Palazzo Benni, alla presenza di tutto il CDA dell’Azienda dei Servizi. I nostri consulenti, K2 Energy, identificano tutta una serie di progetti con una sorta di opzione, bloccando questo tipo di investimento. Questo richiede notevoli approfondimenti di due diligence a 360°, sui terreni, su ricorsi, problemi amministrativi o fiscali di una società, e questi richiedono tempo. L’opzione che viene esercitata ha un tempo limitato, se non sbaglio era di 60 giorni, e quando ce l’hanno presentata ci hanno detto che se eravamo interessati come AASS dovevamo decidere nel giro di breve perché la loro opzione, dopo tutti gli approfondimenti, era vicina a una scadenza. Così siamo arrivati molto celermente a fare una prima manifestazione di interesse, che come paese serio facciamo se ci sono tutti i profili più in particolare di sicurezza, e successivamente la proposta vincolante. I consulenti ci hanno anche dato tutta una serie di indicazioni sul tetto massimo dell’investimento, che sarà entro i 12 milioni e comprende l’acquisto dei diritti, l’acquisto dei terreni e la realizzazione dell’investimento. Sulla realizzazione, non è stato ancora individuato il soggetto, ma ci sarà la possibilità di gestire i lavori dando pubblicità e coinvolgendo possibilmente anche le aziende sammarinesi. Per quanto riguarda le domande del commissario Troina sui progetti della scorsa legislatura, quelli che sono arrivati alla nostra attenzione sono stati tutti vagliati. Ce n’erano diversi, non solamente uno, e quelli che purtroppo sono stati scartati è stato sempre per motivi di sicurezza, come un terreno che non aveva ancora tutte le autorizzazioni o era soggetto a bonifica, o per un impianto eolico dove ancora non c’erano le necessarie autorizzazioni e sappiamo che possono partire comitati e situazioni che rallentano gli investimenti. Posso dire che ciò che è arrivato all’attenzione della Segreteria di Stato è stato tutto vagliato e dagli approfondimenti sono emerse diverse criticità di vario tipo e natura sui singoli progetti, in gran parte provenienti dalla scorsa legislatura. I professionisti che sono stati scelti sono stati indicati in particolare dai nostri consulenti, sotto il profilo legale ci siamo avvalsi dello studio dell’avvocato Parola, del team di K2 Energy, che lavora in sinergia con noi e K2 Energy e ha predisposto anche tutta la fase dell’offerta vincolante. Ci siamo avvalsi delle sue competenze, e non voglio sminuire il ruolo dell’Azienda, in particolare della dottoressa Fiorani che è stata in prima linea con tutti i nostri tecnici, lavorando in assoluta sinergia. Per quanto riguarda la richiesta dei documenti, l’Atlas 12 e tutte le due diligence effettuate per quanto riguarda la società, sicuramente possiamo fornire e abbiamo già qui una fotocopia dei documenti pubblici che ci sono, tutti i documenti che sono già stati dettagliati anche dalla Commissione di Controllo della finanza pubblica, dove è stato presentato anche il sistema terreni, quindi anche lì ci saranno tutti i nominativi degli attuali proprietari perché noi dobbiamo ancora esercitare il rogito. Sotto questo aspetto forniamo assolutamente tutte le informazioni.

Renzo Giardi – Presidente Cda AASS: Voglio dare un’ulteriore informazione, visto che è stato portato in campo anche il terreno e sono state effettuate due perizie sul valore dei terreni e sul valore della società. Sono state perizie che ci sono state richieste dalla Commissione di controllo per la Finanza pubblica e sono state richieste e autorizzate e quindi sotto questo aspetto anche il valore della società e dei terreni è stato documentato. Vorrei solo dire, per rispondere anche in parte alla domanda del commissario Troina sul valore della perizia dei terreni. Noi in un primo momento avevamo anche interpellato l’Ufficio del catasto, il quale si è chiamato fuori perché ha detto che non rientrava nelle sue possibilità e quindi ci siamo gioco forza dovuti rivolgere a professionisti esterni.

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Emanuele Santi (Rete): Quello che chiedevo, prima di formulare un’ulteriore domanda, è avere la documentazione che ha chiesto il commissario Troina. Il commissario Troina ha chiesto la visura camerale di Atlas 12 per avere contezza di chi sono i beneficiari effettivi e i soci e soprattutto avere il documento di chi sono i terreni e dove sarà costituito questo parco fotovoltaico. Quindi se abbiamo la possibilità di avere questi documenti.

Sara Conti (Rf): Ho una domanda in realtà più politica che tecnica. Immagino che questo tipo di progetto si inserisca comunque all’interno di una strategia più ampia che riguarda l’approvvigionamento energetico all’interno del territorio sammarinese. In particolare, chiaramente questo tema era stato affrontato anche all’interno del PEN per cercare di creare un minimo di autonomia energetica, anche se so che parlare di autonomia energetica all’interno del nostro territorio sia difficile. Mi chiedevo questo progetto come si inserisce all’interno di una strategia più ampia? Ad esempio, all’interno del PEN che abbiamo già citato si diceva che l’ideale sarebbe stato tendere al soddisfacimento del 75% del fabbisogno interno nel 2027 e si parlava in particolare di una suddivisione che poteva essere il 15% con un fotovoltaico interno, 30% con fotovoltaico esterno e un altro 30% con dei powerful purchase agreement. Quindi questo tipo di strategia continua ad essere perseguita oppure è cambiata? Come si vuole tendere ad arrivare a questo aumento di produzione interna? È già in piedi un progetto che prevede ad esempio l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici, su capannoni o su strutture interne o attraverso incentivazione per le aziende?

Renzo Giardi – Presidente Cda AASS: Riguardo agli investimenti in territorio, posso dire che sono stati stanziati quest’anno un milione di euro per impianti fotovoltaici su edifici pubblici un milione di euro che è stato anche previsto anche per il prossimo anno. Invito i commissari perché domani a mezzogiorno inaugureremo l’impianto fotovoltaico che è stato realizzato sull’edificio dell’Azienda dei Servizi in Cailungo. Sono impianti naturalmente di piccola portata, ma ciascuno contribuirà in qualche misura ad aumentare il fotovoltaico interno. I prossimi investimenti sono stati già previsti sempre su edifici pubblici e il prossimo sarà l’edificio del macello pubblico in Gualdicciolo, poi ancora l’edificio Acqua e gas in Valdragone e, mi sembra, il magazzino dell’Azienda di Produzione a Galavotto. Sono tutti edifici che si prestano ad ospitare impianti fotovoltaici pur con i vincoli che prima si diceva, cioè per esempio il macello pubblico ha bisogno che prima di realizzare l’impianto sia rifatto completamente il tetto che dovrà sostenerlo e questa è una delle ragioni per cui gli investimenti pubblici sono limitati. Sia perché, come si diceva, non è possibile realizzare impianti in terreni agricoli, sia perché, per esempio, molti degli edifici pubblici sono qui nel centro storico che hanno evidentemente dei vincoli di carattere architettonico e di sito UNESCO. Ci sono alcune altre soluzioni che sono state prospettate, per esempio quelle di realizzare impianti su tettoie, su parcheggi, però questo è ancora in bozza. Per il resto, i nostri studi hanno previsto che al massimo in impianti interni si potrà arrivare al 25-30% della produzione di fotovoltaico, quindi ben lontani forse ancora da quell’obiettivo del 75% che è previsto dal PEN e questo è uno dei motivi che ci porta comunque a dovere per forza cercare investimenti fuori.

Alessandro Bevitori – Segretario di Stato con delega all’Aass: Devo aggiungere solamente allo spunto che ci fornisce il commissario Conti riguardo al Piano Energetico Nazionale 2023, che sarà sicuramente necessario un aggiornamento, non solo per le nuove prospettive dettate dalla nuova legislatura, ma in particolare per gli andamenti di mercato e le nuove tecnologie. Sotto questo aspetto, ci saranno degli aggiornamenti che dovranno essere fatti. Ritengo che l’obiettivo dell’autonomia energetica non sia assolutamente una chimera o una cosa irraggiungibile, anzi tutt’altro, se lavoriamo con determinazione, e spero davvero tutti insieme. Se riusciamo a dare un’accelerata significativa, come questo piccolo impianto, che per le nostre dimensioni rende già l’idea di quanto possiamo essere agili nei nostri cambiamenti. Se in questi ultimi sedici anni abbiamo fatto l’11-12%, che ritengo sia un buon lavoro, con questo investimento facciamo il 7-8%, ben oltre la metà di quanto fatto in sedici anni. Dobbiamo certamente proseguire sulla strada interna, e domani verrà fatta l’accensione del primo impianto di efficientamento di un edificio pubblico. Dobbiamo fare entrambe le cose, andando avanti con determinazione, perché il primo impianto deve essere quello dell’Azienda dei Servizi. Siamo partiti sicuramente da questo. Domani, l’invito che ha fatto il Presidente è esteso a tutti i membri della Commissione per il momento celebrativo del primo impianto che viene acceso dalla Repubblica di San Marino. È chiaro che poi ne seguiranno altri; ci sono, ad esempio, le tribune dello stadio di Serravalle, che hanno una superficie interessante, e molte scuole. Va detto che sul pubblico, anche se domani inauguriamo questo impianto di circa 200 kilowattora, non di grandissime dimensioni, ma che ci teniamo ad inserire nel percorso che dobbiamo fare, quando si lavora con il pubblico ci si trova davanti a tutta una serie di problematiche che devono essere messe in cantiere. Ad esempio, al di là degli appalti pubblici che fanno parte dell’iter autorizzativo, c’è anche un deficit strutturale a cui rispondere. Quando siamo andati a verificare il tetto dell’Azienda dei Servizi, c’è stato un problema della guaina. Dal momento che un impianto di questo tipo deve durare almeno una trentina d’anni, è bene che non ci siano infiltrazioni, quindi si è fatta tutta un’opera di consolidamento e ripristino del tetto per poi iniziare i lavori, che purtroppo sono iniziati un anno fa. Un anno è sicuramente un tempo piuttosto lungo, se si considera che un impianto di tredici ettari e mezzo a Brescia lo facciamo in sei-otto mesi, il che fa capire bene quali siano le lungaggini della pubblica amministrazione. Ciò nonostante, la determinazione è la stessa, e l’iter che dovremmo perseguire è sicuramente parallelo, sul fronte interno e sul fronte esterno. Sappiamo che internamente potremmo raggiungere circa il 20-25% una volta completata soprattutto la parte pubblica, e il resto dovrà essere fatto con tecnologie fuori territorio.

Tomaso Rossini (Psd): Io volevo rivolgere una domanda ai tecnici un po’ sui rumors che sentiamo ultimamente anche sul paese così è una domanda forse un po’ populista ma la faccio. Sul fatto che si è scelto un territorio a nord come Brescia. Ho capito il motivo per cui non si è andati nel Sud, insomma non c’erano le occasioni e questa invece sembrava essere l’occasione migliore che ci sia presentata in questi tempi. Ecco, vorrei, mettendolo anche verbale, una risposta sul fatto che a Brescia ci può essere questa produzione nonostante non sia una regione esposta molto al sole, diciamo.

Iro Belluzzi (Libera): Sì, stavo seguendo gli interventi interessanti riguardanti gli investimenti esterni che conoscevamo e che aspettiamo con non dico trepidazione, ma sappiamo che il progetto andrà sicuramente a buon fine e porterà dei vantaggi per la Repubblica. Le modalità per inserirsi e implementare gli investimenti esteri potrebbero includere la partecipazione in progetti più ampi. Il Segretario ci raccontava qualche tempo fa, fra le opzioni vagliate, anche quella, secondo me molto interessante se si realizzerà, della conversione della raffineria di Falconara, che era stata prospettata. Questo progetto riguarda un rapporto fra istituzioni, un collegamento con una regione a noi vicina, ed è simbolicamente estremamente importante perché si parla di riconversione industriale di un sito altamente inquinante. Se le Marche potranno portare avanti quell’azione, si tratterebbe di una partecipazione nella riconversione di chi inquinava con energia pulita, e simbolicamente penso che sarebbe molto bello. L’altra questione che voglio proporre, come suggerimento, anche perché ci sono i vertici dell’azienda e il governo, è l’installazione di pannelli fotovoltaici sul patrimonio pubblico, soprattutto sugli edifici. Non sono un tecnico e non so definire in maniera corretta, ma spero di farmi comprendere su quella modalità per cui il privato può utilizzare l’impianto o l’installazione in un sito non di propria pertinenza o proprietà, l’installazione a distanza mi sembra qualcosa del genere. Potrebbe essere vagliata l’ipotesi di far partecipare i privati per l’installazione di nuovi impianti su tetti o siti dello Stato, creando così una sinergia pubblico-privato. Comprendiamo perfettamente il problema nella realizzazione su edifici pubblici: gli edifici pubblici negli ultimi anni, a causa di forza maggiore o problemi di portafoglio dello Stato, non sono stati manutenuti sempre al massimo. Sappiamo qual è la situazione, ce l’ha rappresentata adesso il Segretario. L’azienda e i servizi sono in quegli stabili, penso, da 40 anni come minimo, un tempo immemorabile per cui la manutenzione doveva essere fatta. Si potrebbe arrivare a che lo Stato vada a strutturare e rafforzare i propri edifici, e il privato potrebbe partecipare con una norma già esistente sul territorio per la realizzazione o in parte la realizzazione del fotovoltaico. Mi permetto di dire, poiché la commissione è un luogo di confronto fra politici, consiglieri, governo e aziende, che siamo un’unica grande famiglia, che è possibile vagliare anche questa ipotesi in modo tale che non si vada ad aggravare ulteriormente e magari si raggiunga più velocemente quella massa critica in termini economici per la realizzazione e l’ampliamento, raggiungendo quello che può essere il plafond di energia derivante dal fotovoltaico che ci siamo prefissati. Ringrazio tutti i presenti per quello che avete riferito a noi in maniera specifica.

Sandra Stacchini (Pdcs): Ringrazio i Segretari e gli ospiti per la loro presenza e i loro interventi. Ho una richiesta breve. È presente un business plan dell’operazione? Un dato oggettivo che giustifica e comunque può togliere ogni tipo di speculazione riguardo sia l’analisi dei numeri. Se è presente non sarebbe male condividerlo.

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Nicola Renzi (Rf): Io volevo un commento sulla pubblicazione delle delibere. Questo è un tema per me non secondario e cerco di ripeterlo. Purtroppo non ho avuto risposte precise sulla volontà di condividere davvero il progetto. In un progetto come questo non si può permettere nel realizzarlo di dire che le delibere vengono pubblicate tutte alla fine con una scelta arbitraria, perché l’obbligo di pubblicazione delle delibere, tanto quelle del Congresso di Stato quanto quelle dell’AASS, è previsto dalla legge. Io non credo che questo sia tollerabile per l’amministrazione corretta di un paese, soprattutto visto che il Congresso di Stato recentemente pensa di poter anche derogare la legge con una delibera, come abbiamo visto per il tema della cittadinanza. Lo dico in maniera ferma e precisa. Mi sono fidato e mi fido dei consulenti K2 Energy, sulla cui professionalità e correttezza metterei la mano sul fuoco, e dei professionisti che hanno mostrato disponibilità a ricoprire cariche apicali o meno. Da parte mia non c’è assolutamente nessun malanimo, anzi ci sarebbe la reale e leale volontà di provare anche a sostenere queste iniziative. Per farlo, però, bisogna che tutti siamo informati. Non basta dire che l’illustrazione del progetto è stata fatta in febbraio alla presenza di tutti i membri del Cda. Quando noi, parlo per Repubblica Futura, facciamo delle nomine all’interno di un consiglio di amministrazione, pensiamo di nominare dei professionisti che ragionano con la loro testa e con la loro autonomia, non dei manutengoli dei partiti. Quindi, evitiamo per cortesia l’errore o la cantonata di indicare l’informazione ai singoli membri del CDA come un’informazione traslata sic et simpliciter al partito che li ha espressi: non è così, non può essere così. È necessario intanto trovare il rispetto delle norme. Abbiamo rilevato una sfasatura cronologica in merito alle comunicazioni che AASS ci ha mandato e ai dispositivi di legge per utilizzare le riserve di AASS, ma crediamo che siano anche cose che possono succedere, distinguendo tra cose minimali e cose sostanziali. Le cose sostanziali sono nel merito che, siccome la multiutility di Stato è una cosa importante ed è un bene di tutti, noi chiediamo semplicemente di essere costantemente informati sulle attività che vengono svolte, soprattutto quando si fanno delle scelte strategiche per il futuro di AASS e per il futuro del paese. Purtroppo, questa possibilità non c’è stata e non si è voluta mettere in atto, anche per quanto riguarda il fatto che poi ci siano delle delibere che sono state pubblicate tardivamente e non tempo per tempo.

Gaetano Troina (D-ML): Una domanda al volo, vista la documentazione fornita per la quale ringrazio. Dal punto di vista tecnico delle valutazioni che sono state fatte relativamente all’acquisizione della società Atlas Solar, vedo che il capitale sociale della società è pari a 10.000 euro. Voglio capire come si è arrivati da 10.000 a 1,3 milioni di euro. Sicuramente c’è un avviamento, c’è un’esperienza però vorrei capire.

Maddalena Muccioli (Pdcs): Anch’io mi unisco ai ringraziamenti per le relazioni fatte fino ad ora e mi riallaccio a quest’ultima domanda per anche considerato il fatto che questa società è esistente, è stata costituita fine 2023, se è stata fatta, immagino di chiedere l’ovvio, una due diligence al fine di verificare anche il pregresso perché appunto, andando ad acquisire le quote, dopo diventerebbe la nostra, cioè della holding sammarinese.

Luca Della Balda (Libera): Una curiosità. Volevo avere conferma dai presenti, a cosa si riferisce la servitù costituita il 12 marzo 2024 con la società agricola Le Colombaie srl anche se posso immaginarlo.

Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Io credo che sia fondamentale fare una ragionata riguardo alle riforme istituzionali in corso, perché se il Consiglio Grande Generale ritiene che le aziende autonome non debbano più essere tali e che ogni decisione, inclusa la realizzazione di un impianto, debba passare per il Consiglio, allora bisognerà chiarire il ruolo delle aziende autonome, in quanto il concetto stesso di autonomia verrebbe meno. Normalmente, il socio dà degli indirizzi e dei mandati, ma sono gli amministratori a portarli a compimento; il socio non prende parte alle decisioni operative specifiche. Se gli amministratori agiscono male, vengono rimossi o soggetti ad azioni di responsabilità. Nelle attività economiche delle Aziende Autonome di Stato, vi sono obblighi di riservatezza che prevedono che le notizie possano essere divulgate solo una volta conclusa l’operazione e raggiunta la sua finalizzazione. Il regolamento del Congresso di Stato, peraltro, prevede la possibilità di mantenere segretate le delibere in presenza di un interesse pubblico e di pubblicarle successivamente. Per questo motivo, i mandati, sebbene autorizzati e visionati dagli organismi di controllo finanziario, sono rimasti riservati fino alla conclusione dell’operazione, la quale poteva evolvere sia in positivo che in negativo. Oggi, la discussione dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla bontà di quanto è stato fatto, anziché sul mandato originario dato all’azienda di procedere con gli investimenti; l’Azienda ha eseguito le attività tecniche e sta concludendo la decisione. Se il Consiglio Grande Generale intende che tutte le attività oggi demandate alle Aziende autonome debbano essere prerogativa del Congresso di Stato o del Consiglio stesso, bisognerà rivedere l’assetto, poiché non avrebbe più senso l’Azienda autonoma e si porterebbero in capo al Consiglio Grande e Generale competenze che sono proprie del consiglio di amministrazione, e neanche del socio. Riguardo alla questione del prezzo di acquisto superiore al valore della società, la motivazione risiede nel fatto che l’azienda ha deciso di non voler assumere alcun tipo di rischio d’impresa. Questo include gli investimenti legati alle richieste di certificazione e agli anticipi per i preliminari di compravendita dei terreni, ovvero tutti quei costi tecnici connessi alle attività per giungere alla definizione delle autorizzazioni. Abbiamo ritenuto di non volerli assumere per evitare un rischio d’impresa che avrebbe potuto comportare la spesa di soldi pubblici senza la realizzazione dell’adempimento qualora l’ultima autorizzazione non fosse arrivata. Non avendo fatto un ragionamento speculativo, a differenza di chi ha investito assumendosi il rischio e anticipando i costi per ottenere un margine, la valutazione che è stata fatta, anche con il supporto di consulenze, è stata quella di verificare la coerenza del prezzo di acquisizione rispetto ai prezzi di mercato per un’azienda che si trova in quello stato, con tutte le autorizzazioni in capo e in quella fase di avanzamento delle trattative e dei contratti per l’acquisizione dei terreni. Il milione, o milione e due, o milione e tre che viene pagato, è stato determinato come prezzo di mercato in base a questa valutazione dell’impresa con le sue autorizzazioni. Tra l’altro, l’Aass ha richiesto a Ernst and Young una specifica due diligence proprio sul valore dell’azienda, indipendentemente dalla richiesta economica.

Ing. Massimo Poiesi (K2 Energy): Rispondo innanzitutto sul punto della producibilità. Un impianto nello specifico su Brescia di queste caratteristiche è stato valutato con modelli di simulazione e software specifici di producibilità che tengono conto della tecnologia installata, dell’esposizione, della progettualità, della disposizione dei moduli e del fatto che i tracker sono in seguimento e i moduli sono bifacciali. Una serie storica di dati meteo e in particolare di irraggiamento, temperature e nebbie ha dato esito che un impianto di questo tipo ha la piena sostenibilità, potendo realizzare più di 1600 ore equivalenti. Questo impianto per la tecnologia installata, per le caratteristiche del sito dove si trova e la scelta progettuale, si può descrivere come un impianto ad alta producibilità nonostante sia al Nord. Non è solo questo a rendere sostenibile l’investimento e il progetto, ma è l’insieme anche di tutto quello che serve per connettere l’impianto, quindi la facilità di installazione è una componente, le caratteristiche del terreno per una semplice installazione di tecnologia premiante l’autoproduzione, l’accessibilità per la gestione cantiere e per la gestione delle manutenzioni successive per tutti i 30 anni di vita tecnica dell’impianto, e sicuramente anche la semplicità di connessione, quindi il percorso di connessione alla rete per l’immissione in rete è un altro fattore che incide sui Capex e sugli Opex. Tutto questo configura l’impianto in oggetto per un impianto che ha una buona sostenibilità tecnico-economica. La servitù è strettamente collegata alla necessità di connessione, essendo una servitù di elettrodotto cavidotto che viene concessa all’Atlas per completare il percorso di connessione alla cabina primaria di distribuzione. Riguardo al business plan, questo tipo di investimento non è da valutare come una redditività dell’investimento, perché lo scopo è approvvigionarmi di un’energia rinnovabile a un determinato costo che sia sostenibile, e non la vado a vendere a mercato. Il parametro da considerare è quello che in gergo viene chiamato l’LCOE, cioè il Levelized cost of energy, la normalizzazione del costo dell’energia. Questo permette di confrontare e valutare questi investimenti normalizzando la tecnologia, confrontandoli anche con un mercato, dando un valore che sia tangibile. Questo impianto in particolare, attualizzando tutti i valori di costo, siano essi costi per investimenti o costi operativi sulla durata utile di 30 anni, ha un LCOE che oscilla tra i 60 e i 70 euro a MWh, utilizzando un 5 o un 7% di WACC. La decisione, cioè il parametro per decidere se fosse un investimento che potesse essere valutato, è dire ‘ok, io adesso facendo questo investimento come se dicessi compro l’energia che verrà prodotta a 65 euro a MWh per 30 anni’. La risposta è che non è un prezzo che sarà sempre vantaggioso rispetto al mercato, ma tendenzialmente in questo momento è vantaggioso sicuramente con le attuali quotazioni visto che siamo per il 2026 intorno a 105 euro. Quello che devo vedere è se sono disposto a mettere in sicurezza, a non essere più influenzato dai movimenti di mercato per il mio prezzo di acquisizione di energia. Voglio pagare 65 euro per avere l’energia sicura, un prezzo sicuro, energia verde per 30 anni? Questo LCOE è anche utilizzato per normalizzare la regione e la tecnologia, anche per dire Nord e Sud. A Brescia con questo parametro arrivo a 65 euro, probabilmente stessa tecnologia e posizionamento avrei più ore equivalenti al Sud, ma lo pagherei di più, sia perché mi venderebbero il progetto a un prezzo più alto, sia per maggiori costi di connessione, quindi alla fine normalizzando tutto è necessario con questo tipo di investimento trovare quel tipo di parametro. Tra l’altro, il valore tra i 60 e i 70 euro è anche il valore che viene utilizzato dalla normativa italiana per stimolare investimenti green industriali, ed è una previsione che possa essere un prezzo rappresentativo che possa remunerare un investimento green e che possa anche essere confrontato con il mercato. Con questi numeri, i costi di investimento includono manutenzione e revamping, e sono stati portati anche al consulente fiscale in modo tale che lui li utilizzasse per capire quale ricavo potesse applicare, non per avere un’altra redditività, ma per rispettare la fiscalità italiana in merito al transfer price tra Italia e San Marino.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Alessandro Bevitori (Segretario di Stato con delega all’Aass): Proprio su questo aspetto, quello del transfer pricing, è stato determinato la Aass Holding, cioè la creazione della società di diritto privato italiana. È stato proprio in ragione di questo approfondimento tecnico fiscale che era emerso e che aveva fatto sì di intraprendere la soluzione della società per poter sfruttare appieno l’accordo contro le doppie posizioni fiscali. Quindi è proprio questo aspetto che ha toccato adesso l’ingegner Poiesi è proprio quello che ha scaturito poi la determinazione dell’Aass.

Emanuele Santi (Rete): Ringrazio anch’io gli intervenuti per la relazione e, francamente, avrei bisogno di capire un po’ meglio come funzionerà e innanzitutto questi trasferimenti di energia. Noi sappiamo che questo investimento in Atlas Solar porterà un 8% di maggiore autonomia. Io vorrei capire se l’Atlas Solar venderà ad AASS e, se sì, a quanto, e quale sarà il risparmio. Oggi, questi dati sarebbero importanti da avere: sappiamo di avere un fabbisogno di energia X, e l’8% si tramuterà in un altro X. Vorrei capire quanto sarà e in cosa consisterà questo rapporto, cioè se Solar venderà ad AASS, e a che prezzo. Questa è una cosa che non ho capito. L’altra cosa è quanto inciderà questo sul bilancio di AASS; potrebbe migliorare se acquistiamo a un prezzo di filino inferiore. L’altra questione che io mi chiedo scusa ma non ho capito è che noi facciamo un investimento a Brescia, su terreno pianeggiante, vicino a una cabina elettrica già presente, però dalla cabina elettrica, perdonate l’ignoranza, arrivare a San Marino, questo avrà un costo di vettoriamento. Quanto sarà questo costo? Anche questa informazione gradirei capirla oggi. L’altra questione, quindi, è avere un business plan, e capire come vanno poi a girare i numeri sia per AASS che per Atlas Solar, perché abbiamo parlato dei vantaggi potenzialmente fiscali che si possono avere per la costituzione di società in Italia, però bisogna capire poi come gira per San Marino, per AASS e per l’altra società, e questo non mi è chiaro, cioè non c’è stato detto. L’altra questione è riferita alle valutazioni. Gradirei avere, se è possibile, la due diligence della società, compresi i bilanci della Atlas Solar che si sta acquistando, perché è chiaro che una società con capitale sociale di 10.000 euro acquistata a 1,3 milioni, bisogna capire anche che tipo di lavoro ha fatto in questi due anni. Poi, sui terreni, capire la due diligence, perché un costo di 150.000 euro a ettaro, vorrei capire se è un costo congruo per la zona, considerando che i terreni agricoli in Italia vanno all’incirca 3, 4, 5, massimo 10 euro al metro quadro, quindi parliamo di 15 euro al metro quadro. Voglio capire qual è il plus di questo terreno. L’altra questione, invece, è riferita al segretario Gatti che dovrebbe conoscere le leggi che lui stesso ha approvato e promulgato. La stessa AASS cita l’articolo 7 comma 3 della legge 2 del 2024, quindi la finanziaria 2024, che dice che il consiglio di amministrazione di AASS deve presentare una relazione scritta preventiva afferente alle opere, agli investimenti o alle acquisizioni di partecipazioni. Questo l’ha scritto lei, segretario, è stato votato, è stato inviato. Benissimo, però il punto è un altro. Nessuno vuole sostituirsi al Cda. Noi chiediamo solo che preventivamente, quando si fanno queste cose, quest’aula venga informata. La relazione è arrivata il 31 di luglio, oggi siamo l’11 di settembre, facciamo l’audizione, però tutto quello che è successo prima e tutta la fretta che è successa prima, noi non eravamo a conoscenza di nulla. Tant’è vero che la relazione è arrivata anche il 31 di luglio in un momento in cui, questo è una nota di demerito nostro, quando magari se ci fossimo stati informati magari l’avremmo anche letta, ne avremmo potuto parlare anche in occasione dell’ultima Commissione, però poco male. Il punto però è che qui non si vuole sostituire nessuno su un tema così di rilevanza. Noi chiediamo di essere informati e di aver tutte le informazioni. Quindi, quello che chiedo è di averla, la due diligence di tutto quello che è stato fatto sia per l’analisi dei terreni sia della società sia rispetto all’investimento e sia al business plan di quello che comporta per AASS e per le altre società questo investimento, perché da una parte avremo, come ci dice il segretario, un 8% di autonomia in più, però vorrei capire a fronte di che cosa avremo un 8% di autonomia in più, cioè come genereranno poi i rapporti tra le società per capire anche e soprattutto questo è l’altro dato, i costi di vettoriamento, quanto ci costerà portare l’energia da Brescia a San Marino.

Ing. Massimo Poiesi (K2 Energy): Provo a rispondere su dove va questa energia e il giro che fa. Lo scopo principale era trovare un approvvigionamento energetico per San Marino e, di conseguenza, per AASS. La società in Italia cederà o venderà l’energia ad AASS, che poi la includerà nel suo portafoglio di approvvigionamento. Tecnicamente, questa società immetterà l’energia in rete e la attribuirà ad AASS, la quale, essendo già presente sui mercati all’ingrosso, la acquisterà, come farebbe con energia da Enel o dal mercato, inserendola nella propria curva di approvvigionamento. Per quanto riguarda il prezzo di trasferimento, l’intenzione è rispettare l’accordo tra stati. Teoricamente, potremmo pensare di venderla a prezzo zero, ma non possiamo farlo fiscalmente, poiché la società in Italia deve generare un certo utile per non essere un’illusione fiscale, pagando le tasse giuste in Italia per poi trasferire l’energia a San Marino. L’importante è il costo complessivo dell’energia derivante da questa operazione, che stimiamo a circa 65 €/MWh. Oggi questo costo è conveniente, considerando che il prezzo di mercato attuale è di 105 €/MWh e le previsioni per gli ultimi mesi del 2025 indicano prezzi più alti. La decisione politica, al di là degli aspetti legati al green, è nata soprattutto dalla volontà di essere “schermati” da ciò che accade in Italia e dalle fluttuazioni del mercato energetico, come abbiamo visto negli ultimi anni con prezzi che hanno raggiunto anche i 300 o 600 €/MWh. È diventato fondamentale cercare di essere il meno possibile influenzati dagli eventi esterni. Non è una questione di redditività immediata, ma di accettare di pagare 65 €/MWh per l’energia per 30 anni, garantendo stabilità, che oggi è assolutamente redditizio. Riguardo all’acquisizione di una società con capitale sociale di 10.000 euro per 1,3 milioni, si tratta di acquistare l’avviamento di un progetto di sviluppo. Questo è un processo normale per le società di scopo, dove lo sviluppatore crea diverse società con 10.000 euro di capitale per ciascun progetto; se un progetto ha successo, acquista un valore che qualcuno è disposto a pagare, non stiamo comprando una società già consolidata, ma un avviamento su un progetto di sviluppo.

Ing. Guido Dolcetta (K2 Energy): È vero, il terreno agricolo può avere valori diversi a seconda del tipo di coltivazione che viene fatta e quindi anche lì le zone quanto accessibili anche lì alle attività che dovranno essere svolte. In questo caso è stata fatta una perizia sul valore terreni specifica da un professionista terzo esperto di valutazione su asset di quel tipo. Io quello che posso integrare è che i terreni adatti a una installazione fotovoltaica in questi anni hanno ovviamente avuto un grosso incremento. Quindi non devo valutare il terreno agricolo tal quale, ma per la potenzialità che può esprimere grazie all’installazione fotovoltaica. Infatti valori dei terreni di questo tipo che sono connettibili, passatemi il termine, quindi posso collegare quel terreno alla rete elettrica e posso installare un impianto di generazione, ha fatto sì che i valori sono da guardare in paragone a terreni in cui posso installare l’impianto fotovoltaico. Questo fa parte dell’investimento e fa parte della valutazione di sostenibilità di cui diceva prima l’ingegner Poiesi, quindi fa parte di quell’LOE che tiene conto di tutti i capex, incluso quello dei terreni. Quindi anche questo è tenuto in conto È chiaro che si stanno raggiungendo effettivamente valori che anni fa non erano forse neanche immaginabili per alcuni tipi di terreni, ma il valore paragonato all’interno di terreni che hanno le caratteristiche di poter installare un impianto di quel tipo con quella producibilità è un valore che è stato poi anche periziato come valore di mercato.

Sara Conti (Rf): In realtà, la mia non è una domanda ma una precisazione che sento di fare, tornando un po’ indietro rispetto a informazioni più tecniche. Prima mi è sembrato quasi che il segretario Gatti fosse risentito in risposta alla questione che abbiamo posto sulle delibere, ma il rispetto delle regole istituzionali e specialmente della legge non è un’opzione facoltativa. Se le opposizioni volessero essere puntigliose e polemiche, come farò in questo momento, andrebbe rilevato il fatto che l’offerta vincolante per l’avvio dell’operazione è datata 13 giugno 2025, mentre la lettera trasmessa alla commissione competente dal consiglio di amministrazione dell’azienda è datata 15 luglio. La legge 202 24 dice che il consiglio di amministrazione dell’azienda, per l’impiego delle riserve di cui al comma 2 dell’articolo 7 della legge medesima, deve trasmettere la relazione preventivamente; se la data della relazione è successiva alla data della proposta di acquisto vincolante, non è preventiva. Non è che vogliamo essere polemici, però le cose andrebbero fatte in un certo modo, specialmente quando ci sono risorse dello Stato, quindi concedetemi questa precisazione. E se posso usare il microfono, faccio un off topic e mi scuso: se qualcuno ci potesse dire anche qual è lo stato di avanzamento dell’opera di interramento dell’alta tensione. Grazie.

Alessandro Bevitori (Segretario di Stato con delega all’Aass): Innanzitutto ringrazio i commissari per i contributi, poiché è sempre complicato trasferire a tutti i livelli istituzionali un progetto tecnico che ha richiesto un processo decisionale lungo, attento e condotto con grande preparazione dai nostri tecnici. Riguardo alla questione delle delibere, ci tenevo a dire che l’iter seguito è stato corretto e non è avvenuto in “segrete stanze” o all’oscuro. Rivendico che, se in quest’aula o al Congresso di Stato dobbiamo intestarci la facoltà di decisioni altamente tecniche, dicendo quale sia il migliore investimento in termini di energia o sicurezza, allora siamo completamente fuori strada. Su questo terreno non riuscirete mai a convincermi che in quest’aula dovevamo decidere quale fosse il migliore investimento. L’idea, la proposta e il suggerimento devono arrivare dalla parte tecnica, ed è stato questo l’iter seguito. Ci sono tecnici pagati per questo, e il CDA ha vagliato per primo il progetto. Poi ci possono essere tutti i passaggi politici necessari per mandare avanti il progetto. Il nostro ruolo deve limitarsi a definire le traiettorie politiche, ovvero gli obiettivi, che nel nostro caso sono quelli dell’autonomia energetica. Poi, certo, valutiamo i progetti; i documenti devono circolare, sono già stati inviati e sono stati fatti ulteriori approfondimenti su richiesta di ogni organismo tecnico. Se però vogliamo dire che in quest’aula politica si debba decidere qual è il progetto migliore, se dovesse essere più a nord o più a sud, io sul dibattito di Facebook o sui social non ci sto; lo trovo svilente per quest’aula, va bene al bar, ma qui dentro dovremmo tenere un livello più alto. Tutte le richieste sono benvenute, i documenti sono stati trasmessi e ciò che manca è già stato dato mandato di distribuirlo ai consiglieri per la loro considerazione. In merito all’offerta vincolante, per definizione, essa non è il contratto d’acquisto, ma una proposta con una serie di “se” a tutela delle nostre condizioni e dei nostri obiettivi politici. Questa proposta è stata inviata e, una volta accettata, è stato determinato il contratto di vendita e, a quel punto, è stata inviata la relazione alla commissione, come previsto dalla legge. Buttar ombre su questo processo non è l’obiettivo. Apprezzo l’intento collaborativo di lavorare insieme per gli obiettivi, ma queste sono strategie che riguardano tutto il paese, e mi permetto di dire che perdersi in queste puntualizzazioni fa perdere concretezza. Non è facile essere sempre informati su tutti i passaggi e le urgenze, e io stesso, da non tecnico, mi limito a dare le traiettorie politiche. Queste traiettorie mirano a perseguire un’autonomia energetica che ci consenta di non dipendere più dai mercati, non per antipatia, ma per le grandissime opportunità che ne derivano, soprattutto nel campo dell’innovazione tecnologica. Abbiamo l’interesse di aziende ad alto contenuto tecnologico che stanno facendo investimenti significativi e sono interessate anche a San Marino. Questa è un’opportunità che dovremmo cavalcare tutti insieme, facendo squadra, perché riguarda il futuro dei sammarinesi. Il raggiungimento di questi obiettivi ci permetterebbe di essere altamente competitivi verso questi investitori e le più grandi aziende del mondo a livello di innovazione. Se giochiamo questa partita insieme, faremo un buon servizio al paese e ai nostri concittadini, che saranno contenti anche per la riduzione del costo delle bollette. Ma credetemi, è riduttivo parlare solo di questo, perché qui si sta parlando di un processo di transizione energetica per gettare le basi dell’economia non solo della prossima generazione, ma del prossimo secolo. Se vogliamo parlare di obiettivi politici in questo modo, sono disponibilissimo. Se invece vogliamo che la politica decida sul singolo investimento e dove deve essere fatto, credo che andremo completamente fuori strada e non riusciremo a raggiungere gli obiettivi auspicati.

Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Vorrei spiegare il percorso decisionale che ci ha portato all’acquisizione di questo impianto, perché è effettivamente complicato capire il momento finale della decisione dato che il processo di analisi è passato da diversi stadi. Inizialmente, c’è stata una lettera non vincolante di interesse, che ha messo l’azienda nelle condizioni di avere accesso a tutti i dati necessari per avviare le due diligence, esaminare tecnicamente l’impianto, verificarne la produttività indicata per quella zona e quelle tecnologie, e condurre tutte le perizie tecniche, inclusi il valore del terreno e gli aspetti fiscali. Una volta conclusa questa fase, e essendo emerse delle condizioni positive, anche perché dai “conti della serva” l’impianto si ammortizza completamente in 5-6 anni, producendo per 30 anni, l’azienda ha inviato la richiesta vincolante. Tuttavia, questa richiesta era vincolante solo al verificarsi di specifiche condizioni. In particolare, mancava ancora un’autorizzazione, e noi non volevamo assumere alcun “rischio di impresa”, quindi avremmo agito solo dopo che questa autorizzazione fosse stata concessa. Inoltre, i tecnici dovevano completare un paio di verifiche finali. Abbiamo detto che il prezzo sarebbe stato accettabile per noi solo se queste condizioni si fossero verificate, e solo a quel punto saremmo andati al closing. Effettivamente, nel “mondo reale economico”, non è così semplice stabilire con precisione i tempi, perché il “processo decisionale” ha delle “sospensive”. Credo che la relazione sia stata inviata nel momento in cui tutte le condizioni si sono verificate e l’azienda ha potuto procedere al closing. In sintesi, il percorso è stato: lettera non vincolante, lettera vincolante con condizioni, verifica che tutte le condizioni poste dall’azienda si siano verificate, per poi fissare la data per firmare il preliminare e il closing.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Gaetano Troina (D-ML): Vorrei fare soltanto una considerazione generale, rimandando al dibattito successivo le considerazioni più politiche, poiché sono state fatte delle osservazioni che ritengo opportuno sviscerare e approfondire un attimo, essendo state comunque fatte in presenza dell’azienda. Posso accettare, in qualità di consigliere, che trattandosi di un’azienda autonoma di Stato, essa abbia ovviamente la sua autonomia nell’organizzazione e nell’assumere decisioni, ma non posso accettare che questo venga utilizzato come scudo, rispondendo in particolare al segretario Gatti, per decidere sostanzialmente tutto ciò che si vuole senza rendere conto a nessuno. Va bene essere un’azienda autonoma, ma è comunque un’azienda dello Stato e lo Stato deve rendere conto di quello che fa. Il Consiglio Grande e Generale è, al contrario, l’organismo più alto deputato a vigilare sul rispetto delle norme dello Stato. Quindi, non ci si venga a dire che, essendo un’azienda autonoma, non debba rendere conto al Consiglio Grande e Generale, perché l’autonomia non significa che debba esserci un totale disinteresse da parte del Consiglio Generale riguardo a ciò che l’azienda fa. Questo tenevo a precisarlo come principio generale, per il resto poi rimando al dibattito politico successivo.

Luca Boschi (Libera): Io esprimo soddisfazione per i contenuti di questo confronto, perché ci permette di passare dalle polemiche su Facebook a un confronto oggettivo con parametri oggettivi, cosa che ho apprezzato anche nella valutazione della bontà dell’investimento, sia che si faccia a Brescia, a Lecce o a Cagliari. Ci sono parametri come la resa, il costo del kWh, i famosi 65 euro che abbiamo indicato, e soprattutto il valore importantissimo e determinante del fatto che l’impianto sia nostro e che siamo indipendenti. Detto questo, capisco e condivido la necessità, per un investimento così importante da parte dello Stato, di avere tutti i dati disponibili con la massima trasparenza e quindi anche le richieste di due diligence sia per quanto riguarda l’azienda che il terreno e quant’altro. Tra l’altro, molti documenti ci sono già stati distribuiti e questa è anche la risposta sul fatto che, se fosse un’azienda privata, non saremmo qui a esaminare tutto questo. I documenti e le delibere sono ora in nostro possesso, non in maniera anticipata come richiesto, ma è chiaro che c’è una trattativa, e una trattativa è difficile. Si arriva fino a un certo punto e lo si fa sapere a chi deve vendere la cosa. Poi, se vogliamo far finta che i membri dei consigli di amministrazione non diano informazioni, d’altronde quando non si hanno i membri non si sono indicati, ci si lamenta perché non si hanno informazioni, quando si hanno si dice che non si possono avere informazioni anche da loro, insomma, facciamo pace con noi stessi. Questa è una battuta, è chiaro che adesso noi tutti auspichiamo che questo progetto funzioni come ci è stato spiegato, che ci sia un ritorno nei primi cinque anni, come ha detto il segretario Gatti. Questo però ci garantirà, secondo quanto ci hanno spiegato i consulenti, di avere una certezza sul costo che avremo dell’energia elettrica per un 7-8% del nostro fabbisogno, se ho capito bene. Quindi è chiaro che non dobbiamo fermarci qui, dobbiamo continuare a valutare le opportunità che il mercato ci offre, ripeto, a Lecce, a Parma o a Bolzano, anche se poi l’indice di convenienza, che non è redditività, è quello che può essere soddisfacente e monitoreremo e controlleremo ovviamente il percorso di questa nuova azione perché, come dico e lo penso anch’io, quando ci sono i soldi dello Stato è ovvio che vanno gestiti con un’attenzione superiore o comunque molto particolare.

Sandra Stacchini (Pdcs): Grazie presidente e ringrazio di nuovo tutti quanti e evidenzio l’intervento del segretario che era in sostanza il conto della serva che vi interessava, cioè in quanti anni noi ammortizziamo questo investimento e da quale anno praticamente abbiamo l’energia praticamente gratis. Quindi il nostro ci mettiamo 5 anni a ripagarlo perché non paghiamo l’energia perché la produciamo questo 7% con il nostro impianto e quindi se dal sesto anno siamo a break even io direi che è un ottimo investimento. Grazie così.

Nicola Renzi (Rf): Ascolteremo i prossimi riferimenti, ci pare che ancora ci sia del lavoro da fare perché deve essere costruito l’impianto e quindi continueremo a  prendere informazioni e a monitorare sperando ovviamente che questa scelta che è stata fatta sia proficua e che porti dei vantaggi alla Repubblica, ci mancherebbe altro. Quindi certamente quello che ci anima in questo senso è l’ottimismo. Per quanto riguarda l’altra questione che può sembrare marginale che io ho posto, cioè quella della pubblicazione degli atti, oggi a verbale di questa seduta c’è la nuova prassi che è stata decisa che è quella della pubblicazione delle libere ad nutum che io non conoscono. Faremo degli approfondimenti, dopodiché faremo ovviamente tutto quello che c’è da fare.

Avv. Fiorani (legale AASS): Per quello che riguarda l’interramento dell’alta tensione stiamo facendo degli approfondimenti, tra l’altro l’ingegner Poiesi è coinvolto anche in questa parte tecnica dei codici di rete e dei trasferimenti del dislacciamento. È stato fatto un primo elaborato che è stato visto con la segreteria ed è stato condiviso con Terna che ha rimandato il documento, se non vado a memoria, l’8 di agosto. Abbiamo già rivisto il documento con le nostre note e adesso al vaglio della parte tecnica perché loro fanno dei richiami proprio tecnici sul codice di rete, sui rinvii, quindi dobbiamo capire internamente se noi possiamo accogliere il codice diritto comunque autorizzato da Hera, poi dopo ci sarà un passaggio politico per capire se la nostra autorità di regolazione lo andrà ad recepire, se tutto quello che codici di rete è applicabile a San Marino. Quindi siamo sulla parte proprio tecnica. Sulla parte della concessione ci stiamo confrontando con loro, confidiamo nel mese di settembre/ottobre di vederci con loro per avere un testo definitivo della concessione che si andrà a dare, dopodiché direi che dovremmo riuscire a partire. Orientativamente loro erano molto perplessi inizialmente sulla possibilità di costituire una società sammarinese per fare per detenere gli asset o fare una stabilizzazione. Abbiamo capito che dovrebbero essere più orientate sulla stabile organizzazione per un discorso anche di costi perché dovrebbero altrimenti trasferire le proprietà degli asset che hanno in capo a Terna Spa alla società sammarinese comporterebbe dei costi comunque e delle lungaggini ulteriori per loro. Quindi erano orientati alla costituzione di una stabile organizzazione della società terra qui a San Marino, quindi che gli desse poi la legittimità di essere proprietari dei beni su San Marino. Questo è un po’ lo stato dell’arte in questo momento.

Alessandro Bevitori (Segretario di Stato all’Aass): Ringrazio la dottoressa Fiorani per il riferimento che ha fatto, e desidero aggiungere, sotto l’aspetto politico, che i tecnici e io stiamo facendo più pressioni possibile per cercare di aprire questo cantiere. Ci interfacciamo con Terna, e purtroppo, come qualcuno dice, è come interfacciarsi con un ministero; io aggiungo sempre che magari fosse un ministero, perché è molto più complesso. Sugli ultimi rilievi che la dottoressa Fiorani ci ha trasmesso, abbiamo fatto comprendere anche che dobbiamo tirare un po’ dritto, perché da questa parte ci sono delle esigenze del territorio, un governo e soprattutto un paese. Per questo motivo, quei rilievi, quelle linee rosse che ci hanno applicato, abbiamo cercato di fargli capire che devono essere superate. Da parte nostra c’è la massima determinazione per cercare di arrivare a compimento nei tempi più brevi possibili. Stiamo spingendo e abbiamo suggerito la soluzione della stabile organizzazione piuttosto che quella della costituzione di una società ad hoc da parte di Terna per motivi di tempo, in quanto una stabile organizzazione è molto più semplice da realizzare. Costituire una società, invece, dovrebbe essere deliberata dal consiglio di amministrazione di Terna, e comporterebbe la necessità che l’amministratore venisse qui solamente per l’adeguata verifica, oltre a problemi per aprire il conto corrente e fare il capitale sociale. Stiamo cercando di vagliare e soprattutto suggerire le soluzioni più rapide per arrivare a compimento o comunque all’avvio di quest’opera.

Sara Conti (Rf): Solo per ringraziare l’avvocato, insomma, in primis e insomma la disponibilità anche del segretario di rispondere perché comunque non era oggetto dell’audizione di oggi, però essendo comunque un tema che vi riguarda ho approfittato e anche perché insomma è un tema che sta a cuore ai cittadini, quindi penso che faccia piacere avere delle risposte e sapere che sta andando avanti e che state comunque vagliando le opzioni più rapide e ma allo stesso tempo, insomma, più sicure e per poter andare avanti con un cantiere che magari non rischiamo di aprire e poi di lasciare a metà perché ci mancherebbe. Questa è l’opzione che di sicuro non vorremmo.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Nicola Renzi (Rf): Allora intanto ringrazio nuovamente le persone che sono intervenute, ci mancherebbe altro, e forse potremmo dire che l’audizione di oggi è un po’ tardiva. Voglio che questo rimanga come modalità di lavoro. Signori Segretari di Stato, sono sempre più stupito tutte le volte che vengo in quest’aula consiliare perché stamattina ho appreso una cosa che sembra marginale ma è centrale: il Congresso di Stato può decidere di pubblicare le proprie delibere quando vuole. Ma com’è possibile? Un conto è decidere di segretare una delibera con determinati crismi, oppure la regola di pubblicazione è semplice: dopo una seduta del Congresso di Stato possono passare alcuni giorni per le technicalities, dopodiché la delibera si pubblica. E invece voi ci venite a dire, e l’avete detto al microfono, che tanto voi quanto l’Azienda dei Servizi le pubblicate quando vi pare, e questo non è accettabile. Lo capite o non lo capite? Perché dobbiamo iniziare noi a fare una lotta anche su questo? Se continuate così, abbiamo visto una delibera che avete adottato come Congresso di Stato che, lasciatemelo dire, grida vendetta a prescindere dal merito della questione: una delibera in cui si chiede a un dirigente pubblico di non applicare la legge. È impensabile che un paese continui a funzionare così, il paese va a rotoli perché questo è l’arbitrio del Congresso di Stato che fa quello che gli pare, soprattutto su operazioni economiche nelle quali i valori oscillano di un milione, due milioni, come a far conto di ridere. E veniamo a parlare di break even, ma che break even? Qui ci sono delle cose che sono già evidentissime. Nel momento in cui si fa un investimento come questo e si individua il sito senza gare d’appalto, ma semplicemente con l’individuazione specifica fatta dal consulente e poi adottata dall’Azienda e dal Congresso di Stato, io non vi dico che non si può fare, anzi, se crediamo sia utile si può fare, ma la regola fondamentale è quella della condivisione delle informazioni. Questo è stato il nostro atteggiamento sempre sul debito estero, su questo investimento, anche su altri investimenti che poi si sono visti chiusi in tribunale. Vogliamo che anche questo abbia la stessa storia sciagurata dell’altro? Io spero proprio di no. Per quanto attiene la semplice valutazione metodologica, su una cosa sola sono d’accordo con il segretario Bevitori: non ho le competenze per venire a dire se Brescia è meglio di Agropoli o di Siracusa. L’unica cosa che dico, e ho detto delle cose un po’ provocatorie, è che leggere la relazione e vedere la pagina dove si dice “rilevamento tecnico in situ” e scoprire che per un’ora e mezzo ha piovuto tutto il tempo, c’era la nebbia e ha piovuto anche nei tre giorni precedenti, qualcuno che vede una relazione così, che non è il primo sprovveduto dell’universo, due domande se le fa. Qualunque persona dotata di intelligenza si dice: “Ma a fronte di un sopralluogo così è stato valutato che l’investimento comunque sia efficace?”. Bene, avrà avuto sfortuna quando ha fatto il rilevamento tecnico, però è una domanda che è lecito porsi. Al netto di questo, io del consulente mi fido, se il consulente mi dice “Guarda che può essere una cosa interessante”, mi sembra che nel riferimento ci siano state un po’ di nuance nel dire “non abbiamo certezza che si arriverà qui, si arriverà là, le revenue saranno queste”, eccetera eccetera. Quindi, comunque, è un investimento scelto dal Congresso di Stato e dall’Azienda per i servizi e ci vuole la più totale condivisione delle informazioni prima, durante e dopo. Il segretario Gatti viene a dire “ma volete decidere voi in Consiglio se si fa l’investimento, se non si fa l’investimento?”. Intanto il consigliere Conti vi ha già ricordato qual è la legge. Io lo so che la legge non vi piace, ma la legge è chiarissima, la Legge 2024: “è tenuta ai sensi del comma 3 del medesimo articolo a presentare alla competente commissione consiliare una relazione scritta preventiva”. Non è la legge. E allora cosa ci venite a fare i pistolotti dove ci dite che volete decidere voi, vuole decidere un altro? No, noi non vi abbiamo mica chiesto di votare, non vi abbiamo chiesto neanche di esprimerci e di votare. Vi abbiamo chiesto la condivisione delle informazioni, questo vi abbiamo chiesto. Quindi per favore non mistificate il rispetto della legge, della pubblicazione delle delibere e di come dovete fare le cose in commissione. D’accordo? Preventiva. Invece qui siamo già davanti a un’offerta vincolante, quindi addio alla mia preventiva. Apriamo il discorso più ampio: a noi piacerebbe che si potesse fare un discorso serio, perché altrimenti è inutile che da un lato facciamo il PEN che ti dice “guarda, se prendi un impianto fuori territorio, cosa che può essere anche interessante, lo devi prendere nel Sud, e già creato”. Benissimo, a Brescia è ancora greenfield. Ottimo, si vede che il PEN allora. È mai possibile che in questo paese non si possa coordinare tutto quanto? Perché per me, ad esempio, per la determinazione del PEN, l’azienda è fondamentale. Quindi, anche su questo, quello di cui c’è la necessità è sapere qual è la progettualità. Adesso, segretario, con tutto il rispetto, viene qui in aula e ci dice “domani siete tutti invitati a mezzogiorno a Cailungo perché inauguriamo l’impianto”, io neanche sapevo che lo faceva. Colpa mia? No, non è così che possiamo andare avanti. Se vogliamo andare avanti in un modo serio, si condivide il progetto complessivo: a quale percentuale vogliamo arrivare con le risorse interne, a quale percentuale vogliamo arrivare con le risorse esterne, dopodiché l’Azienda attuerà questo piano e darà delle informazioni tempo per tempo su quello che si fa. Fine. Perché, ve lo ripeto, noi non abbiamo nessun preconcetto rispetto a degli investimenti che l’Azienda possa fare fuori dal territorio. Io personalmente, ad esempio, preferirei prima valutare tutte le cose che noi possiamo fare nel territorio, ma questa è la mia visione personale. Se ci dite che ci sono degli investimenti fuori che possono essere più proficui, li valutiamo senza problemi, ma fatto come l’avete fatto, purtroppo, ha dato adito a mille interrogativi, forse anche più di mille, e questa è la cosa spiacevole, francamente. In più, venite qui e se ci volete anche dare dei somari. Allora, scusate, ma c’è un limite a tutto. Il Congresso di Stato ci siamo stati anche noi e le delibere lo sappiamo come si fa a pubblicarle. Ci davamo da fare noi per pubblicare le delibere, scusate. E invece voi potete fare quello che vi pare, compreso scavalcare la legge, e continuate a farlo a ogni passo che fate, a ogni movimento che fate. Così va malissimo.

Gaetano Troina (D-ML): Mi allaccio proprio alle conclusioni del collega perché era da lì che volevo partire. Io non so come mai questa legislatura sia partita così e vada avanti così, ma la percezione che si ha da questa parte è che ci sia veramente un senso di onnipotenza che forse deriva dai numeri, il quale consente di sentirsi liberi di fare qualunque cosa su qualunque fronte senza rendere conto a nessuno, quasi come se avessimo i numeri per fare quello che ci pare. Questa è la percezione che si ha da di qua e non trovo che sia rispettoso dell’aula, non trovo che sia rispettoso dei cittadini perché comunque si fa utilizzo di risorse pubbliche importanti e soprattutto ora si vanno a chiedere ai cittadini risorse importanti senza giustificare ciò che si fa in maniera chiara ed esplicita. Questo, dal nostro punto di vista, non è corretto perché stiamo andando ad aumentare le tasse ai nostri concittadini e dall’altro lato spendiamo milioni, un milione qua, un milione là, senza dare riscontro ai cittadini su come questi vengano spesi. Prendo atto, per quanto riguarda il progetto a cui facevo riferimento nel mio intervento introduttivo, che il tema delle comunità energetiche è stato vagliato e scartato per motivi di sicurezza. Mi piacerebbe sapere quali siano i motivi di sicurezza che hanno portato a scartare un progetto che prevedeva il coinvolgimento di Enel. Onestamente, trovo più rischioso dal punto di vista della sicurezza un progetto come questo attuale, visto che andiamo a comprare un’azienda privata in un altro stato, e se domani per esigenze strategiche il governo italiano decidesse di nazionalizzarla, noi non l’avremmo più. Quindi, invece di investire sul nostro territorio e sulle potenzialità che il nostro territorio ha, perché ce le ha come avevamo proposto noi, facciamo questo tipo di operazioni che invece, dal punto di vista della sicurezza, sono molto più rischiose. Ma tanto, si dice che sono tutte fantasie che non si verificheranno mai, perché è sempre tutto perfetto, tutto studiato, tutto ponderato, e siamo noi che ci facciamo le fantasie su rischi che non si verificheranno, proprio come accade per il debito pubblico e per il fatto di mettere in garanzia i beni dello Stato. Siamo sempre noi che ci facciamo problemi che non esistono. Io voglio veramente sperare che queste cose non succedano mai, perché si fanno dei passaggi rilevanti per questo paese con una leggerezza che fa paura. Fa paura e nessuno si assume mai le responsabilità quando poi gli errori o i problemi si verificano. Di chi è la colpa se oggi c’è il debito in questo paese? Di qualcuno che c’è stato e ha governato, però il debito c’è e nessuno paga mai. Detto questo, mi sono già espresso prima e ribadisco che non sono un tecnico, e dunque non sono in grado di valutare per quali ragioni sia stata scelta questa società piuttosto che un’altra, o quel sito piuttosto che un altro, o quei terreni piuttosto che altri. Trovo anomalo acquistare una società costituita nel 2023 con un capitale sociale di diecimila euro per un milione e trecentomila euro. Al netto di quanto possano essere le quotazioni di mercato per questo tipo di società, sarei curioso di vederle, perché altrimenti farei anch’io una società e ci metterei un capitale da duemila euro, rimedierei grazie alle mie conoscenze un paio di autorizzazioni, e poi arriverebbe a valere due milioni; ma non funziona così. La quotazione di una società va fatta con una perizia di un esperto contabile che valuta il know-how, l’esperienza, e la struttura della società che giustifichi un prezzo di questo tipo. Non è che siccome altre società che hanno più o meno le stesse autorizzazioni valgono così, allora anche questa vale così, perché non è questo il modo di ragionare quando si fa business. Non è uguale comprare una società piuttosto che un’altra, perché non è vero che valgono tutte così: ogni società ha le sue peculiarità, la sua esperienza, il suo personale, la sua formazione e la sua struttura, e questo è un peso che va valutato. Per quanto riguarda l’autonomia dell’azienda, ripeto, le aziende in quanto autonome hanno un’autonomia organizzativa e amministrativa limitata, non totale. Qui mi sembra evidente che il mandato a procedere in questo senso gliel’abbia dato il Congresso di Stato, quindi l’autonomia in questa operazione è limitata. Non è che l’azienda un giorno si è svegliata e ha detto “Facciamo questo investimento” e l’ha fatto; quindi, l’input politico c’è e la responsabilità politica c’è. Non si potrà dire domani, se succede qualcosa, che è stata l’azienda autonoma a decidere. Poi, mi si consenta l’ultima osservazione: non intendo aggiungere altro, e valuteremo come posizione se approfondire determinati passaggi o meno. C’è un’Avvocatura di Stato, e c’è un Ordine degli Avvocati sammarinese che è a disposizione e convenzionato con l’Avvocatura di Stato per intervenire ogni volta che ce ne sia la necessità. Mi dovete spiegare perché continuiamo ad avvalerci di professionisti esterni, come questo avvocato Parola che non ho mai sentito in vita mia, e di cui non conosco le referenze, quando abbiamo dei professionisti sammarinesi a disposizione che potrebbero essere chiamati a rotazione a seguire lo Stato nel caso in cui l’Avvocatura non riesca. Ci continuiamo a rivolgere sempre fuori, e mi piacerebbe sapere perché, per questo tipo di operazioni che hanno un peso rilevante e che quindi riguardano risorse pubbliche. Mi piacerebbe sapere come vengono individuati questi professionisti: ci sono delle selezioni, viene individuata una rosa sulla base di determinati criteri, o si va a colpo sicuro sempre? E perché si va a colpo sicuro sempre? Sono stati segnalati da qualcuno per competenze particolari? Ditecelo. Avete detto che è il consulente storico di K2 Energy, ne prendo atto, ma non c’erano degli altri professionisti sammarinesi? Il CDA che sceglie non può scegliere dei professionisti sammarinesi? Allora, prima si chiede all’Ordine se ci sono dei professionisti esperti nel settore, poi se l’Ordine dice di no, si va fuori, perché altrimenti non ha senso avere dei professionisti sammarinesi in qualunque settore se tanto andiamo fuori, lasciando loro le briciole, quello che resta. Questo a me dispiace molto perché è uno svilimento costante delle categorie professionali. È come dire “tanto a San Marino non ci sono”, e così non si fa. Nulla vieta di fare un team, per esempio, per formare delle persone, ma sono cose che non si pensano neanche, si va dritti, tanto c’è quello lì, il compenso va a quello lì, e questo dispiace.

Emanuele Santi (Rete): Ho già focalizzato le criticità, a mio avviso, e come è stato portato avanti questo progetto. È chiaro che quando si parla di non avere una maggiore autonomia energetica, noi ci siamo anche spesi in passato, insomma, perché abbiamo visto quanto il nostro paese sia vulnerabile con la guerra e l’aumento dei prezzi. Pertanto, avere degli impianti o comunque una maggiore capacità di autonomia può essere una cosa rilevante. Tuttavia, rimango un po’ dubbioso, diciamo così, sull’aspetto che questa sia veramente autonomia, poiché un impianto conferito in una società italiana a 200 km da noi, la cui energia dovrà essere poi vettoriata, presenta elementi su cui oggi non ho avuto risposte. Cercheremo in futuro di approfondire e capire se, al di là dei valori economici generati, questa sia o non sia autonomia energetica. Tutto nasce da un emendamento che ci siamo trovati a luglio, portato in fretta e furia in un decreto che parlava di incentivi sociali per le bollette, il quale dava il via alla costituzione di una società. Già lì abbiamo avuto un sussulto, e quando la relazione è arrivata il 31 di luglio, ripresa poi da un giornale, abbiamo appreso che l’acquisto era già stato fatto. Credo che l’obbligo preventivo di passare in Consiglio o in Commissione una relazione scritta da parte di AASS, riguardo a qualsiasi atto o procedimento, sia dovuto. Non si tratta di sostituirsi al Congresso di Stato, ma è un atto dovuto quando si vanno a spendere soldi pubblici, 12 milioni di euro, e in tali casi ritengo ci voglia la massima chiarezza e trasparenza. Sebbene abbiamo ringraziato i relatori di AASS, la documentazione che abbiamo oggi è incompleta. Per dare un giudizio complessivo abbiamo bisogno, e lo abbiamo chiesto, di tutta una serie di elementi per capire come sono state fatte le valutazioni dei terreni, come è stata condotta la due diligence sulla società e come si pensa di ritornare dall’investimento; queste cose non ci sono state messe a disposizione. A sentimento, è chiaro che quando si vedono nei primi documenti la costituzione di una società, Atlas Solar, con un capitale sociale di 10.000 euro, che noi acquistiamo per un milione e trecento mila euro, sorge una domanda: non potevamo trattare direttamente e fare le procedure autorizzative noi come AASS, invece di supportarci da una società che aveva già un pacchetto confezionato? Credo che quando si fanno investimenti, almeno capire bene dove si vanno a mettere i soldi sia fondamentale. Un’altra questione riguarda i valori del terreno: i terreni agricoli valgono 3, 4, 5, massimo 10 euro al metro quadro, mentre qui vale 15 euro al metro quadro. Il consulente ci dice che bisogna vedere in prospettiva cosa ci si fa, ma comunque il sedime agricolo, una volta smantellato, ritorna terreno agricolo. L’altro aspetto che credo sia da rimarcare è che si fanno i programmi di governo, le relazioni, si fa il PEN. Per altro, il PEN 2023-26, ratificato a luglio 2025, riportava per iscritto che era preferibile andare verso impianti già fatti, già costituiti e al Sud. Abbiamo approvato il PEN un mese fa, e voi stavate andando in tutt’altra direzione. Questo significa che, veramente, il Congresso di Stato fa quello che vuole indipendentemente dalle indicazioni. Noi abbiamo approvato il PEN a luglio 2025 e c’era scritto che si andava al Sud; quella è una linea di indirizzo chiara che il Consiglio dà. Quando si parla del ruolo del consigliere, di come il Consiglio Grande e Generale si debba riappropriare delle sue funzioni di controllo e indirizzo del Congresso di Stato, e di fare le leggi, noi vediamo che c’è un indirizzo del Consiglio Generale per andare in una direzione, e il Congresso di Stato va tutta da tutt’altra parte. Non voglio fare facili satire, però nella pagina due della relazione della KP, il consulente Silvio Bernardini il 18 febbraio 2024, alle ore 10 circa, scrive che le condizioni meteo delle temperature erano molto nuvolose e a -3 gradi, con i giorni precedenti caratterizzati da pioggia. Va bene il terreno pianeggiante, ma è un ambiente in cui il clima, almeno 3-4 mesi all’anno, è sempre caratterizzato da piogge, nebbie o comunque da un clima ostile. Ci dicono che i pannelli inseriti nell’impianto hanno un rendimento anche in caso di tempo avverso, ma è chiaro che il rendimento sarà inferiore se lo si fa in un’area con un clima così ostile rispetto a un’area dove il sole batte magari 365 giorni all’anno.

Sullo sperare di ripagarsi l’investimento in 5 anni, io ho fatto dei calcoli molto alla buona e mi sembra che sia una cosa molto, molto ottimista. La terremo monitorata. Che dire? Aspettiamo di avere tutta la documentazione, che io mi aspettavo di avere già oggi, perché altrimenti senza nessun dato generale si fa fatica a fare delle considerazioni. Tuttavia, mi sembra che già a partire i costi siano lievitati di un bel po’.

Luca Boschi (Libera): Qui dobbiamo intenderci, noi consideriamo il consulente della CIT Energy, che è venuto qui oggi a confrontarsi con noi, un referente serio, affidabile, tra l’altro che collabora con la nostra repubblica da più di 20 anni, quindi attraverso le varie legislature, i vari governi, attendibile. Io non dico di essere convinto al 100% perché non sono un tecnico, quindi tante cose tecniche che sono state illustrate oggi, appunto, io mi fido di quello che è stato detto e non vedo perché non dovremmo tutti, perché tutti abbiamo usufruito dei servizi di questo consulente che si è rivelato affidabile anche con qualità. La produttività e l’economicità di questo investimento sono state definite assolutamente soddisfacenti, e ritengo che mettere in discussione questi dati tecnici non sia la sede opportuna. Per quanto riguarda la messa a disposizione di tutte le informazioni possibili, come ha chiesto il commissario Santi, ripeto, secondo me su operazioni di questo tipo è fondamentale. Tuttavia, i progetti di questo tipo, quindi di investimento, negli anni passati sono stati gestiti da tutti i partiti che sono all’interno di quest’aula in maniera diversa da quella che è stata fatta adesso. Ad esempio, tutti i mirabolanti progetti che il partito del commissario Troina ha proposto nella scorsa legislatura senza metterne a terra uno, io non li conosco nella profondità che lei chiede di conoscere questo progetto, perché sappiamo tutti che quando ci sono delle trattative commerciali ci sono dei dati che devono rimanere riservati e devono essere nelle mani degli amministratori, in questo caso dell’azienda. Poi la rendicontazione alla popolazione: è sbagliato il concetto che voi dite che andiamo a chiedere i soldi ai cittadini e non spieghiamo dove li mettiamo. No, noi lo spieghiamo benissimo perché tutte le delibere sono pubblicate non in maniera preventiva come chiedeva Renzi, ma sono pubblicate in maniera molto veloce e quindi ogni cittadino può andare a vedere dove stiamo andando ad operare. E quei soldi spesi sono un investimento fatto per risparmiare dei soldi, per calmierare il costo delle bollette, e ripeto, sono assolutamente coerenti con la missione che non solo questo governo, ma da diverse legislature il nostro paese ha, che è quella dell’autonomia energetica, un asset fondamentale per i prossimi decenni, non per i prossimi tre anni, non a fine legislatura.

Gaetano Troina (D-ML): Noto che il commissario Boschi tende sempre a rispondermi specificamente. Volevo precisare che il progetto della comunità energetica è stato spiegato “ampiamente in tutte le salse, in tutte le forme possibili immaginabili” alla politica e alla cittadinanza. Non chiediamo la condivisione di dati commerciali riservati con la popolazione, ma piuttosto di condividere determinate scelte prima di essere prese con la popolazione, specialmente per investimenti rilevanti come questo che coinvolgono risorse pubbliche. Chiediamo che l’aula venga informata di queste iniziative prima che vengano intraprese. Abbiamo appreso di questa iniziativa tramite l’invio di alcuni documenti via mail dalla segreteria istituzionale, in pieno agosto o luglio, senza alcuna indicazione nel testo o nel titolo della mail che ne evidenziasse l’importanza, apparendo come una delle tante relazioni periodiche. Ritengo che se si trattava di documentazione rilevante, andava segnalato in modo chiaro, e questo non è il modo di condividere progetti di tale portata con la commissione

Sara Conti (Rf): A parte le battute, la mia replica sarà molto breve. Non intendo ripetere quanto già detto dai colleghi, anche perché sono stanco. Voglio suggerire che, anche da parte nostra, non c’è una contrarietà a prescindere nell’investimento in strutture di approvvigionamento energetico esterno. Anzi, sappiamo bene che è impossibile avere un approvvigionamento totalmente interno per ragioni geografiche e morfologiche. È ovvio che dobbiamo pensare alla strategia migliore per ottenere il “massimo profitto”. Ci siamo semplicemente permessi di sottolineare passaggi procedurali però poco trasparenti che inevitabilmente fanno sorgere domande da parte nostra. Credo sia legittimo e nostro compito, in quanto opposizione, verificare e controllare l’operato del governo. Se questo investimento porterà un riscontro positivo, saremo i primi a esserne contenti e soddisfatti, e cercheremo di portare il nostro apporto. Ci fa piacere aver appreso che c’è un progetto di installazione di fotovoltaico su capannoni dello Stato, cosa che non sapevamo. È naturale che i membri del Parlamento vogliano essere messi a conoscenza di una strategia a 360 gradi che preveda obiettivi a lungo termine per l’approvvigionamento energetico, anche perché quanto indicato non rispecchia quello che era stato indicato nel PEN. Rimaniamo positivi e costruttivi, ma allo stesso tempo chiediamo che le informazioni vengano trasmesse con massima regolarità e trasparenza.

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Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Vorrei rispondere molto velocemente illustrando i conti della serva per determinare un margine di vantaggio. L’anno scorso abbiamo speso 32 milioni in energia elettrica; il 7% di questa cifra ammonta a 2 milioni e 240 mila euro. Se moltiplichiamo questo risparmio per 6 anni di approvvigionamento, otteniamo 13 milioni e 440 mila euro. L’impianto costa meno di 12 milioni, ma anche se costasse 13 milioni e 440 mila euro, in questi 6 anni avremmo ammortizzato l’impianto. Dato che l’impianto produce per 30 anni, significa che abbiamo una base di ammortamento molto consistente in meno di 4 anni, il che ci consente di portare avanti politiche di stabilizzazione del prezzo.

Alessandro Bevitori (Segretario di Stato all’Aass): Anch’io replico velocemente riguardo alla questione delle delibere. Ciò che è stato detto non è completamente corretto, in quanto esistono regole di ingaggio, i famosi NDA, che impongono riservatezza per un certo periodo. Tuttavia, questo non è un motivo per soffocare qualcosa o agire in maniera strana, e respingo sempre al mittente questo tipo di insinuazione. La scelta di questo investimento è stata spiegata in tutte le lingue dai promotori. Se vogliamo entrare in tecnicismi, credetemi, ci infiliamo in qualcosa che non ci compete, come la pavimentazione di sassi bianchi o la collocazione nord-sud. Abbiamo riconosciuto che l’advisor K2 Energy è un partner super affidabile e nessuno ha avuto da ridire sulle capacità dei tecnici. Tutte le dimostranze tecniche andavano fatte in pratica. Questo progetto è stato oggetto di un appalto pubblico l’anno scorso, e tutti i nuovi investimenti seguiranno la stessa procedura, con le aziende sammarinesi che potranno partecipare, come hanno già fatto in questo caso, e daremo priorità a esse. Se pensate che la politica debba intervenire per scegliere l’avvocato o il professionista, mi dispiace, ma avete sbagliato indirizzo. La scelta è stata completamente autonoma dell’azienda. Personalmente non conosco neanche io l’avvocato Parola, ma so che è un consulente consolidato da parte utilizzato da AASS da tanti anni e non una new entry. Vorrei che tenessimo più alta l’asticella del dibattito, sapendo che stiamo lavorando per l’autonomia energetica, con tutti i vantaggi di cui abbiamo parlato, soprattutto per le future generazioni. Il nostro ruolo è agire nell’interesse di queste cose. L’azienda dei servizi ha già un elenco di beni immobili oggetto di efficientamento, comelo “stadio di Serravalle, le scuole o i magazzini dell’azienda per i lavori pubblici, e per questi stanno partendo le gare d’appalto. In questo ambito, mi limito a definire quelle che sono le traiettorie per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’aspetto decisionale non è uno scarica barile, come è stato detto; è completamente diverso: ognuno ha le proprie responsabilità. Chi ha responsabilità politiche deve dare gli indirizzi, le traiettorie degli obiettivi politici, mentre le valutazioni tecniche devono rimanere agli organismi tecnici. Questo è il nostro modo di agire e cerchiamo di farlo, tra mille difficoltà, nel migliore dei modi.

Emanuele Santi (Rete): Credo che sia molto importante avere un vero “piano di ammortamento” di questo investimento, soprattutto alla luce dei dati forniti dal segretario Gatti. Il dottor Poiesi di K2 Energy ha dichiarato che oggi paghiamo €105 al MWh e dopo pagheremo €65, il che significa un risparmio di €40. Moltiplicando €40 per la produzione prevista di 15.000 MWh, il risparmio annuale è di €600.000. Se il risparmio annuo è vicino ai €600.000, l’investimento si ammortizza in 20 anni, non in 6 o 4 anni. Non voglio fare polemica, ma questi sono i dati che ho, e chiedo che ci vengano fornite le relazioni scritte sul piano di ammortamento, e soprattutto che si verifichi se i 15.000 MWh di produzione verranno effettivamente raggiunti. Non dobbiamo raccontarci che ci sarà sempre sole pieno e non ci sarà nebbia, perché la produttività può diminuire dal 10% al 50% con nebbia o ghiaccio, e la musica cambia molto. Non abbiamo l’anello al naso, i pannelli non producono la stessa cosa con sole e con nebbia.

Comma 1 – Comunicazioni

Silvia Cecchetti – Presidente (Psd): Siccome abbiamo già approvato il verbale, devo dare atto di avere ricevuto il 9 di settembre dal Segretario di Stato la relazione Carisp relativa alla vendita di Banca Kovanica e di averla distribuita in data odierna con le modalità ovviamente della riservatezza.

Emanuele Santi (Rete): Guardi presidente, non faccio comunicazioni diverse, vengo dietro al suo ragionamento, per capire come viene gestito questo paese, come state gestendo il paese. Allora, la relazione la Carisp è datata 5 settembre e la segreteria la manda il 9 settembre. Quindi due giorni fa e la relazione fisicamente a noi viene consegnata. Io ho firmato l’11 settembre oggi alle ore 12:18. Si può gestire un paese così? Io se oggi volevo dire qualcosa su Banca Kovanica non lo posso dire perché non ho avuto modo, non sono stato messo nelle condizioni di poter leggere la relazione. Questo non è un modo di gestire il paese. Io sono inacidito, continuate così su tutto. Questo è non mettere in condizione noi di fare il nostro lavoro. Cioè, io se volevo dire qualcosa oggi su Banca Kovanica avevamo chiesto la relazione per il 31, è arrivata il 5, non lo posso fare. Quindi cosa le chiedo adesso presidente? Di convocare un’altra Commissione perché voglio parlare nel comma comunicazione di Kovanica. Facciamo così. Ma è questo il modo? È questo il modo. Arrivano tutte le relazioni. Arriva quella del veicolo, arriva quella dei giochi. Benissimo. Noi ogni tanto qualche cosa diciamo. Questa non può essere consegnata alle 12:18 quando probabilmente poteva anche essere già finito il comma comunicazione se non ci dilungavamo nel dibattito. Ma non prendiamoci in giro. Non si può gestire il paese così. Se volete andare avanti per i cavoli vostri fatelo. Non ci coinvolgete più. Non convochiamo neanche più la commissione. Ognuno farà le sue valutazioni. Però io non posso accettare, non posso accettare che la cassa di risparmio rispetti i tempi. E li ringrazio per la relazione. Li ringrazio. E qui questa commissione, questa relazione giace in un cassetto per 6 giorni e mi viene consegnata neanche 5 minuti prima del dibattito. Non perdiamoci in giro, le date sono qui, sono scritte, la relazione è datata 5 settembre, arriva il 5 settembre alla segreteria, il 9 settembre la segreteria la dà alla segreteria istituzionale alla commissione e a me mi viene consegnata l’11 quando il comma comunicazione è già partito. Non è possibile. Non è possibile. Rendetevi conto che state gestendo un paese con i piedi per non dire peggio.

Nicola Renzi (Rf): Rispetto a quanto affermava il commissario Santi, direi: benvenuti. Purtroppo, anche noi abbiamo riscontrato problemi simili: è da tempo che abbiamo inviato lettere alla Segreteria delle Finanze riguardo alle nomine in Cassa di Risparmio, e ci ha risposto, mi sembra, due mesi dopo la prima missiva. Ma va bene, continuiamo così, a nasconderci, a procedere con le nomine, perfetto. Evidentemente c’è chi vuole fare tutto da solo. Vedremo dove arriverete, insomma, agendo in solitudine. Quindi, come prima comunicazione, chiederemo se sono già state stabilite le date per la convocazione della commissione relativa all’analisi VGR; credo sia doveroso comunicarle e valutare quando si terrà, anche perché la prossima settimana è previsto il Consiglio per le vie brevi. Avevamo cercato di individuare delle date che potevano andare dal 23 al 25 o al 26, quindi se riusciamo a saperlo, credo sia molto importante, così come magari un aggiornamento sul punto di elaborazione a cui siete arrivati. Ma comprendiamo, sappiamo che ci sono varie discussioni in maggioranza, quindi quando sarete pronti, sarà utile poter condividere almeno l’informazione della calendarizzazione. Un’altra cosa che ci tengo a dire, poi, per le comunicazioni del consiglio vicino, quindi le valutazioni generali sullo status della maggioranza del governo e soprattutto del paese, faremo del mio meglio per replicare il mio appello accorato. Credo che noi dell’opposizione siamo stati forse troppo responsabili finora nell’affrontare il tema del sistema bancario e finanziario, e francamente il tempo è scaduto. Adesso bisogna iniziare a dire le cose come stanno. La questione della Banca di San Marino non è più tollerabile. Ve lo dico in maniera molto molto chiara. Non credo che un istituto bancario possa continuare a rimanere in questa incertezza e indeterminatezza per altri giorni. Scusatemi, io proprio non lo credo. Non iniziate a dire adesso che non rispetto le competenze di questo, l’autonomia dell’altro, eccetera. Guardate, vi ripeto solo una cosa che alcuni commissari, che hanno avuto la fortuna di far parte della commissione per le riforme istituzionali, hanno sentito: l’audizione, non certo di un pasdaran di Repubblica Futura, ma dell’avvocato Luigi Lonfermini, che ci ha detto delle cose, a mio parere, illuminanti anche sul tema del sistema bancario, della sua gestione e della necessaria e doverosa riappropriazione della politica delle scelte strategiche fondamentali. Ve la suggerisco, andatevela ad ascoltare, perché è pubblica, e quindi ciascuno di voi potrà fare le proprie valutazioni. Io però vi dico che se voi continuate a pensare che il nostro sistema bancario e un istituto di credito come la Banca di San Marino possano continuare a essere tutti i giorni sui giornali perché un giorno interviene il presidente dell’Ente, il giorno dopo la zia del presidente dell’Ente, il giorno dopo ancora alcuni soci dell’ente, poi interviene Il Sole 24 Ore, poi c’è il segretario che va a Milano Finanza, poi c’è un altro che la racconta in un modo e un altro in un altro modo… Secondo me, voi — io insegno latino e greco, quindi con tutta la mia modestia mi metto in disparte — siete tutti dei grandi operatori bancari, quindi avrete voi l’idea giusta di come si gestiscono le banche. Secondo me, se questa banca continua a rimanere in questa alea per altri giorni, il rischio che io vedo è che poi parlare di vendite o di acquisti non sia più affatto nell’agenda, ma che si debba parlare di ben altri provvedimenti che a me mettono la pelle d’oca solo a pensarci. Quindi, se adesso qualcuno si azzarda a intervenire e a dire che io faccio terrorismo, credo che siate veramente tutti fuori di testa, non avete capito quello che volevo dire. Avrei voluto dirlo tre mesi fa, e ho cercato di dirlo con le parole giuste. Adesso è il caso di arrivare a un grado di esplicitazione che sia chiaro e intelligibile. Se voi pensate che questa banca e tutta la questione dei bulgari, dei maltesi, degli “ziti”, delle cose, delle cognate, eccetera, possa continuare a protrarsi per altre giornate prima di sapere se c’è un sì o se c’è un no, voi siete tutti fuori di testa. Io la penso così. Poi voi mi direte che ci sono le regole della Banca Centrale, che c’è questo, che c’è quell’altro. Benissimo, tenetevi le regole della Banca Centrale, tenetevi l’autonomia di tutti, e poi forse vi terrete anche una banca fallita.

Iro Belluzzi (Libera): Io, collega Renzi, la prego di ascoltarmi. Francamente, non mi aspettavo un intervento condivisibile nelle preoccupazioni, ma con tale forza e veemenza. Sarebbe stato più opportuno, probabilmente, e credo sia il caso, poter svolgere qualche riflessione sul sistema bancario, perché è necessario a questo punto, peraltro anche in funzione di quello che è il percorso di associazione con l’Unione Europea, un elemento cardine e purtroppo vincolante, mi sembra essere l’addendum. Ma una discussione anche su quello che sta accadendo in quella banca forse dovrebbe essere fatta in seduta segreta per non far passare messaggi più preoccupanti di quelli che in realtà sono, perché, stando come stanno le cose, la banca è solida; abbiamo visto anche dalla presentazione dei bilanci che fa utili. Il chiacchiericcio che c’è intorno va a minare i buoni risultati che quella banca ha ottenuto e sta ottenendo. Logico, una chiarezza e anche qui ci vuole veramente la capacità, anche se è un istituto privato, non è parte dello Stato, di richiamare all’ordine quelli che sono i consigli di amministrazione di quella banca, perché francamente non è bello vedere e sentire, soprattutto nell’ambiente sanmarinese, come agiscono alcuni e quale sia il livello di terrorismo che stanno attuando. È una cosa bruttissima per la nostra realtà, per la nostra comunità. Per cui forse il governo, forse lei, Segretario, ha un compito che dovrà svolgere, non so in quale modalità, ma un richiamo a un comportamento urbano anche a chi è seduto all’interno di quel consiglio di amministrazione, sarebbe il caso che venisse fatto, perché purtroppo il terrorismo a cui alcuni soggetti sono sottoposti in funzione delle prese di posizione, scelte e preoccupazioni – forse anche quelle non portate nella maniera più compiacente alla delicatezza del tema e del soggetto che è oggetto delle preoccupazioni, del modo in cui si opera – sarebbe stato opportuno evitarlo. Ormai sono troppi mesi che quella banca – cioè, la banca che non c’entra niente, ma i soci, quel mondo che gira intorno a quella banca – sta tenendo forse dei comportamenti non rispondenti a quelle che sono le esigenze dell’istituto stesso. Per cui credo che un impegno, una modalità persuasiva, una modalità per arrivare a quella che è anche la definizione da parte di Banca Centrale sul via libera o meno su quell’operazione, debba essere raggiunto, perché altrimenti il rischio paventato dal collega Renzi, anche non essendoci minimamente le potenzialità di quello che può verificarsi nel momento in cui è partita quella serie di dibattiti su quanto sta accadendo in quella banca, può essere molto deleterio. Cerchiamo di sgonfiarlo il più velocemente possibile, perché veramente siamo preoccupati per quello che si sta creando, quando non ci sarebbero, lo ripeto, le condizioni perché si verificasse, perché abbiamo visto quali sono stati i bilanci, qual è stata la gestione di quell’istituto.

Gaetano Troina (D-ML): Non posso che condividere le preoccupazioni espresse dai colleghi. Io ricordo molto bene di aver sostanzialmente detto quello che ha detto oggi il collega Renzi, se non sbaglio, in una commissione a gennaio, e quella volta ero stato additato come colui che generava chissà che panico, chissà che terrorismo in chi poteva ascoltare la seduta della commissione. Ho detto molte volte che non penso ci volesse un particolare impegno o chissà cosa a livello organizzativo per cercare quantomeno di dare delle spiegazioni chiare e limpide alla cittadinanza su quello che stava succedendo, perché veramente c’è un modo di trasmettere le informazioni e di fornire dati in questo paese, soprattutto attraverso la stampa, che crea sostanzialmente una gran confusione. Ciascuno racconta la sua versione di verità, ciascuno fornisce la parte di verità che gli fa comodo raccontare, e il cittadino medio non sa più a chi deve credere, perché è diventato sostanzialmente impossibile capire chi sta dicendo la verità, verificare qual è la verità, perché non viene fornito nulla se non parole. E quindi non si può scherzare o giocare con la vita delle persone. Tanto, voglio dire, io faccio parte di quest’aula dal 2020, non ho vissuto sulla mia pelle come funzionava prima e quali erano le dinamiche qui dentro prima, però non posso pensare che i risparmi dei concittadini, le banche, il sistema finanziario di un paese possano essere discussi sui giornali in questa maniera. La gente è preoccupata. L’ho detto già più volte, più volte mi è stato chiesto cosa devo fare, cosa non devo fare, rimango lì, mi sposto, perché la gente non capisce, e se la gente non capisce, ha paura. Se vengono date spiegazioni chiare su quello che sta succedendo, quali sono i presupposti, quali sono i vincoli, quali sono i termini, se è tutto ok, se non è tutto ok, la gente si tranquillizza. Se si vede che ci sono 200 fazioni, ciascuno che dice la sua versione, la gente si spaventa e non capisce. E questo vale per qualunque tema: vale per le banche, vale per le riforme, per la riforma IGR, vale per tutti i temi che hanno un impatto rilevante per questo paese, inclusa l’Unione Europea. Oltretutto, si continuano a gestire determinate dinamiche in una modalità che voglio vedere se, alla fine, questo benedetto accordo di associazione si fermerà, o se si potranno continuare a portare avanti così. Se pensate veramente che associati all’Unione Europea si possa continuare a gestire il paese in questo modo, con tutti gli adeguamenti che ci saranno da fare, i rendiconti che ci saranno da mandare, le verifiche a cui saremo sottoposti, si possa veramente continuare a gestire un paese in questo modo? Ma quando si parla di valutazione degli impatti si intende anche questo. Io personalmente sarei curioso, non vedo l’ora di vedere cosa succede nella gestione del paese dopo che si firma l’accordo di associazione, perché sono convinto che tutti questi giochetti, queste modalità di gestire le cose in pubblico in questo modo finiranno, perché dopo ci sarà qualcuno sopra che guarderà. Adesso non c’è nessuno, dopo ci sarà. L’avete capito?

Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Solo una battuta. Se la politica pensa che si debba ritornare a un regime autorizzativo o meno per quanto riguarda il settore finanziario, penso che non sia un problema di addendum o quant’altro; è proprio un problema di impostazione completamente diversa rispetto a quelle che sono le autorità a livello internazionale. Quindi non possiamo essere noi a dettare i tempi o i non tempi. C’è una legge che li stabilisce e i promotori devono consegnare della documentazione; se non la consegnano, hanno dei tempi per fare le integrazioni. Quindi è dettato un po’ anche dalle procedure che sono fissate dalla legge e dai regolamenti. Non possiamo essere noi a intervenire in questo senso, e penso anche che responsabilmente meno parliamo delle questioni bancarie, perché siamo anche noi che poi le alimentiamo, dato che quello che abbiamo detto oggi domani lo ritroveremo sui giornali.

La seduta termina come da odg.

Askanews



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